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Autore: Soul_light04    15/06/2019    1 recensioni
Midoriya e Todoroki sono compagni di classe e amici dai tempi del liceo, tuttavia sono innamorati l’uno dell’altro, ma non lo ammetterebbero mai. Entrambi pensano di non essere ricambiati, nonostante tutta la facoltà – inclusi i professori – si sia accorta dei sentimenti dei due. Ma cosa succederebbe se il loro gruppo di amici decidesse improvvisamente di farli mettere insieme?
[Tododeku - Todoroki Shouto x Midoriya Izuku // lievi accenni alla Kiribaku] [NoQuirks!AU] [Friends to lovers]
Genere: Commedia, Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai, Yaoi | Personaggi: Izuku Midoriya, Katsuki Bakugou, Ochako Uraraka, Shouto Todoroki
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Izuku Midoriya era certo che la sua giornata sarebbe potuta iniziare meglio, ma non si lamentava: prima di tutto, la sveglia non era suonata e aveva dovuto abbandonare il suo caldo letto in fretta e furia, uscire di casa senza aver messo nulla nello stomaco e con una matassa di capelli facilmente confondibile – più del solito – con un cespuglio. Per un soffio non aveva perso l’autobus, ma almeno da quel momento in poi la mattinata prese una piacevole piega, poiché Shouto Todoroki, sua millenaria cotta, attendeva il suo arrivo appena fuori dal cancello dell’università, con due caffè d’asporto tra le mani.
Mentre si dirigevano verso l’Aula 125, che avrebbe ospitato la prima lezione della giornata, Shouto gli spiegò che aveva intuito il suo ritardo dal fatto che non avesse risposto alla sua chiamata. E in effetti, Izuku aveva dimenticato il cellulare nell’appartamento.
La grande aula era quasi piena, tuttavia individuarono Tenya Iida e furono ben contenti di sapere che i posti al suo fianco erano riservati proprio per loro.
“Grazie mille, Iida” Sospirò Izuku sedendosi.
“Di nulla, ma la prossima volta che arrivate in ritardo non aspettatevi che vi tenga i posti! Il professor Aizawa sta per arrivare, e sapete bene quanto siano duri i suoi esami” Sibilò Tenya muovendo meccanicamente le braccia, come suo solito. Shouto e Izuku si lanciarono uno sguardo e gli promisero che sarebbe stata l’ultima volta.
Izuku non si accorse dell’arrivo del professor Aizawa e nemmeno dell’inizio della lezione. Tra sé e sé, rimuginava sul ragazzo al suo fianco, Shouto. Lo aveva conosciuto alle superiori e già dal loro primo incontro era rimasto sbalordito da tanta bellezza; il ragazzo vantava, infatti, una perfetta pelle diafana, i capelli perfettamente divisi a metà bianchi come la neve sulla destra e vermigli come il fuoco sulla sinistra. Anche gli occhi erano eterocromatici, uno grigio perla e uno azzurro come il cielo terso, cerchiato da una misteriosa cicatrice rosata. Ciò che chiunque avrebbe definito un difetto, una deturpazione, a Izuku sembrava solo un tocco di fascino in più. Shouto era alto, quasi quanto Tenya, ed era slanciato e tonico.
Inizialmente Izuku non avrebbe mai pensato di innamorarsi di uno come lui, che appariva così freddo e distaccato, quasi disinteressato a qualunque cosa accadesse nel mondo esterno, nonostante fosse sempre stato cortese con tutti i suoi compagni di classe. Poi, in seguito, Izuku venne a conoscenza delle sue origini borghesi, della pressione del padre per crescerlo come la sua esatta copia e di come la madre, non sopportando la somiglianza tra il lato sinistro di Shouto e suo padre, gli avesse tirato dell’acqua bollente, procurandogli quella cicatrice attorno l’occhio azzurro. Lui e Izuku si conobbero davvero poco prima del Festival Sportivo, dove entrambi parteciparono con tutte le loro forze. Il secondo si ruppe addirittura un braccio.
Nel corso degli anni, la loro amicizia s’era consolidata tanto da diventare indissolubile. Per Izuku, era stata una piacevole scoperta l’iscrizione di Shouto alla stessa università, per di più avrebbero frequentato i corsi insieme a Iida.
