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Autore: LunarBlade Valentine    24/07/2009    2 recensioni
Come ha fatto il Vincent del gioco a diventare il Vincent di AC? E poi come e quando ha sviluppato l'amicizia con Marlene che si vede nel film?
[Ambientata un anno prima di Advent Children e dopo il gioco.]
Genere: Drammatico, Fluff, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Cid Highwind, Marlene Wallace, Tifa Lockheart, Vincent Valentine
Note: Traduzione | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Advent Children
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Descrizione: Una storia sul Vincent di Advent Children. Perché lui e Marlene sembrano essere buoni amici? La cosa mi ha sorpreso. Come ha fatto il suo mantello a ridursi in quelle condizioni disastrose in soli due anni? E perché, perché i suoi piedi sono così dannatamente GROSSI? In realtà mi sono detta che era abbastanza tenero che riuscisse comunque a muoversi così velocemente con quei cosi giganteschi… Povero Vince. Per non parlare di quant'è pucciosamente figo quando fa le sue entrate…

Genere: Dramma con un velo di umorismo. Vince sembra essere dotato di un'arguzia sottile nel film… Nelle due frasi in cui parla di qualcosa che non sia la Geostigma.

Spoiler: Nessuno, veramente. Se non avete ancora visto il film sappiate che lì dentro Vince è figo.

Note: Questa è la prima fanfic che scrivo da, tipo, due anni. Credo di aver perso il mio stile, e ho bisogno di ritrovarlo. Per favore, aiutatemi con recensioni intelligenti!
Ah, ho anche dato la Cerberus a Vincent, quella pistola/fucile a tre canne che ha in Dirge of Cerberus e AC. Non ho la più pallida idea di dove l’abbia presa. Non vedo l’ora che arrivi DoC!
… Perché ha i piedi così grandi?

Nota della traduttrice (youffie): … Hanno aggiunto il genere "Fluff". OH GAUDIO Uh… Come avrete intuito la fanfic è di qualche anno fa, ed è a questo che si devono le eventuali incongruenze con quel… gioco… chiamato Dirge of Cerberus. Inoltre la traduzione è completa e corretta (lo so: ;O; - a proposito, grazie ancora a Arli :*) e posterò un capitolo a settimana. Nelle mie intenzioni. Vincent solitamente è il personaggio dell'AVALANCHE che meno reggo, quindi immagino che questa fic su di lui sia un evento. Comunque nel 2006 questa fic ha partecipato a un concorso di fanficiton (o una cosa del genere) e ha vinto gli award per 'Best Novella' e 'Best story: Angst'. E LunarBlade ci tiene a farvi sapere che è molto felice di aver raggiunto il pubblico italiano, quindi se leggete battete un colpo :D Vi invito anche a segnalarmi eventuali errori, così io sono meno paranoica e le storie arrivano prima e siamo tutti (?) più contenti =)
… IL GENERE FLUFF XD



Dark Outside



E' bastato poco per distrarmi nei giorni che hanno seguito Meteor. So che questo mondo è diverso da quello in cui sono cresciuto. Sono un dinosauro. Obsoleto e fuori posto. Non sarà mai il mio mondo. Non sarà mai casa mia.

E quando tutto sarà finito, quando le celebrazioni saranno concluse e tutti saranno andati per la loro strada, io sarò solo. Ma questo volevo. Non c’è nulla che mi spaventi della solitudine, a parte il pensiero di una bara angusta e chiusa. Penso di essere diventato mezzo claustrofobico. Non che importi.

Una parte di me ha fame di un qualcosa che nessun cibo potrà mai sostituire, e so già che probabilmente avrò bisogno di una vita intera per capire di cosa si tratti. È sempre stata lì? Dove ho perso la grinta che avevo un anno e mezzo fa? Un anno e mezzo lontano di una generazione intera. Un sonno che mi ha portato via la mia generazione, il mio scopo, il mio posto nel mondo.

Ho mai avuto un posto in questo mondo? Forse no. Mi ero fatto una posizione con i cadaveri di altri uomini. Il pensiero di star facendo qualcosa della mia vita era piacevole, mi metteva a mio agio. Il sangue caldo degli altri per saziare un cuore freddo. Forse quello che stavo cercando era-

Qualcuno mi tira il mantello, e io mi volto. Forse la mia espressione ha lasciato trapelare qualcosa della mia avversione per le interruzioni, perché la piccola Marlene indietreggia prima di ricordare il motivo per cui ha attirato la mia attenzione.

“Tifa ha detto di dirti che vogliono che tu vai dentro e ti diverti con loro.”

