Fanfic su attori > Cast Supernatural
Ricorda la storia  |       
Autore: BALTO97    16/06/2019    3 recensioni
sequel della storia (savin'me) Link nella storia
la vita per Jensen e Jared sembra essere tornata alla normalità, con qualche piccolo imprevisto quà e là!
ma dietro la facciata ci sono fratture e ombre che si nascondono dietro ogni angolo... non possono essere ignorate ancora per molto!
Genere: Angst, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Jared Padalecki, Jensen Ackles
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Ciao a tutti
A chi è già in vacanza, a chi sta facendo la maturità o finendo gli esami dell’università oppure chi è a chi casa a godersi il bel tempo ( quando c’è) o trova il tempo di ristrutturare una casa ;)
 
Questo è il seguito della storia Savin’me  https://efpfanfic.net/viewstory.php?sid=3707964&i=1
 
'Con questo mio scritto, pubblicato senza alcuno scopo di lucro, non intendo dare rappresentazione veritiera del carattere o dell'orientamento sessuale di queste persone, nè offenderle in alcun modo' Un grazie a chi commenterà e leggerà !
 
 



“Non guardarmi così!” borbottò Jared abbassando la testa per evitare lo sguardo del biondo in piedi davanti a lui, con le braccia incrociate e la postura rigida.

“Scusa? E come ti dovrei guardare allora?” chiese ironico Jensen alzando le spalle.

Ci fu un minuto di silenzio imbarazzate.

“Con questo la tua gelosia ha raggiunto il massimo!” affermò il maggiore sbattendo le braccia lungo i fianchi con fare esasperato.

“E’ stato un incidente !” replicò il moro evitando comunque di guardarlo, consapevole che non aveva scuse per il suo comportamento. 

“NO Jared! No!” esclamò l’altro sull'orlo dell’esasperazione. “Un incidente è tagliarsi con il coltello perché sei distratto! ma arrivare a mozzarsi il dito perché stai guardando me che parlo con il postino è gelosia!” 

Jared non rispose, in fondo… era tutto vero.

Stava preparando la carne per il pranzo quando Jensen aveva invitato il postino a entrare per chissà quale motivo.

Ridevano da un bel po’, così lui , visibilmente irritato non solo che il compagno stesse parlando con un altro, ma anche che avesse smesso di aiutarlo, preso dalla rabbia e dalla gelosia aveva alzato il coltello sbattendolo con fin troppa forza ma , sfortunatamente , la lama non colpì le costine sul tagliere: colpì il suo dito. 

Il postino Fred, alla vista di tutto quel sangue e dell’indice del ragazzo mozzato, iniziò ad urlare e corse fuori in preda al panico.
Jensen invece, abituato agli incidenti sanguinosi della sua squadra di football riuscì a mantenere la calma: andò in bagno, prese una salvietta e , ripetendo a jared di stare calmo , gli avvolse la mano tentando di fermare l’emorragia e, dopo aver messo il dito in un barattolo con del ghiaccio, corsero in ospedale. 

Jared ricordava pochi di quei minuti concitati. Il dolore non era molto , anzi solo quando vide il sangue e il dito capì di essersi fatto male; ricordava jensen che gli teneva la mano sana sussurrandogli parole di conforto sia mentre erano in auto che dopo e l’infermiera del pronto soccorso che borbottava per delle scartoffie.

Adesso, finalmente, lontani dal casino della sala d’aspetto, erano soli in una stanza in attesa del medico.
“Comunque ho invitato Fred a entrare per offrirgli da bere e, se invece che giocare al macellaio , ci avresti raggiunto ti avrei detto che è appena diventato papà” sussurrò il maggiore sedendosi sul lettino accanto al compagno sia rosso per l’imbarazzo che verde per la leggera nausea che da circa 10 minuti era comparsa.

“Mi dispiace” sussurrò Jared.

Jensen sospirò: il compagno era sempre stato un po’ geloso ma, dopo la storia con Matt, era come dire “peggiorato”, ma adesso vedendo il suo amato stringersi la mano avvolta nella salvietta, in viso un’espressione dolorante e la gamba che si rifiutava di stare ferma , non riusciva proprio a essere arrabbiato . 

Avvolse un braccio attorno alle sue spalle tirandoselo vicino per dargli un tenero bacio sulla fronte leggermente sudata.

