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Autore: ElrisUndomiel    17/06/2019    0 recensioni
«Suppongo che avrei dovuto sapere che questo giorno sarebbe arrivato, alla fine. Non posso tenerti con me per sempre»
Sparxshipping semi-AU; Bloom e Valtor si salutano per l'ultima volta prima della battaglia finale.
Genere: Fluff, Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bloom, Valtor
Note: OOC, Traduzione | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'To the Victor go the Spoils'
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Nota dell'autrice: So che ci sono circa un migliaio di altre storie su cui dovrei lavorare, ma ho avuto questa idea seduta al mio computer per quasi un anno, e ho finalmente finito. (Ci è voluto così tanto tempo perché continuavo a rimanere bloccata, rilassati, non è ridicolmente lungo)

Sono sempre stata affascinata dall'idea di scrivere una sorta di separazione degli Sparxshipping in-canon. Poi ho ascoltato la canzone degli All-American Rejects "It Ends Tonight" e, beh, si è adattata perfettamente. :-)

Attenzione: Valtor è sicuramente un po' OOC, ma non penso che sia troppo sfavorevole. Dopotutto, per scrivere degli Sparxshipping, deve essere almeno un po' OOC (dal momento che il cartone lo ritrae fondamentalmente come un bastardo senza cuore e assetato di potere).
Ora vado fuori dallo schermo e ti lascio leggere. Goditela!

 
Your subtleties
They strangle me
I can't explain myself at all

Rimasi sveglia a letto, osservando l'oscurità del cielo notturno fuori dalla finestra. Dall'altra parte della stanza, Flora russava piano, quasi con garbo, con un ritmo costante abbastanza da farmi capire che era profondamente addormentata.


L'orologio digitale sul mio comodino segna le 00:29, troppo tardi per essere ancora sveglio, specialmente dopo la giornata appena trascorsa. Faragonda e Griselda ci hanno fatto passare una  giornata di rigoroso allenamento - ora che avevamo tutti ottenuto il nostro Enchantix (anche se il mio era ancora incompleto), c'erano così tanti nuovi incantesimi che potevamo imparare che avrebbero aiutato nella battaglia contro Valtor... 
Tutte le altre ragazze erano crollate a letto quando siamo tornate in dormitorio, dopo cena - solo Stella si era presa la briga di fare una doccia.

Eccetto per me.

Ero dolorante ed esausta dalla giornata di addestramento intensivo, ma non riuscivo a addormentarmi. E la parte peggiore era che sapevo esattamente perché. Le mie dita spasimavano dal desiderio di uscire dai confini della bolla di protezione di Alfea e...

No. Devi smetterla adesso. È una dipendenza, Bloom, e prima imparerai a resistere, meglio sarà.
Alla fine dovrai fermarti comunque.


Sospirai. La voce nella mia testa era giusta, certo; la mia mente era perfettamente consapevole che quello che stavo facendo era sbagliato da ogni punto di vista e che dovevo fermarmi. 
Ma rubando un'altra occhiata all'orologio, decisi di ignorarla.

Ancora una volta, solo una.

Dopo aver sussurrato un incantesimo di silenziamento -nel caso in cui qualcuna delle ragazze fosse in qualche modo ancora sveglio e potesse sentirmi- infilai le pantofole accanto al mio letto e attraversai il corridoio in punta di piedi, uscii dal dormitorio e dalla scuola, poi - con l'aiuto dell'aggeggio di Tecna, nella foresta. Solo quando la barriera magica tornò intatta da sola tirai un sospiro di sollievo e mi trasformai per far volare il resto della strada.

Dopotutto, mi dissi, cercando di razionalizzare, sfrecciando su chilometri di foresta, niente è veramente definitivo senza un addio adeguato. Si tratta di  questo. Un addio.

(Se solo potessi costringermi a crederci.)
  
And all the wants
And all the needs
All I don't want to need at all

È divertente come a volte la vita ti sorprende, sai? Come quando sei piccolo e fai amicizia con una ragazza, forse siete anche i migliori amiche, e poi quando crescete, improvvisamente diventa una stronza indemoniata e dimentica di essere sempre stata gentile con te. (Mai storia più vera: se volete delle prove, guardate Mitzi Perkins.) Comunque, il punto è che le cose non sempre finiscono nel modo in cui pensi. O come dovrebbero

Come in questo caso.