Non ho bisogno di dar loro spiegazioni. Specialmente se non possono neanche prendersi la briga di venire di persona e mi mandano invece questa bimba di sei anni. Torno a guardare gli alberi mossi dal vento. Il crepuscolo li sta tinteggiando di meravigliose tempere scure, ma riesco ancora a cogliere i dettagli: le foglie della prima fase dell'autunno che s'ingialliscono, un paio di uccellini che si nascondono dal vento grazie alle loro cortecce. Le ombre si allungano. L’inverno non è lontano, e gli animali cercano cibo. Forse anch’io dovrei trovare qualcosa che possa sostenermi durante l’inverno. Non ho nemmeno un posto in cui stare.

Sono sorpreso di quanto poco me ne importi.

Loro mi offriranno luoghi in cui dimorare, e io rifiuterò, e loro sentiranno di aver ottemperato al loro obbligo sociale e metteranno a tacere i loro sensi di col-

“Um.”

Guardo in basso. È ancora qui.

“Mi annoio.” dice.

Ma le hanno proibito di tornare senza di me? Ah, non attacca. Non sento alcuna responsabilità nei confronti di questa bambina. Se si becca un raffreddore qui fuori non perderò il sonno. Qui l’aria è fresca. Avevo dimenticato quanto il gelo potesse mordere le guance; avevo dimenticato quanto un polmone pieno di quest’aria riuscisse a farti credere di poter vincere il mondo. Beh, sono l’ultima persona che può essere ingannata dalla falsa promessa di una brezza vuota. Sono l’ultima persona che-

“Non sei amico loro?”

Sospiro tra me e me. E' difficile darsi a tacite fantasticherie quando ci sono bambini in giro.

“Non sei contento che abbiamo vinto?”

Noi? Noi? Ha sei anni, o cinque, o giù di lì. Cosa ne sa lei della nostra vittoria? È stata vacua, e la gente del mondo è la vera vincitrice. Noi abbiamo sacrificato così tanto. Ora siamo coperti di cicatrici, dovute non solo ai colpi ricevuti, ma anche alla consapevolezza di quanto sia deturpato questo mondo. Non riusciremo mai a lasciarcela semplicemente alle spalle, a dimenticare i nostri peccati e i nostri dolori.

“Non ti annoi?”

No. Non mi annoio.

“Sei depresso?” chiede.

“Depresso?” Dalla mia voce traspare parte dell’incredulità che provo. Ragazzina insolente. Invece di vergognarsi della sua sgarbatezza, lei annuisce soltanto e dice, “Secondo me sei depresso. Sei una facciona depressa.”

Con questo la mia indignazione scompare. Si trasforma in tiepido divertimento che irrita qualcosa nel mio stomaco. Mi è stato appena dato della ‘facciona depressa’. Non mi capitava da… Beh, mai capitato. Un anno e mezzo fa ero un Turk. Una divisa blu che indicava che potevo uccidere e farla franca in un mondo in cui la tecnologia fioriva. Ora sono uno strambo naufrago in un mondo in cui la tecnologia sta morendo. Il massimo che mi proponevo di essere a quest’ora è morto.

“Ho freddo.” dice, abbracciandosi per farsi calore.

“Va' dentro.” replico io, cercando di raggelarla ulteriormente col mio tono.

“Non voooglio.” risponde con eloquenza, “Voglio stare qui con te.”

Se me ne importasse abbastanza avrei inarcato un sopracciglio, ma così non è. Torno al panorama. Può pure congelare a morte, se lo desidera.

“Ho freddo.” ripete.
Cosa vuole che faccia, esattamente? Io ho il mio mantello e la fascia e lei ha un vestitino rosa. Anche lei sembra essersene accorta, e quello che fa dopo mi sorprende tanto che per poco non precipito dall’Highwind. Alza una piega del mio mantello, ci si acquatta sotto e si accuccia abbastanza vicino da toccarmi la gamba; lo sta usando come coperta.

Io la fisso, ma il suo viso è nascosto dal panno rosso. Ma cosa crede di fare? Sento la sua presenza calda contro la mia gamba, e il contrasto mi manda un brivido lungo la spina dorsale. Sbatto le palpebre un paio di volte per dissipare la confusione e sospiro. Marmocchi, questi sconosciuti. Se lì sotto è felice fatti suoi. Può anche saltare giù dall’aereonave per quel che mi riguarda.

Dopo un lungo periodo di pensieri ininterrotti, Barret sguscia fuori dalla festa per venire sul ponte dove ci troviamo noi.