“Sei un zuccone!” bofonchiò con le labbra ancora appoggiante alle fronte. “Uno zuccone capellone con 9 dita ” disse arruffandogli i capelli facendolo ridere.

“Però mi ami vero?” chiese il giovane sfoderando la sua migliore espressione da cucciolo.

Il biondo sorrise, scompigliandogli i capelli troppo lunghi.

“Sei il mio eroe , come potrei non amarti piccolo?” sussurrò con voce a mala pena udibile.

Il moro sospirò prendendogli la mano e stringendola tra la sua: era lui quello che stava male ma, dato tutto quello che era successo, non voleva che Jensen lo vedesse debole.
Doveva essere lui quello forte nella loro relazione, non gli importava se non era sano o giusto, ne avevano passate troppe e l’unica cosa che voleva era tenere jensen al sicuro da tutto. 

Dopo due ore, altre scartoffie , 7 punti e il dito al suo posto Jensen e jared lasciarono l’ospedale ; il medico si era raccomandato di far riposare il giovane e mise in guardia Jensen dicendogli che , avendogli dato una buona dose di antidolorifici, avrebbe potuto straparlare , ridere senza motivo e sembrare molto stupido … insomma letteralmente fuori di testa . 

Non ci volle molto perché le previsioni del medico si avverassero e già in macchina iniziarono i primi sintomi di “fuori di testa”.
Jared iniziò a guardarsi le mani e ridere muovendo le dita , guardava fuori facendo domande su ogni cosa , chiese persino se le foglie fossero i capelli degli alberi.

“Hey perché si chiamano gradini ? Che cosa gradano ? ” domandò scoppiando a ridere mentre salivano le scale verso la loro camera da letto con il fedele lucky che li seguiva, annusando la mano fasciata del suo giovane padrone trovando assai curioso l’odore di anestetico.

“Guarda! Luce spegni accendi!” disse schiacciando ripetutamente l’interruttore con un’espressione alquanto stupita in viso.
Il biondo rimpianse di non aver a portata di mano il suo cellulare per fargli una foto o un video!!

“Smettila e sdraiati bambino gigante” 
Lo guidò sul letto e, dolcemente, lo spinse per le spalle fino a che non fu completamente sdraiato. 
Gli tolse le scarpe, i pantaloni e la giacca assicurandosi che fosse comodo, lo coprì con il lenzuolo e controllò la fasciatura allontanando gentilmente il cucciolotto incuriosito che non si allontanava dall'altro padrone. 

“Adesso dormi” sussurrò accarezzandogli il viso.

“Nooooo” si lamentò proprio come un bimbo che non vuole andare a letto. 

“Andiamo a sconfiggere il drago spara schiuma con gli unicorni di pandispagna” esclamò alzando un braccio come per mimare una spada e rotolando quasi giù dal letto.
Non cadde solo grazie al tempestivo intervento di jensen che lo fermò. 

“Stai fermo piccolo” lo rimproverò sistemando i cuscini sul lato per evitare che cadesse ancora. 

“Non voglio dormire !” borbottò con gli occhi lucidi quasi sull'orlo delle lacrime.

“Ok , ok , ok” 
Il biondo sospirò sedendosi sul lato del letto.

“Se ti raccontassi una storia?” sembrava ridicolo dirlo al compagno, ma se lo avrebbe fatto dormire e smettere di comportarsi come uno bambino era disposto a questo e altro! 

Il giovane annuì con la tristezza completamente sparita e un enorme sorriso in viso.

“C’era una volta in un regno lontano due principi, che si chiamavano ross e tristan: i due di amavano tanto , ma così tanto che un uomo cattivo, geloso del loro amore rapì il principe ross portandolo nel suo castello e legandolo nelle segrete dove ogni giorno lo torturava e diceva che tristan lo aveva dimenticato e non lo amava più.
Ma si sbagliava ! perché ogni notte ross guardava la luna pregandola di mostrargli nel suo riflesso luminoso il viso del suo amato . La luna mossa a compassione, una notte , mostrò a tristan la strada per salvare il compagno e così, in sella al suo federe destriero, galoppò fino al castello dove , dopo uno brutale scontro tristan sconfisse l’uomo malvagio e liberò l’amore della sua vita.
A casa organizzarono una grande festa dove si giurarono amore eterno e vissero per sempre felice e contenti”

Jensen, con un dolce sorriso in viso, osservò il compagno addormentato come un angioletto. “Com’è dolce!” sussurò e lentamente si sporse dandogli un bacio su quelle tenere labbra sottili leggermente imbronciate.
Staccandosi appena e guardandolo con occhi innamorati mormorò “Buona notte … mio principe” poi uscì dalla stanza. 

