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Autore: LadyGwen92    13/06/2019    1 recensioni
Ora Sakura sapeva perché Tsunade non voleva una vergine in questa missione. Le cose potrebbero sfuggire di mano…e forse bisognava andare fino in fondo…
Sakura non era mai stata così felice di sentire che Kakashi la stava accompagnando,anche se non le sarebbe dispiaciuto farsi accompagnare dalla maggior parte della popolazione maschile di Konoha.
Genere: Drammatico, Erotico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Kakashi Hatake, Sakura Haruno
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
Capitoli:
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Dimmi i tuoi segreti e fammi le tue domande,
 
Oh, torniamo all’inizio…

 
Shikamaru sbadigliò a bocca aperta mentre si massaggiava la nuca. “ Penso che andrò a dormire.” Disse alzandosi in piedi.
 
La mano di Ino scattò, trascinandolo di nuovo al tavolo del bar. “ devi pagare tu il prossimo giro, ricordi?”
 
“Non voglio un altro giro.” Si lamentò.
 
A Ino non interessava. “ Dovrai almeno pagarci questo.”
 
“ Ehi,sono le undici, se non torno entro mezzanotte, mia madre mi farà frustare,” spiegò dandole un’alzata di spalle.
 
Chouji sbuffò quando finì il suo sacchetto di patatine. “ Penso che lei lo farà comunque.”
 
Ino annuì confermando le parole dell’amico. “ Non avrai da bere gratis questa volta, Shika, non da noi,” gli disse con fermezza.  “ Vai a pagare il prossimo giro, poi potrai andare.”
 
Shikamaru sospirò. A questo punto un vero genio avrebbe trovato una via ingegnosa per scappare….ma,purtroppo, erano sufficienti una bottiglia di sakè e una bibita gassata per portarlo a livello del deficiente medio.” Va bene,va bene…” si alzò in piedi.
 
Rimase immobile nel momento in cui sentì una voce familiare in mezzo al ronzio generale delle conversazioni nel bar.
“ Ho tempo fino alle sei per perdere la verginità, c’è qualcuno…tra…interessato…qualcuno può aiutarmi?”
 
Inò scattò sul posto per sbirciare  dall’altro lato del tavolo. “ Sakura!” esclamò  esterrefatta.
 
Shikamaru la raggiunge appena in tempo per vedere la ragazza scivolare direttamente dal suo sgabello e poi sul pavimento in un mucchio disperato.
Chouji si sporse fuori dal tavolo quel tanto che bastava per osservare la ragazza prona. “ Sakura è vergine?” chiese un attimo prima di ricominciare a mangiare.
 
Ino sorrise malignamente e le sue dita si piegarono in un pugno. “ Io lo sapevo!” sibilò allegramente. “ Sapevo che era frigida!”
 
Shikamaru la guardò divertito. Sakura non le sembrava particolarmente frigida in quel momento.
“ Forse dovresti portarla a casa,Ino?”. Sottolineò.  “ Tra non molto una montagna di uomini si accalcherà su di lei e poi non riusciremo più a portarla fuori...”
 
“ Hah,” Ino si scostò i capelli biondi e setosi da sopra la spalla. “ Come se Sakura potesse attrarre qualcosa di più di uno sciame di mosche.” Ciò nonostante, Ino era ben consapevole che gli sguardi della metà degli uomini nel bar erano tutti sulla ragazza ubriaca, pronti ad aiutarla e offrirgli più da bere se necessario. Ino alzò gli occhi al cielo. Tipico. Sperava solo che Sakura fosse troppo ubriaca per poter ricordare questo giorno. Avere il potere di sedurre mezzo locale con una misera frase male formulata era un potere che Sakura non aveva bisogno di sapere di possedere.
Alzandosi dalla sedia, Ino iniziò a farsi strada nel locale, in mezzo a gli uomini, per aiutare la sua rivale distesa ancora sul pavimento. “ Ehi, Sakura. Vedo che non lo reggi tutto quest’ alcol .” annunciò vivacemente mentre sollevava la ragazza per un braccio.
 
“Blergh…” Sakura si allontanò da lei. “ Cosa ci fai qui?”
 
“ Sembrava che avessi bisogno di aiuto,” osservò Ino seccamente mentre trascinava Sakura verso la porta.
La ragazza ubriaca la guardò con occhi sprezzanti. “ Grazie per l’offerta Ino-maialino…ma sei un po’ troppo femminile…”
 
Shikamaru scosse la testa mentre guardava le due ragazze barcollare per la strada. “ E chi se lo aspettava che Sakura fosse così tanto selvaggia da ubriacarsi da sola?” gli fece notare Chouji.
“ Ad ogni modo, vado a casa, ci vediamo domani amico.”
 
“ Ci vediamo.”
 
Il genio Shikamaru colpì di nuovo. Per un’altra notte saltò il suo turno di pagare da bere. Avrebbe dovuto ringraziare Sakura domani mattina…
 
Uscì dal bar,e nell’aria fresca della notte si incamminò verso casa. Stava per andarsene quando qualcuno, più alto e più ampio, improvvisamente entrò nel sul cammino, oscurando i lampioni e le lanterne per gettare una lunga ombra su di lui. Tuttavia le ombre non spaventarono Shikamaru, che alzò lo sguardo per incontrare lo sguardo di un  solo occhio.
“Shikamaru-kun.”
“Kakashi-san.”
 
Oh grande. Proprio quello di cui aveva bisogno: un altro ritardo. Ora ne era certo che sua madre avrebbe avuto la sua testa quella notte.
 
