Storie originali > Introspettivo
Ricorda la storia  |      
Autore: Set_WingedWarrior    24/07/2009    2 recensioni
Salve, in questa fic ho descritto cos'è succeso, e come mi sono sentita quando mia nonna sen'è andata. L'ho scritta per sfogarmi, quindi se recensirete non voglio commenti sul mio stile di scrittura, o cose di questo genere, ma commenti su quello che mi è successo. Naturalmente ringrazio chi lo farà. Buona lettura.
Genere: Triste, Malinconico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Salve gente! In questa storia ho deciso di raccontarvi di quando mia nonna se n’è andata, e di come mi sono sentita. Avevo bisogno di uno sfogo, ho sempre cercato di essere forte da dopo il funerale, e non sono mai riuscita a sfogare come si deve quello che ho dentro. Per questo ho deciso di raccontarvi la mia storia; è triste ovviamente, e la sconsiglio a chi non ama le cose di questo genere e preferisce le comiche/demenziali come me. Parlerò di come ho perso lei, ma un po’, verso il finale, anche della mia amica Bianca, che mi ha aiutato n questo momento difficile, e che ora non è più mia amica come allora. Inizio a raccontare il tutto dal giorno prima della sua morte, continuando fino a quando l’ho saputo. Bene, buona lettura.

Era una normale giornata di scuola di quattro anni fa. Quel giorno ero un po’ triste, perché il giorno prima ero andata a trovare nonna. Non mi sembravano molto migliorate le sue condizioni, ed ero preoccupata. Lei ovviamente ha cercato di farmi sembrare che stesse bene, ma non era così. Riuscivo a capirlo solo guardandola, però non ho detto nulla. Sapevo bene che non le era mai piaciuto vedermi triste, e volevo stare bene con lei, il più possibile. Però quella mattina visto la mia tristezza una maestra mi aveva chiesto cosa c’era ce non andava, e un mio compagno, ha esclamato che mia nonna stava per morire, aumentando il mio dolore. Stavo lottando con tutte le mie forze per non piangere, non volevo farmi vedere in quella condizione da nessuno, orgogliosa come sono, ma delle lacrime solcarono comunque il mio viso. Io in risposta al mio amico, anche se in quel momento mi aveva fatto molto male, gridai che poteva ancora salvarsi, ma credo che non volevo convincere lui, ma me stessa. Le mie compagne e la maestra mi consolarono, e riuscirono a farmi tornare il buon umore, almeno in parte, e ho proseguito con la solita giornata di scuola. Finita la scuola mi mancava andai alla mensa con i miei compagni, come tutti i giorni visto che mamma non poteva venire a prendermi all’orario normale. Finito il pranzo quel giorno potevamo andare al giardino a giocare (La mensa era in un’altra scuola, per questo non potevamo andare spesso in giardino, ci andavano gli studenti), e come al solito Francesco con chissà quale scherzo o presa in giro mi ha fatto arrabbiare, e ho iniziato a inseguirlo, come ho sempre fatto. Però durante l’inseguimento era passato in mezzo agli anelli (quelli per fare le capriole, restare sospesi usando le braccia o le gambe, avete capito), e scostandone uno per passare mi è piombato in faccia, sul labbro. Faceva molto male, e ho subito usato le mano per tapparmi la bocca, e cercare di alleviare il dolore. Dopo poco levai le mani, e vidi che erano sporche di sangue, e mi richiusi in fretta la bocca. Andai dalla ragazza che ogni giorno ci accompagnava alla mensa, e camminando vidi la mia amica Bianca andare anche lei in quella direzione. Io cercai di coprire la mia bocca ancora meglio. Sapevo che le faceva schifo vedere il sangue nella bocca delle persone, e che reagiva svenendo, per questo non mi sono fatta vedere. Comunque lo feci vedere a Giorgia (La ragazza di che ci accompagna), che mi disse di farle controllare dove poteva essere la ferita di preciso. Bianca naturalmente curiosa com’era aveva ascoltato tutto, e voleva vedere di che ferita si trattava, ma io le ho dato le spalle, dicendole che non le conveniva vedere. Lei avendo capito non disse nulla, e feci controllare la ferita a Giorgia. Lei mi fece andare al bagno, e me la pulì. Non era nulla di grave, era solo una ferita, però mi si è anche gonfiato il labbro ferito.
Quando mamma era venuta a prendermi mi aveva chiesto che era successo, e le ho raccontato dell’inseguimento eccetera. Poi quel che successe quel pomeriggio non era importante, solo le solite cose, compiti, eccetera.
Il giorno dopo a scuola mi sentivo proprio bene, erano riusciti a rallegrarmi, ed ero di un umore fantastico, probabilmente anche perché era l’ultimo giorno di scuola. La giornata passò in fretta, e presto mi ritrovai a pranzo, alla mensa, mentre ridevo e scherzavo con i miei amici su come il purè era denso quanto l’acqua, e parlando del più e del meno. Anche quel giorno potevamo andare al giardino, e noi eravamo contentissimi, e ci siamo messi a giocare.