###################


Una settimana dopo Jared stava molto meglio.
Aveva smesso di straparlare e ridere senza un perché, certo la mano faceva ancora male e aveva difficoltà ad usarla, ma l’altro era sempre li per aiutarlo , come Jared aveva fatto per lui , l’anno prima . 

C’era però ancora qualcosa, nella loro ritrovata vita quotidiana e rapporto che era un pensiero fisso nella mente del maggiore.

Jensen nonostante capisse il desiderio del compagno di proteggerlo, sapere sempre dove e con chi fosse , la sua nuova regola di chiamarsi ogni 3 ore e la sua gelosia quando parlava con chiunque, iniziava a temere che questo atteggiamento potesse danneggiare la loro relazione. 

Ma dall'altro lato sapere che il moro era sempre li per lui per proteggerlo, era molto rassicurante. 
I ricordi di quel terribile periodo e di quel mostro tornavano spesso a tormentarlo con terribili incubi, attacchi di panico e crisi d’ansia.

Lavorava da casa e una volta al mese allenava la squadra del liceo.
Jared aveva insistito dicendo che tornare a fare l’allenatore a tempo pieno lo avrebbe stressato e anche lui sentiva che non aveva ancora recuperato appieno la sua vecchia vita.
Era conscio che la sua vita non sarebbe mai più stata la stessa, ma soffriva nel pensare a come, prima di Matt , vivesse senza timori mentre ora, invece , non riuscisse ad addormentarsi senza una luce, parlare con qualcuno senza pensare “ se mi aggredisce come mi difendo ?” e mille altre paranoie con cui doveva combattere quotidianamente. 

Come avrebbe voluto recuperare quella sicurezza che quel vile porco gli aveva preso!!!
Se lo chiedeva di continuo, ma poi un giorno per puro caso si imbatté in qualcosa di veramente particolare. 

Jared era a casa, lavorava molto di più nel suo studio in casa piuttosto che in ufficio, diceva che era più comodo e seguiva meglio i clienti… in realtà tutti sapevano che lo faceva solo per stare più vicino a Jensen . Persino Misha aveva provato a convincerlo a “mollare la presa” e lasciare ial maggiore un po’ di d’indipendenza. 
Ma jared era stato irremovibile!
“Fino a che si sveglia nel cuore della notte urlando disparato e starà 10 minuti seduto in auto a respirare e ripetersi che andrà tutto bene prima di partire, non lo lascio da solo! Quindi, Misha, non insistere” 

############ 

Quella mattina il maggiore era uscito a fare la spesa. 
Solitamente ci impiegava poco più di un’ora, ma quel giorno non era ancora tornato e Jared iniziava preoccuparsi immaginando gli scenari peggiori , da un’ incidente al rapimento . 
Stava digitando il numero di Jensen quando lo sentì entrare in casa, lucky che gli faceva le feste.

“Ci hai messo tanto!” disse cercando di nascondere l’ansia e il sollievo mentre lo aiutava a sistemare le borse.

A Jensen non sfuggì il sospiro del giovane, ma fece finta di niente tanto era contento e poi ci era abituato. 
“Jay vorrei parlarti di una cosa” affermò senza smettere di sorridere.

Dalla tasca estrasse un dépliant e lo porse al suo amore che, appoggiandosi al piano in marmo della cucina, iniziò a leggere.



“Parco avventura! 

Sei stanco di avere paura? 
Le tue ansie prendono il sopravvento? 
Un evento traumatico ti impedisce di avere una vita felice?

Vieni, da solo o con il tuo partner, al parco “natura viva” dove per una settimana seguirai un terapia cognitivo – comportamentale, con professionisti in campo psicologico e altri esperti di sopravvivenza che ti mostreranno come entrare in contatto con la natura e con il tuo spirito . 
Ogni giorno è prevista un’attività “estrema” che metterà a prova il tuo coraggio e la tua autostima. 
Ti assicuriamo che a fine esperienza avrai il pieno controllo della tua vita e le tue paura non saranno più un ostacolo” 





Jared avrebbe voluto dire “No ! Non se ne parla nemmeno ! Non andremo in un campeggio in mezzo ai boschi con degli esaltati che credono che il miglior modo per superare un trauma sia lanciarsi nel vuoto o arrampicarsi su un dirupo ! potresti rimanere ucciso ! ” Ma il sorriso sul viso di jensen era qualcosa di meraviglioso e, infondo lo psicologo gli aveva detto che affrontare nuove sfide li avrebbe aiutati a superare il trauma e ritrovare un equilibrio nella loro vita di coppia . 