“Midoriya! Cos’ha di tanto interessante il viso del tuo vicino da distrarti dalla mia lezione?” Il professor Aizawa lo richiamò e per un attimo Izuku volle sotterrarsi. Chiese scusa e seguì attentamente il resto della lezione, ignorando lo sguardo penetrante che sentiva addosso.
Shouta Aizawa era certamente l’insegnante più severo che Izuku avesse mai conosciuto: durante la lezione non tollerava rumori che non fossero di carta e penna per prendere appunti, agli esami non si faceva scrupoli, chiedendo tranquillamente tutto il programma e, prima del loro arrivo, non erano in molti a passarli subito.
Egli era un uomo non particolarmente vivace, tra i trenta e i trentacinque anni, con due profonde occhiaie sotto i piccoli occhi scuri e i capelli corvini lunghi fino alle spalle. Portava sempre tute dalle tonalità scure e gli unici accenni di colore sulla sua figura erano la pelle pallida, le sottili labbra d’un rosa chiarissimo e una sciarpa grigiastra che indossava perennemente al collo. A renderlo un personaggio ancora più tetro erano le occhiate truci che lanciava a chiunque.
“Ho qualcosa di strano sulla faccia?” Gli sussurrò Shouto.
Izuku arrossì e scosse la testa: “No, no. Scusa per prima, ero solo… sovrappensiero”.
“SHH! State zitti per favore!” Farfugliò furioso Tenya.
I due si costrinsero a non ridacchiare, ma non fiatarono fino all’ora di pranzo.
 
 
 
“Iida forza, racconta!” Lo incitò Ochaco Uraraka, seduta di fronte al ragazzo. Attese con occhi spalancati e pieni di aspettativa che ingoiasse la cucchiaiata di stufato che aveva in bocca, attirando l’attenzione di Katsuki Bakugou e Eijirou Kirishima, di fianco a loro.
“Occhi a Palla, mi stai irritando” Disse Katsuki, “smettila di fissarlo”.
“Suvvia Bakugou, non sei curioso di sapere cos’è successo?” Lo incalzò Eijirou.
“Non so di cosa tu stia parlando, Capelli di Merda! Spiegati!” Sbottò Katsuki mettendosi a braccia conserte e lanciando occhiatacce ad entrambi.
“È evidente che qualcosa sia successo”, intervenne Ochaco, “perché altrimenti Deku e Todoroki non si sarebbero allontanati così di soppiatto e Deku non sarebbe così rosso in viso”.
“Ma è possibile che pensiate sempre ai problemi di cuore di MerDeku? Mandatelo da un cardiologo e facciamola finita!”
Tenya si schiarì la gola e si aggiustò gli occhiali, attirando l’attenzione degli altri tre: “Oggi Aizawa ha beccato Midoriya a fissare Todoroki. E stamattina Todoroki mi ha chiamato per avvertirmi che Midoriya sarebbe forse arrivato in ritardo e che lui stava andando a prendergli un caffè”.
“E ora sono tornati in aula perché Todoroki ha dimenticato un libro, o almeno così ha detto” Si affrettò ad aggiungere.
Per fortuna il fragore della mensa coprì gli acuti strilli di Ochaco, che batté le mani e chiese soddisfatta: “Quindi finalmente si sono messi insieme?”.
Tenya scosse la testa, con grande delusione della ragazza.
“Seriamente quei due non hanno ancora capito i loro sentimenti? Eppure io e il mio Bakubro ci abbiamo messo meno di un anno” Rifletté Eijirou passando il braccio attorno alle spalle dell’altro.
“Fermo tu, Capelli di Merda!” Esclamò fintamente disgustato, cercando di scrollarselo di dosso.
Mentre Eijirou e Katsuki intraprendevano una giocosa lite e Tenya roteava gli occhi alla loro infantilità, tornando a godersi il suo stufato, Ochaco creò nella sua mente un piano per farli mettere insieme.
E le venne in mente un’idea semplice ma geniale.