“Hai visto Marlene?” domanda. La sento agguantare con più forza il mantello nel tentativo di svanire alla vista. Io annuisco e lo sollevo, rivelandola. Lei emette uno strillo di disappunto e mi tocca soffocare un sorriso quando Barret la raccoglie tra le sue braccione. Lei mi guarda come si guarda un traditore. Vincent, sei un cretino. Io mi arrendo e sorrido dietro la fascia del mantello, assicurandomi che Barret non veda. Lui, dal canto suo, mi premia con un’occhiataccia torva per aver nascosto sua figlia. Dentro di me io faccio spallucce. Può pensare quello che vuole.

Con un “Vieni, Marlene.” ritornano alla festa, e io rimango indietro. Ma ora fa più freddo, e sento un tremore iniziare a scorrermi lungo le gambe abbandonate dal calore, quindi torno sottocoperta passando per un piccolo corridoio, nel tentativo di sfuggire alla baldoria.

Per una qualche ragione il resto dell’AVALANCHE ha deciso che è nel loro migliore interesse volare insieme ancora per un po’. Hanno deciso di volare di città in città per aiutare gli altri, partendo da Midgar. Dato che abbiamo passato settimane nel sottomarino affondato per sbarazzarci di tutti quei mostri, la nostra attuale situazione finanziaria è notevole. Progettano di destinare quei gil alla ricostruzione del mondo e alle vite dei bisognosi. Non potrebbe importarmene di meno di quello che fanno. Non ho nessuna pretesa su questi soldi. Mi sono unito alla loro causa a metà cammino, per così dire. Ho detto loro che li seguirò. Avrei l'opportunità di vedere un’altra fetta del mondo, e di decidere dove andare quando avremo finito. Non l'ho fatto per rimandare l'inesorabile addio, lo nego sinceramente.

E negarlo, ovviamente, significa ammetterlo.

Più tardi, quella notte, succede una cosa stupida. Ancora non capisco come posso aver fatto una cosa simile.

Cloud è con Marlene sul ponte. Come al solito io sono accanto all'inferriata, e sto cercando di stare alla larga da eventuale ed eccessiva attenzione. Ho giocato una parte minuscola nella salvezza del mondo. Lascerò la gloria agli 'eroi'.

È stata una combinazione di eventi, veramente, a causare l’incidente: c'è stato il fatto che Cloud ha preso in braccio Marlene e l'ha lanciata giocosamente in aria; c'è stato il fatto che è autunno e il vento soffia forte; c'è stato anche il fatto che Cid ha deciso di cominciare a volare proprio in quel momento. Il risultato è che Marlene sta svolazzando via. O forse lei è rimasta dov’era a mezz’aria e noi ci siamo spostati. Comunque sia eccola lì, che precipita giù verso una foresta nera come l’inchiostro.

E, ovviamente, eccomi qui, che precipito sulla sua scia. Perché? Per colpa del vento. E della nave. E del mio dannato senso di Non-So-Cosa che mi fa fare queste cose e poi mi trova delle scuse per averle fatte. Forse so di poter reggere l’atterraggio, forse una parte di me spera che non ci riuscirò. Non so che cosa ho in mente. Forse trasformarmi dopo averla raggiunta? Sì, così poi magari Chaos se la mangia.

L'afferro per il braccio quando ha quasi raggiunto gli alberi e la scaravento di nuovo in alto verso la nave con tutta la mia potenza. Ho una buona mira, e riesco a colpire Cloud. Fronte contro fronte. Ben gli sta, reggersi alla ringhiera mentre io cado… Le ultime cose che vedo prima di urtare i rami sono Cloud e lei rimessa al sicuro a bordo. Spero ti abbia fatto male, Cloud.

Fa male. Il lancio mi ha girato il corpo, così invece di beccare i rami con la faccia vado giù di spalle. Mi si appiccicano al mantello e alla schiena e alla testa e sento qualcosa rompersi con un sonoro crack quando finalmente tocco terra.



Note dell'autrice: Ciao! Non posto nulla da, tipo, secoli! Nel corso dell'ultimo anno (e mezzo) ho perso tutta la sicurezza che avevo nelle cose che scrivo. Non so perché. Beh, il modo migliore per superare questo momento è scrivere e scrivere e vedere che ne viene fuori! Ecco qui il mio ultimo lavoro. Ci sono altri capitoli, o almeno ci sto lavorando. Fatemi sapere se c'è qualcosa che vorreste vedere di più e cosa ne pensate di questo stile.
Per favore?
Grazie!
   
 
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