“Ok , se ci tieni andre…” non fece in tempo a finire la frase che si ritrovò stretto in un forte abbraccio. 

“Grazie , grazie , grazie Jay ti amo!” disse il biondo stringendolo forte.
“Vado a fare la prenotazione e le valige !” annunciò staccandosi dal suo abbraccio e correndo di sopra.

“Evviva” sussurrò Jared alzando gli occhi al cielo sbattendo il dépliant sul ripiano.

##############################

Due giorni dopo, cioè Lunedì mattina, partirono e dopo 3 ore di viaggio, arrivarono al campeggio, un posto davvero carino e rustico. 
Il classico campeggio dove vai quando ai 13 anni, dove fare falò attorno al fuoco, gite in barca, gare di pesca e corsa con i sacchi.

Svuotate le valigie incontrarono le altre coppie, più di quante Jared si aspettasse di incontrare in un seminario sull'autostima post trauma.
Conobbero i capi campeggiatori che li avrebbero seguiti per quella settimana.

Garth, il capo scout , si avvicinò e si salutò sfoderante un sorriso a 32 denti poi, però , divenne serio e come un dottore che deve dare una pessima notizia disse “Non ho potuto fare a meno di notare la benda” affermò , visibilmente imbarazzato indicando la mano di jared.

“Ah si. Mi sono tagliato una settimana fa e all'ospedale mi hanno dato 7 punti” ammise Jared sollevando la mano infortunata.
“Purtroppo le nostre escursioni comprendono arrampicate, immersioni e altre attività leggermente impegnative e , per motivi assicurativi , devo chiederti di non partecipare” esclamò dispiaciuto l’altro.

“O no !” Jensen era davvero deluso che il compagno non potesse partecipare con lui, in fondo sperava che questa settimana avrebbe anche rafforzato interiormente il loro legame.

“Non ti preoccupare...” cercò di consolarlo jared sorridendo ”...stremo comunque insieme. Non ti liberai di me così facilmente” sussurrò accarezzandogli la schiena per rassicurare non solo jensen ma anche se stesso che gli sarebbe stato sempre vicino. 
Come se ci fossero mai stati dubbi! 

Il primo giorno in programma c’era una camminata di 3 ore con arrampicata su una parete rocciosa alta 100 metri. 

Scarponi ai piedi e zaini in spalla partirono e la camminata fu più piacevole di quanto Jared si aspettasse. Per essere un tipo di città abituato al traffico e alla modernità si ritrovò ad apprezzare il magnifico sottobosco con tutti i suoi profumi, raccolsero dei lamponi e camminarono accanto al ruscello godendosi il rumore dell’acqua che scorreva indisturbata.
Alla fine, dopo ore, arrivarono alla parete rocciosa.

Katy, l’altra animatrice iniziò con un discorso sull'autostima , l’importanza dell’incoraggiamento degli altri e sulla forza interiore.
Jared era parecchio scettico e credeva fortemente che l’autostima non avrebbe impedito ad una persona di cadere da quella trappola mortale che gli istruttori osavano chiamare arrampicate per principianti .
Nonostante la piacevole scampagnata per lui tutto questo non aveva senso, non credeva possibile che queste attività potessero aiutare una persona a superare un trauma. 

Al contrario jensen era entusiasta, l’idea di mettersi alla prova gli piaceva e quando toccò a lui , dopo aver indossato le imbragature e aver dato al compagno un veloce bacio di buona fortuna iniziò la salita prima che jared lo fermasse.
“Stai andando alla grande !” lo incoraggiò la guida al suo fianco mostrandogli dove mettere i piedi e le mani.

Sotto di loro gli altri campeggiatori urlavano parole di incoraggiamento e sostengo mentre Jared, visibilmente agitato , camminava avanti e indietro continuando a guardare il compagno appeso a 50 metri d’altezza sostenuto solo da una corda sottile che avrebbe potuto spezzarsi da un momento all'altro facendolo precipitare nel vuoto su massi che lo avrebbero ucciso sul colpo . 

