Storie originali > Romantico
Segui la storia  |       
Autore: EdelSky    22/06/2019    0 recensioni
Odio e rivalità, vampiri e licantropi.
Un amore proibito.
Hazel, una ragazza di sedici anni è vissuta sempre chiusa in casa dove ha ricevuto la migliore istruzione in tutte le materie e discipline, ma non ha mai avuto la libertà.
La libertà di scegliere, di uscire da quella prigione dorata, di conoscere il mondo e incontrare persone nuove.
Perché lei è la prescelta, la futura guardiana, troppo preziosa per poter rischiare di perderla.
Un giorno però finalmente le viene offerta una possibilità, concludere gli ultimi due anni di studio in una scuola e uscire da lì, sempre a patto che per i suoi diciotto anni lei torni a casa a compiere il destino per il quale il padre l'ha cresciuta.
Genere: Romantico, Sentimentale, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Scolastico, Sovrannaturale
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

PROLOGO

 

 

 

Seduta sulla panchina di legno nel giardino della villa, Hazel, aspettava con impazienza che suo fratello rientrasse a casa.

Qualche ciocca di capelli castani era sfuggita dalla treccia che le aveva fatto Kate, la sua dama personale, quella mattina e ora si muoveva cullata dal fresco venticello di inizio settembre.

Leggeva un libro per ingannare l'attesa e portarsi avanti con i suoi studi, ma non era concentrata e lo si poteva capire dal fatto che era almeno la quinta volta che rileggeva lo stesso paragrafo.

 

- Signorina Hazel, sono quasi le 17, fra poco ha la lezione di pianoforte, non sarebbe meglio rientrare? - la voce di Kate le giunse alle spalle senza coglierla di sorpresa, per un motivo o per l'altro le era sempre appresso ricordandole cosa dovesse fare o chi dovesse incontrare.

 

Trattenne a stento uno sospiro e chiuse con delicatezza il libro appoggiato sulle gambe prima di voltarsi verso la donna.

Puntò i suoi occhi grigi e grandi su Kate stirando le labbra in un sorriso appena accennato - Ti ringrazio per avermelo ricordato, ma desidero aspettare fino all'ultimo il rientro di Bradford - 

 

- va bene signorina, nell'attesa posso portarle qualcosa da bere?-  Kate si premurò di domandarle con tono cordiale

 

- Kate, ti ho raccomandato più volte di chiamarmi semplicemente Hazel e darmi del tu, ho solo sedici anni - 

Non ricordava più quante volte aveva corretto la ragazza riccia e bionda di fronte a lei, la trattava sempre con esagerato rispetto eppure avevano solo dieci anni di differenza.

 Prima che Kate potesse ribattere Hazel intravide una figura percorrere il lungo viale che portava all'ingresso della villa.

Avrebbe riconosciuto quei capelli lisci e scuri e quella camminata pacata ovunque; finalmente era tornato!

 

- Bradford! - urlò Hazel alzandosi sgraziatamente dalla panchina e correndogli incontro.

Lo vide sorriderle e scuotere la testa in segno di rassegnazione prima che lei gli si buttasse con le braccia al collo.

 

- Sorellina, se papà ti avesse vista sbracciarti in questo modo si sarebbe sicuramente arrabbiato - le disse il ragazzo ridendo mentre ricambiava la stretta e le posava delicatamente un bacio sulla testa

 

- oh smettila! Ben tornato a casa, mi sei mancato - gli disse alzando il capo per guardare il ragazzo negli occhi verde scuro così diversi dai suoi, erano fratelli ma non si assomigliavano per niente.

 

- Grazie, sono felice di vederti - rispose accarezzandole delicatamente la guancia prima di prenderla per mano e incamminarsi verso casa - tra l'altro ho una bellissima sorpresa per te, ma prima ho bisogno di vedere papà -

 

- che cosa? - domandò scalpitante la ragazza piena di energia, ma il fratello non riuscì a risponderle poiché distratto dall'arrivo di Kate che aveva aspettato che loro la raggiungessero.