“Ragazzi, ragazzi, ascoltatemi!” Ochaco, più entusiasta che mai, balzò in piedi e spiegò loro il piano: “allora, fingiamo di organizzare un’uscita con Deku e Todoroki, ma il giorno stesso diamo tutti buca o a uno o all’altro – non devono capire il nostro intento – e li seguiamo di nascosto. Potremmo anche farli scontrare, o magari cadranno da soli l’uno sull’altro! O forse Todoroki prenderà Deku per le spalle e si avvicinerà al suo volto e lo bacerà dolcemente, oppure Deku potrebbe dichiararsi per primo e…”.
Katsuki e Eijirou fermarono in tempo il suo blaterare – abitudine che aveva preso da Izuku, durante i loro anni di magnifica amicizia – prima che i due diretti interessati giungessero al tavolo, parlottando tra loro. Izuku annuiva di tanto in tanto, le guance dall’adorabile tonalità rosa, mentre Shouto lo fissava con dolcezza e con le labbra leggermente incurvate all’insù. L’amore che provavano per l’altro traspariva da ogni poro, ed era evidente a tutti tranne che ai diretti interessati.
“Ehi ragazzi, di che parlavate?” Domandò Izuku sedendosi accanto a Tenya con un piatto di katsudon in mano. Shouto prese posto, invece, vicino ad Eijirou, soffiando sulla soba per raffreddarla.
“Ehm… ci stavamo organizzando per uscire, sai, domani… per andare a prendere un caffè… voi che ne pensate, ci sarete?” Disse Eijirou. Tenya roteò di nuovo gli occhi, ma rispose che sarebbe stato presente in quanto opportunità per conoscersi meglio e instaurare o incrementare un rapporto di fiducia.
Ochaco accettò ridacchiando nervosamente e Katsuki sbuffò, pensando che tanto non sarebbe stato presente in nessun caso.
“A me va bene! E tu Todoroki, ci sarai?” Disse Izuku guardando l’altro sperando in una risposta positiva. Shouto fece spallucce, e fu una vittoria per Ochaco, che passò il resto della giornata ad escogitare piani su piani per seguirli e riuscire nel loro intento.
 
 
 
“E cosi vorresti aiuto per dichiararsi a Midoriya, eh?”
Shouto annuì, sentendo le guance scaldarsi. Abbassò lo sguardo dagli occhi maliziosi di Mina Ashido, sentendola ridacchiare per la soddisfazione.
“Beh, caro Todoroki, sei nel posto giusto! Accomodati pure!” Lo invitò Mina facendosi da parte. Shouto la ringraziò e non restò affatto sorpreso quando, entrato nell’appartamento che Mina condivideva con Tooru Hagakure, Momo Yaoyorozu e Kyoka Jirou venne travolto da un’esplosione di rosa: le pareti erano completamente dipinte in rosa shocking, il divano e il tappeto erano bianchi e un televisore mastodontico era posizionato su un mobile dallo stesso colore dei maialini a pois neri e dal dubbio gusto.
Udì l’assordante chitarra elettrica di Kyoka, che trascorreva il minor tempo possibile in salotto, odiando il vivace colore dominante. Da quel che si diceva in giro, lei e Momo avevano perso una partita a sasso-carta-forbici contro Tooru e Mina.
“Siediti, siediti! Vado a chiedere a Momo se può prepararti una tazza di tè” Prima che Shouto potesse anche solo aprire bocca, la ragazza si fiondò in un’altra stanza proprio quando sulla soglia apparve Tooru.
“Oh, abbiamo ospiti?” Chiese. Lo salutò allegramente e poi sparì anche lei, dichiarando di star andando a chiamare Kyoka.
“Todoroki, che piacere vederti!” Disse Momo. Kyoka annuì in accordo e si sedettero intorno a lui, volendo ascoltare ciò che aveva da dire.
Shouto, con le guance ancora più rosse di prima, dichiarò alle ragazze il suo intento: “Vorrei dichiararmi a Midoriya”.
Tre bocche si spalancarono per lo shock, o almeno così sembrò a Shouto. In realtà, le quattro sapevano benissimo dei sentimenti che Midoriya provava per Todoroki e che lo stesso Todoroki ricambiava – in realtà, ne erano consapevoli più o meno tutti. Tenya, ad esempio, non si sorprenderebbe se anche il professor Aizawa ne fosse a conoscenza.