“Ti prego, ti prego stai attento” mormorava sforzandosi fisicamente di alzare lo sguardo, ma nonostante i suoi timori, Jensen continuava la sua salita respirando profondamente, aggrappandosi ad ogni sporgenza ignorando quella voce interiore che gli diceva che non ce l’avrebbe fatta perché , come diceva quel mostro , era un debole e un fallito. 

Sembrava un missione impossibile, ma dopo uno sforzo raggiunse la campana in cima alla salita e suonarla fu un’enorme soddisfazione nonché una grande soddisfazione.

Tornato a terra la prima cosa che fece, senza neanche dare il tempo agli istruttori di togliergli l’imbragatura , fu stringere jared in un forte abbraccio immediatamente ricambiato.

“Ci sono riuscito!” sussurrò nell'incavo del suo collo tremando di gioia.
“Si ! sei stato bravissimo” lo lodò il compagno stringendolo con la stessa forza accarezzandogli la schiena sollevato di averlo li tra le braccia piuttosto che sospeso in aria. 

Quando tutti ebbero finito di scalare cominciarono la discesa per tornare al campeggio.

“E’ stato bellissimo !” esclamò il maggiore entrando nella loro camera , una capanna di legno con un letto matrimoniale , un bagno , una piccola cucina con un tavolino . 
Piccola, ristrutturata da poco e molto accogliente. 

L’adrenalina di jensen era alle stelle e , nonostante la camminata di 6 ore e l’arrampicata , sembrava pieno di energie e , soprattutto , felice , entusiasta , euforico per la sua piccola vittoria . 

Jared sorrideva, ma dentro di sé era già preoccupato , molto preoccupato , per l’indomani e l’attività prevista.

Si stava togliendo la giacca quando si sentì afferrare per le spalle e essere letteralmente gettato sul letto da Jensen che un attimo dopo gli si gettò addosso rubandogli un bacio appassionato quanto sensuale. 

Quando facevano l’amore, Jared vedeva e sentiva che il compagno era ancora rigido quasi timoroso, come se appena si sfioravano nella sua mente rivedesse Matt e gli eventi della sera che gli avevano cambiato la vita, per questo il suo compito era fargli passare quelle immagini orribili e fargli provare solo ed esclusivamente emozioni uniche e piacevoli. 

Ma adesso, trovandoselo addosso in quel modo, con quella passione e energia gli sembrò di essere tornato ad anni prima quando non c’erano timori, riserve o brutti ricordi . 
Solo passione. 
In meno di un minuto Jared, senza neanche accorgersene, si ritrovò completamente nudo schiacciato dal biondo che, senza smettere di baciarlo , accarezzarlo e toccarlo si era spogliato a sua volta.

“Hai portato tutto ” chiese Jensen respirando affannosamente staccandosi appena dalla bocca dell’altro.

“Nel … nel comodino” tentennò il moro ancora stordito dagli ultimi frenetici minuti. 

Il maggiore invece sembrava lucidissimo e nel giro di due secondi stavano facendo l’amore come non le facevano da tempo.
Jensen aveva preso il controllo e stava amando Jared come se smettere di toccarlo volesse dire morire.
Al più piccolo non dispiaceva affatto,anzi! Era bellissimo sentire di nuovo nel maggiore quella sicurezza che da tempo non vedeva , sicurezza che comunque non gli impediva di essere attento e delicato nei movimenti e delicato quando divennero una persona sola tra gemiti, carezze e baci.

Quando il piacere più intenso li colpì jared strine forte il lenzuolo tra le mani mentre Jensen gli rubava il respiro torturandogli le labbra gonfie e arrossate dai troppi baci; lo stesso successe al maggiore che quando fu colpito dal piacere gemette con il viso nascosto nel collo del compagno travolto dalle emozioni, dalla carezze del biondo e dal profumo frizzante di sudore.

Dopo il momento del piacere affannati ,sudati ma felicemente appagati sdraiati uno di fronte all’altro si sorridevano non smettendo un secondo di guardarsi .

“Wow , è stato fantastico”esclamò Jared sporgendosi e dandogli un bacio sulle labbra consumate.

Jensen sorrise accoccolandosi contro il fianco dell’altro intrecciando le loro dita insieme chiudendo gli occhi assonnato.
“Grazie piccolo” sussurrò prima che il sonno ebbe la meglio su di lui facendolo addormentare sul petto del minore. 