Iniziai a battere le ali a un ritmo più lento, mentre mi avvicinavo a Torrenuvola. 

Quando arrivai ad Alfea per la prima volta, il castello oscuro dall'aspetto raccapricciante - e le streghe intimidatorie che vivevano al suo interno - mi avevano spaventata a morte. (Ovviamente, le Trix principali colpevoli di questa pessima prima impressione ma comunque.) 
Era l'ultimo posto in cui avrei voluto andare nel cuore della notte - figuriamoci volontariamente, infrangendo circa un milione di regole e rischiando una delle famigerate punizioni di Griselda se venissi beccata.

Ma questo è il problema della dipendenza, no? Ti ritrovi a fare ogni genere di cose che normalmente non faresti.

(Come può qualcosa che sembra così giusto essere tanto sbagliato?)
  
The walls start breathing
My mind's unweaving
Maybe it's best you leave me alone

«Sei venuto» è davvero sorprendente come due piccole parole avessero il potere di farmi venire i brividi lungo la schiena. Rimasi felicemente sorpresa del fatto che mi stesse ancora aspettando, anche se di solito uscivo molto prima della mezzanotte. Poi mi ricordai il vero motivo ero cui ero li, e il mio sorriso morì. 
Fare quello che dovevo sarebbe stato difficile.

«Non posso restare» le parole pesavano come macigni sulla mia lingua, e iniziai a rimpiangere di essere venuto. 
Perché avevo pensato che sarebbe stato più semplice? Una pausa netta sarebbe stata davvero meglio, semplicemente non mi sarei fatta viva. 
Invece, dovevo guardarlo negli occhi e dirglielo di persona. Per la prima volta da quando avevo cominciato a pensare di fare questa "gita", cominciai a dubitare di me stessa.

«C'è qualcosa che non va? Ti hanno vista l'ultima volta?» si voltò dallo scaffale e il respiro mi si bloccò involontariamente nella gola. Non importa quante volte mi sono intrufolata qui nel cuore della notte, non mi sono mai abituato a guardare Valtor quando non stava cercando di uccidermi. I miei occhi prendevano automaticamente tutti i piccoli dettagli che lo rendevano così tremendamente attraente - gli angoli acuti della mascella e le fattezze cesellate come una statua greca; i muscoli forti e ben definiti nascosti da quegli strani abiti antiquati che erano paradossalmente adatti a lui; quegli splendidi, penetranti occhi d'oro...

«No, niente del genere», dissi, costringendomi a non guardarlo direttamente, mentre lentamente camminava verso di me. Uno sguardo in quegli occhi, e di sicuro sarei stata persa.

«Allora cosa c'è?» mi inclinò il mento per incontrare il suo sguardo, e serrai gli occhi, chiudendo le mani a pugno, cercando di farmi forza.

Avanti. Dillo e vattene, prima di fare qualcosa di stupido.

«Cosa c'è che non va, amore?» questo è stato. Aprii gli occhi e immediatamente mi sentii sciogliere alla vista delle sue iridi dorate osservarmi con confusione, preoccupazione e un amore inconfondibile e innegabile.

Invece di rispondere, allungai la mano e lo baciai, riversando tutte le mie emozioni in quel bacio. All'inizio sembrava un po' sorpreso, ma poi ricambiò con la stessa passione. 
Non sciolse quel bacio nemmeno nel prendermi in braccio, in stile da sposa, e portarmi al divano in un angolo, che avevamo esattamente quello scopo.

Poi i vestiti stavano scendendo e le sue mani tracciavano le curve del mio corpo, la sua pelle calda era contro la mia e sapevo che non dovevo farlo di nuovo, ma mi sentivo così bene e, Dio, il solo pensiero di dirgli di smettere di fare quello che stava facendo, provocava al mio corpo una dolorosa sensazione di vuoto.

Quindi non l'ho fatto.