“Ah, che bella notizia!” Disse Momo, ridacchiando sotto i baffi. Kyoka annuì e si morse forte il labbro e Tooru batté le mani, felice.
“Comunque non saprei… come dichiararmi” Aggiunse Shouto, torcendosi le mani per il nervosismo. Erano almeno tre anni che si era reso conto di provare qualcosa per Izuku, e da due aveva identificato quel qualcosa come amore. Semplicemente amore, quello che non aveva mai sentito per nessuno se non per sua madre. Quello che mai aveva ricevuto, se non da parte di Izuku e dei suoi amici.
“Innanzitutto, dovreste smetterla di chiamarvi per cognome” Sentenziò Kyoka, “e che ne so, prova ad invitarlo ad un appuntamento”.
“Potreste andare al cinema, o magari a prendere un caffè. Qualcosa di semplice, almeno come primo appuntamento” Disse Tooru. Mina schioccò le dita e, senza dire nulla, corse in camera e tornò un attimo dopo con in mano due biglietti del cinema.
Porgendoli a Shouto, si spiegò: “Questi li ho vinti l’altro giorno. Potresti andare a vedere il nuovo film di All Might o come si chiama, so che a Midoriya piace molto, o sbaglio?”.
“Sì, gli piace molto” Mormorò Shouto guardando i biglietti, come incantato. Sorrise e li inserì nel portafogli.
“Per la dichiarazione potresti portarlo in un posto romantico, magari con la luce del tramonto ad illuminargli il viso. È sicuramente molto romantica come scena, non trovate?” Propose Momo con aria sognante. Lanciò un’occhiata impercettibile a Kyoka, quasi a darle un suggerimento.
“Ci sta! Come vorrei che il mio futuro ragazzo mi si dichiari così…” Esclamò Tooru, “e dovresti fare uno di quei discorsi strappalacrime che si vedono negli anime shoujo o, nel vostro caso, negli yaoi. Sono sicura che Midoriya lo adorerebbe!”.
“Perché non ti guardi qualche anime yaoi per cominciare?” Suggerì scherzosamente Mina, ma vedendo l’espressione confusa di Shouto, Momo dovette aggiungere: “No no, non ce n’è assolutamente bisogno, prima che tu ti confonda le idee”.
Shouto guardò nervosamente uno sguardo all’orologio, cercando una scusa per levare il disturbo; non gli stava piacendo affatto la piega che stava prendendo quella conversazione e, ormai, sembrava avere le idee chiare per la dichiarazione.
“Ehm… io dovrei andare, si sta facendo tardi” Disse alzandosi dal divano. Salutò le ragazze con la promessa di rivedersi presto e di aggiornarle sulla situazione con Midoriya, le ringraziò un’ultima volta e se ne andò.
Shouto si godette la fresca aria primaverile, perdendosi in immagini di Izuku e del suo sorriso, le meravigliose lentiggini cosparse sul viso che gli ricordavano tanto le costellazioni e i suoi morbidi capelli ricci.
 
 
 
Izuku non stava più nella pelle; quel pomeriggio, dopo tanto tempo, sarebbe uscito con il suo gruppo di amici, composto da Shouto – la sua cotta, Tenya, Kacchan – suo amico d’infanzia, Eijirou e Ochaco.
L’aria primaverile gli scompigliava i capelli e gli sfiorava dolcemente le guance e la schiena. Camminò a passo fintamente disinvolto verso la caffetteria per nascondere la sua eccitazione e si piantò di fronte all’ingresso, di tanto in tanto lanciando occhiate impazienti all’orologio da polso. Per l’occasione, Izuku indossava una maglietta bianca, rossa e gialla con lo stemma del suo eroe preferito, All Might – protagonista di una serie di film che lasciava Izuku tramortito e ammagliato ogni volta che li riguardava – e dei semplici blue jeans.
“Midoriya”
Il ragazzo sussultò e si voltò, trovandosi faccia a faccia con Shouto, che portava una maglia turchese, un paio di pantaloni neri e una giacca di jeans. Era incredibile il modo in cui sembrasse perfetto persino vestito in modo così normale.