                                                                                 ***
 
Al sorgere del sole Sakura capì alcune cose importanti :
 
  1. Lei non aveva alcuna tolleranza per l’alcol.
  2.  Sembrava dimenticarsene ogni volta che si sentiva depressa.
  3. Ino era una pessima badante. Aveva impacchettato Sakura con la stessa cura di come la maggior parte della gente gettava le bucce di banana nella spazzatura e se n’era andata con il paio di scarpe preferite di Sakura con una vaga promessa di restituirle.
  4. La sua verginità era,purtroppo,ancora intatta.
  5. Erano le sei e mezza.
 
Sakura si scaraventò giù dal letto così in fretta che si stava già lavando i denti quando notò qualcosa di diverso sulla sua testa. Sbatté le palpebre per la confusione mentre osservava i suoi lunghi capelli rosa, prima che la memoria le fornisse i dettagli necessari del viaggio dal parrucchiere il giorno prima. Non sapeva se la facevano sembrare più giovane. Doveva chiedere a Kakashi.
 
Inciampando nella sua stanza, Sakura saltellò fino al suo guardaroba e gettò via i suoi vestiti in cerca di qualcosa di vecchio e  adatto a farla sembrare  una “ piccola orfanella.”  Aveva solo tre indumenti che corrispondevano al nome di Yukata, due erano stati confezionati per soddisfare i suoi gusti colorati. Il terzo era quello che portava ogni volta che prendeva l’influenza. Era marrone, consumato in alcuni punti ed era con lei da quando aveva dieci anni.
 
Irritata,  notò che le andava ancora. ( Anche se mostrava più delle caviglie.)
 
Sakura la indossò a casaccio e infilò i piedi in un paio di vecchi sandali sotto i suoi soliti stivali.
Sotto il suo yukata legò la cavezza di shuriken attorno alla sua coscia ( sapeva che Kakashi gliela avrebbe confiscata, ma si rifiutava di viaggiare senza ) , e intorno alla sua vita, il suo obi bianco. Di solito evitava di indossare più obi tutti insieme perché tendevano a rendere la sua figura più informe di quanto le sembrasse già, ma in questo caso, tutto ciò che le nascondeva la vita sottile era ben accetto.
 
Sfortunatamente, le mancava il numero necessario di mani per legarla correttamente, quindi mise l’obi sulla spalla, e si diresse verso il punto d’incontro stabilito con Kakashi.
Sakura si sentì abbastanza impacciata mentre si affrettava per le strade verso le porta della città.
Aveva messo da parte il problema sull’essere vanitosi dopo il suo esame di chunin, ma una ragazza non poteva mostrare un minimo di vanità per il suo aspetto? Lo yukata era solo imbarazzante e squallido…
 
Quando Sakura arrivò alle porte del villaggio, Kakashi non c’era, ma questo ovviamente, non la sorprese. Si guardò intorno ansiosamente, cercando di riprendere fiato prima di sedersi per terra.
Lei aveva un’ora intera di ritardo, ma era arrivata lo stesso prima di lui. Lui non doveva saperlo.
Aveva tutte le intenzioni di fargli pensare che lo stava aspettando dalle sei in punto, senza provare nessun senso di colpa.
 
Dieci minuti dopo, l’aria tremolò prima che Kakashi apparisse nel suo tipico vortice di fumo. “Yo”. Alzò una mano in segno di saluto mentre l’altra era impiegata a contenere l’ultima copia di Icha Icha Chaos.
 
      “ Sei in ritardo.” Lo accusò.
       “ Non lo sono.”  La rimproverò lui. “ Ero qui alle sei e mezza,stavo solo cercando te.”
       
      Dannazione. “Ah…”
  Sakura si sollevò dal pavimento polveroso e allungò il suo obi verso Kakashi. “ Ti dispiacerebbe aiutarmi con questo?”
     Kakashi prese il capo in questione, con una certa riluttanza, come se stesse raccogliendo un serpente morto. “ Si….come va esattamente?”
 
“Hai mai visto la lingua di una farfalla?”
 
“Si.”
 
“Qualcosa del genere. Continua a rotolare.”
Dopo diversi minuti di piroette e tiri, riuscirono a legare l’obi in una sorta di papillon. Kakashi accarezzò il suo mento mascherato con aria pensierosa. “ Beh, dubito che farai tendenza, ma almeno non si slegherà.”
 
Sakura respirò con fatica. “No, non succederà mai.”
 
“ Tutto ok?.”
 
Quasi. “ Sto bene…”  Doveva solo prendere esempio da Rock Lee e fingere che si trattasse di una sorta di allenamento di resistenza. Si voltò per guardare Kakashi e tese le braccia. “ Come sto?” gli chiese.
 
Kakashi la guardò dall’alto in basso,sospirò e si ficcò le mani in tasca. Lo sguardo che le rivolse era talmente sincero e cristallino che anche uno come Naruto avrebbe potuto capire.
 
Sakura si espresse in un  sorriso sofferente. “Bene” disse, valutando attentamente l’aspetto di Kakashi.  “ Sembri opportunamente…lo stesso di sempre.”
 
Non era del tutto vero. La sua uniforme di Konoha fu sostituita da qualcosa di più semplice e meno appariscente, anche se rendeva evidente il fatto che fosse un ninja.
L’hitai-ate fu rimpiazzata da una benda di pelle che lasciava ricadere sul viso alcune ciocche argentate sul viso, rendendo più visibile la cicatrice che gli scendeva lungo la fronte e la guancia destra. La famigerata maschera ancora al suo posto , ma la giacca antiproiettile era sparita. Al posto della sua solita maglietta ne indossò una con le maniche corte priva di disegni e coprì le braccia con i guanti e le protezioni simili a quelle  usate dalla squadra Anbu. Tutto il resto era praticamente lo stesso.
 
