Capitolo 53
Il
sole filtra dalle tende della finestra, insinuandosi dispettoso nella
stanza e portandomi a reprimere un verso di lamento. Non ho intenzione
di svegliarmi, non dopo quella che è stata la notte più
bella della mia vita. Se potessi resterei così, per sempre, tra
le braccia di Luca.
Mi stiracchio, sciogliendo i muscoli indolenziti e reprimo uno
sbadiglio. Luca giace ancora addormentato al mio fianco, il suo braccio
che mi circonda, tenendomi stretta a sé.
Mi ritrovo a non riuscire a reprimere un sorriso davanti alla sua
espressione così serena e appagata. Mi accovaccio di nuovo al
suo fianco, accarezzando con lo sguardo ogni dettaglio del suo viso, da
come i capelli gli ricadono scompigliati sulla fronte, donandogli
un'aria quasi da bambino, a come le sue labbra siano arricciate in un
tenero broncio. Dalla vicinanza in cui sono, posso avvertire il suo
cuore battere in sincrono con il mio e porto una mano proprio
lì, a sfiorare il suo petto, lasciato scoperto dal lenzuolo.
Imprimo le mie dita sulla sua pelle e nella mia mente si fanno spazio i
ricordi della notte appena trascorsa.
Ha ammesso di amarmi, Luca, in un mormorio sommesso prima di stringermi
di nuovo a sé. Le sue parole sono state inaspettate e mi hanno
lasciato sorpresa. Il cuore ha iniziato a battere ancora più
forte, facendomi tremare dalla gioia. Mi sono sciolta in un sorriso
emozionato, guardandolo mentre avvertivo ogni fibra del mio corpo
tremare e non ero capace di articolare parola alcuna. Non sono riuscita
a dirgli che lo amo, che lo amo tanto anche io, ma Luca non mi è
sembrato fosse turbato dal mio silenzio, anzi. Poco dopo mi ha baciato,
catturando le mie labbra in un bacio mozzafiato, forse per togliermi
dall'imbarazzo della situazione. Magari ha sospettato che non mi
sentissi pronta a esternargli i miei sentimenti, ma non credo che dopo
quello che avevamo condiviso, ci fosse bisogno di rimarcare il
concetto. Ogni nostro gesto era dettato dall'amore che ci lega.
Luca mi ama, e la notizia ancora mi sorprende. Forse perché non
riesco ancora a capacitarmi a pieno che sia possibile. Mi sembra di
vivere in un sogno, ed è sicuro che se così fosse, non
vorrei mai svegliarmi.
Ci pensa proprio lui a riportarmi alla realtà, artigliando i
miei fianchi e rotolando con il suo corpo sopra di me. Avverto il suo
respiro infrangersi sul mio collo, facendomi abbassare lo sguardo al
capo di Luca adagiato sul mio petto.
Porto le mani ad accarezzare i suoi capelli.
"Buongiorno..." gli sussurro, abbassandomi per parlargli a un palmo dall'orecchio.
Luca
mugugna qualcosa, ancora intontito dal sonno, lasciando strofinare il
naso sulla mia spalla e facendomi bruciare sotto le sue attenzioni.
Lascio risalire le mie mani lungo il suo viso, facendo in modo di incrociare il suo sguardo.
"Buongiorno..." borbotta lui in un sorriso, prima di abbassarsi su di me per baciarmi.
Sorrido sulle sue labbra, intrecciando le mie mani dietro la sua nuca per tenerlo stretto a me.
"Dormito bene?" gli domando, strofinando il mio naso con il suo.
Luca ridacchia, punzecchiandomi i fianchi e facendomi sussultare dalla sorpresa.
"Mmh, avresti dovuto avvisarmi che sei solita tirare
calci quando dormi o devo pensare volessi attentare alla mia vita?" mi
chiede con un cipiglio divertito.
"Che scemo..."borbotto, lasciandogli un buffetto sulla spalla, ma senza fare a meno di ridere sotto il suo tocco.