“O-Oh, ciao T-Todoroki!” Balbettò Izuku, “Iida e Uraraka mi hanno mandato un messaggio, poco fa. Dicono che hanno un impegno improvviso e che non possono venire”.
Le labbra di Shouto si separarono leggermente, segno che era sorpreso: “Bakugou e Kisishima mi hanno detto lo stesso ieri sera”.
“Strano!” Commentò Izuku, ma il suo cervello eliminò subito quel pensiero quando Shouto, con la sua solita eleganza e disinvoltura insieme, entrò nel caffè e gli fece cenno di seguirlo, dicendo: “Non vorrai mica sprecare il pomeriggio, vero?”.
Si sedettero ad un tavolino attaccato alla vetrata, dove Izuku si perse qualche secondo ad osservare una vecchietta passeggiare con un grazioso cagnolino. Il caffè era abbastanza tranquillo, se non per una signora vestita totalmente in viola che bisbigliava ai suoi accompagnatori, due giovani damerini, qualcosa che non giunse alle orecchie di Izuku, e un uomo d’affari che batteva furiosamente i polpastrelli contro la tastiera del portatile, lanciandogli occhiate di sottecchi che né Izuku né Shouto colsero minimamente.
Una cameriera dai capelli neri con riflessi verde smeraldo in tinta sia con il vestito indossato che con gli occhi di Izuku prese le loro ordinazioni, venendo poi chiamata al tavolo della signora in viola.
“Midoriya” Lo chiamò Shouto, “Midoriya… Midoriya”
“Todoroki…? C’è qualcosa che non va con il mio nome?” Disse, sentendosi mortificato nonostante il suo cognome non fosse qualcosa di cui attribuirgli la colpa.
“No!” Si affrettò a dire, “cioè sì, volevo dire… ehm… se vuoi puoi anche chiamarmi per nome. Non ci vedo nulla di male, è da tanto che ci conosciamo”.
Izuku lo squadrò stranito, tuttavia sorrise e annuì energicamente: “Allora mi aspetto che tu faccia lo stesso con me, Shouto”.
“Va bene, Izuku”
Al suono del suo nome, un velo di rosso si stese sulle guance di Izuku.
La cameriera portò loro un tè freddo e un caffè macchiato rispettivamente per Izuku e per Todoroki, ma mise in mezzo a loro anche un piattino in ceramica sopra il quale c’era un adorabile biscotto con le gocce di cioccolato.
“In realtà non l’abbiamo ordinato noi” Dissero insieme.
La ragazza annuì e sorrise maliziosamente: “questo lo offre la casa, sa, è il nostro format per i primi appuntamenti”.
Izuku sembrò arrossire fino alla punta dei piedi, ma anche Shouto si diede da fare, poiché gote e orecchie assunsero una tonalità più scura dei suoi capelli a sinistra. Era incredibilmente imbarazzato e pure Midoriya, cieco com’era, poté intuirlo e lo trovò incredibilmente dolce e carino.
Non ebbero il tempo di risponderle che la cameriera andò via, venendo subito sostituita da un altro.
“Ehilà” Il cameriere sconosciuto salutò Izuku con sguardo ammagliante, facendogli l’occhiolino. Shouto sembrò volerlo incenerire con lo sguardo, specialmente quando questi si dilungò sulla morbidezza apparente dei suoi cappelli, dicendo cose del tipo: “Sono davvero belli… che magnifico colore… paiono più morbidi di una nuvola… posso toccarli?”.
E Izuku, sia perché troppo gentile sia troppo imbarazzato e infastidito, acconsentì, sperando che se ne andasse presto.
“Ah, g-grazie” Borbottò, lanciando un’occhiata a Shouto. Sorseggiò il suo tè freddo, mentre il cameriere passò dall’elogiare i suoi capelli a tentare un ulteriore approccio con le lentiggini, definendole ‘adorabili puntini sparsi sulla sua faccia’.
Fu quando allungò un dito per toccargli le guance che Shouto scattò, schiarendosi rumorosamente la voce.
“Sì, hai proprio ragione, le lentiggini di Izuku sono adorabili” Intervenne Shouto in tono d’ovvia impazienza. Solo in quel momento, il cameriere parve accorgersi della sua esistenza e gli lanciò uno sguardo di sfida e di malizia a un tempo.