“ Hai solo tre abiti,vero?” azzardò lei, rendendosi conto che in effetti stava indossando alcune degli abiti che aveva indossato  al funerale del Terzo Hokage: l’unica volta in cui l’aveva visto senza uniforme.
 
Beh…ci fu pure quella volta in cui lei aveva bussato alla sua porta per trovarlo in pigiama con stampato su delle ossa di cane…
 
“ C’è ne bisogno di più di tre?” chiese.
 
“ Be’, forse i vestiti civili avrebbero dato meno nell’occhio.”
 
Kakashi scosse la testa. “ Ho ancora bisogno di sembrare un combattente, Matsurà lo capirà nel momento in cui mi vedrà che sono un ninja, se tento di sembrare un civile, sarà sospettoso nei miei confronti.”
 
“Aspetta,” Sakura alzò una mano. “Non capirà che anche io sono un ninja?”
 
“Non con quelle scarpe.” Kakashi guardò con attenzione i suoi piedi. Sakura si rese conto che tendeva a barcollare da quando li stava indossando. “ Va bene così, diremo che sei una ballerina questo dovrebbe spiegare ogni grazia eccezionale che dimostri, ma dovrai lasciar perdere gli shuriken.”
 
“Non vado in  viaggio senza difese,” sostenne lei.
 
Scrollò le spalle senza risponderle e guardò avanti verso la strada che si snodava tra gli alberi davanti a loro. Come il pigro gentiluomo che era, allargò brevemente il braccio sul sentiero prima di lasciarlo cadere di lato. “ Dopo di te,signorina.”
 
Sakura barcollò giù per tutti e tre gradini prima che lei si arrendesse, togliendosi i sandali e riprendendo a camminare verso la strada sterrata.  Kakashi la seguì a ritmo lento, il naso sepolto nel suo libro.
 
Era proprio come hai vecchi tempi.
Senza la volpe e l’Uchiha. E con molte meno conversazioni e più ansia. Sakura tornò a guardare il suo compagno mascherato e si morse il labbro. Stava ancora leggendo, completamente ignaro di ciò che lo circondava, a meno che non avrebbero dovuto scavalcare buche o rocce. Qualcosa a cui Sakura avrebbe dovuto pensare in effetti. Lo scoprì mentre il suo morbido piede cadeva su un sassolino particolarmente appuntito.
 
Sakura sibilò e si bloccò. Kakashi si fermò proprio dietro di lei.” Qualcosa no va?”
 
“No…” esalò il respiro in un fruscio e proseguì, cercando coraggiosamente di non zoppicare. L’ultima cosa che voleva fare era dimostrare la propria debolezza di fronte a Kakashi.
Lui l’aveva addestrata. Non voleva che lui la guardasse con disappunto perché aveva calpestato uno stupido pezzo di terra!
 
Proseguirono in silenzio, solo occasionalmente: “ Stai bene?”,” Sto bene,”  e “ Gira a sinistra qui”, per spezzare la monotonia. Anche così , sette parole in tre ore erano forzate.
 
Ogni tanto passavano altre persone sulla strada. Il primo era un contadino con un cavallo e un carretto di cavoli. Annuì educatamente a Sakura ( che sorrise dolcemente e annuì in risposta) e si chinò un po’ più a fondo per Kakashi ( che ignorò l’uomo più o meno allo stesso modo in cui ignorò tutto il resto).
 
La seconda persona che videro passare era una vecchia con un bastone. Guardò con aria di disapprovazione mentre passava zoppicando, anche se Sakura non poteva essere sicura per cosa la vecchina  fosse offesa. Forse non le piacevano i ninja? O le ragazze orfane e trasandate? O forse era solo antiquata e non gli piaceva vedere una ragazza e un uomo adulto senza un accompagnatore?
 
Con tutta probabilità, si trattava del libro di Kakashi.
 
 O forse tutte cose.
 
La terza persona che li superò fu un altro contadino  seduto in cima a un grande carro carico di balle di fieno e scatole di mele.  Mentre stava andando nella stessa direzione, fermò i suoi due cavalli accanto al gruppo di viaggiatori. “ Vi serve un passaggio?”
 
Sakura e Kakashi si guardarono l’un l’altro.  Cosa potrebbe esserci di male? Inoltre i piedi di Sakura erano doloranti…
 
“Grazie” disse Kakashi gentilmente e aiutò Sakura a salire sulle balle di fieno mentre lui stesso trovava posto sulle casse di mele.
 
Il contadino spezzò le redini e partirono. Sakura rimbalzò leggermente sul suo materasso di paglia e allungò i piedi davanti a lei. Sotto di lei, Kakashi riprese nuovamente il suo libro. Dal suo punto di osservazione, riusciva a distinguere le parole da sopra la spalla di lui.
 
Era sempre stata curiosa di sapere cosa c’era scritto  in quei libri Icha Icha  che avevano il potere di catturare completamente  l’interesse  del suo insegnante. Purtroppo non era mai stata così coraggiosa per comprarsene una copia per scoprirlo, Naruto invece, aveva ottenuto edizioni gratuite dall’ autore stesso, ed era grazie a lui che aveva un ‘idea di cosa poteva esserci.
Ma comunque…ora aveva l’occasione per dare una sbirciatina senza che nessuno la notasse. Si sporse in avanti impercettibilmente e socchiuse gli occhi.
 
