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Autore: Believer98    12/06/2019    2 recensioni
Uno degli aspetti più belli delle fanfiction è il poter far tornare in vita qualsiasi personaggio.
E se ... Oberyn Martell non fosse mai andato ad Approdo del Re? Se invece Doran avesse mandato suo fratello a Meereen da Daenerys? Sarebbe cambiato qualcosa?
Buona lettura!
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E, mentre si allontanavano da soli senza nessuno alle calcagna, Oberyn dimostrò di essere un uomo attento, oltre che libero.
« I vostri occhi sono lucidi, Altezza » sussurrò, accarezzando il palmo morbido della sua piccola mano con il proprio, decisamente più grande e calloso.
« Profumi di casa » replicò lei, commossa e senza vergogna. E persino la spavalda Vipera Rossa fu colta di sorpresa. « Comunque puoi chiamarmi Daenerys. »
Genere: Guerra, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Barristan Selmy, Daenerys Targaryen, Jorah Mormont, Oberyn Martell, Tyrion Lannister
Note: Otherverse, What if? | Avvertimenti: nessuno
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3. Meereen finalmente


La navigazione procedette senza intoppi. Persino nelle antiche rovine di Valyria non trovarono problemi. Nymeria disse di aver visto qualcosa che si muoveva in acqua ma nulla che potesse intoppare il loro viaggio. Ancora scossi dalle sirene, si erano comportati tutti in maniera guardinga e il capitano aveva persino adottato nuove misure di sicurezza. Non voleva un altro danno sulla sua bellissima nave.
Oltrepassata Valyria iniziarono finalmente a rilassarsi e a godersi il viaggio. Alcuni giorni navigarono grazie ai venti a favore, altri si lasciavano scorrere più lentamente. Non erano lontani dalla loro destinazione e, con questo, era arrivato anche il momento di discute alcuni dettagli.
« Qual è il contratto che proporremo alla Regina? » domandò Obara, raggiungendo suo padre a poppa. Oberyn la guardò confuso. « Anche Tyene e Nym sono curiose a riguardo. »
« Non è un vero e proprio contratto, come ha fatto Ser Barristan offriremo il supporto di Dorne e soprattutto il nostro. »
« Tutto qui? E se non volesse più tornare a Westeros? »
La domanda fece deglutire Oberyn. Non gli piaceva fare supposizioni prima del tempo quindi semplicemente non ci aveva pensato. Daenerys non aveva motivo di restare a Essos e prima o poi se ne sarebbe accorta; in caso contrario … « Allora accetteremo la sconfitta e torneremo a casa » decretò.
« Non ti ci vedo a tornare a Dorne sotto il regno dei Lannister » constatò sua figlia. « Sarebbe un ritorno deludente , insomma vogliamo tutti vendicare Quentyn, Elia e i suoi figli. »
« Già, il povero giovane Quentyn voleva solo dimostrare il proprio valore a suo padre » ragionò il principe di Dorne.
Padre e figlia rimasero in silenzio, fino a quando Obara non sembrò avere un’intuizione. « Oppure ci sarebbe un’altra possibilità » sussurrò titubante.
Prima che Oberyn potesse domandare cosa avesse in mente, il capitano lo chiamò e gli indicò un punto preciso all’orizzonte. La Vipera Rossa si portò una mano sugli occhi per salvaguardarli dalla luce del sole e guardò nella direzione indicata. Un sorriso apparve sul suo viso. In lontananza, finalmente, riusciva a vedere la terraferma.
« Siamo a Mereen, il viaggio è finito » gridò Nym raggiungendoli a poppa con una serie di saltelli.
« Smettila di gridare come una gallina, ci vuole un poco di contegno » protestò Obara.
Le due sorelle continuarono a battibeccare ma Oberyn non le ascoltava più.
In realtà temeva che suo fratello si sbagliasse, neanche Doran era infallibile. Magari non sarebbero riusciti a conquistare i Sette Regni. C’era persino la seria possibilità che Daenerys Targaryen non se ne sarebbe mai interessata. Non avrebbero certo potuto costringerla a prendere delle navi e a varcare il Mare Stretto.
Lei non rappresentava solo una possibilità di vendetta, ma anche un modo per evadere dall’umiliante e ingiusto dominio dei Lannister. Sì perché i “figli” di Robert Baratheon erano tutti bastardi Lannister, senza dubbio, e osavano sedere sul Trono di Spade senza alcuna legittimità.
Che Daenerys volesse andarsi a prendere King’s Landing o no, tanto valeva provarci. C’era troppo in gioco e i dorniani non erano tipi da tirarsi fuori da una scommessa.
« Lord Archibald » chiamò Oberyn, « preparate tutto il necessario. »
« Certo, mio principe » rispose il nobile, prima di sparire sottocoperta.
« Noi cosa facciamo? » chiese Tyene raggiungendo padre e sorelle.
« Armatevi fino alla punta dei capelli, Essos è pericolosa. » Dopodiché il principe di Dorne raggiunse il capitano vicino al timone. « Grazie per il passaggio capitano, è stato un piacere fare la vostra conoscenza. »
« Il piacere è tutto mio e buona fortuna per la vostra missione, qualsiasi essa sia. »