“E non immagini quanto sia meraviglioso il suo sorriso, mi spiace che tu non avrai mai l’opportunità di vederlo” Continuò Shouto, sfidandolo a sua volta a ribattere. Izuku, nel frattempo, parve voler affogare nel suo tè freddo: i vari complimenti del cameriere lo imbarazzavano e un po’ lo infastidivano per la loro evasività, ma le belle parole che Shouto gli stava dedicando e, Izuku lo sapeva, aveva dedicato solo a lui lo lasciavano stupito, più che imbarazzato e, soprattutto, causavano una sensazione di groppo in gola e un vuoto alla bocca dello stomaco.
“Beh, il tuo ragazzo ti deve amare davvero tanto per dire cose così belle sul tuo conto” Il cameriere, finalmente, sorrise normalmente e filò via. Shouto aspettò che fu sparito dietro il bancone per rivolgersi di nuovo a Izuku.
“Izuku, mi dispiace averti messo in imbarazzo. Solo che credevo ti infastidisse, così…” Mormorò Shouto, ma Izuku lo interruppe scuotendo la testa e sorridendogli brillantemente.
“No, no, hai fatto benissimo. Inoltre…” Disse torcendosi le dita, “sono felice che tu pensi queste cose di me. C-Cioè, sempre che tu le pensi davvero, magari le hai dette solo per farlo andare via velocemente; ora non voglio insinuare che tu sia un bugiardo, non lo penserei mai, era-”.
“Sì, penso davvero tutto ciò che ho detto” Shouto ammiccò, rischiando di ridurlo ad un lampeggiante per i livelli sovrumani di rossore sul suo viso.
Una volta che i bicchieri furono vuoti e che il biscotto gentilmente offerto dalla cameriera fu diviso e mangiato, Shouto e Izuku si alzarono per pagare. Quest’ultimo fece per prendere il portafogli dalla tasca posteriore, ma Shouto lo fermò offrendosi di pagare tutto.
“Assolutamente no!” Protestò Izuku gonfiando le guance come un bambino. Shouto ridacchiò e, dopo varie insistenze, riuscì finalmente a convincerlo a pagare anche la sua parte. 
Fecero una veloce passeggiata in centro, prima che Izuku chiedesse a Shouto cosa volesse fare. Il ragazzo rimuginò in silenzio, fino a quando non si ricordò di avere due biglietti del cinema nel portafoglio, che estrasse un’altra volta.
“S-Shouto? Non vorrai mica pagarmi di nuovo qualcosa!” Si lamentò Izuku incrociando le braccia.
Shouto scosse la testa e sventolò i biglietti davanti al viso di Izuku, spiegandosi successivamente: “Un’amica me li ha regalati giusto ieri e se non sbaglio oggi è uscito il nuovo film di All Might. Potremmo andare a vederlo…”
Si interruppe vedendo Izuku a bocca aperta, non sapendo dire se fosse piacevolmente sbalordito o se non gli importasse.
“…solo se ti va, ovviamente” Finì in fretta.
“Oddio Shouto tu non hai idea di quante volte io abbia provato a prenotare i biglietti, ma erano già finiti! Davvero vuoi andarci con me? Ne sarei davvero molto felice!” Izuku, preso dalla frenesia di poter vedere subito il film “All Might – l’eroe leggendario”, gli salto al collo e lo strinse forte.
Shouto ricambiò impacciatamente, rigido come uno stoccafisso; sorrise, pur sapendo che Izuku non potesse vederlo, ma l’abbraccio finì velocemente come era iniziato. Izuku, rosso in viso e imbarazzatissimo, mormorò qualcosa sull’avviarsi prima che fosse troppo tardi.
Con loro grande fortuna, arrivarono al cinema venti minuti prima dell’inizio dello spettacolo delle 17:40, presero i posti e si sedettero, non prima di aver preso un grande cartone di pop corn “Plus Ultra” da dividere e delle bibite – Midoriya insistette per pagare, questa volta.
Poco prima dell’inizio del film le luci si abbassarono fino a lasciare gli spettatori quasi completamente al buio.