 

- Buon pomeriggio cara Kathelin - la salutò il fratello facendola arrossire la poverina, secondo Hazel la ragazza doveva sempre aver avuto una cotta per lui.

Era un pensiero che le si confermava tutte le volte che vedeva le reazioni della ragazza alle parole del fratello.

Le venne in mente quando qualche anno prima Kate aveva rotto un intero servizio da tè facendolo cadere dal vassoio che portava in mano, e soltanto perché aveva sentito dire che Bradford si era trovato una ragazza.

 

- Buon pomeriggio a lei - ricambiò il saluto la ragazza con eleganza, sistemandosi le maniche del vestito in un inefficace tentativo di distrarsi e nascondere il disagio 

 

Bradford al suo fianco sbuffò - imparerai mai a darci del tu? - facendo sogghignare Hazel 

 

- mi sarà difficile - replicò Kate con un sorriso di circostanza 

 

- posso chiederti dove posso trovare mio padre? - domandò Bradford lasciando la mano di Hazel per portarla a riavviarsi i capelli che gli cadevano scompigliati sugli occhi. 

Hazel guardò per terra un po' indispettita rendendosi conto che la ghiaia sulla quale camminavano le aveva riempito di polvere bianca le scarpe scure, avrebbe dovuto cambiarsele prima della lezione o il maestro di pianoforte avrebbe fatto una scenata.

 

- credo sia nello studio - 

 

- molto bene, sorellina ci vediamo più tardi - le disse scoccandole un bacio sulla guancia e allontanandosi a passo svelto, doveva avere molta fretta di parlare con papà pensò Hazel.

 

- signorina la lezion - 

 

- si lo so - la interruppe la ragazza velocizzandosi a sua volta.

Non aveva la minima voglia di farla, ma  come sempre lei in quella casa non aveva alcuna voce in capitolo, su niente.

 

 

 

 

Aveva appena finito di asciugarsi i capelli dopo aver fatto un bagno caldo, aveva indossato un vestito azzurro pastello molto semplice e deciso di lasciare i capelli sciolti.

Si affacciò al balcone della sua stanza da letto, vi si accedeva da una grande porta finestra, il pavimento era di marmo bianco, così come le piccole colonne che si erigevano a formare il parapetto al quale si apprestava ad appoggiarsi.

Osservò come ogni sera e ogni mattina il mondo al di là delle mura del suo giardino, quelle mura che non aveva mai superato, quel mondo di cui sapeva solo le cose studiate sui libri e raccontatele da suo padre, da Bradford, da Kate o qualche altro domestico.

Quel mondo che tanto la attirava ed affascinava ma che non poteva raggiungere.

Aveva provato più volte ad uscire, cercando di non farsi beccare, perché a lei Hazel Barclay chiaramente non era permesso farlo.

Prigioniera in casa sua, un uccellino in una triste gabbia dorata.

 

Tutti i tentativi che aveva fatto nel corso degli anni erano miseramente falliti, uno dopo l'altro; quando era più piccola semplicemente si risvegliava a letto senza essersi accorta di nulla, un secondo prima era sulle mura cercando di arrampicarsi e quello dopo era letto, un volta cresciuta invece Myron, suo padre, le aveva spiegato perché non poteva andarsene e da quel momento era sempre stato lui a beccarla e fermarla ogni singola volta.

Arrivava veloce e silenzioso, senza che lei riuscisse ad accorgersene, sbucava dal nulla procurandole ogni volta un grande spavento e la riportava in stanza deluso e arrabbiato e la metteva in punizione.

 

Il mondo era pericoloso, e la sua vita e il suo futuro erano troppo preziosi per poterli mettere a rischio.

Lei avrebbe dovuto prendere il posto del padre, compiuti i diciotto anni il suo istinto si sarebbe risvegliato, e lei sarebbe diventata la nuova guardiana.

 

Bussarono alla porta e Hazel capì che era ora di scendere a cena, sperò che la sorpresa che aveva suo fratello giustificasse almeno parzialmente i suoi tre mesi estivi di assenza. 

Bradford oltre a Kate era ciò che aveva di più vicino ad un amico, perché in quella villa era sempre sola, quindi quando lui mancava il suo morale ne risentiva.