Il cuore di Michiko correva. La sua anima volò in alto e sbocciò come una rosa in erba nel caldo di mezza estate. Lo stava aspettando da tutta la sua vita! “Prendimi!” pianse sfrenatamente a Jiro.
“Basta giochi!”Non mi importa chi ci vede! Devo averti ora,altrimenti questo desiderio mi brucerà dall’interno!”  Si strappò la camicetta per la fretta di rimuovere tutte le barriere tra di loro prima di stringere la testa di Jiro sul suo petto.
 
Kakashi voltò pagina. Sakura emise un miagolio di protesta, troppo vicino al suo orecchio perchè lui non lo sentisse. Sempre lentamente, il vecchio jonin girò la testa e la guardò attraverso un  occhio incappucciato. Sakura fissava risolutamente i campi che passavano come se non avesse fatto altro negli ultimi cinque minuti.
 
Dopo una lunga pausa, Kakashi sospirò dolcemente e si spostò leggermente, girandosi verso Sakura in modo che le pagine del suo libro non fossero visibili a lei. Riprese a leggere e  Sakura dovette trovare il suo passatempo.
 
Il conteggio degli alberi diventò noioso molto rapidamente. Il cielo era troppo blu per consentire l’osservazione di qualsiasi nuvola. Il contadino era leggermente sordo, quindi qualsiasi tentativo di conversazione con lui in genere non andava oltre ,” Scusi?”
 
Sakura riportò la sua attenzione su Kakashi. “Posso avere dell’acqua?”
 
Frugò nel suo zaino senza dire una parola e un attimo dopo le lanciò una bottiglia trasparente. Sakura bevve più del necessario, soprattutto perché non aveva nient’altro da fare. Se Naruto fosse stato lì con lei probabilmente l’avrebbe intrattenuta con chiacchiere inutili e giochi iperattivi di spionaggio. Era solito infastidirla molto, ma  alla sua prima missione senza la bomba bionda, 
si rese conto di quanto le mancassero le sue conversazioni confortati e inutili.
 
A volte si pentiva di essere diventata un jonin. Sembrava che avesse effettivamente ucciso la squadra sette con la sua promozione…
 
Sakura guardò il suo ex insegnante ridacchiare maliziosamente al suo libro. A volte si preoccupava per lui. Non per la sua sanità mentale, quella chiaramente era una causa persa.
 
Tuttavia, alcune volte ripensava ai primi giorni della squadra sette chiedendosi se le scelte fatte dai suoi studenti lo avessero…ferito in qualche modo. Ma era così distante che era difficile dire cosa pensasse o provasse. Se lo aveva ferito il fatto che tutti e tre lo avevano sistematicamente lasciato per allenarsi con insegnati più forti, allora aveva fatto un buon lavoro per nasconderlo.
 
C’era comunque la possibilità che a lui non importasse.
 
Inoltre, era impegnato con la sua nuova squadra adesso. Perché prendersi brighe con la defunta squadra sette quando c’era una nuova generazione di guerrieri da addestrare?
 
In  qualche modo, Sakura non poté fare a meno di sentirsi come un bambino buttato fuori casa da un padre che ora era troppo occupato a crescere una nuova famiglia per prendersi cura di quella più grande.  Erano stati usurpati.,e  Kakashi non sarebbe mai stato niente di più per loro di un insegnante e un comandante. Non voleva essere di più, a quanto pare.
 
Sakura sentì una fitta di nostalgia per i giorni in cui erano una squadra. Semplicemente non le sembrava giusto che si fossero separati e avessero preso strade diverse, ma sembrava che fosse l’unica a sentirsi così.
Tutti i discorsi e il focus sul lavoro di squadra erano stati ciò che aveva legato i tre insieme in un modo che alcuni avrebbero potuto chiamare…malsano. Anche dopo tutti i tradimenti non si poteva dire che i membri della squadra sette non si amassero l’un l’atro. Erano inseparabili. Ma sembrava che nel momento in cui non c’era una “ squadra” ufficiale, l’uomo che gli aveva insegnato tutto ciò stava dicendo : “ Arrivederci raggio di sole! Ora sei da sola, ho cose migliori da fare!”.
 
Sakura non avrebbe dovuto essere così sorpresa. Kakashi aveva amici- persone che probabilmente conosceva da una vita- ma tendeva a trattarli come nient’altro che conoscenze casuali. Aveva senso il fatto che trattasse gli studenti a cui insegnava allo stesso identico modo, se non ancora più lontano.
 
Perché lei si aspettava di più?
 
Con il cuore stanco, Sakura lasciò cadere il soggetto dei suoi pensieri e si distese sul fieno guardando  le cime degli alberi che scorrevano veloci davanti a lei. Cercò di tenere fuori lontano dalla sua mente la bizzarra personalità di Kakashi, ma questo non fece altro che ricordargli la missione che li attendeva. Rabbrividì nonostante il caldo di quel giorno. Il suo piano semicotto di perdere la verginità la scorsa notte in un vortice di passione e alcol era saltato. Non che perdere la sua castità con un completo estraneo in un bar gelido fosse proprio il massimo, ma rispetto a quello che la missione aveva in serbo per lei?  Sakura avrebbe preferito un uomo ubriaco di birra a un pericoloso pervertito.
 
Ma non era da Sakura lamentarsi. Tsunade le aveva spesso spiegato cosa significasse essere una Kunoichi.
 