"Ehi!" si lamenta lui, facendo infrangere il suo respiro sul mio viso,
"non puoi trattarmi così, proprio adesso che sono diventato il
tuo ragazzo!"
Mi porto una mano alle labbra, cercando di soffocare una risata.
"Scusa, puoi ripetere?"gli chiedo, catturando il mio labbro inferiore
tra i denti.
Luca fa finta di imbronciarsi, mettendo su un labbruccio. "Cosa?"
"Quello che hai detto!"
Lui tentenna, pensandoci su. "Non trattarmi così?" mi domanda, falsamente ingenuo.
"No...prova ancora..." gli faccio presente, accarezzando il suo viso, in modo suadente.
"Mmh" Luca sta al gioco e si avvicina a me con fare tentatore. "Forse che sono il tuo ragazzo?!" soffia sulle mie labbra.
Avverto le sue mani insinuarsi sotto il tessuto della mia maglietta e risalire lunga la mia schiena.
Mi inarco, alzandomi verso di lui e tenendolo sempre stretto a me.
"Mi piace sentirtelo dire..." gli confesso, lasciandogli un bacio sul naso.
Luca sbuffa un sorriso, riappropiandosi delle mie labbra e
trascinandomi con sé in un turbinio di emozioni. Socchiudo gli
occhi, lasciandogli libero accesso alla mia bocca e facendo in modo che
approfondisca il bacio.
Luca lascia scontrare la sua fronte con la mia,
appoggiando le sue mani sulle mie guance per incrociare il mio sguardo.
Lascio che i suoi occhi catturano i miei e ci osservo così,
entrambi con il respiro corto mentre aspetto cosa abbia da dirmi.
"A proposito di questo, voglio presentarti alla mia famiglia" mi confessa.
Cerco di dissimulare cosa le sue parole abbiano scaturito in me, abbassando lo sguardo per nascondere l'emozione.
Luca mi ama, Luca vuole presentarmi alla sua famiglia, Luca fa sul serio.
Mi apro allora in una piccola risata, pizzicandogli le guance. "Luca, la tua famiglia mi conosce già. L'hai dimenticato?"
"No" ammette, spingendosi verso il bordo del letto e tenendomi stretta ancora a lui.
"Ma ho intenzione di presentarti come la mia ragazza" mi fa presente con un sorriso sicuro di sé.
Soffoco un gridolino quando lui mi afferra per le cosce, prendendomi in braccio e facendosi strada verso il bagno.
Allaccio le mie braccia al suo collo, senza smettere di sorridergli.
Luca
si muove in casa mia, facendo suoi i miei spazi, come se li conoscesse
da sempre. Non posso fare a meno di osservarlo estasiata in qualsiasi
gesto compia, scoprendo una complicità che ho sempre desiderato
ci fosse. Così sorrido mentre prepariamo la colazione e la
gustiamo insieme, seduti al bancone della mia cucina come se fossimo
una coppia sposata da anni. Io lo guardo e mi viene da pensare a come
sia possibile ch fino a poco tempo fa, svolgessi questi piccoli gesti,
sola. E poi quando ci prepariamo, riscopro di non sentirmi
assolutamente in imbarazzo, nuda, sotto il suo sguardo e mi rendo conto
che stare lontani ci sia difficile.
E mentre, una volta pronti, lasciamo il mio appartamento, mi ritrovo a
desiderare che tutto questo diventi parte della mia, nostra,
quotidianità.
E non riesco nemmeno quando volto lo sguardo al mio reparto e ne attraverso i corridoi.
Raggiungo lo spogliatoio, chiudendomi la porta alle spalle e sospirando sognante.
"Wow!" esclama Arianna alle mie spalle. "Quasi stento a riconoscerti!"
Mi volto nella sua direzione, riprendendo fiato dopo il piccolo
spavento che la sua voce ha suscitato in me e mi apro in una breve e
leggera risata.