La giornata era passata bene, quando ho visto mamma parlare con Giorgia, e io ho pensato che stessero parlando del più e del meno, come fa di solito, e pensando che lei non mi avesse visto. Allora sono andata da lei e l’ho salutata. Però la sua espressione era strana, non capivo bene cosa aveva, quando poi mi ha detto la frase che non avrei mai voluto sentire. Ricordo ancora le sue precise parole: Eleonora... nonnaèdiventataunangioletto. Lo disse tutto attaccato, per rendere meno forte il colpo credo, o per l’emozione nella voce. Qualunque cosa sia non mi è interessata, perché le dissi subito:-Cosa!?!- non riuscivo a crederci. Però mamma mi diede la conferma. In un attimo una bellissima giornata era diventata il giorno più brutto della mia vita. In un solo istante mi sono sentita il mondo cadermi addosso. Non potevo crederci, o meglio, non volevo. Non riuscendo più a resistere, e con le lacrime che minacciavano di uscire, mi misi a piangere come non mai. Giorgia mi disse:-Non piangere, non fa bene alla ferita- ma io gridai:-Ma che me ne importa di quella stupida ferita!- e continuai a piangere. Bianca che era venuta con me da mia mamma, cercò di consolarmi, ma senza successo. Era incredibile, l’ultimo giorno di scuola, passato in armonia, proprio il più bello dell’anno, è successa questa disgrazia. Continuai a piangere per chissà quanto tempo, quando chiesi con un filo di voce quand’era il funerale, e mamma mi rispose che era lunedì. La mia amica chiese a mamma se poteva venire a casa mia, per consolarmi, e sia la mia, che la sua di mamma, acconsentirono. Ha cercato di rallegrarmi in tutti i modi, e devo dire che mi ha aiutato tantissimo in quella situazione difficile.
Il giorno del funerale prima di andarci, i miei hanno detto che potevo comprare dei fiori, e così feci, scrissi anche un bigliettino, che più o meno ancora ricordo. Scrissi: Nonna, anche se te ne sei andata, io ti vorrò sempre bene. Sei stata la nonna migliore del mondo, e lo sarai sempre. Mi mancherai tantissimo. Con affetto, la tua nipotina Eleonora. Solo scrivere quelle parole mi aveva fatto iniziare a piangere.
Al funerale rimasi in chiesa più o meno un quarto d’ora, perché non riuscivo a smettere di piangere, e Giovanna, una mia specie di babysitter, mi ha portato a giocare ai videogiochi, per distrarmi. Sinceramente mi vergogno di essere andata a giocare durante il funerale, dove avevo solo portato i miei fiori con il bigliettino. Me ne vergognavo anche allora, infatti non riuscivo nemmeno a giocare decentemente, come a mio solito. Però Giovanna, che mi aveva accompagnato anche a comprare i fiori, mi disse:-Sono sicura che nonna leggerà il tuo biglietto, lei lo sa quello che provi.- di sicuro disse qualcosa simile, dopo quattro anni non mi ricordo bene.
Quando poi siamo andati al cimitero feci una promessa a me stessa: non sarei mai più andata in un cimitero, a eccezione se era il funerale di mamma, o di papà, o di nonno, o mio naturalmente. Ancora oggi mantengo la mia promessa, e non sono mai più andata a un cimitero da quel giorno.
Ormai non piango più per lei, non davanti a qualcuno almeno, però il dolore c’è, ce n’è ancora molto. In certi momenti di tristezza avrei bisogno di Bianca, della mia amica che mi ha aiutato a superare quel momento, ma ora non posso più contare su di lei. Lei è cambiata, è diventata snob, e io non conto più per lei come prima. Solo perché non sono popolare, e perché non mi interessa essere alla moda. Ormai se ogni tanto sono triste per questa storia, lei mi dice che non posso essere triste, sono passati quattro anni. Ormai non è più la mia amica Bianca, sensibile, sempre pronta ad aiutarmi e difendermi. Ormai se in classe mi prendono in giro, lei non fa più niente per aiutarmi. Non ho perso solo nonna, ho preso anche una buona amica, ma di certo non sono stata io a volerlo. Però, nonostante lei non mi aiuti più, non mi sia più amica come prima, io le vorrò sempre bene.
Nonna, io ti ho sempre voluto bene, e te ne vorrò per sempre. Mi manchi tanto, ma so che tu non mi lascerai mai, sarai sempre con me. Avrò sempre il tuo ricordo, e tutti i momenti felici che ho passato insieme a te. Sono certa che saresti fiera di me, di come sono cresciuta, e di come sono diventata scrittrice in questo sito. Nonna, questa Fan Fiction è per te, è dedicata a te, che resterai sempre nel mio cuore. Con affetto, la tua per sempre nipotina,
Eleonora.
   
 
Leggi le 2 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Introspettivo / Vai alla pagina dell'autore: Set_WingedWarrior