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Autore: bookboyolismaster    24/07/2009    1 recensioni
(La mia seconda fanfiction, la prima che pubblico su questo sito)
Nel volume “La Minaccia”, David è convinto di aver ucciso Tobias, quando in realtà ha semplicemente ucciso un falco di passaggio. E se quel falco fosse stato Tobias? Quali sarebbero state le reazioni degli altri? Un piccolo dettaglio, in apparenza insignificante, ma che in realtà cambia tutta la vicenda…(adoro iniziare le mie introduzioni con “e se?”…)
AU.
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: David
Note: Traduzione, Alternate Universe (AU), What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 2


N.d.A:I flashback sono in corsivo e sottolineati.


Capitolo 2


Tobias

Quando vidi David volare lontano da me, decollai e mi allontanai dalla casa di David, andandomi a posare sul tetto di un vicino McDonald’s per programmare la mia prossima azione. Quello era uno dei luoghi che preferivo, uno dei migliori posti su cui mi fermavo durante i miei voli diurni.

Mentre volavo, pensai a David, a come doveva sentirsi vedendo la sua intera vita capovolgersi di colpo. Quando l’avevo incontrato, avevo pensato di poterlo persuadere a vedere il senso delle cose che stavano accadendo. Dopotutto, sapevo che avremmo potuto stabilire un rapporto d’amicizia, o almeno comprenderci l’uno l’altro. Sapevo come ci si sentiva ad essere sempre il ragazzo nuovo, a non avere mai amici. Penso di non aver mai capito davvero, invece, quanto David stesse affondando fin dal principio nelle fauci dell’oscurità. Avevo davvero sperato che noi saremmo potuti essere amici, magari non shorm come me e Ax, o felici insieme com’ero con Rachel, ma speravo di aver trovato qualcuno a cui potessi piacere e che potesse piacere a me.

In qualche modo, tutto questo mi ricordava come avevo orbitato a lungo intorno a Jake dopo il nostro primo incontro, prima di Elfangor…Avevo tentato disperatamente di piacergli, di diventare suo amico. Avevo resistito agli schezi di Marco, alla sua amicizia forzata. Ma in effetti, loro non mi conoscevano davvero bene. I realtà, quando ripenso al passato, mi accorgo che allora nemmeno io conoscevo bene me stesso. Quando avevamo ricevuto il potere della metamorfosi, avevo così tanto voluto essere accettato nel loro gruppo, essere trattato come uno di loro – ridere e scherzare insieme a loro, essere sempre certo della loro amicizia e disponibilità.

Dopotutto, avevo voluto dimostrare loro fin dal principio che potevano fidarsi di me: ero stato il primo a trasformarsi – nel mio gatto, Dude. Ero così emozionato…non provavo il violento entusiasmo di Rachel, quello no, ma ero felice di essere stato accettato. Volevo dimostrargli di essere coraggioso. Eppure, tutto questo mi sembrava già così lontano, così passato…

Ero seduto nella mia camera, accarezzando pensosamente Dude. Il gatto era placidamente seduto nel mio grembo, pulendosi con una zampa. Non avevo mai capito perché i gatti facessero così, dato che di sicuro in cinque minuti sarebbero stati di nuovo ricoprti di sporco. Ero appena tornato nella mia camera, dopo una violenta lite con mio zio riguardo al fatto che avevo tardato a tornare a casa, dopo esser passato per il cantiere. Ma ora, mio zio era andato a letto. Era stato davvero strano essere di nuovo catapultato nella vita reale, dopo avr incontrato strani fatti e ancor più strane creature.

Trovare Elfangor, ottenere il potere della metamorfosi, incontrare Visser III…e dopo tutto questo,l essere ancora a casa e venir rimproverato da uno zio furente. Pensandoci, non ero davvero certo che fosse veramente successo tutto ciò proprio a me. E all’improvviso, ricordai quello che l’Andalita aveva detto: “ Voi da questo momento dovrete solo toccare una creatura, e così facendo acquisirete il suo DNA. E sarete in grado di diventare quella creatura. >>

