Capitolo 1: "Con la testa tra le
              nuvole"

La battaglia contro Majin buu si era
appena conclusa e la pace regnava
sulla Terra. Da quando era tornato,
non faceva che pensare a lui. Ormai se
n'era resa conto e, sebbene
ammetterlo a se stessa fosse stato
difficilissimo, non poteva sottrarsi
alla realtà. Ebbene sì, era
innamorata. Non le era mai successo
prima e ci credeva ancora a stento.
Insomma,chi avrebbe mai
immaginato che l'esuberante ed
aggressiva Videl Satan, la ragazza più
tosta e coraggiosa del pianeta, potesse
farsi mettere ko dai sentimenti per un
ragazzo? Eppure era così e non poteva
negarlo. Aveva bisogno di lui più che
di qualsiasi altra cosa. Ogni volta che
lo incontrava a scuola e lo guardava
negli occhi, restava imbambolata
senza neanche rendersene conto e
quando lo udiva parlare, la sua voce
suonava così melodiosa ai timpani,
come una ninna nanna. Il suo nome,
poi, era il più bello e dolce di tutti e il
solo pensare a quelle lettere così ben
assemblate, le faceva venire i brividi e
sospirava... " Gohan".
Esatto, proprio lui. Il secchione che
aveva pedinato e minacciato, il Great
Saiyaman a cui aveva dato la caccia
tanto a lungo, il suo maestro e
compagno di classe. Non poteva fare a
meno di pensare a lui, a tutti i
momenti trascorsi in sua compagnia,
alle lotte contro i criminali, alle
lezioni di volo, a quel megico giorno
del torneo...già, il torneo. Lo aveva
tanto atteso ed era stata sconfitta al
primo incontro, ma ciò non le
importava. L'unica cosa che contava
veramente era che lui le era rimasto
accanto. Rivide con la memoria il suo
salvatore portarla in ospedale e sentì
nuovamente il calore delle sue braccia
che la stringevano preoccupate. Un
lieve rossore le velò il viso. Gohan si
era preso cura di lei. Si ripeteva che
non poteva essere innamorata,no.
Era impossibile. "Idiota, gli sarai solo
grata per ciò che ha fatto per te" si
diceva. Ma allora perché era stata così
in pena per lui? Perché alla notizia
della sua morte,si era sentita il
mondo crollarle addosso? No, non era
una semplice cotta. Lo sentiva. "Ma
perché non mi invita ad uscire?" si
chiedeva "Perché non gli piaccio
almeno un po?" -Videl?- "Sono solo
una povera illusa se spero di potermi
nettere con lui" -Videl?-"Cavolo, lui
è così semplice ed onesto...non credo
sia il tipo da fidanzamento. .." -
VIDEL!!!-sbottò-Videl deciderti a
tradurre questo brano o no?-
Videl tornò presente. A chiamarla era
la voce della prof di inglese. Si trovava
in classe e aveva tutti gli occhi puntati
addosso. Anche i suoi. Gohan la stava
guardando con aria interrogativa. Si
era di nuovo incantata a fissarlo
senza neppure accorgersene ed era
sprofondata nei suoi pensieri.
Ultimamente le succedeva di continuo
e non riusciva ad evitarlo. Non poteva
fare a meno di lui, del suo viso così
dolce e sereno, dei suoi occhi neri,
ardenti ed espressivi come carboncini,
del suo sorriso sincero e audace che la
spiazzava. Divenne un peperone e
nascose il viso tra i libri.-
Dunque...ehm...-si udì la campanella
suonare e la professoressa la
interruppe- Sei fortunata signorina...-
disse salutando gli alunni. Videl tirò
un profondo sospiro, lasciandosi
cadere sulla sedia e guardò in alto.
Mille pensieri le si affollavano nella
mente e tutti avevano un punto in
comune...Gohan. Ripensò alla recente
figuraccia e a quale scusa inventarsi,
ma non le veniva nulla in mente e un
fuoco acido le bruciava lo
stomaco:cosa aveva potuto pensare
Gohan? Non osava immaginare e si
sentiva male all'idea di aver fatto una
figura simile proprio davanti a lui.
Talvolta si chiedeva se quel ragazzo la
considerasse strana o imbranata e le
venivano le lacrime agli occhi a
quell'idea. C'era, però, una cosa che
non riusciva a mandare giù, qualcosa
che superava l'imbarazzo,i sentimenti
e persino la paura di perdere Gohan.
Ciò che faceva star peggio Videl era...
era il pensiero di essere debole. Non
riusciva ancora a perdonarsi quelle
riflessioni da bambina sognatrice,
quegli insulsi sentimenti che non le
lasciavano scampo. No, non era da lei.
Aveva scoperto un nuovo mondo: un
mondo di trustezza e preoccupazione,
un mondo cui non era abituata, un
mondo che riteneva infantile e da
deboli, un mondo che le faceva paura.
Fu sul punto di piangere, ma soffocò
le lacrime e le ricacciò indietro. No.
Lei non era debole e non poteva
trasformarsi in una pappamolle a
causa di un...non voleva
pensarci...RAGAZZO...Chiuse gli
occhi per scacciare via tutte quelle
immagini che le stavano offuscando la
ragione e quando li riaprì...Erasa le
stava di fronte. Le mani sui fianchi in
segno di autorità e uno sguardo in
parte interrogativo, in parte scocciato.
-Videl,sbrigati...se ne sono andati
tutti...-Eh?-saltò giù dalla sedia
incredula e si mise una mano in faccia
in segno di rassegnazione
"perfetto...ora non controllo più
neanche i sensi. Videl,svegliati! Non
puoi comportarti come una stupida
ragazzina incantata!" -Ti decidi o no?-
Erasa, sta volta era davvero seccata e
si accingeva ad uscire da solo. -Sì,
scusa.Eccomi!-"Complimenti idiota,
continua così. .." Le due amiche
arrivarono nel cortile e presero la via
di casa insieme.


SPAZIO AUTRICE
No ok....fa schifo lo so...l'ho
scritto un po di tempo fa e
neanche io so bene perché...vi
dico che quando ho scritto i
primi capitoli ero leggermente
depressa, quindi...a voi le
deduzioni.Che ne pensate?
Spero di non aver annoiato
troppo e mi auguro di ricevere
commenti.A prestoo!