(Perdonatemi)
  
A weight is lifted
On this evening
I give the final blow

«Allora, a cosa stavi pensando prima, tesoro?» ero sdraiata con la testa sul suo petto, mentre le sue dita mi accarezzavano distrattamente i capelli. Il mio battito cardiaco stava iniziando a tornare alla normalità, e potevo sentire la vergogna entrare, strisciando come nebbia. Non importa quante volte l'abbia fatto, quelle sensazioni non sono mai andate via.

Stavo mentendo ai miei amici, vivendo una doppia vita e alla fine tutto mi avrebbe raggiunta. Nel peggiore dei modi.

Ed è esattamente questo il motivo per cui devi porre fine a questa cosa, ha detto quella voce nella mia testa. E nel mio cuore, sapevo che era giusto.

«Questo ... è stato un errore» mi avvolsi il lenzuolo attorno al corpo, iniziando a cercare i miei vestiti sul pavimento vicino al divano. Sarebbe stato sbagliato avere questa conversazione mentre ero nuda.

Gli occhi di Valtor si socchiusero «Che cosa è stato un errore?»

«Tutto questo... Noi. Non sarei dovuta venire stasera»

«Di cosa stai parlando?»

Mi girai per affrontarlo. «Non possiamo farlo più»
    
When darkness turns to light
It ends tonight
It ends tonight

Il suo viso era una maschera d'acciaio, illeggibile. 
Ho iniziato a preoccuparmi, chiedendomi se si sarebbe arrabbiato e mi avrebbe attaccata; non l'aveva mai fatto prima, ma era pur sempre un mago oscuro.

«Si tratta di Sky?» chiese infine, a denti stretti, come se stesse cercando di non perdere la pazienza.

Rimasi così sorpreso che lasciai cadere la maglietta che avevo tra le mani. 
«Sky? Pensi che questo riguardi Sky?» quasi risi, l'idea era così ridicola.

«Cos'altro dovrei pensare?» mi morsi il labbro inferiore, guardando altrove, mentre cercavo di capire il modo migliore per continuare. 
«Capisco perché hai continuato a fingere -sarebbe stato davvero troppo sospetto- ma mi hai giurato che non provavi più niente per lui. Era una bugia? Era tutto solo una bugia?»

«No!» Esclamai, allungando la mano contro ogni istinto. Tracciando linee lungo il suo palmo con la punta delle dita, sentii piccoli sussulti di energia correre nelle mie vene mentre intrecciava le nostre dita. È incredibile, davvero, come anche il minimo tocco potesse farmi battere il cuore. Sapeva esattamente dove toccarmi, come baciarmi per farmi venire i brividi lungo la schiena e farmi urlare in estasi. Con Sky, in confronto, era come baciare una statua di marmo.

«Allora che cos'hai, amore mio?» mi ritrassi all'uso del vezzeggiativo; stava diventando chiaro che non sarebbe stato il processo facile e indolore che avevo immaginato. In qualche modo, quello che doveva essere solo il togliersi uno sfizio, si era trasformato in qualcosa che aveva messo radici profonde nel mio cuore, rendendo la separazione più dolorosa di quanto avrei mai potuto immaginare.

Mi costrinsi ad allontanarmi, soffocando un piccolo gemito per la perdita di contatto. 
«Sono i miei amici» risposi, volevo farla finita il prima possibile. 
«Non ce la faccio più, a volte ho la sensazione che il senso di colpa per le continue bugie mi soffochi»
Valtor era stranamente silenzioso, il che mi preoccupava, ma continuai. 
«Sapevamo entrambi che stavamo vivendo giorni contati. Non può essere una vera sorpresa per te, no?»

Valtor mi fissò, i suoi occhi dorati che mi perforavano come se potesse vedere dritto nella mia anima. «C'è qualcosa che non mi stai dicendo, Bloom»

Un grumo di qualcosa di pesante e acido mi bloccava la gola. Aveva il sapore del senso di colpa, cosa che sfortunatamente, conosco molto bene, ultimamente. 
«Vogliono che sia io ad ucciderti» ammisi, la mia voce era appena udibile.
  
Now I'm on my own side
It's better than being on your side
It's my fault when you're blind
It's better that I see it through your eyes
All these thoughts locked inside
Now you're the first to know

Nei suoi occhi guizzò qualcosa di indescrivibile, ma con la stessa rapidità con cui era apparso, sparì.

