Ho sentito i nostri silenzi urlare e rimbalzare sulle pareti, ho visto occasioni marcire in sguardi abbassati troppo presto. Ho riempito la mia stanza di domande nelle lunghe notti insonni, l’ho svuotata a ogni alba con la stessa risposta. Ho visto quella risposta cadere e frantumarsi sul pavimento della cucina a ogni tuo sbadiglio di buongiorno. Interminabili ore mi sono trattenuto nel paradiso della probabilità per capire se davvero poteva esistere un posto per noi.
E adesso che cammino sul selciato del cimitero, sento quel paradiso perduto sgretolarsi e non posso fare altro che calpestarlo con i miei passi pesanti.
[100 parole]
Nota: L'ennesima Drabble. Chiedo umilmente perdono.
La poesia che ho citato nel titolo e nell'introduzione è La stazione di Wisława Szymborska, una delle mie preferite in assoluto.