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Autore: Rei Murai    09/06/2019    1 recensioni
"Anche se era iniziato come uno stupido gioco, anche se si stava un po’ spaventando per quel fare così autoritario, doveva ammettere che restare piegato a quel modo, in balia del detective, era piacevole e rilassante."
Genere: Erotico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Kaito Kuroba/Kaito Kid, Saguru Hakuba
Note: Missing Moments, OOC, Raccolta | Avvertimenti: Bondage, Tematiche delicate
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NdA: Sono stata sfidata da La signora dei no a scrivere e pubblicare una serie di Drabble a tema BDSM SaguKai.
Io sul BDSM non ho mai scritto nulla; mi sono limitata a guardare alcuni oggetti e sceglierli come Prompt per scrivere questa cosa.
Indipercui PRENDETEVELA CON LEI.
Rei.
 
 
GAME
A BDSM CHALLENGE
 
 
 
 
Collar
 
«Ora chinati».
Era iniziato tutto come un gioco, uno scherzo innocente.
«Ti voglio a carponi sul terreno».
Non pensava, davvero, che Saguru potesse essere così sadico e completamente privo di alcun pudore.
«La schiena dritta, Kaito».
O che potesse – davvero – avere certe inclinazioni.
«Bene, così. Resta fermo mentre ti metto il collare: se provi a mordermi ti rimetto le manette».
Eppure non era male.
Anche se era iniziato come uno stupido gioco, anche se si stava un po’ spaventando per quel fare così autoritario, doveva ammettere che restare piegato a quel modo, in balia del detective, era piacevole e rilassante.
 
 
Rope
 
«Corde. Tu vuoi prendere Kid con delle corde?».
Seduto sul muretto più basso dell’istituto osservava Hakuba chiudere lo zaino con lo strano armamentario che si era portato a scuola.
Lo aveva raggiunto in cortile e il ragazzo non aveva protestato quando si era seduto a guardare cosa combinasse.
«Non ho mai detto che mi servono per Kid».
Arrossì davanti alla sua espressione divertita e scostò lo sguardo.
«Impiccatici, Hakuba».
«Oppure… - il ragazzo gli si avvicinò sfiorandogli l’orecchio con le labbra – potrei impiccarci te».
Lo spinse via con un gesto brusco e quasi non cadde oltre il muretto.
Era insopportabile.
 
 
Vibrator
 
«Come hai detto che si chiama?».
«Finger».
«E a cosa dovrebbe servire?».
Il sorriso sulle labbra del detective si allargò in maniera impercettibile e un brivido di paura gli percorse il corpo.
«Perché ti interessa saperlo?».
«E tu perché ne hai uno?».
Si guardarono per un tempo indefinito, poi Saguru gli diede le spalle.
«Ho intenzione di usarlo su Kid, questa notte».
«Se riesci a prenderlo» rispose piccato e anche un tantino impanicato.
«Non ho bisogno di prenderlo – Saguru si fermò voltando il viso quello che bastava per osservarlo – la tua espressione preoccupata mi dice che ho colpito nel segno».
 
 
Tongue
 
«Ti ho già detto che non sono un cane!».
Il piede di Hakuba lo costrinse contro il pavimento.
«Non tollererò un'altra protesta. Hai deciso volontariamente di farmi da Sub per un giorno. Farai quello che ti dico: lecca».
Si morse la lingua, avvertendo una fitta al collo.
Il tacco dello stivale premette contro la base della sua nuca e gemette di dolore.
«È umiliante!».
«Pensavi fosse divertente? Non deve farti ridere».
Ingoiò a vuoto e sospirò sollevato quando allentò la presa.
«Non lo ripeterò ancora: lecca, Kaito».
Lo sentì dire prima che la sua lingua sfiorasse la punta dello stivale.
 
 
Whip
 
«Aspetta! Quello cosa diavolo è?»
«Questo? – Saguru si rigirò l’oggetto tra le mani – Un frustino da equitazione» rispose risoluto con un’alzata di spalle.
«Vai a cavallo?».
«Una sottospecie… che c’è: sei curioso?».
Osservò la lunga e sottile asta nera e rabbrividì quando Hakuba la fece sferzare in aria.
«Mi chiedevo solo a cosa ti servisse».
«Se ti giri te lo mostro».
Alzò il dito medio e si allontanò da lui con uno strano senso di inquietudine.
Hakuba era proprio strano.
 
«Non vorrai davvero…?».
«Voglio provare – lo scimmiottò con un sorriso divertito – Ma solo per una volta! L’hai detto tu, ricordi?».
 
 
Gag Ball
 
«Il collare inizia a darmi noia».
Si lamentò flettendo le braccia.
«Parli troppo».
Le dita sottili di Saguru corsero alla tasca della giacca e vi tirò fuori una pallina nera.
«Apri la bocca».
Obbedì incuriosito e Hakuba strinse i lacci attorno alla sua nuca.
In un attimo si trovò impossibilitato a chiuderla o anche solo ad inghiottire in maniera regolare.
«Così va molto meglio; di sicuro non cercherai più di mordermi».
Chinò il capo in avanti e contrasse i muscoli quando la sua mano corse a sfiorargli la natica.
«Rilassati: non farà male. – rise – non troppo» aggiunse prima di violarlo.
   
 
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