 
“ Proprio come qualsiasi altro ninja, il tuo corpo è uno strumento” aveva detto. “ Le donne sono guardate dall’alto in basso a causa della loro debolezza fisica rispetto agli uomini, ma il corpo di una Kunoichi può essere un’arma potente più della forza fisica di un uomo. Puoi usarlo per correre, saltare e uccidere…ma puoi anche usarlo per sedurre e distrarre il nemico. Mm…probabilmente te lo spiegherò in modo più dettagliato in un’altra lezione.”
 
Quella lezione purtroppo non era mai arrivata, Quindi Sakura era ancora piuttosto all’oscuro riguardò a ciò che richiedeva seduzione e distrazione. Conosceva i meccanismi di base del sesso.
Aveva già visto uomini nudi ( una cosa piuttosto difficile da evitare visto che lavorava in ospedale), ma spesso si sforzava di capire esattamente come quei pezzi di carne floscia compivano qualsiasi cosa.
 
Sakura lanciò un’occhiata a Kakashi. Era seduto con una gamba distesa e una piegata per appoggiare il gomito contro. Senza pensarci, lo sguardo di Sakura cadde tra quelle gambe chiedendosi pigramente quanto fosse grande.
 
No! Smetti di pensare ai pezzi flosci di Kakashi-sensei!
 
Sconcertata, guardò indietro attraverso i campi rimproverandosi interiormente. Come diavolo avrebbe potuto svolgere questo tipo di missione quando il semplice pensiero di quegli affari la metteva già in agitazione? Come poteva affrontare un super pervertito quando non riusciva nemmeno ad affrontare i suoi stessi pensieri?
 
Alcuni di questi pensieri doveva averli scritti in faccia, perché Kakashi scelse quel momento per parlare. “Stai pensando alla missione?”
Sakura annuì in silenzio, pregando il cielo che non l’avesse notata mentre fissava il suo cavallo.
 
“Ah.”, improvvisamente Kakashi posò il suo libro sulla sua coscia e allungò una mano nel suo zaino.
“ Ho dimenticato di dirtelo…l’ho preso da Tsunade-sama stamattina”.
Le lanciò un tubo di vetro trasparente, il tipo usato spesso per contenere campioni di profumo. In qualche modo, Sakura non pensava si trattasse solo di un semplice profumo. “ Che cos’è?” chiese lei.
 
“Qualcosa per garantire la tua sicurezza.”, disse. “Tsunade ha detto che lo riconoscerai.”
Sakura stappò il tappo dal tubo e annusò curiosa il contenuto. Niente. Questo significava solo una cosa. “ E’ senza profumo,” disse, “ Voglio dire, è destinato a passare inosservato. E’ un veleno? Per Matsura?”
 
Kakashi annuì . “ Secondo Tsunade-sama, una goccia può tramortire un cavallo per alcune ore, ha un sapore amaro, quindi nel momento in cui la vittima riceve una dose saprà che è veleno.
Ma Tsunade mi ha assicurato che funziona velocemente.”
 
“Oh.,” mormorò Sakura. Improvvisamente questa missione non le sembrava poi così male. “ Quindi dovrei metterlo nel suo cibo o qualcosa del genere?”
 
Kakashi non disse nulla.
 
“ La sua bevanda?” tentò Sakura di nuovo, a bassa voce.
 
“ Sakura…dubito che ci sia molto che potresti infilare nel cibo o nelle bevande di questo tizio senza che lui lo sappia.”
 
Sakura voleva tirarsi i capelli.  “ Kakashi-sensei…non dirmi…?” Al suo sguardo vuoto, eppure così lievemente colpevole, gemette forte. “ Oh dio!”
 
“Mi dispiace,” si scusò. “ E’ l’unica soluzione che mi è venuta in mente.”
 
“ NON SPALMERO’ DROGHE SUL MIO CORPO COSI’ CHE QUALCHE VECCHIO CICCIONE POSSA LECCARLE VIA!”
 
Gli uccelli presero il volo dagli alberi vicini e i cavalli nitrirono spaventati. Il contadino sembrava un po’ agitato mentre tentata di calmare i suoi cavalli, ovviamente non era abbastanza sordo da non sentire quel commento così rumoroso. Kakashi rimase impassibile e per nulla turbato dallo sfogo della ragazza. Aveva sentito di peggio.
Questo probabilmente aveva raggiunto solo un 8,5 sulla scala Sakura Tantrum.
 
Ben presto la fauna locale si calmò e i cavalli tornarono in pista. Sakura si lasciò cadere nuovamente sulla sua balla di fieno e incrociò le braccia al petto. Guardò Kakashi con veleno, aspettando la sua risposta.
 
“ Non prendi sul serio il tuo lavoro come un ninja?” chiese freddamente, sorprendendo Sakura per la durezza del suo tono. “ Non vuoi fare qualcosa  perché ti mette a disagio? Offende la tua sensibilità? Allora perché hai accettato questa missione? Perché sei diventata un ninja?”
 
Sakura si sentì come se avesse avuto di nuovo dodici anni, come quella volta in cui era stata criticata così aspramente dal suo insegnate per essersi preoccupata troppo per Sasuke.
“Pensi di essere la prima ragazza che ha dovuto usare il suo corpo come mezzo per uno scopo?”
La rabbia pigra ancora intrappolata nelle sue parole.
 
Sakura strinse i pugni. “ Va bene per te!” lei scattò. “ Nessuno ti chiederà mai di sdraiarti e lasciare che un vecchio disgustoso ti violi per una missione! Devo accettarlo solo perché sono una ragazza, perché sono debole, e questo sembra essere l’unico modo che ho per rendermi utile,forse.”
 