“Per la dichiarazione potresti portarlo in un posto romantico” In quel momento, le parole di Yaoyorozu risuonarono nella testa di Shouto. Con la coda dell’occhio guardò Izuku, concentrato sullo schermo. I suoi occhi scintillavano, meravigliosi e pieni di vita e le morbide labbra erano incurvate leggermente all’insù, le lentiggini erano quasi invisibili data l’assenza di luce e i suoi capelli parevano quasi neri. Che fosse quello il momento giusto per dichiararsi? Ma davvero esisteva un momento giusto? Sua sorella Fuyumi avrebbe risposto, tranquilla, che ogni momento era adatto per una dichiarazione, perché sarebbe stata la dichiarazione stessa a renderlo speciale e memorabile. Non che avessero mai toccato certi argomenti, nelle loro conversazioni.
Aprì la bocca per parlare, ma venne interrotto dalla tema iniziale di All Might, e una scritta rossa, contornata di bianco e su sfondo giallo apparve sullo schermo, attirando l’attenzione dei presenti e costringendo Shouto a scacciare, almeno per quel lasso di tempo equivalente alla durata del film, della dichiarazione e di tutto il resto.
Si godette il film, i pop corn – che, stranamente, erano davvero Plus Ultra per quanto gustosi – e le espressioni stupefatte, felici, tristi o impaurite che Izuku aveva dipinte sul viso nelle varie del film, che perdeva la sua attenzione nel momento in cui la sua mano destra sfiorava la sinistra dell’altro per prendere i pop corn, o quando si aggrappava al suo braccio nei momenti di maggiore tensione. In certe occasioni udì addirittura la signora in viola del caffè ridacchiare e bisbigliare, ma pensò che fosse solo un miraggio.
 
 
 
Shouto si accorse di essere stato seguito tutto il pomeriggio quando incontrò la strana signora in viola, i suoi scagnozzi-damerini e l’uomo d’affari al parco dove, finito il film, aveva portato Izuku per sgranchirsi le gambe, e lo stesso valse per la cena, dove li ritrovarono misteriosamente in un tavolo accanto e in uno dietro di loro.
Capì che si trattava quasi sicuramente di Iida, Bakugou, Kirishima e Uraraka quando sentì quest’ultima schiamazzare alla vista di Izuku che gli asciugava l’angolo delle labbra rimasto sporco dalla coppa di gelato che aveva preso come dolce. Non che si aspettasse di essere pedinato dagli agenti segreti, ma ora gli impedimenti di cui avevano parlato avevano improvvisamente più senso. Ma perché li avevano lasciati soli? Che Mina e le altre li avessero avvertiti che Shouto avrebbe voluto dichiararsi il prima possibile?
Uscirono dal ristorante per tornare a casa, ma Shouto aveva altri piani: approfittando della folla e della confusione del gruppetto di giovani stalker, prese Izuku per mano e lo trascinò sulla riva del fiume, ben nascosto da occhi indiscreti.
L’acqua cristallina scorreva indisturbata dinanzi a loro, che erano con la schiena appoggiata a delle palafitte di legno installate per impedire la balneazione. Con il viso rivolto verso il cielo tinto di rosso, marrone, arancione e giallo, l’aria primaverile perennemente presente in quel periodo, i due stavano assistendo al tramonto. Erano giunti in quel piccolo paradiso attraverso una stradicciola in ghiaia.
“È bellissimo” Sussurrò Izuku. Spesso si dimenticava di quanta bellezza si nascondesse nel mondo, specialmente nelle piccole cose, quelle a cui si è già abituati. Sorrise dolcemente a Shouto, che ricambiò.
“Izuku, ti ho portato qua perché devo dirti una cosa” Iniziò Shouto voltandosi verso l’altro, che lo guardò perplesso, “in realtà è da tanto che non vorrei dirtelo, ma non ho mai trovato il momento o l’attimo giusto e… beh, diciamo che mi imbarazzava dirtelo”.
Gli occhi smeraldini di Izuku s’illuminarono di curiosità, bastò un solo sguardo a indicare a Shouto di continuare. Aveva attratto a sé la totalità della sua attenzione e del suo interesse, come una falena viene attirata dalla luce.