Immerso nei pensieri, smisi di accarezzare Dude. Era possibile? Sarei davvero stato in grado di trasfmormarmi in un animale? Improvvisamente, notai di nuovo Dude, come se lo vedessi davvero per la prima volta. << Mi chiedo se… >> ragionai ad alta voce. Chiusi gli occhi e iniziai a concentrarmi su di lui, sul mio gatto, sul mio unico amico leale. Quasi all’istante, Dude scivolò in uno stato di sonnolenza, quasi fosse in trance. Riaprii gli occhi, e il gatto fece altrettanto. Saltò via dal mio grembo e iniziò a camminare. L’avevo “acquisito”? C’era un solo modo per scoprirlo. Richiusi gli occhi, e iniziai a pensare a come sarebbe stato essere Dude, fiducioso e allegro, prudente e sicuro. Appena mi concentrai su Dude – O sul suo DNA – udii un rumore strano, indefinibile, e aprii gli occhi.

Guardai in basso, e con sussulto mi accorsi che le mie mani avevano lugnhi artigli. Reali, vivi, artigli da gatto. Spostai i miei occhi dalle mie mane per guardare Dude. Stava seduto sul pavimento, emettendo gemiti spaventati. Dovevo farlo uscire dalla stanza, o avrebbe svegliato mio zio. Mi concentrai di nuovo su me stesso; lo sfigato, la calamita per bulli, il perdente. Osservai le mie mani: pelle umana.

Velocemente, raccolsi il gatto e lo posai fuori dalla mia stanza, sul pianerottolo vuoto. Camminai di nuovo nella mia stanza, chiudendomi la porta alle spalle. Mi sedetti, e visualizzai un’altra volta l’immagine di Dude.


Ripensandoci, ricordando il passato, mi resi conto di quanto fossi vulnerabile allors: un piccolo, silenzioso ragazzo con nessun posto dove andare, nessuno che mi proteggesse dalla crudeltà del mondo. E ora…

Nella mia metamorfosi da falco, non mi sono mai sentito preoccupato. Né spaventato. Le prime volte, sentivo che avrei sempre potuto permettere agli istinti del falco di sopraffarmi, in caso di pericolo, così non mi sarei accorto di nulla. Ma avevo un lavoro da fare. Ma poi, all’improvviso, ero rimasto intrappolato. Apparentemente per sempre.

Mi nascosi nella caverna, guardando Jake nella sua metamorfosi da tigre combattere contro Visser III. Guardai come Visser III si trasformò in quella…cosa. Decisi di aspettare finchè il molo si fosse svuotato, e sentii una profonda calma, una serenità che mi si rovesciò addosso. Ricordai che era come quando ero nella mia vera forma, come quando ero Tobias, il debole. Ricordai come nessuno si era accorto di me. Pensai a quanto fosse calmo il falco, come sapesse sempre cosa fare, come combattere. E aspettai, pienamente cosciente che le mie due ore stavano ticchettando inesorabilmente via, ma non facendo nulla a riguardo. O forse, stavo inconsciamente tentando di non pensare troppo a come sarebbe stato una volta fuori dalla vasca Yeerk, quando sarei tornato umano. Forse, volevo davvero rimanere una falco dalla coda rossa.

Poi, finalmente, finalmente, il molo si svuotò. Silenziosamente volai via, via da quella disgustosa vasca Yeerk, ripromettendomi che non vi sarei mai più tornato. E poi provai a invertire la metamorfosi. Credetemi, ci provai. Ci provai più che potei, concentrandomi su me stesso, su Tobias, per così tanto che nient’altro sembrava più importare più…nemmeno avere amici. Tentai, finchè la stessa mia mente iniziò a dolere per la fatica. E dopo, presi quota e mi alzai, su su nell’aria, e accolsi il cielo blu e aperto intorno a me.


Presi quota su nel cielo. Sempre di più ultimamente, avevo tentato di tornare con la mente al passato, di ricordare chi fossi prima di Elfangor.

E anche quan’ero in una missione, la mia mente viaggiava, nei peggiori momenti possibili Come ora.

Dolore! David colpì dal nulla, i suoi artigli si co ficcarono nella mia carne nuda. Ti mancavo, piccolo nothlit? domandò, senza fiato. Internamente feci una smorfia. Bene, allora, David. Ho provato a ragionare con te. Ho provato ad aiutarti. E ora, dovrò ucciderti.

David

Mi sorprese quanto spietato Tobias suonasse. Quand’ero intorno a lui, era sempre così calmo, così preciso. Come se pensasse due volte nella sua testa due volte a ciò che stava per dire prima di dirlo. Ma ora, sembrava arrabbiato. Frustrato. Teso.