«Abbiamo le Stelle dell'Acqua, sono sicura che si stanno chiedendo perché non le ho usate fino ad ora ed è solo una questione di tempo prima che qualcuno inizi a fare domande, e cosa dovrei dire?» mentirei se dicessi che il pensiero di confidarmi con qualcuna non mi sia passato per la testa - molte volte - ma ogni volta sono stato costretta a riconoscere che non avrebbero mai capito; nemmeno Flora, che la persona più comprensiva che avessi mai incontrato. Tutti avrebbero visto che stavo - letteralmente - andando a letto con il nemico. 
«E non possiamo fingere una cosa del genere, non credo di avere una scelta a questo punto»

La nostra relazione era sempre stata insolita, considerate le circostanze. 
Per mantenere il segreto, era necessario continuare a incontrarci in battaglia, ma eravamo sempre attenti a non infliggerci mai ferite davvero gravi e lasciare il minor danno possibile. Non era ortodosso, è vero, ma eravamo sempre riusciti a farlo funzionare, mantenendo la facciata di essere nemici in pubblico e amanti a porte chiuse. (E fingere di odiaci l'un l'altro aggiungeva persino un certo... qualcosa alla nostra relazione fisica.) 
Questa, tuttavia, era una sfida che non potevamo sperare di superare.

Il suo silenzio mi ha innervosito. «Di' qualcosa!» supplicai.

Valtor sospirò. Quando prese parola, fu some se portasse il peso del mondo sulle spalle. «Suppongo che avrei dovuto sapere che questo giorno sarebbe arrivato, alla fine. Non posso tenerti con me per sempre»

Sentii le ginocchia piegarsi e cedere, e crollai di nuovo sul divano, congelata per lo shock e il terrore. 
Nonostante il mio intero discorso sul perché dovessimo smettere di vederci - e sapendo che questo era  sbagliato da ogni punto di vista, e che i miei amici mi avrebbero molto probabilmente odiata se mai l'avessero scoperto - una parte di me aveva nutrito segretamente la speranza che Valtor potesse avere una soluzione. 
Era più grande, più saggio, più esperto... sicuramente sarebbe stato in grado di inventarsi qualcosa. 
Sentire dalla sua bocca i pensieri che mi erano passati per la testa negli ultimi giorni... era come se qualcuno avesse fatto scoppiare la bolla, facendomi tornare bruscamente alla realtà fredda, dura e implacabile.

«Perché?» sussurrai, parlando più a me stesso che a qualsiasi altra cosa. 
«Perché non possiamo stare insieme? Perché il resto del mondo deve mettersi in mezzo?»

Sospirò, senza dire nulla, e avvolse le braccia attorno al mio torace, tirandomi contro il suo petto, con la testa ben salda nella curva del collo. Chiusi gli occhi e mi appoggiai all'indietro, sentendo il suo cuore battere contro la mia schiena.

«Sai, potremmo sempre...»

«No» lo interruppi prima che potesse finire la frase, sapendo esattamente cosa volesse dier. Non era la prima volta che tirava fuori l'idea di fuggire insieme, e mentre a prima vista sembrava la soluzione ai nostri problemi, l'unica cosa che avrebbe davvero fatto sarebbe stata causarne di più. 
Avrei dovuto lasciare i miei amici, sicuramente senza un vero addio vivere costantemente in fuga, non rimanere mai in un posto troppo a lungo usando sempre nomi falsi (dal momento che Valtor era, dopo tutto, un detenuto in fuga)... non era vita.

«Perdonami» mormorò, giocando con una ciocca dei miei capelli. 
«Io e te siamo così simili... spesso dimentico che siamo anche molto diversi. 
Sei una creatura sociale per natura, mentre io... no. La vita da fuggitivo mi andrebbe bene, ma non sarebbe mai abbastanza per te» annuii, grata che avesse detto ciò che io non ero in grado di esprimere a parole.
  
When darkness turns to light
It ends tonight
It ends tonight
Just a little insight won't make this right
It's too late to fight
It ends tonight
It ends tonight

Diedi un'occhiata alle grandi finestre ad arco dell'ufficio di Griffin. Con mio sgomento, il cielo stava iniziando a schiarire, a indicare che la mattina non era così lontana. 
«Devi andare» disse solennemente, seguendo il mio sguardo verso le finestre. 
Tutto quello che potevo fare era annuire, la voce congelata in gola.