Kakashi non disse nulla.
 
“ Stupidi uomini..” ribattè lei. “ Se non foste tutti così stupidi saremmo in grado di affrontare questa missione correttamente! Con jutsu e Kunai, non con seni e culi!” Una parte di lei si sentì abbastanza mortificata per averlo detto. Un'altra parte – molto più grande- fu abbastanza soddisfatta, soprattutto quando Kakashi abbassò lo sguardo.
 
“Lo so.” Disse tranquillamente. “ Non è giusto, ma deve essere fatto, se non da te da qualcun altro, questo è il piano più sicuro,te lo assicuro.”
 
Sakura si allontanò infelicemente con ogni intenzione di congedare il suo ex insegnante per il resto del viaggio.
 
“ Ma ti sbagli su una cosa,” continuò.
 
Sakura digrignò i denti. “ Oh?”
 
“Mi è stato chiesto di dormire con vecchi disgustosi,” disse leggermente.” E per di più, l’ho fatto senza lamentarmi.”
 
La bocca di Sakura si spalancò leggermente e lanciò uno sguardo sorpreso al suo insegnante. L’imbarazzo che provò per tale ammissione fu bellamente superato dall’orrore.” Che cosa?”
 
Qualcosa che avrebbe potuto essere un rimpianto passò attraverso l’occhio di Kakashi prima di riaprire improvvisamente il suo libro e cominciare  a leggere. “ E’ successo tutto molto tempo fa,però,” disse in tono finale.
Fine della discussione.
 
Sakura deglutì a fatica. Quest’informazione era stata di troppo per i suoi gusti, ma non poté fare a meno di sentirsi un po’ onorata ( e inorridita) perché lo aveva confessato a lei. E al contadino anche.
Anche se secondo Sakura quell’uomo probabilmente non aveva sentito.
 
Quindi non erano solo le Kunoichi a doversi abituare a queste cose. Perché la cosa la sorprendeva tanto?  Dopotutto, sapeva perfettamente che niente era solo bianco o nero. Non tutti gli uomini desideravano donne. Ma ora Sakura si sentiva in colpa. Si lamentava piuttosto ad alta voce dell’ingiustizia del suo corpo che doveva essere usato in quel modo, mentre Kakashi era  già stato usato e scartato e aveva accettato tutto come un suo dovere.
 
“Mi dispiace.” Mormorò.
Lui scosse la testa, ma non distolse lo sguardo dal  libro. “ Non importa ora, volevo solo che capissi che so com’è,” fece un grande sospiro. “ Ma comunque hai detto tu stessa che hai esperienza, quindi almeno non ti troverai in un territorio sconosciuto, devi solamente sopportare l’uomo cattivo per un po’ e poi possiamo tornare a casa.”
 
A Sakura sarebbe piaciuto pensarla in quel modo, se solo non avesse mentito completamente sul fatto di avere esperienza.
 
Non aveva in mente nessun piano.
 
Lei stava andando in un territorio sconosciuto.
 
Ancora poche miglia lungo la strada, e finalmente Kakashi parlò di nuovo.” Cibo?”
 
“ Sì, per favore,” Sakura  tese la mano e prese il sacchetto di cibo che le aveva dato. Scartando il tovagliolo,ansimò di gioia. “ Mochi! Yum. Amo il mochi.”
 
C’è n’erano sei. Subito ne ficcò due in bocca, offrendone uno a Kakashi. Per un attimo sembrò sul punto di accettarlo, ma poi lasciò cadere la mano. “ Ho già mangiato prima di uscire.”
 
“ Questo non significa che non hai fame,” sottolineò. Non aveva trascurato quella mano impaziente.
 
“ Bene…”
 
“ Non mangerai ancora davanti a me?”
 
Kakashi alzò lo sguardo,sul punto di ribattere, quando i suoi occhi si spalancarono improvvisamente e lui indicò un punto dietro di lei.  “ Gai!”
 
“ Dove?!” contemporaneamente Sakura si girò per vedere dove stava puntando.
Non c’era nessuno lì.
 Quando si girò, tre dei mochi mancavano dalla sua mano e Kakashi stava masticando delicatamente sotto la sua maschera, con gli occhi attenti sul suo libro. “ Delizioso,” disse.
 
“….è stata una mossa bassa,” gli disse, completamente infastidita dal fatto che fosse riuscito a farla franca. Per un breve momento, aveva pensato che stesse per vedere cosa si celava sotto quella maschera.
 
“ Un ninja deve usare qualsiasi tattica necessaria per vincere,” replicò allegramente.
 
E’ così?  “ Ah…immagino,” finì l’ultimo mochi prima di strofinarsi le mani e piegare il tovagliolo.
“Bene,capisco perché non vuoi far vedere a nessuno, voglio dire, se il tuo viso è davvero peloso e brutto come dicono,penso che  indosserei anche io una maschera…”
 
Kakashi smise di masticare. Sakura osservò i cavalli, ignorandolo intenzionalmente.
 
Ma l’esca non abboccò all’ amo e Kakashi ritornò sul suo libro.
 
Non le piaceva che non rispondesse ai suoi bluff così, Sakura continuò con assoluta nonchalance.
“ Naruto pensava  che la indossi   perché hai le labbra siliconate.”
 
“ Che cosa ha detto?” chiese Kakashi.
 