Strano, Tobias urlai. Pensavo che gli Animorphs avessero intenzione di essere un gentile, amichevole gruppetto. Non soldati. Solo amici. O forse Jake non mi ha inserito abbastanza bene nel gruppo. Forse non mi ha detto la verità su cos’è il vostro club. Be’, avrebbe dovuto dirmelo, dissi aspramente. Avrebbe dovuto dirmi ogni cosa. Ma ora è troppo tardi. Troppo tardi per te. Troppo tardi per Jake. Troppo tardi per gli Animorphs.

David. Così padrone di te stesso. Così fiducioso nel talento dell’aquila. Bene, forse avresti dovuto scegliere un uccello più veloce.

Perché?chiesi, di malavoglia. Perché l’aquila è niente. Mi hai sentito? Niente, comparata con la velocità del mio falco. e con questo, lui schizzò via, con me all’inseguimento. Sapevo quale fosse il piano di Tobias. Voleva che glia ndassi dietro, in modo da stancarmi. Questo mi fece arrabbiare ancora di più, e accelerai, arrivando ad appena un metro da lui. Ero arrabbiato con me stesso, e con lui, e accelerai ancora. La mia furia verso di lui mi faceva andare più veloce. Il mio respiro veniva fuori ansimante, affannoso. Ma continuai ad accelerare. Lo seguii su per le termiche, e lui si preparò a fare una sorta di picchiata mortale. Ma invece di scendere con lui, mi spostai all’ultimo minuto e lo lasciai a cadere verso terra, senza accorgersi del fatto che non ero più dietro di lui. Mi sedetti, voltando la schiena alla direzione dalla quale sapevo sarebbe venuto. Sapevo cosa avrebbe fatto, in quale azione si sarebbe sconsideratamente lanciato senza pensarci. Ero pronto.

Un fruscio di penne! Udii Tobias filare verso di me, determinato a colpirmi alla schiena. Mi scansai all’ultimo momento possibile lasciandolo a fluttuare nell’aria, e poi colpii! Permisi all’aquila dorata di prendere il sopravvento. Fu un buon colpo, proprio sopra la coda, e spedii Tobias a piombare a verso il terreno.

Tobias

Mi insultai per essere stato così stupido, così ingorante. Avevo pensato che David non stesse pensando lucidamente, che fosse pieno di arroganza dopo l’inseguimento. Ma avevo sottovalutato la sua forza, e mi ero sconsidertamente buttato nel tentativo di trovarlo, senza accorgermi della trappola che aveva escogitato. Avvicinandomi al suolo, un prato leggero che sebrava osservarmi semplicemente, desiderai di avere avuto la possibilità di vedere ancora Rachel, per un ultima volta…

David

Non sono d’accordo. Tobias era ferito, e la sua metamorfosi sarebbe stata lenta. Deicisi di utilizzare quell’opportunità per sferrare il colpo finale. Addio…nothlit e con questo, aprii le ali e mi librai su un improvviso alito di vento. Mi diressi verso di lui, gli artigli orientati verso il suo cuore, appena il suo corpo iniziò a cambiare. Gli artigli penetrarono in profondità nella sua carne, nel suo cuore. Si lasciò andare in un sussulto involontario, e poi morì. Semplicemente.

Stranamente, il suo corpo senza vita invertì automaticamente la metamorfosi, tornando un falco. Non mi aspettavo che accadesse, mi dissi pensosamente. Ero sicuro che fosse morto ma, per ogni evenienza, inverii la metamorfosi- mi restava solamente mezz’ora. Poi raccolsi il falco. Era strano vedere quanto patetico sembrasse in quel momento-quasi stesse dormendo. Sorrisi a me stesso, e iniziai la lunga camminata verso la mia casa. Verso me stesso. Verso David.

Be’, avevo detto che avrei fatto questo capitolo più lungo e penso di aver fatto relativamente un buon lavoro. Cosa ne pensate? Semplicemente commentate. Sono benvenute critiche costruttive su assolutamente TUTTO quello che dovrei sistemare in questa storia, e ovviamente anche i complimenti sono bene accetti, perciò soltanto scrivete un veloce-o lungo- commentino…per favore? Nel prossimo capitolo, David e Jake!

  
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