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Autore: Ghostclimber    30/05/2019    3 recensioni
Un uomo sostava sul marciapiede, circondato da persone elettrizzate e colme di aspettativa.
Il film che si accingeva a vedere prometteva di essere un kolossal.
Deacury (accenni)
Genere: Introspettivo, Malinconico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Freddie Mercury, John Deacon
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Un uomo sostava sul marciapiede, circondato da persone elettrizzate e colme di aspettativa.

Era stempiato, con un po' di pancetta, e i pochi capelli ormai bianchi potevano poco contro la gelida aria di tardo autunno che soffiava inclemente.

Fece un passettino in avanti, una mano in tasca e l'altra a reggere tremante una sigaretta da cui un piccolo cilindro di cenere stava per staccarsi, mentre la fila avanzava, portandolo inesorabilmente verso l'ingresso del cinema.

Il film che si accingeva a vedere prometteva di essere un kolossal.

Un ragazzo, poco dietro di lui, lasciò partire un video di YouTube, e le urla della folla riportarono l'uomo indietro di quasi quarant'anni. Una voce ruppe il rumore dello sciame di persone accorse ad assistere allo spettacolo: -EEEEEOOOOO!- l'uomo sussultò, con un lieve gemito di dolore. Il cilindro di tabacco incenerito cadde e si infranse sul selciato.

-Ehi, signore, va tutto bene?- chiese una ragazza che poteva avere forse un terzo dei suoi anni, appoggiandogli una mano su una spalla, che rimase immobile sotto alla confortevole consistenza del giaccone impermeabile.

-No.- rispose in un filo di voce impastata, come se stesse parlando più che altro a se stesso, -No, sono anni che non va bene.

-Ehi, ma lei è...

 

John Deacon fuggì, per l'ennesima volta.

Il cuore in pezzi, ancora sanguinante dopo tanti anni.

Si fermò solo dopo qualche isolato e si appoggiò ad un lampione, con una mano sul petto e il respiro corto, inframezzato a lacrime che non ne volevano sapere di uscire.

Gettò la sigaretta, da cui aveva aspirato solo un paio di tiri, in una canaletta di scolo, e alzò gli occhi. Di fronte a lui, un manifesto coloratissimo.

Rosa e giallo.

Giallo, come il colore preferito di Freddie.

Rosa, come la vita sembrava fin quando c'era stato lui a renderla tale.

Povero in canna, e comunque sempre impeccabile e altezzoso come una regina. Osteggiato per la sua incrollabile testardaggine, e comunque sorridente e fiero. Coperto di vergogna, e comunque in giro per strada, con quei baffi assurdi e le giacche di pelle e la testa alta.

Quel ragazzo, Rami Malek, sembrava davvero perfetto.

Sembrava lui.

John Deacon cercò la voce di Freddie, nei meandri della propria mente, in cerca di uno dei suoi commenti pungenti, quelli che così spesso durante gli anni l'avevano colto di sorpresa e che mai avevano mancato di farlo reagire, di fargli rialzare quella testolina timida e portare quel culo timido fino al palcoscenico.

 

Non la trovò.

 

Trovò solo un'immagine, sbiadita eppure potente, di Freddie che gli sorrideva con tutta la tristezza che si portava dietro, quella che non l'avrebbe mai abbandonato.

Un sorriso mesto, pesante e faticoso da reggere, ma tutto suo. Perché lui e John erano da soli, quella sera, divisi da un tavolo e uniti dalle loro mani che erano andate a cercarsi l'un l'altra.

Non c'era stato bisogno di parole. Freddie era ormai condannato, e John con lui.

Perché Freddie era stato la sua ancora di salvezza, il propulsore del suo talento, e quando di lui sarebbero rimaste solo ceneri altrettanto sarebbe stato della vita di John.

-Ce la farai, Deacy. Sei molto più forte di quello che credi.- aveva detto Freddie quella sera, tacendo su qualsiasi altra cosa, fingendo di ignorare fatti evidenti che avrebbero potuto sconvolgere ancora di più la vita del suo caro, timido bassista.

 

-No, Freddie, ti sbagliavi. Non mi basterebbe la tua, di forza, per entrare in quel cinema e vedere quel film.- sussurrò John al nulla, guardando il corpo di Rami Malek intrappolato in quella torsione così familiare e al tempo stesso nuova.

Il vento portò un refolo di profumo alle narici di John, qualcosa di familiare, amaro e al tempo stesso guarnito di un non so che di dolciastro.

Tè al gelsomino.

Il preferito di Freddie.

John inspirò, colmandosi le narici di quell'odore che aveva imparato ad associare a Freddie, insieme al fresco aroma come di anice della vodka e all'aspro, immancabile residuo di fumo di sigaretta.

Si sentì confortato, coccolato, come quando Freddie aveva preso da parte lui, Brian e Roger e aveva annunciato loro di averlo preso, di essere risultato sieropositivo. John era scoppiato in lacrime, senza potersi trattenere, e la persona che più di tutte aveva il diritto di urlare e piangere e strepitare era corso da lui, l'aveva abbracciato e gli aveva sussurrato incomprensibili, dolci parole di conforto, mentre con i baffi gli solleticava una tempia.

 

John guardò l'orologio e si rese conto che il film doveva essere iniziato ormai da una ventina di minuti. Sperò che valesse la pena guardarlo, per i tanti fan che ancora amavano i Queen e soprattutto per Freddie, che non avrebbe tollerato un biopic mal fatto e approssimativo, lui che era tanto perfezionista.

“Cagacazzi”, avrebbe detto Roger.

Quanto gli mancavano, lui e Brian, ma non poteva vederli, non riusciva. Ogni volta c'era una sedia vuota al tavolo, e ogni rumore gli faceva alzare la testa, come se Freddie ancora avesse potuto fare una delle sue entrate trionfali. Dopo un po', John arrivava ad un punto tale che sentiva la porta sbattere, e la sua voce chiedere con nonchalance: “Che mi sono perso?”

 

Proprio come una volta.

 

Ma la porta restava chiusa, nessuno era entrato e nessuno sarebbe entrato; almeno, nessuno di cui a John importasse qualcosa.

Solo una cosa non era cambiata.

John guardò un'ultima volta il poster che annunciava la première di Bohemian Rhapsody e bisbigliò: -I still love you.

 

 

 

 

 

 

Prendetela come viene, gente.

Malinconia a palate, oggi.

Ho letto un articolo (clickbait, quando al cesso hai già letto tutti gli ingredienti del deodorante a volte ci si casca) in cui Roger dichiarava di non sentire John da parecchio, e che non sapeva nemmeno se avesse visto il film.

Non c'era astio nella sua frase (nell'articolo sì, parecchio), solo malinconia. Ho immaginato come possa sentirsi John in questi giorni, e credo che per lui sia molto dura avere un cuore, di tanto in tanto.

Spero vi sia piaciuto nonostante sia molto, molto blues.

 
   
 
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