“ Ma gli ho detto che era una cosa ridicola, insomma, vedresti il rigonfiamento sotto la maschera!”
Sakura finse una risata. “ Sasuke pensava che avessi i denti sporgenti, infatti ti ricordi di quella volta che per caso ti abbiamo dato quel panino all’argilla?”
 
“ Um…”
 
“ Beh non è stato un caso: in seguito abbiamo esaminato i segni dei denti e abbiamo scoperto che hai denti abbastanza dritti e uniformi,” proseguì. “ Così  abbiamo pensato…se non c’è niente di sbagliato con i tuoi denti, e le tue labbra sono di dimensioni normali…cosa ci potrebbe essere di così brutto da doverlo nascondere sotto una maschera?”
 
“ E?” Kakashi la stava guardando.
 
Sakura fece una pausa drammatica. “ Un labbro leporino!”
 
Kakashi sbatté le palpebre molto lentamente.
 
“ Ho ragione?” chiese lei.
 
Lui sospirò.” Non lo saprai mai…” e poi tornò a Icha Icha Chaos.
 
Sakura schiaffeggiò le mani contro il fieno. “No-lo so! E’ perché hai brufoli! Tanti brufoli,non è vero?”
 
“Perché non accetti le scommesse solo tra loro?” chiese seccamente.
 
“ Oh, lo facciamo,” disse lei,annuendo.” Come ho detto, Sasuke ha scommesso sui denti sporgenti, Naruto sulle labbra siliconate e io…um…”
 
“ Tu cosa?” chiese lui sollevando un sopracciglio.
 
Lei aveva scommesso sull’idea più probabile- che in realtà era veramente attraente, a giudicare dalle risposte delle poche persone che avevano avuto l’onore di intravedere il suo volto ( persone che spesso arrossivano e ancora più spesso svenivano quando cercavano di descrivere correttamente il volto del loro insegnate al curioso trio). Anche se era imbarazzante ammetterlo. “ Io…scommetto che hai una brutta verruca…” disse la prima cosa che le passò in testa.
 
Kakashi rifletté attentamente a quelle parole, prima di scrollare le spalle e riprendere il suo libro. Sakura fece schioccare la lingua. “ Posso vederla?” chiese lei.
 
“ Vedere cosa?”
 
“ La verruca.”
 
“Non c’è nessuna verruca.”
 
“ Oh,ammettilo, sei brutto, ecco perché non vuoi mostrare il tuo volto a nessuno.” Lo ammonì . “ Puoi mostrarmelo,sono molto brava a tenere sotto controllo le mie emozioni- non mi ritrarrò disgustata o altro, e inoltre, sto per entrare in intimità con un vecchio- Potrebbe farmi bene un  trauma prima di arrivare.”
Kakashi rimase impassibile.
“ Non lo dirò a Sasuke e Naruto,” offrì lei.
 
Non si mosse.
 
“ Beh, potrei dirglielo, ma non lo descriverò.”
 
Nessuna risposta.
 
“ Per favore?”
 
Niente.
 
“ TI prego per favore?  Per favore, ti prego per favore?” Strinse le mani come un mendicante. “ Ti…ti concedo un massaggio se mi fai vedere.”
 
Inclinò la testa.” Un massaggio?”
 
“ Sicuro!” affermò lei con entusiasmo. “ All’ ospedale sono piuttosto famosa nell’unità di fisioterapia, tutti m i chiedono sempre di massaggiare le loro maniglie dell’amore. Sono la seconda migliore massaggiatrice dopo Tsunade stessa- e sempre gli stessi pazienti dicono che sono la migliore perché pensano che lei sia un po’ troppo approssimativa.”
 
“ Bene.”  Kakashi si carezzò il mento attraverso la maschera. “ Non so di maniglie dell’amore o calli,ma puoi fare le mie spalle.”
 
Sakura quasi volò in extasy. “Me lo mostrerai!” squittì.
 
“ Solo un piccolo sguardo,” rispose lui freddamente.
 
Sakura cercò di calmarsi cercando di darsi un contegno….ma fallì in modo spettacolare. Stava aspettando questo momento da cinque anni! La sua eccitazione non poteva essere contenuta. Vide lui  piuttosto incurante spostare la mano sul suo viso e afferrare l’orlo del tessuto, sul punto di trascinarlo via dalla faccia…
 
“ Aspetta! “ Sakura balzò in avanti all’ultimo minuto, arrampicandosi sulla sua cassa di mele per afferrargli la mano e impedendogli di muoversi. C’era un po’ più di naso esposto, ma era ancora coperto. Kakashi sbatté le palpebre per la confusione.
 
“ Che cosa c’è?” chiese.
 
Sakura non lo sapeva. Stava aspettando qualcosa. Forse una marcia e un rullo di tamburi. Non aspettavi per ben cinque anni per vedere la faccia di qualcuno per poi scoprirlo così velocemente.
L’attesa era importante…perché fare tutto così velocemente e rovinarsi il momento con un finale così?
 
“ Più piano,” gli disse, rilasciando la sua mano. “ Non devi avere fretta per me.”
Le rivolse uno sguardo incappucciato. “ Vuoi che faccia anche uno spogliarello? Potrebbe essere un costo extra…potrei dover scoprire le mie maniglie dell’amore…”
 
“ Sensei, per favore.” Un broncio delicato si formò sul suo viso.  Lo stesso broncio che spesso faceva balbettare Naruto e costringeva Sasuke a fare qualunque cosa diavolo volesse purché la smettesse.
Era stato abbastanza efficace anche su Kakashi in passato. “ Era carino solo quando avevi dodici anni,” le disse.
Il broncio era accompagnato da ampi occhi lucenti e sopracciglia inclinate. I cuccioli ovunque la guardavano disgustati.
E Kakashi non era così immune come credeva. Con un sospiro,annuì. “ Bene,” disse.
 