"Devo dedurre che l'appuntamento sia andato alla grandee" ammette lei, con un certo fare malizioso.
"Ah, ah" annuisco, vaga.
Lei saltella verso di me, arricciando le labbra in una smorfia. Punta
un dito nella mia direzione con fare minaccioso, una volta che mi
è accanto.
"Dai su, non puoi presentarti qui, con quell'espressione e pretendere che io non voglia sapere..."
Mi sciolgo in un sorriso malandrino. "Sì!" ammetto, "sì, è andato benissimo. Stiamo insieme!"
Arianna mi soffoca nel suo abbraccio, se è possibile più
su di giri di me. "Aaah, sono così contenta!" trilla. "I miei
Lunita stanno insieme! Non aspettavo altro!"
Mi trasporta con sé in un saltellio di gioia pura, facendoci sciogliere entrambe in una risata fragorosa.
Forse è vero, è stato un anno difficile, ma la vita mi ha
regalato anche una ventata di positività permettendomi di avere
una collega/amica frizzante e sincera.
Quando ci separiamo, per riprendere fiato, Arianna mantiene il suo sguardo costante su di me.
"E dove ti ha portato? E come è stato?" indaga, curiosa, tenendo le sue mani sulle mie spalle.
Porto lo sguardo lontano, puntando su un punto fisso alle sue spalle,
come se volessi ripercorrere tutta la serata trascorsa nella mia mente.
"Siamo andati al mare, abbiamo cenato in un
ristorantino con una romantica vista, ed è stato perfetto,
p.e.r.f.e.t.t.o." le confesso, trasognante.
La mia amica ridacchia. "E poi? Che è successo?"
Scuoto il capo, sbuffando una risata. Non ho intenzione di rivelarle
nient'altro. Voglio che quello che è accaduto tra di noi, ieri
sera, rimanga solo mio, quasi come se fosse un segreto da custodire.
"E poi niente, stiamo insieme. Ti basta sapere
questo"le faccio presente, aprendomi in una linguaccia e sottraendomi
al suo tocco per avvicinarmi al mio armadietto.
Arianna rimane stranamente silenziosa ma dura un attimo perché
poco dopo ritorna all'attacco, appoggiandosi alla parete dietro di
sé.
"Non è successo nient'altro?" mi domanda, facendo su e giù con le sopracciglia, eloquentemente.
Roteo gli occhi al cielo, divertita, richiudendo l'armadietto dietro di me.
"Quante cose vuoi sapere..."
Lei sbuffa, prendendo a seguirmi come un cagnolino, mentre mi avvicino alla porta.
"Mi avrei promesso un racconto fornito di dettagli!" protesta, pedante.
"Gne, gne" la scimmiotto, inoltrandomi in corridoio.
"Ah, ah!" replica, trionfante. "Stai temporeggiando, quindi c'è qualcosa che non vuoi dirmi..."
Mi batto una mano in fronte, suscitando una certa ilarità nel suo sguardo.
"Arianna..."la supplico.
"Oh, wow!" le sue labbra si spalancano in un'espressione sorpresa. "Voi avete..."
Copro la sua bocca con le mie mani, spaventata dalla piega che potrebbe
prendere questa conversazione. Non voglio che questa notizia diventi di
dominio pubblico. Non quando potrebbe alimentare solo falsi voci.
I miei occhi le intimano di far silenzio, mentre lei ride divertita, sottraendosi al mio tocco.
"Dottoressa!" la voce del dottor Visconti ci esorta a voltarsi entrambe nella sua direzione.
Arrossisco, improvvisamente, come se fossi stata colta in flagrante.
Lui fa scorrere il suo sguardo serioso su di noi, alternandolo prima su di me e successivamente sulla collega al mio fianco.
"Stavo cercando proprio lei..." ammette, incrociando le braccia dietro la schiena, ma senza specificare a chi si stia riferendo.
Corruccio la fronte, portando un dito a indicarmi. "Cercava me?" gli domando, flebilmente.
