Non
aveva più scampo, né scelta: il momento era giunto e lui l’avrebbe fatto, non
si sarebbe tirato indietro. Lo aveva promesso: lo faceva per lui. Il lieve
pallore si accentuò sul suo volto.
Stupido,
maledetto vecchio: possibile che non gli si potesse rimanere indifferenti? Perché
ormai non aveva senso nasconderlo: lui gli voleva bene.
Maledetti
sentimenti! Che senso aveva provarli se poi non portavano altro che dolore?
Eppure
era stato dolcissimo, bellissimo amarla… amare
Lily Evans…
Entrò
nel suo ufficio: nonostante mancasse poco aveva bisogno di calmarsi perché per
la prima volta da quando aveva voltato le spalle al Signore Oscuro la bacchetta
tremava tra le sue mani. Chiuse gli occhi per calmarsi ma il verde del suo sguardo gli spezzò il fiato come un
pugno in pieno stomaco.
«Non è lei! Non è lei!» si costrinse a
pensare «I suoi occhi sono azzurri, non verdi!»
Ma
in fondo aveva davvero importanza il colore? Stava per uccidere l’unica persona
che gli aveva dato una seconda opportunità, l’unica che lo aveva creduto, l’unico
che sentiva di voler bene.
Sarebbe
morto una seconda volta, lo sentiva; sarebbe stato come quella notte: lo stesso
lampo verde, le stesse lacrime, lo stesso senso di vuoto e quella voglia di
abbandonare tutto, di morire…
Ma
non c’era tempo! Non aveva tempo per i rimpianti, i dubbi e quelle inutili
lacrime! Non sarebbe servito a nulla, non avrebbe reso la missione più facile.
Si
alzò e si guardò allo specchio: c’era solo il fantasma di quello che era stato
un tempo. Il dolore lo opprimeva: si
poteva morire schiacciati dal dolore? Non lo sapeva e non voleva saperlo.
Tutto
quel dolore se lo meritava: era il giusto prezzo per la sua morte.
Ad
un tratto le parole di Silente gli tornarono in mente.
«Dopo
tutto questo tempo?»
«Sempre»
Già
sempre. Non avrebbe mai spesso di amarla, mai. Era per lei che stava facendo
tutto quello, per lei e per quel figlio che le aveva rubato gli occhi.
Sfoderò
la bacchetta e con un ordine preciso una cerva d’argento uscì leggiadra ed
elegante dalla sua punta. Le sfiorò il muso, un’unica lacrima sul sua guancia pallida.
«Non
lasciarmi» la prego.
La
cerva annuì lieve e poi scomparve dalla finestra. Lui uscì dalla stanza diretto
alla torre, la mente finalmente vuota. Quando arrivò c’erano già tutti e, come
previsto, Draco non aveva alcuna intenzione di ucciderlo.
«Severus…
ti prego…» sussurrò Silente, gli occhi azzurri in quelli neri. Esitò solo un
istante, il tempo di guardarlo negli occhi e di scorgere una figura d’argento
nel cielo; poi finì tutto con due parole.
«Avada
Kedavra!» e morirono in due su quella torre.
Era
tutto finito… tutto… il resto del suo cuore era andato via con lui e quella
notte il Principe Mezzosangue seppe che c’erano tanti modi per morire e che lui
aveva scelto il peggiore.
Ora,
però, doveva andare avanti fino alla fine: tanto, si disse, non avrebbe sofferto di così…
***
Lo
spazio dell’autrice
Ecco
a voi la mia seconda One-shot su Harry Potter… mentre nella sezione Twilight
prosegue la pubblicazione di The Tomorrow Light Dawn…
Cosa
ve ne pare? Ho cercato di spiegare al meglio i sentimenti e le sensazioni di
Piton durante quella notte. Leggete e recensite mi raccomando!
Baci,
la vostra Alchimista.