La nave attraccò sulle coste di Meereen e Ryon scese per primo, seguito immediatamente da Oberyn e dalle sue figlie. Lord Archibald a chiudere la fila.
Le coste della famosa città schiavista erano prive di alberi, aride e di roccia rossa. Tuttavia lì non c’erano pericoli. I viaggiatori potevano camminare tranquillamente alla luce del sole, senza paura di imbattersi in qualche schiavista. Sotto il governo di Daenerys sembrava esserci davvero una pace idilliaca, o almeno era un’immagine apparente.
« Quindi questa è Meereen » osservò Tyene, affascinata, prima di precedere verso l’intero della città. Oberyn si guardò attorno guardingo ma continuò a camminare insieme agli altri.
Alle porta della città comprarono dei cavalli e si diressero in corsa alla piramide che portava lo stemma dei Targaryen. Era lì che risiedeva la Regina.
Davanti alla piramide c’erano un paio di Immacolati, dritti e attenti agli stranieri che passavano. Uno di loro li fermo e, in perfetta lingua comune, chiese se fossero abitanti di Meereen. Chiaramente sospettava che non fossero di Essos.
« Non siamo di queste parti ma veniamo da Westeros, il continente della vostra sovrana » disse Oberyn a voce chiara, in modo che l’eunuco capisse tutto. « Siamo qui per offrirci come suoi alleati, quindi vogliamo essere ricevuti. »
Il principe di Dorne rimase in attesa mentre l’Immacolato si rivolgeva al suo compagno. I due si scambiarono un paio di frasi e infine sembrarono decidersi.
« La Regina sta ricevendo i suoi sudditi, mettetevi in fila e parlerete con lei. »
Le Serpi delle Sabbie si guardarono sconcertate. Mettersi in fila, loro.
« Mettetevi in fila? Non oso immaginare quanta gente sia già in fila » sbottò Obara. Bastava guardarsi attorno per capire che molti erano i diretti alla piramide e probabilmente ancor di più erano quelli al suo interno. « Raggiungeremo Daenerys Targaryen stanotte, anzi rischiamo persino di essere rimandati a domani. »
« Noi siamo figlie di un principe di Dorne, meritiamo di passare prima di questi poveracci » continuò Nym avanzando verso gli Immacolati. Le due guardie si misero in posizione di attacco mentre Ryon e Archibald estrassero le proprie spade. Oberyn, invece, non fece una piega e tirò sua figlia indietro.
« Smettila di essere sempre così avventata », Tyene ammonì sua sorella, « fai parlare nostro padre. »
Il principe si affacciò per osservare il viottolo verso l’ingresso della piramide. Non riusciva a vedere la fine della fila. C’erano tante persone, tra cui bambini, uomini anziani e donne incinte che sparivano negli oscuri meandri della costruzione.
« Non importa » sussurrò, umilmente, « come aspettano tutti aspetteremo anche noi. »
Nym guardò suo padre, incredula. La fila. Loro. Sotto il sole. Non poteva crederci.
« Siamo di Dorne, siamo abituati al sole e alla sabbia bollente » intervenne Lord Archibald preparandosi pazientemente a una lunga sosta.
Le sue aspettative furono tradite da un uomo che si avvicinava alla loro postazione. Oberyn lo squadrò da capo a piedi. Non lo conosceva e neanche aveva dei tratti fisionomici familiari. Dal suo vestiario e portamento gli sembrò un comune abitante di Essos. Il ragazzo era più giovane di lui con capelli castani e barba prominente. I suoi occhi castani scrutavano gli stranieri con circostanza.
« Cosa succede qui? »
L’Immacolato che aveva parlato prima si rivolse a lui. « Daario, questi qui sostengono di venire dal continente della Regina e di meritare una precedenza sulle altre persone. »
« Questi qui » borbottò Nym, scimmiottando l’eunuco.
Il principe di Dorne roteò gli occhi al cielo. Quanti melodrammi. « In realtà io ho appena detto di essere disposto ad attendere. »
Daario si voltò verso Oberyn, che era chiaramente il capo del gruppetto. « Cosa ci fanno tre uomini e tre donzelle a Meereen da Westeros? »
« Forse il vostro amico parlava una lingua a voi sconosciuta mio signore » commentò il principe con sarcasmo, « siamo arrivati per incontrare Daenerys. »
Daario guardò lo straniero con un sopracciglio inarcato, improvvisamente irritato dalla saccenteria di Oberyn. « Daenerys? Per te lei è la Regina e, se ti senti particolarmente bisognoso di una figura materna, Mhysa è come viene chiamata qui. »
« Ascoltami, Daario … posso chiamarti Daario? O hai un nomignolo anche tu? » Oberyn quasi ci provava gusto a provocare quel soggetto che, già a pelle, gli stava poco simpatico. « Discutere con te sotto il sole non è ciò a cui aspiravamo nella vita, abbiamo viaggiato sin qui per incontrare la nostra bellissima Regina. »
« Come tutti gli altri » ribadì Daario. « Ci sono centoventi persone in fila e voi sarete i centoventunesimi. »
La faccia pacata di Oberyn si trasformò in un ghigno sarcastico: avrebbe volentieri dato la precedenza agli abitanti di Meereen ma quella si era appena trasformata in una questione personale. Non poteva lasciar correre. « Le mie figlie non vogliono attendere. Facciamo che sceglierà lei se accoglierci per primi o se farci attendere. »
« Non accetto contrattazioni. »
« Le dovrai accettare » replicò il principe, sempre più sicuro di sé. Daario fece finta di non sentirlo e si voltò per tornare dentro alla piramide. Tuttavia non conosceva l’ottusità di Oberyn, o meglio non ancora. « Il mio nome è Oberyn Martell, principe di Dorne e fratello di Elia Martell, a sua volta moglie di Rhaegar Targaryen e madre dei suoi figli. »
Daario, che era ancora di spalle, si bloccò e ascoltò in silenzio quella presentazione. Rhaegar Targaryen, pensò, un Targaryen. Dopodiché riprese a camminare e sparì oltre l’ingresso della piramide. Oberyn sorrise: avrebbe detto alla Regina che erano lì.