Lui rotea gli occhi al cielo, come a farmi presente fosse ovvio.
Avverto Arianna, al mio fianco, sospirare di sollievo, e lanciarmi
un'occhiata di sottecchi, adesso incuriosita dal perché il
nostro tutor mi cercasse.
"Allora, dottoressa? Ha intenzione di seguirmi o vuole rimanere qui tutto il giorno?" mi fa presente lui, spazientito.
Sussulto, avvertendo la sua voce, e annuisco lievemente, lasciandomi la mia amica alle spalle.
"Certo, certo".
Mi volto a guardarla un'ultima volta prima di seguire Visconti, notandola accennare un sorriso per rassicurarmi.
Mi trascino, poi, al suo fianco, silenziosa, come se stessi per andare al patibolo. Non riesco a sentirmi a mio agio al suo fianco, non più almeno, soprattutto perché il suo comportamento così ostile nei miei confronti non mi rende le cose facili.
Rilascio un sospiro impercettibile, mentre ci facciamo spazio per il corridoio e il silenzio che ci avvolge è interrotto solo dallo scalpitio dei nostri passi.Visconti cammina accanto a me, austero, con lo sguardo rivolto dritto davanti a sé.
Il mio gesto, però, attira la sua attenzione, perché lui si volta a guardarmi, inchiodandomi con i suoi occhi.
"Qualcosa non va?" mi chiede, corrucciando la fronte e aggiustando gli occhiali che gli sono calati sul naso.
Vedi tu...
"Nono" ammetto in un borbottio, sommesso, riprendendo a camminare.
Avverto il mio tutor ridacchiare alle mie spalle, tanto da indurmi a riportare lo sguardo su di lui.
Arriccio le labbra in una smorfia, senza ben capire cosa lo diverta tanto.
"Si rilassi, dottoressa" mi fa notare, indicandomi con un gesto del
capo. "La cercavo perché voglio lei mi accompagni nel mio giro
delle visite" ammette, con un sorriso sardonico.
Oh, sì, adesso sì che sono tranquilla...
Rilascio
un sospiro, sistemando il mio camice con stizza nell'armadietto. Non
vedo l'ora di poter raggiungere Luca e lasciarmi stringere dalle sue
braccia per appianare ogni malumore.
Così mi lascio la porta antipanico del mio reparto alle spalle,
accompagnandola affinché non provochi un suono sordo e attendo
che Luca, da un momento all'altro, arrivi.
Lo aspetto, invano, perché dopo mezz'ora di lui non c'è minima traccia.
Tiro uno sbuffo, pensando che la mia giornata, iniziata nei migliori
dei modi, stia per concludersi peggio di quanto mi aspettassi. Luca mi
aveva parlato, stamattina, di avere degli interventi in programma, ma
non voglio davvero credere che questi lo tengano ancora occupato.
Quindi, decido di andare a cercarlo.
Busso alla porta del suo studio, aspettando impaziente che Luca dia
segni di vita dall'altra parte. Così, quando avverto i suoi
passi farsi più vicini, mi ritrovo a corrucciare la fronte,
lievemente indispettita. Lui è qui.
La porta si apre con uno scatto, rivelando Luca sulla soglia.
"Luca?!" esclamo, con un velo di sorpresa, suscitando la sua confusione.
Lui accenna un sorriso, lasciando vagare i suoi occhi sulla mia figura.
"Ti stavo aspettando!" ribatto, pensierosa.
Lui si porta una mano dietro il collo, grattando la nuca con le dita.
"Immagino tu non abbia letto il mio messaggio. Giusto?" mi domanda, arricciando le labbra per il divertimento.
Aggrotto la fronte, portandomi una mano alla bocca per nascondere un
certo stupore. Non ho pensato per niente a guardare il cellulare e per
un attimo mi sento davvero sciocca.
"Oh..." mormoro, in una smorfia.
Prima che me ne renda conto, però, Luca mi ha già tirato
a sé, lasciando richiudere la porta dietro di noi. Le sue
braccia si intrecciano dietro la schiena, facendo collidere i nostri
corpi.