Lentamente, mi alzai in piedi e raccolsi i miei vestiti dal pavimento, prendendomi lungo tempo per vestirmi, cercando di rimandare l'inevitabile il più possibile. 
Vidi Valtor distogliere deliberatamente lo sguardo; aveva sicuramente visto il mio corpo molte e molte volte, quindi perché ora aveva scelto di essere "educato"? 
Sentivo le barriere tra noi iniziare a rialzarsi, e volevo urlare.

Alla fine, non c'era una vera ragione per ritardare ulteriormente la mia partenza. Avanzai nello spazio tra il divano e la porta, giocando con la cerniera della mia giacca. Come se percepisse la mia angoscia si avvicinò, avvolgendo le braccia attorno alla mia vita e tirandomi a se. 
Un'ondata di piacere mi percorse le vene al suo tocco, ma rapidamente mi irrigidii e la lasciai morire, mentre ricordavo che quella sarebbe stata l'ultima volta in cui mi avrebbe  stretta in quel modo.

Serrai gli occhi, cercando di bloccare quei pensieri dolorosi. Una ciocca di capelli mi cadde davanti al viso, e sentii le dita fredde sfiorarmi la fronte mentre Valtor la sistemava delicatamente dietro l'orecchio, appoggiando la mano sulla curva della mia mascella.

«Ti amo»

Mi sono bloccato. 
«No. Non farmi questo, non farmi diventare la cattiva, qui. Sapevamo entrambi che sarebbe dovuta finire così».

«Questo non me lo fa piacere di più» sospirò, accarezzandomi dolcemente la guancia. 
«Non l'ho detto per farti sentire in colpa, volevo solo che tu lo sapessi, qualunque cosa accada, ti amerò per sempre»

Deglutii a fatica, il petto si contrasse dolorosamente. 
«Ti amo anch'io» dissi dolcemente. 
Sorrise -uno dei pochi, rari sorrisi che gli avessi mai visto fare- prima di sollevarmi il mento e appoggiare le sue labbra sulle mie. Lo baciai affamata, memorizzando il gusto e la sensazione delle sue labbra sulle mie e cercando di non pensare a che probabilmente sarebbe stata l'ultima volta che ci saremmo baciati.

Il bacio era dolce, ma in breve tempo assaggiai qualcosa di salato. Quando ci separammo, sentii qualcosa scorrere giù per la mia guancia e mi resi conto che stavo piangendo.

«Non piangere, dolcezza» disse, allungando la mano per asciugare le mie lacrime.

Sbattei le palpebre. 
«Come puoi essere così calmo, sapendo che dovrò... quello che dovrò fare?»

«La morte non può fermare il vero amore, tutto ciò che può fare è ritardarlo per un po'»

Sorrisi tra le lacrime. 
«Pensi davvero che questo sia vero amore?»

«Devo credere che non è la fine per noi. Mi preoccupo troppo per te»

Non dissi niente, semplicemente affondai la testa nel suo petto e inspirai a fondo, le sue braccia mi stringevano forte.

«Stiamo solo prolungando l'inevitabile» disse dopo un momento.

«Lo so» sospirai riluttante lasciandolo andare «Mi mancherai»

Ci fissavamo l'un l'altro, sapendo che la prossima volta che ci saremmo incontrati sarebbe stato in battaglia, dove solo uno ne sarebbe uscito.

«Vai» incalzò, spingendomi verso la porta. Più a lungo rimani, maggiore è la possibilità che tu venga scoperta
«Esitai», ogni cellula del mio corpo mi implorava di non andarmene. 
«Vai» ripeté, più fermamente questa volta. 
«Questa non è la fine, ci incontreremo di nuovo, in qualche modo»

«In qualche modo» ripetei, aggrappandomi a quella promessa vaga e debole come se fosse la mia scialuppa di salvataggio in acque infestate dagli squali. Lentamente, come muovendomi tra le sabbie mobili, mi diressi verso la porta, con il cuore pesante come piombo.