Jared sorrise guardando il ragazzo addormentato provando un’emozione d’amore bellissima quanto intensa che gli scaldò il cuore, mischiata ad un profondo desiderio di protezione.
“Non ti accadrà più niente di brutto amore … te lo giuro” pensò facendogli una carezza sulla guancia.
Sistemò il lenzuolo in modo che lo coprisse bene poi, con in mente l’immagine dell’amato stampato nelle palpebre, si addormentò anche lui.
##########################################

Il giorno dopo, in programma c’era il parco avventura o parco acrobatico in altezza , ovvero una zona del bosco dove su degli alberi erano stati costruiti percorsi con teleferiche , ponti , reti , passerelle a parecchie metri di altezza. 

Jared avrebbe voluto farlo , non tanto per sé stesso , ma per essere sempre dietro Jensen in caso l’ imbragatura si fosse rotta mentre camminava su uno di quei ponti sospesi in aria , secondo lui , per niente sicuri . 

Ma il capo scout aveva detto che nel percorso c’erano zone che necessitavano di muoversi usando due mani e che quindi non sarebbe stato sicuro per lui .
Jensen concordava in pieno.

Così anche oggi Jared si ritrovò in panchina ad osservare impotente il compagno procedere su una rete a venti metri d’altezza sostenuto solo da un moschettone pregando che non cadesse o si facesse male. 

Dopo circa 30 minuti erano quasi arrivati alla fine e uno degli ostacoli comprendeva camminare su una corda sottile su cui gli avventurieri dovevano muoversi come dei funamboli mantenendo l’equilibrio con le braccia.
Quanto toccò a jensen , il biondo agganciò il moschettone al cavo e si preparò all'attraversata sospirando e guardando Jared con un sorriso d’incoraggiamento che l’altro ricambiò anche se poco convinto.

Ma dopo circa tre passi accadde l’imprevisto: una folata di vento mosse il cavo e il maggiore, sotto lo sguardo degli altri campeggiatori e di jared , perse l’equilibrio e si ritrovò a testa in giù sospeso a 20 metri d’altezza.

Probabilmente tutti in Canada e in qualche parte degli stati uniti hanno sentirono l’urlo di puro terrore di jared!

“JENSEN !” urlò correndo sotto la corda. “RESISTI !” disse sempre più in ansia.

“Jensen ,resta calmo” intervenne la guida del parco tornata indietro.“Riesci a mettere i piedi sulla corda ?” chiese mantenendo la voce calma.

Il biondo, aggrappandosi come meglio poteva alla corda del moschettone ci provò ma, sfortunatamente , quando aveva perso l’equilibrio il gancio attaccato alla sua imbragatura era scivolato dal petto al bacino, per questo era a testa in giù , e purtroppo gli era impossibile mettersi dritto e poggiare i piedi sulla fune.

“No” sussurrò Jensen sia frustrato che dolorante per la posizione scomoda. 

“Oh mio Dio !” Jared camminava avanti e indietro passandosi una mano tra i capelli imprecando mentalmente sul perché aveva lasciato salire Jensen su quella trappola mortale.

“FATELO SCENDERE !” inveì contro uno degli assistenti adetti al percorso, un ragazzino di 20 anni alto la metà di Jared che sbiancò dalla paura nascondendosi dietro a un’albero.

“Non ti preoccupare” fece la guida , molto più professionale. Scese dal percorso e disse agli altri membri dello staff di prendere la rete e sistemarla sotto il ragazzo . 

“Jensen ! Amore come va ?” chiese il giovane quasi in procinto di salire e tirarlo giù lui stesso.

“Bene ! sto bene Jay non ti preoccupare” rispose il biondo tentando un sorriso. In realtà iniziava a sentirsi balordo , le cinghie che lo avvolgevano stringevano sui fianchi e sul torace . 

Gli uomini , per loro gioia , montarono in fretta la rete.

“Ok , Jensen adesso devi stare calmo . Chiudi gli occhi e sgancia il moschettone, cadrai sulla rete e non ti succederà niente di male” lo incoraggiò Garth.

Le mani gli tremavano e sicuramente l’altezza e le vertigini non aiutavano. 

“Io … io “ tentennò guardando in basso.

“Puoi farcela Jens” disse il compagno. “Coraggio , non avere paura! Sono qui !” 