"Ti avevo scritto che devo sostituire un collega. Mi
spetta fare il turno di notte" mi fa presente, mentre lascia che la mia
schiena aderisca alla parete dietro di noi, sostenendomi per i fianchi.
In un attimo, la mia attenzione è catalizzata tutta sulla sua
figura. Nonostante sul suo viso siano evidenti i segni della
stanchezza, io non riesco a fare a meno di trovarlo bellissimo.
"Oh, io, scusa non..."
"Shh..." sussurra lui, posando l'indice sulle mie labbra.
"Non ha importanza, adesso sei qui" mi fa notare,
aprendosi in un sorriso luminoso, che di riflesso, si impossessa anche
delle mie labbra.
Così, prima che possa anche solo rendermene conto, Luca si
abbassa su di me e mi bacia, facendomi socchiudere gli occhi sotto le
sue abili carezze.
Allaccio le mie braccia dietro il suo collo, sospirando
per la sua vicinanza e lascio che le sue labbra lambiscano le mie, in
un bacio capace di togliermi il respiro. Mi rendo conto che ogni suo
gesto, adesso, metta a dura il mio autocontrollo. È un supplizio
sapere che lui deve rimanere in ospedale e mi rendo conto che anche per
lui sia lo stesso da come faccia difficoltà a staccarsi da me.
Luca lascia scontrare le nostre fronti, sorridendomi, mentre cerchiamo
di regolarizzare il fiato. Avverto le sue mani posarsi sulle mie
guance, scendendo a sistemare alcuni capelli che sono sfuggiti alla mia
coda dietro l'orecchio.
"Mi dispiace non poter tornare a casa con te..." mi
confessa, rocamente, facendomi intuire che i suoi piani combaciassero
con i miei.
"Mmh..." mugugno, strofinando il mio naso contro il suo.
Mi appoggio alle sue spalle, sostenendomi per alzarmi sulle punte.
Luca, a quel punto, sbuffa una risata, stringendomi a sé e sospirando sul mio collo.
"Non provocarmi..."
Ma sono sorda a qualsiasi suo tentativo di allontanarmi da lui.
"Anita." il tono di Luca assume un'inclinazione seria, portandomi a
dargli tutta la mia attenzione. "Hai qualcuno che possa venire a
prenderti?"
"Farò due passi..." ammetto, sporgendomi verso di lui per baciarlo.
Luca si sottrae al mio tocco, facendomi roteare gli occhi al cielo.
"Non mi va che te ne vada in giro, da sola, di notte..."
"Ok..." sbuffo, ma senza nascondere un sorriso davanti alla sua preoccupazione.
"Manderò un messaggio a un'amica".
Luca annuisce, rilassando le spalle.
"Scrivile, dai" mi esorta, indicandomi con lo sguardo la borsa che, ormai, giace a terra.
Segue i miei movimenti, assicurandosi che lo faccia davvero.
Mi sbrigo a digitare un messaggio nel gruppo che abbiamo in comune,
sperando che qualcuna di loro risponda e ributto, con una certa
impazienza, il cellulare nella borsa.
"Contento, adesso?" gli faccio notare, spalancando le braccia, per enfatizzare il concetto.
Luca ridacchia, accarezzandomi una spalla con le dita.
"Mi preoccupo solo per te..."ammette, a un palmo dal mio viso.
"Lo so..."sbuffo un sorriso, avvicinandomi per fargli una smorfia.
Lui si sporge verso di me, catturando il mio labbro inferiore tra i denti, dispettoso.
Recepisco il suo gesto come un chiaro segno a baciarlo, ancora, ancora e ancora.
E non ho intenzione di sottrarmi alla sua richiesta.
Ridacchio quando le dita di Luca si insinuano sotto la maglietta che
indosso, solleticandomi i fianchi e mi spingo più vicino a lui,
faceno scivolare le mie mani sul suo collo.
