Colori di una vita tra mani gelide ed inerte,
come il fusto di un albero rovinato dal candido odore invernale
dopo una lunga ed intensa stagione rovente e piena di emozioni.
Malinconiche ore passavano tra il vento,
come le note di una struggente canzone che colpiva il cuore
con pugnali affilati abbastanza da uccidere l'anima
e il ricordo di una serenità impossibile
che svaniva tra il sudore della tua giovane mente
per non farne più ritorno.
Quell'angolo buio e devastato,
pieno di lacrime e spine usate per autodistruggersi sul momento
e per far svanire quell'enorme dolore che provocava solo lunghi fiumi di sangue,
di un rosso intenso,
segno di una vita passata tra le foglie
e l'assordante vento che ti colpivano inaspettatamente alle spalle,
nonostante fossi già sparita dallo sguardo del Mondo.
La lunga attesa straziante portava il pensiero ad un'antichità mai vissuta,
ma familiare,
piena di dolori e ferite mai rimarginate.
Quelle lancette così grezze che si esaurivano con il tempo,
non lasciavano momenti di respiro,
ma solo lunghi ed interminabili momenti di agonia,
accompagnata ai sensi di colpa per qualcosa mai fatta o desiderata.
Ormai era troppo tardi per tornare indietro
e il percorso era già segnato;
lunghi segni che ti penetravano nella pelle e rilasciavano puro sangue gelido,
pieno di rancore e malvagità,
che conduceva il cervello alla distruzione per lo scontro finale.
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