“E ciò che voglio dirti è che… sì insomma, io…” Ma prima che Shouto potesse spiccicare un’altra parola, venne interrotto un’altra volta.
“Buonasera Todoroki, Midoriya” Li saluto Mina Ashido in persona, accompagnata da Mineta Minoru, che sventolò semplicemente la mano, comodamente seduto nel cestino della bicicletta della prima. I ragazzi ricambiarono educatamente.
“Allora” Disse, rivolgendosi a Shouto, “ti sei già dichiarato?”.
A Izuku gelò il sangue nelle vene: Shouto era innamorato di qualcuno? E aveva intenzione di dichiararsi? O forse si era già dichiarato e gli voleva semplicemente dare la notizia in quanto sono amici da molto tempo. Non poté fare a meno di chiedersi chi fosse la fortunata o il fortunato e, purtroppo per lui, il suo animo si macchiò d’una lacerante invidia verso la persona sconosciuta. Nemmeno prestò attenzione alle parole scambiate tra Mina, Shouto e Mineta e a malapena li salutò quando se ne andarono.
Izuku venne però travolto dai suoi doveri di amico – se non migliore amico – di Shouto e, seppur con le lacrime agli occhi, si costrinse a dire: “S-Shouto, così hai trovato l’amore… sono mo-molto felice per t-te. Ti… ti auguro di fid-fidanzarti con que-questa persona”.
Il viso del ragazzo venne deturpato dal pianto, il suo corpo scosso da singhiozzi e, finalmente, i suoi sentimenti furono chiari pure a Shouto.
Contro ogni aspettativa di Izuku, il bicolore rise. Rise di gusto.
“Izuku, potresti almeno ascoltare la mia dichiarazione prima di lasciarti andare a questi inutili discorsi?” Chiese.
Il ragazzo spalancò occhi e bocca, assomigliando ad un pesce lesso – un adorabile pesce lesso. Le labbra tremarono per qualche secondo e Shouto capì, posandovi sopra le proprie. Fu un bacio semplice, casto, che non durò più di qualche secondo. Izuku, nonostante tutte le storie che avesse letto e sentito riguardo il primo bacio, non era minimamente preparato ad un contatto così bello. Ed evidentemente nemmeno Shouto lo era, poiché si passò delicatamente le dita sul labbro inferiore con un’espressione confusa e ammaliata.
Fu il turno di Izuku ridere.
“Ah, ecco dov’eravate!” Esclamò d’un tratto la voce di Ochaco.
“U-Uraraka?!” Strillò Izuku, arrossendo come un peperone al pensiero che i suoi amici avessero assistito al loro bacio o, peggio ancora, a tutta la dichiarazione di Shouto e al suo discorso.
“Sì MerDeku, so cosa stai pensando, ed è esattamente così” Katsuki sogghignò, divertito. Izuku, morente dall’imbarazzo, nascose il viso nel petto di Shouto, che lo circondò con le proprie braccia.
“Siete davvero carini insieme” Disse Eijirou, lanciando un’occhiata eloquente a Katsuki, che sbuffò e lasciò che l’altro si appoggiasse contro di lui.
Tenya, spuntando da dietro un cespuglio e reggendo un binocolo, annuì e aggiunse: “Ottimo discorso, Midoriya, trovo ammirevole il fatto che tu abbia messo la felicità del tuo ‘amico’ al primo posto, anche se avresti potuto almeno lasciarlo finire”.
“Comunque” Intervenne Shouto riferendosi a Ochaco, “quell’outfit viola era davvero ridicolo”.
Tutti scoppiarono in una fragorosa risata, mentre cinquanta sfumature di rosso si facevano strada sulle guance di Ochaco, che balbettò: “N-Non è affatto divertente!”.
Izuku riemerse dalle braccia di Shouto giusto il tempo di dire: “Ah, ma eri tu?”.
I ragazzi, dopo un’ultima risata – e dopo aver calmato a fatica le ire di fangirl di Ochaco all’adorabile scena di Izuku e Shouto – tornarono a casa loro.
Shouto salutò Izuku lasciandoli un ultimo bacio, segno indelebile della magica serata che li aveva uniti, dopo anni e anni di repressione di quei meravigliosi sentimenti.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
   
 
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