Sospiro all'idea di lasciarlo andare, ma ci pensa
qualcun altro ad interromperci. Un qualcuno di fastidioso che bussa
alla porta.
Io
e Luca provvediamo a darci un contegno, prendendo le distanze. E mentre
lui schiarendosi la voce procede a vedere chi ci abbia interrotto, mi
premuro di ricompormi e abbassare la maglietta che si è un po'
stropicciata.
"Dottore, buonasera!" annuncia la ragazza dall'altra parte della porta. Una giovane infermiera tutta sorrisi.
"Sto andando via, ho cambiato il drenaggio al paziente della 212 e ho dato tutte le pastiglie al..."
Luca la ascolta silenzioso, le braccia portate al petto e una certa impazienza disegnata in volto.
Ma lei si interrompe improvvisamente, rendendosi conto della mia
presenza e le sue labbra si arricciano in un'espressione costernata.
"Oh...salve!" aggiunge, aprendosi in un sorriso cordiale. Poi trae un
sospiro, passandosi le mani sul tessuto dei jeans, tornando a porre la
sua attenzione su Luca.
"Allora vado, arrivederci dottore. Buon lavoro" ammette, defilandosi velocemente.
Luca accenna un saluto, annuendo con il capo, per poi richiudere di
nuovo la porta dietro di sé e permettersi di roteare gli occhi
al cielo.
Poco prima che io possa solo muovere un passo nella sua direzione,
è invece il mio cellulare a interrompere l'idillio del momento.
Io e Luca ci lasciamo andare a una piccola risata, mentre rilasciando uno sbuffo, recupero l'apparecchio nella mia borsa.
Il nome di Cristina lampeggia sullo schermo. Provvedo a risponderle, e
la nostra telefonata è breve e concisa: è di sotto e mi
sta aspettando.
"Devo andare" ammetto, intristita, nonostante Luca abbia ascoltato la nostra conversazione.
Lui annuisce con il capo. "Vai" replica, indicando la porta dietro di noi e sciogliendosi in un sorriso.
Mi avvicino quanto basti per lasciargli un ultimo bacio a fior di
labbra e avverto Luca trattenermi a lungo pur di non farmi andare via.
Ma sono costretta a farlo.
"A domani..." mormoro, ormai sulla soglia, alzando una mano nella sua direzione a mo' di saluto.
"A domani..."replica lui allo stesso modo.
E nonostante appena metta piede fuori dal suo studio,
mi lasci prendere da un pizzico di tristezza, comincio a contare le ore
che mancano prima di poterlo rivedere.
Avvisto l'automobile di Cristina poco distante e mi appresto a raggiungerla.
Prendo posto nell'abitacolo, sospirando per il calore che aleggia nell'ambiente."Ciao!"
la saluto, voltandomi nella sua direzione, prima che la voce delle mie
altre due amiche, nascoste nei sedili posteriori, mi faccia sussultare
dallo spavento.
"Sorpresa!" trillano, spalancando le braccia e mettendo su dei gran sorrisoni, fiere di aver sortito in me l'effetto sperato.Scuoto il capo, portandomi una mano al petto e incrocio lo sguardo di Cristina che ridacchia, complice.
"Scusa, Anita. Ma non ho potuto fare a meno. Morivamo
dalla voglia di sapere come sia andato il vostro appuntamento" mi fa
presente la mia amica, entusiasta.
Dopo lo spavento iniziale, finalmente mi rilasso, facendomi coinvolgere dall'ilarità delle mie pazze amiche.
Così, mentre Cristina, mette in moto,
inoltrandosi in strada, mi rendo conto che ogni malumore e segno di
tristezza, accanto a loro, sia sparito.
"Avanti" mi esorta Giulia, sporgendosi nella mia direzione. "Raccontaci tutto!"
"State insieme?" aggiunge Carlotta, al suo fianco, curiosa. "Dove ti ha portato?"