Fedele alla sua parola, liberò il bordo della maschera e afferrò la benda sull’occhio. La stese sulla sua testa con un leggero strattone, esponendo il suo sharingan, e con movimenti deliberatamente lenti, piegò la striscia di pelle e la premette sulla mano di Sakura. La ragazza arrossì. Davvero stava facendo un spogliarello viso per lei?!
 
Quando il suo indice si agganciò nuovamente alla sua maschera, Sakura sentì una fitta di panico momentaneo. E se quello che stava per vedere l’avrebbe delusa? E se avesse immaginato la sua faccia per così tanto tempo che la realtà  non fosse stata all’altezza delle sue aspettative? E se fosse davvero brutto?
 
Ma prima che potesse avere ulteriori dubbi, la maschera era nascosta sotto il suo mento e il viso del suo insegnante era nudo per la prima volta da quando lo conosceva.
 
Tutto si rivelò stranamente tranquillo nella testa di Sakura.
 
Con un lieve cipiglio,allungò la mano lentamente e affondò le dita nei capelli su entrambi i lati del viso. Ignorò la sensazione strana che le diede all’inizio e iniziò semplicemente a sfiorare con le dita  le ciocche ruvide, sistemandole sul viso. Le sue belle dita sfiorarono la sua testa, mentre pettinava i capelli che probabilmente non erano stati vicino a un pettine per oltre tredici anni. Quando ebbe finito, si sedette e lo esaminò.
 
Poi le risate si riversano dentro di lei come l’acqua in una sorgente. Il colore esplose nelle sue guancie e lei gli puntò un dito contro colpita da una gioia infantile. “ Ah.” Gridò lei ad alta voce.
“ Lo sapevo!”
 
Kakashi era sconcertato. “ Sapevi cosa?”
 
“ Lo sapevo,lo sapevo, lo sapevo!” in attimo era in piedi , si arrampicò sulle balle di fieno per afferrare il carretto. “ Contadino-san, ho ragione vero?” chiese ad alta voce. “ Non è quell’uomo là dietro la cosa più bella che tu abbia mai visto?”
 
L’autista sbirciò da sopra la sua spalla curiosamente verso la ragazza e poi Kakashi, che sembrava volesse cadere dal carro nella speranza che la terra lo inghiottisse. Il vecchio contadino arrossì leggermente e tornò a guardare la strada, borbottando qualcosa tra sé e sé.
Sakura tornò alla cassa di Kakashi, mantenendo un espressione strana come quella di un biondo idiota.  >” Vedi. Vedi,vedi!” si sistemò davanti a lui.  “ E tu hai una verruca!”
“È un neo di bellezza.” La corresse con calma.
Sakura lo toccò felicemente dove si trovava a tre centimetri del suo mento. “ Ed è così carino!” lei ridacchiò. “ Ora perché lo vuoi coprire con questo su?”
 
Kakashi la guardò senza espressione, lo stesso sguardo che le aveva dato cento volte in passato, ma questa volta significava qualcosa di diverso. Le sue labbra erano rivolte in un leggero sorriso. Quante volte aveva sorriso in passato e lei se lo era perso? “ Ho delle allergie,” disse con un’alzata di spalle.
 
Sakura divorava il modo in cui le sue labbra si muovevano quando parlava, nonostante il fatto che ciò che era appena uscito fosse una completa bugia. “ Se avessi allergie, non saresti seduto in mezzo a tutto questo fieno,” gli ricordò.
 
“ Ah…beh,son un ipocondriaco, vedi, tutti questi germi invisibili..”
Probabilmente un’altra bugia. Sakura pensò che probabilmente non le avrebbe mai detto perchè  indossava una maschera. Ma per ora era solo contenta di sapere cosa ci fosse dietro. Gli rivolse un grande sorriso e gli disse: “ Grazie, sensei.”
 
“ Non devi ringraziarmi di niente,Sakura,” le rispose, un po’ imbarazzato. Era strano vedere l’intera espressione dopo aver visto sempre solo una piccola parte di esso per così tanto tempo. La sua intera espressione rendeva tutti i suoi sorrisi finti solo più ovvi.
Sakura scosse la testa. “ No, davvero,” disse. “Grazie.”
 
Il suo sorriso si trasformò in qualcosa di genuino. Sakura si risvegliò di colpo. Il suo sorriso era pigro e indolente come i suoi occhi.
 
Era così incredibilmente Kakashi.
 
Passò un momento in cui si limitarono a sorridere di soppiatto.
 
È davvero molto bello…forse più di Sasuke…
 
“ Ok” Sakura batté le mani per rompere l’incantesimo e si trasferì a sedere sulla balla di fieno. “ Se vuoi un massaggio, metti le tue spalle qui,” disse, accarezzando il bordo della balla tra le sue ginocchia.
 
La maschera ritornò di nuovo su, uscì il libro, e in pochi istanti ritornò tutto com’era prima. Solo un piccolo sorriso segreto, giocava delicatamente sulle labbra di Sakura.
Avrebbe dovuto aspettare di ritornare a casa, per poterne parlare con  Naruto e Sasuke! Se diventare per prima jonin non li aveva fatti ammalare di invidia, questo senza dubbio li avrebbe fatti schiattare sul colpo. 
  
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