Sulla soglia mi fermai, guardandomi indietro sopra la mia spalla per un'ultima immagine non corrotta dalla battaglia da conservare nella mia mente. 
Le mie iridi azzurre incontrarono le sue d'oro e per un breve istante potei vedere il mio stesso conflitto speculare nei suoi occhi. Poi chiusi gli occhi e convocai la mia trasformazione, per tornare ad Alfea in volo, lasciando il mio cuore più indietro a ogni battito delle mie ali.
  
When darkness turns to light
It ends tonight


Nota dell'autore: 
Quindi? Pensieri?

Voglio chiarire subito alcune cose, prima di ricevere recensioni che fanno sempre la stessa domanda. Questo è un semi-AU. Come quasi tutte le mie storie in canon Sparxshipping, Valtor non ha mai lasciato Torrenuvola (è semplicemente troppo comodo averlo proprio lì). Oltre a questo, il canone è praticamente il solito, con loro due che si comportano ancora come nemici anche se c'è Sparxshipping. Quello che stavo cercando di ottenere (e non sono sicura di aver fatto un lavoro sufficentemente buono) è che sono in grado di separare le loro due relazioni molto diverse (MOLTO DIVERSO) - in parte in modo da poter mantenere il segreto, e anche un po 'perché i loro obiettivi non sono davvero cambiati (lui vuole ancora il potere, e lei vuole ancora fermarlo). È molto confuso, lo so, ma è necessario perché questa storia funzioni. Se qualcuno ha ancora delle domande, sarei più che felice di chiarirlo.

Complimenti a tutti coloro che hanno catturato la famosa citazione del film. Non ho intenzione di dirti da che film proviene, però, perché sarebbe troppo facile. (Non è la prima citazione che ti viene in mente quando ascolti il ​​titolo di questo film, ma è sicuramente lassù. Questo film ha molte citazioni famose, posso dirti questo.)
[Nota piccola della traduttrice: raga, non chiedete a me, io non l'ho proprio colta]

Ho lasciato un finale abbastanza aperto per un seguito eventuale seguito se foste interessati, anche se ne ho scritto uno, quella parte potrebbe facilmente essere stand-alone. In questo momento, ho un'idea sfaccettata che potrebbe evolversi in due modi: un'introspezione nella battaglia finale e poi un'altra idea a più livelli che potrei scrivere comunque una volta che avrò finito la trilogia What Comes Next, dal momento che potrebbe sicuramente essere un stand-alone.

Adieu per ora, miei cari!

- Authress

Link alla pagina di Fanfitcion.Net dell’Autrice: 
https://m.fanfiction.net/u/1553133/Authoress-in-training

Link alla storia originale: 
https://m.fanfiction.net/s/6873801/1/It-Ends-Tonight




Nota del traduttore (traduttrice):
Buonnotte!
So di dover continuare la raccolta di One Shot, ma dopo mesi ho ritrovato quespa piccola storia che ho adorato e non ho potuto resistere dal tradurla.
Arriveranno (non vi do una data: sono bravissima a non rispettare gli impegni, e non per cattiveria, parola di scout) due shot: la prima di un'autrice che si chiama azkabcn, la seconda proprio di Authress-in-training (l'autrice di questa) che sembrano comporre, insieme ad It Ends Tonight, un perfetto arco narrativo piuttosto tragico (e non escluto che le due shot di Authress siano collegate, purtroppo non l'ha accennato).

Ora passiamo alle note di traduzione:
Cercando di rendere la lettura migliore, mi sono vista costretta a tagliare un paio di piccole frasi, composte da pochissime parole, il cui senso è praticaente intraducibile in italiano. Inoltre ho modificato alcuni modi di dire prettamente americani "italianizzandoli", cercando comunque di rimanere il più fedele possibile all'originale, proprio perché Authress-in-training è MOLTO brava.
Ah, a titolo informativo:
Spesso negli adattamenti in altre lingue i nomi canonici che conosciamo noi vengono modificati.
Valtor in Baltor, Aisha in Layla, Domino in Sparks (da qui Sparxshipping), Andros in Tides  e Marion in Miriam.
Traducendo le storie in italiano cercherò di riportare i nomi per come li abbiamo sempre conosciuti noi, a meno che non ci siano esigenze di trama particolari, che saranno comunque segnalate.


Saluti a tutti!
Elris
   
 
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