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Autore: Arya Tata Montrose    16/06/2019    1 recensioni
"In quell’abbraccio si scioglie la paura di perdersi che per tutta la battaglia e per lunghi giorni dopo di essa li aveva attanagliati."
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Un what!if dopo la cocente delusione della S8, un piccolo momento idilliaco nel parco degli Dèi dopo la battaglia di Winterfell.
Avviso: è assolutamente self indulgent, perché ne ho bisogno e anche voi.
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Sansa Stark, Theon Greyjoy
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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And she never wanted to leave





 
La trova in piedi davanti all’albero diga, con la testa china in preghiera. Theon avanza lentamente, cercando di calpestare la neve con gentilezza, implorandola di non scricchiolare. Non vuole disturbare Sansa, non se la sente di interrompere quel piccolo momento di silenzioso idillio. La guarda e basta, il suo profilo che si delinea davanti ai suoi occhi mano a mano che si avvicina, dipinto di una serenità che da tanto tempo non gli è dato vedere sul suo viso pallido.
Si arresta un passo dietro di lei, china anche lui la testa, rispettoso, e attende che la sua lady lo richiami.

«Theon», la sente pronunciare. Il suo nome è come un alito di vento leggero ma risuona limpido in quel paesaggio di bianchi, rossi e neri che è il parco degli dèi.
L’uomo la affianca e Sansa si volta di scatto, gettandosi tra le sue braccia. Lo stringe, forte, e nasconde la testa nell’incavo della sua spalla, nella morbida pelliccia che gli circonda il collo e sfocia nella stoffa del suo mantello. Sansa lo stringe e lui la accoglie, avvolgendola nelle braccia esili.

«Sei vivo» sussurra, cercando invano di nascondere la voce rotta da un pianto sull’orlo di nascere, che le imperla appena ciglia. Così lieve ed ovattata, la sua voce si perde nella neve, e si deposita come un fiocco fresco e piacevole sull’orecchio di Theon.
Serra la stretta e la porta più vicina a sé, nascondendo anche lui il viso nei lunghi capelli di Sansa, che conservavano ancora il dolce profumo che sentiva anni prima per i corridoi di Grande Inverno. Avvicina i loro cuori, come se potessero toccarsi, non separati da una barriera di carne, ossa e abiti; dalla distanza che nei lunghi anni poco ha potuto contro l’affetto.

«Lo sono, mia signora». Lo sono solo per te; perché me l’hai chiesto tu.

Una crepa si forma nella barriera dei loro occhi – il ghiaccio indebolito da quel calore che le stava riempiendo di nuovo l'anima – e le lacrime iniziano a scendere copiose, mute e roventi sulle guance. Sotto di loro, giace una nostalgia che sporca la gioia più pura. In quell’abbraccio si scioglie la paura di perdersi che per tutta la battaglia e per lunghi giorni dopo di essa li aveva attanagliati. E Sansa, in un vano tentativo di placarla, si recava lì ogni giorno, pregando gli dei di salvare quella parte così importante della sua famiglia.

Sansa si sente dondolare piano, trasportata da quella litania senza rumore che Theon aveva cominciato, assecondando il suo movimento nella danza del suo cuore che si trasformava da pietra ad aria. I loro corpi si allontanano, e gli occhi vanno a cercare quelli dell’altro. Cominciano a muoversi lentamente, a ballare davvero, accompagnati dallo scricchiolio della neve sotto i loro piedi e dal frusciare di abiti e foglie. Sui loro volti si fa spazio un sorriso, un po’ arrugginito per i troppi anni di letargo, che si apre come un fiore di nuovo al sole.

Per un momento, è come se gli Antichi Dèi li accogliessero accanto a loro, in una piccola oasi di pace che avevano riservato loro in quel luogo sacro, come se quel ballo improvvisato sulle note d’aria e neve fosse un premio ambito e meritato – lo era.
Mentre Theon le fa compiere una lenta giravolta, le foglie rosse abbandonano il loro trespolo sui rami per unirsi a loro, volteggiandogli attorno come a celebrare la gioia loro e degli Dèi.

È un lungo attimo, quello in cui si fermano ed i loro occhi si incontrano di nuovo, senza staccarsi, non più appesantiti dalla vergogna o dal rimorso. Il quel momento è come se null’altro che il loro piccolo angolo di paradiso fosse mai esistito.
Sansa lo stringe di nuovo tra le sue braccia, senza spezzare quel legame di sguardi. Gli posa le mani nude sul volto, accarezzandogli le guance fredde ed ispide di barba.
«Mi sei mancato, Theon»
«Anche tu, Sansa»


 
Note autrice:
Eccomi con la seconda storia a tema GOT, e incentrata su Sansa e Theon, i miei due tesori che si meritavano di meglio. È assolutamente e volutamente tutto molto self indulgent, perchè onestamente avevo bisogno di sapere che questi due avrebbero avuto un finale degno. Così, in collaborazione con NanaLuna,  è stata creata questa fic, che fa coppia con il suo splendido disegno (che potete trovare qui)
E con questo mi posso eclissare. Un grazie a Nana, che ha anche betato e ci si rivede qui la prossima volta che qualcuno di loro mi manca.
A presto, 
Tata 

 
   
 
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