"Oi,oi, calma, quante domande!" le rimprovera Cristina, bonariamente,
prima di voltarsi maliziosamente verso di me e partire alla carica.
"Devo presupporre che sì, stiate insieme e che
abbiate dormito insieme, dato che sei venuta con lui in ospedale. O mi
sbaglio?"
Spalanco le labbra in un'espressione sorpresa, facendola gongolare di soddisfazione.
"Sì, stiamo insieme!" confesso, sognante. "Luca
mi ha detto che mi ama..."ammetto, lasciando trapelare tutta la mia
incredulità.
"Ed è stato tutto bellissimo...".
Così, senza che me ne renda conto, Giulia comincia a battere le
mani, entusiasmata dalla notizia, esibendosi in un vero coro da stadio.
"Luca e Anita stanno insieme! Luca e Anita stanno insieme!" strepita, facendoci ridere tutte, chiassosamente.
Ci pensa Carlotta, però, a riportare la serietà,
facendoci fare i conti con una realtà che non avevo ancora
considerato.
"Nicola lo sa di già?" mi chiede.
Traggo un sospiro, riportando lo sguardo davanti a me. La sua domanda mi ha spiazzata.
"No, Nicola non lo sa ancora..." ammetto.
"Ma chissenefrega di Nicola, Luca e Anita stanno insieme! E direi era ora!" le fa presente Giulia, irriverente.
"Ehi, Nicola è nostro amico!" ribatte Carlotta, indispettita.
A quel punto, Cristina placa qualsiasi battibecco sul
nascere, riportando la calma, mentre le due dietro mettono il broncio.
Quasi come se fossero due bambine.
"Glielo dirai, giusto?" mi domanda, notando il mio inaspettato silenzio.
"Certo" le replico, cercando di dissimulare la mia tensione, "non vedo perché non dovrei..."
"Anita" Cristina rilascia un lungo sospiro, lasciandomi un'occhiata di
sottecchi. "Nicola ha ammesso di aver superato la cosa, quindi per lui,
questo, non deve essere una problema, indipendentemente dal resto.
Però, forse, se non gli hai raccontato dell'appuntamento, forse
vuol dire che tu non pensi sia così..."
"No, non è per questo".
"Ah, no?"
"No, Cris. Io voglio davvero bene a Nicola, stiamo
recuperando il nostro rapporto, e gliene parlerò, ma adesso
possiamo ritornare a parlare di me e Luca?" le chiedo, supplicandola
con lo sguardo di darmi pietà.
"Oh, sì, io non vedo l'ora!" esclama Giulia, facendomi un occhiolino.
Prossimo passo: parlare con Nicola.
ANGOLO AUTRICE:
Buon pomeriggio a tutti, miei cari lettori❤
Mi scuso per averci messo tanto ad aggiornare, ma ho impiegato un bel
po' di tempo a scrivere questo capitolo. Ho avuto una sorta di blocco:
sapevo benissimo cosa volevo accadesse, ma non ero capace di scriverlo.
Ma finalmente ce l'ho fatta🎉
Mi auguro che il capitolo possa piacervi e, lo so, in realtà non
accade niente di che, ma ci sono degli spunti per i prossimi a venire.
E poi, finalmente, abbiamo scoperto chi avesse pronunciato quel ti amo:
è stato Luca e ve lo aspettavate?☺☺
Prima di salutarvi, ci tengo a ringraziarvi tantissimo per i feedback
allo scorso capitolo. Non mi aspettavo riscontrasse un tale successo.
GRAZIE, GRAZIE DAVVERO!❤❤❤
E grazie mille a chiunque abbia aggiunto la storia nelle sue liste, a chi la legge, e mi fa sapere cosa ne pensa.
Vi adoroooo❤
Purtroppo devo farvi presente che la sessione di esami è
vicinissima, e non so quando riuscirò ad aggiornare di nuovo, ma
cercherò di fare il prima possibile.
Passate a dare un'occhiata alle altre storie della serie, se vi va:)
Alla prossima. Un abbraccio😘