Jensen prese un respiro profondo, cercando di pensare solo al compagno che lo aspettava, trovando il coraggio di sganciarsi e cadere letteralmente nel vuoto .

L’impatto con la rete fu veloce e anche duro , d'altronde la rete era di corda spessa per assicurare la sicurezza , ma per il biondo non fu affatto piacevole: fu come cadere su qualcosa di ruvido e grossolano.
Jared non aspettò un altro minuto e appena il compagno atterrò si precipitò per abbracciarlo tenendolo stretto contro il suo petto accarezzandolo dovunque per assicurarsi che stesse bene. 

“Come stai ? Ti fa male qualcosa ?” chiese freneticamente, le mani a incorniciargli il viso.

Il maggiore scosse le testa togliendosi le imbragature.

“Sto bene” sussurrò massaggiandosi le costole dove le cinghie lo avevano stretto e, dove, probabilmente sarebbe comparso un bel livido.

Il capo scout fece per avvicinarsi e aiutare, ma fu fermato da un sguardo glaciale da parte di Jared che silenziosamente lo avvertiva di stare lontano se non volava essere scaraventato contro un albero. 

“Vieni” disse aiutando il biondo ad alzarsi dalla rete continuando a tenerlo per mano.
“Vi aspettiamo al campeggio” affermò in direzione dell’altro animatore e il suo tono non ammetteva repliche mentre aiutava il compagno a salire sulla loro auto. 

La sera fu molto diversa da quella precedente.
Jensen non parlò molto , si sdraiò a letto rivolto verso la finestra dando le spalle al compagno. 

Jared fece la doccia e sistemò la camera indeciso su cosa fare o dire.
Pensò che prendere la cosa alla leggera non facendosi vedere preoccupato fosse la strada migliore. 

“Hey” sussurrò inginocchiandosi accanto al letto in modo da poterlo guardare negli occhi. “Come ti senti?” chiese, ma non ottenne risposta.

“Dai” disse scuotendogli leggermene il fianco. “So che sei deluso di non essere riuscito a finire il percorso …ma non è mica la fine del mondo! ” 

Doveva aver detto qualcosa di stupito perché , dopo la sua affermazione , Jensen lo guardò male per poi girarsi dandogli le spalle senza dire una parola.

Deluso e affranto si alzò e uscì dalla camera per fare due passi. Poco dopo si sedette su una panchina , si passò una mano tra i capelli frustato lasciano cadere la testa all'indietro chiudendo gli occhi.

Sapeva che venire qui era una pessima idea e sapeva anche che Jensen si sarebbe scoraggiato e sarebbe ricaduto in quello stato di depressione in cui cadeva sempre quando, con la mente, finiva inevitabilmente a pensare a quel mostro e alla violenza subita. Ma si rendeva conto che non potevano andare avanti ancora in quel mondo. Non potevano! Era un circolo vizioso da cui difficilmente ne sarebbero usciti se non faceva qualcosa. Ma quello che era successo poco prima era troppo…
Era ancora immerso nei suoi pensieri quando una voce gentile e materna lo riscosse.

“Hey ragazzo” 

“Salve” rispose osservando la donna dall'aspetto gentile che si era avvicinata a lui.

“Va tutto bene ?”chiese sedendosi sulla panchina e osservandolo attentamente.

“Io qui non ci volevo neanche venire!” sbottò frustrato jared ignorando la domanda della donna: voleva solo sfogarsi e colse al volo l’opportunità di farlo. 

Lei annuì compressiva “Già , posso capirlo” Poi, “Kim” disse porgendogli la mano, sorridendo.

“Jared”

“Sei qui con il tuo compagno?” domandò la donna.

“Si … è stata sua l’idea di venire qui e rischiare di morire solo perché “ è utile all'autostima”!” rispose Jared virgolettando le ultime due parole e mostrando quanto le trovasse ridicole.

“Non capisco perché per recuperare la fiducia in sé stesso, debba salire su un albero a 30 metri d’altezza o arrampicarsi su una parete rocciosa facendomi quasi venire un infarto !” continuò alternando leggermente la voce e gesticolando vistosamente. “Cazzo! E’ ridicolo e pericoloso!” 

La donna lo lasciò sfogare, poi aggiunse “Sai … io credo che lo facciamo più per noi che per loro. Mio marito era un vigile del fuoco, amava il suo lavoro nonostante le difficoltà … è sempre stato bravo a non farsi coinvolgere e, come dire, lasciare il lavoro fuori dalla vita privata. Ma due anni è cambiato tutto ” raccontò.