Daenerys era nella sala del Trono dentro alla piramide di Meereen. Seduta, ascoltava e giudicava complimenti e richieste da parte dei suoi nuovi sudditi.
L’ultimo era stato un pastore con delle lamentele su Drogon: il drago si era mangiato una sua mucca. Il punto è che Daenerys non riusciva a trovarlo né tanto meno a controllarlo.
Non erano più i piccoli draghi nati tempo prima, ora erano più grandi e indipendenti. A volte temeva anche pericolosi, altre volte cercava di pensare il contrario, ricordando che erano pur sempre i suoi bambini.
« Avanti il prossimo » disse a Verme Grigio.
Prima che qualcuno potesse muovere un dito, però, entrò Daario con aria pensierosa. Daenerys lo notò subito e ordinò ai suoi Immacolati di non far entrare nessuno.
« Daario hai qualcosa da dirmi? »
L’uomo sembrò esitare e anche parecchio, prima di decidersi finalmente a parlare. « Ci sono delle persone di Westeros che chiedono di vederti, precisamente tre uomini e tre ragazze. »
Daenerys sollevò un sopracciglio e si voltò verso Ser Barristan. Il cavaliere rispose con una scrollata di spalle. « Non ne so niente, mia Regina. »
« Chi sono? » chiese la Targaryen, rivolgendosi al mercenario.
« Solo uno di loro si è presentato » replicò Daario, con un sospiro. Non gli piaceva, non gli piaceva proprio quell’uomo. Il suo tono, la sua sicurezza e il fatto che si prendesse libertà come quella di chiamare Daenerys per nome, senza neanche conoscerla. « Ha detto di chiamarsi Oberyn Martell, fratello di Elia Martell. Ha anche detto che sua sorella era sposata con Rhaegar Targaryen. »
Daenerys trattenne il fiato.
« Mio fratello Rhaegar. »
« Oberyn Martell? » domandò Barristan, come per ottenere una conferma.
Daario annuì e la Regina si voltò verso il proprio consigliere. « Ci possiamo fidare di lui Ser? »
« I tuoi nemici sono i Lannister, Vostra Grazia, e nessuno odia i Lannister quanto Oberyn. » Il cavaliere divenne pensieroso, sembrava revocare un vecchio ricordo nella propria mente. « Tywin fece uccidere Elia e i bambini. »
« Conosco questa storia » sospirò Daenerys, « erano i miei nipoti »
« Tanto quanto quelli di Oberyn. »
La giovane si voltò di nuovo verso Daario. Lui sperò che lei non stesse per dire quella cosa che lui credeva avrebbe detto, « Daario portali immediatamente qui. »



 


Dopo un periodo difficile sono riuscita a pubblicare un nuovo capitolo, capitolo che era già stato scritto ma andava rivisto.
Non so se sarete ancora interessati a questa storia, come sempre ringrazio chi l'ha aggiunta alle seguite.
Nel prossimo capitolo Oberyn e Daenerys si incontreranno finalmente.

Spero che questo aggiornamento vi sia piaciuto! Alla prossima.


 


 

  
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