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Autore: Small Wolf    13/06/2019    0 recensioni
“Fragola e vaniglia!” esclamò, addentando il primo dolcetto.
Itachi scoppiò in una breve risata e assaggiò quelli sulla sua stecca “Sapevo che avresti avuto una reazione simile”
Guardandolo ridere, Izumi sentì il cuore accelerarle di colpo e pensò a quanto fosse davvero bello quando sorrideva. Era raro vedere Itachi sorridere ed ancora di più ridere. Da bambini aveva spesso pensato che fosse un ragazzino troppo serio, così tanto che la sua fantasia l’aveva portata a credere, anche se pre un breve periodo, che dentro di lui si nascondesse lo spirito di qualche saggio, antichissimo Kami.
Sorrise leggermente, fissandolo e gonfiò le guance e cercò di fare un’espressione arrabbiata che invece doveva apparire piuttosto buffa.
“Sono così prevedibile?”
Vide l’espressione del ragazzo rilassarsi mentre, ancora sorridente, scuoteva la testa dai lunghi capelli scuri.
“No, davvero. E’ che sono anche i miei preferiti”.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Itachi, Izumi, Uchiha
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Naruto prima serie
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Il colore rosato del cielo estivo si rifletteva sull’acqua appena increspata del laghetto situato nei pressi del bosco d’addestramento. Una leggera brezza faceva ondeggiare in un’unica direzione le fronde degli olmi e i fili d’erba alta, sollevando il classico profumo floreale delle serate estive in mezzo alla natura.
Izumi era seduta sul bordo del piccolo molo di legno che dalla spiaggetta sud proseguiva fin quasi al centro del lago. Accanto a lei c’era solo il suo paio di sandali. Inspirò profondamente, socchiudendo i grandi occhi neri e quando li riaprì, intercetto un giocoso gruppo di rondinelle rincorrersi fra le nuvole lontane. Avrebbe voluto raggiungerle e sentirsi libera come loro. Almeno quel giorno.
Un ovattato rumore di passi la distrasse dei suoi ricordi.
“Itachi-kun” esclamò arrossendo impercettibilmente, stupita di vederlo lì a quell’ora che spesso occupava per addestrarsi.
“Ciao, Izumi” le disse con un lieve sorriso.
“Cosa ci fai qui?” gli domandò, spostando i sandali dall’altro lato delle proprie magrissime cosce.
“Ho finito l’allenamento per oggi” affermò mentre prendeva posto accanto a lei “e poi oggi è il tuo compleanno”.
A quell’ultima affermazione, Izumi sentì le guance avvamparle e prontamente girò la testa dal lato opposto al viso del ragazzo.
“Grazie” sussurrò.
La risposta di Itachi arrivò assieme ad una stecca di dolcetti molto simile a quelli che lei gli aveva offerto molti anni prima nei pressi di quello stesso lago e che avevano diviso innumerevoli volte durante il primo anno d’accademia e poi ancora, in quelli a seguire, anche se più raramente. Da quando era diventato un ambu i suoi impegni si erano triplicati ma lei non glielo aveva mai fatto pesare. Era felice di incontrarlo sporadicamente per i vicoli del quartiere Uchiha, nei campi d’allenamento o in centro città. Le piaceva che non programmassero mai nulla e che ogni loro appuntamento fosse piacevolmente dettato dalla casualità.
“Fragola e vaniglia!” esclamò, addentando il primo dolcetto.
Itachi scoppiò in una breve risata e assaggiò quelli sulla sua stecca “Sapevo che avresti avuto una reazione simile”
Guardandolo ridere, Izumi sentì il cuore accelerarle di colpo e pensò a quanto fosse davvero bello quando sorrideva. Era raro vedere Itachi sorridere ed ancora di più ridere. Da bambini aveva spesso pensato che fosse un ragazzino troppo serio, così tanto che la sua fantasia l’aveva portata a credere, anche se pre un breve periodo, che dentro di lui si nascondesse lo spirito di qualche saggio, antichissimo Kami.
Sorrise leggermente, fissandolo e gonfiò le guance e cercò di fare un’espressione arrabbiata che invece doveva apparire piuttosto buffa.
“Sono così prevedibile?”
Vide l’espressione del ragazzo rilassarsi mentre, ancora sorridente, scuoteva la testa dai lunghi capelli scuri.
“No, davvero. E’ che sono anche i miei preferiti”.
Izumi abbassò gli occhi sulla stecca, timidamente e fu grata alla folata di vento che le scompigliò i capelli, celando il suo visino appuntito allo sguardo intenso di Itachi. Non ebbe il tempo di sistemarseli che la mano di lui le si avvicinò alla faccia e le scostò con le dita un ciuffo ribelle, svelando il neo che aveva sotto l’occhio destro.
Izumi sollevò nuovamente lo sguardo nell’esatto istante in cui Itachi stava avvicinando il proprio volto al suo. E se ne sentì attratta, nonostante l’imbarazzo e la timidezza. Il suo cuore batteva furiosamente nel petto, come se volesse squarciarlo e unirsi a quello del petto di fronte.
Si spinsero l’uno verso l’altra fino a far sfiorare i loro nasi.
Itachi abbandonò i capelli e appoggiò la sua mano contro la guancia di lei, inclinando il volto di lato mentre socchiudeva gli occhi.
Fu un primo bacio breve, leggero e discreto. Com’erano loro e forse per questo apparve ad Izumi la cosa più perfetta che avesse mai sperimentato.
Si allontanarono lentamente, arrossati e con le mani leggermente tremanti. Rimasero in silenzio a guardare il cielo imbrunire, seduti vicini e con le testoline appoggiate l’una contro l’altra. I loro capelli lisci si intrecciarono lungo le schiene in maniera molto simile all’abbraccio nel quale si tenevano. Passarono interi minuti, poi Itachi si distanziò un po' da lei.
“Ti va di tornare a casa, ora?”
Izumi annuì e si infilò le scarpe. Lui l’attese in piedi e poi le porse la mano. Izumi l’afferrò e si sentì al sicuro mentre camminavano verso le mura di Konoha, lasciandosi alle spalle il lago tranquillo.
  
  
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