“Dopo aver fatto evacuare la zona, Bobby fece il giro per controllare che non vi fosse più nessuno … Non l’ha vista … non ha visto la ragazza svenuta nella stanza … l’hanno trovata quando hanno spento l’incendio, ma ormai era troppo tardi … di lei non c’era rimasto più niente ”aggiunse passandosi una mano sul viso in un tentativo di mantenere il controllo sulle emozioni.

“Oddio! Mi dispiace” affermò jared comprendendo il dolore sia di Kim che del marito.

“Da quel giorno Bobby è diventato un altro … ha smesso di lavorare e per un periodo non è neanche uscito di casa …io invece che aiutarlo a superare le sue paure ingenuamente le assecondavo . L’unica cosa a cui pensavo era che aveva bisogno di aiuto e sostegno … sono diventata molto più protettiva, sai cose come “dimmi sempre dove vai , con chi sei , chiamami dopo…” 

“…due ore” ” finì per lei Jared, ritrovando sé stesso nei comportamenti della donna. 

“Già …” poi Kim prese un respiro profondo.

“All'inizio gli stava bene , credo che avesse bisogno di qualcuno su cui fare affidamento , che fosse forte per lui perché ormai la sua autostima era sparita … ma poi ho capito che il mio essere così presente non lo stava aiutando … anzi lo stavo solo mettendo sotto una campana di vetro da cui una parte di lui voleva solo scappare ”affermò.

“Un giorno mi ha detto che era stanco di avere paura … stanco che l’angoscia comandasse la sua vita . Così siamo venuti qui” 

“E non hai paura? Paura che si possa fare male ? Che possa succedergli qualcosa che lo distruggerà di nuovo ?” domandò Jared.

“Sempre! Ma....ho più paura che fallisca” rispose la donna sorprendendo non poco il il minore seduto accanto a lei.

“Sai per loro fallire non è solo deludere sé stessi o deludere noi … ma confermare le voci che li tormentano ogni giorno ! Dare soddisfazione a quelle paura che non fanno altro che urlargli che sono deboli , fragili, falliti…” Spiegò e ancor ancora una volta Jared finì la sua frase esclamando 
”....inutili” dimostrando che aveva colto il punto del discorso.

“Credi che anche Jensen si sente così ?” chiese sottovoce spaventato dalla risposta. 

Kim sospirò e rispose sinceramente “Se siete qui vuol dire che è stanco che la paura controlli la sua vita … non essere riuscito a finire il percorso significa che la voce nella sua testa ha ragione” 
Jared sospirò. La risposta che temeva. Povero jensen. 
“Che posso fare ?” chiese qualche secondo dopo.
Kim alzò le spalle , sorrise e gli posò una mano sulla spalla. “Solo dirgli che lo ami … dirgli solo e sempre che lo ami” . 

Jared la ringraziò e tornò subito in camera con l’intento di abbracciarlo forte e ripetergli che lo amava alla follia e se voleva più libertà non c’era bisogno di salire su un albero e rischiare la vita, ma sfortunatamente il biondo stava già dormendo raggomitolato su un fianco , rivolto , verso il suo lato del letto. 

Il moro si sdraiò, raccolse la coperta avvolgendo entrambi , avvolse un braccio attorno alle spalle dal maggiore, gli diede un bacio sulla fronte e sussurrò “Ti amo” prima di addormentarsi .

Quando la luce del sole gli illuminò il viso, jared gemette con disappunto nascondendo il viso sotto il cuscino. 
A tentoni allungò la mano e cercò il compagno ma, quando percepì le lenzuola fredde aprì gli occhi trovandosi davanti non jensen, ma una briosce alla marmellata con zuccherini e un biglietto con scritto “Scusa per ieri sera. Vado al fiume per la prova di coraggio. Ti amo piccolo” 

Il moro si alzò di scatto, morse la briosce pensando a quanto amasse Jensen mentre prendeva il programma delle settimana e lo leggeva incuriosito sull'attività del giorno, ma appena lo lesse per poco non sputò il boccone!
“Cazzo !” imprecò lasciando cadere la briosce e correndo fuori in tutta fretta.
   
 
Leggi le 3 recensioni
Ricorda la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su attori > Cast Supernatural / Vai alla pagina dell'autore: BALTO97