Spesso faceva dei sogni, dei sogni dove giocava con un bambino biondo con gli occhi di colore diverso, ma al mattino ricordava poco o niente e setacciando la sua memoria non ricordava di aver mai incontrato nessuno in quella casa.

 

Si avviò verso la sala da pranzo, chissà se avevano preparato il soufflé Quella sera; era il suo dolce preferito.

 

 

Myron diede un ultimo sorso al liquido rosso sangue nel suo bicchiere, leccandosi le labbra dalle goccioline rimaste e mostrando appena i canini appuntiti.

Hazel aveva capito che ogni volta che suo padre faceva così significava che era nervoso, perché un gesto simile andava contro ogni etichetta ed era essenzialmente maleducato.

 

- allora padre, posso dare le notizia a Hazel? - domandò Bradford rompendo il silenzio che si era creato in quegli ultimi momenti di cena.

 

Hazel portò subito gli occhi sul fratello, e poggiò la forchetta sul piatto ora totalmente disinteressata nei confronti del cibo.

Che notizia dovevano darle che faceva addirittura innervosire il padre? 

 

- non sono ancora sicuro questa sia una buona idea in verità - rispose Myron con voce burbera osservando prima Bradford e poi Hazel che ricambiò il suo sguardo furtiva. 

 

- Avete già accettato padre, non fate storie proprio adesso - disse suo fratello prima di guardarla e sorriderle.

Bradford aveva un sorriso bellissimo, bianco e quasi perfetto con i canini appuntiti e un incisivo lievemente sbeccato che lo rendeva ancora più intrigante.

 

- cosa mi dovete dire? - si intromise Hazel impaziente iniziando a giochicchiare con una mano con l'orlo del vestito. Che notizie ci potevano essere per lei? Sperò che fossero belle, altrimenti non sarebbe riuscita a spiegarsi tutti quei sorrisi da parte di Bradford.

 

- spero di non pentirmene - sospirò il padre facendo poi un gesto della mano verso il figlio invitandolo a parlare 

 

Bradford si alzò e si portò vicino ad Hazel, con le labbra incurvate in un sorriso ampissimo e sincero. La fece girare sulla sedia e si accucciò ai suoi piedi ponendo le mani sulle sue ginocchia e la guardò dritta negli occhi.

Hazel fu sicura di vederli scurirsi per un secondo.

Quella strana posizione la fece leggermente imbarazzare, che diavolo stava succedendo?

 

- Hazel - il fratello fece una breve pausa - fra una decina di giorni tu andrai a scuola - 

 

La ragazza spalancò gli occhi e guardò prima il ragazzo poi suo padre incredula. 

 

- in che senso? - balbettò, la stavano prendendo in giro?

 

- nel senso che andrai a scuola, fuori da qui, in classe con altre persone - rise il fratello - ti ho spiegato più volte come è fatta una scuola no? - 

 

Certo che le aveva spiegato più volte come fosse la scuola, Bradford ci andava da quando aveva sei anni, e lei aspettava ogni giorno l'ora di pranzo per ascoltare tutti i suoi racconti; com'erano i professori, che scherzi avevano fatto agli insegnanti, quanto era stata difficile la verifica, il torneo sportivo, assorbiva ogni volta informazioni come se fossero aria per respirare e poi si rintanava in un mondo di fantasia dov'era lei ad andarci.

Gli occhi le iniziarono a riempirsi di lacrime - uscirò da qui? - chiese con voce rotta e la mente completamente vuota, non riusciva a capacitarsene, stava accadendo per davvero?

 

- si - le rispose Bradford abbracciandola mentre lei scoppiava definitivamente a piangere

 

- Hazel, ho acconsentito a questa situazione e farai gli ultimi due anni di liceo, ma lo sai vero che compiuti diciotto anni il tuo posto sarà qui - disse Myron tamburellando con le dita bianche lunghe e affusolate sul tavolo della sala da pranzo.

 

Hazel guardò suo padre, che per un singolo istante le sembrò più vecchio e stanco del solito, e annuì con il capo in segno di conferma.

Ancora non riusciva a credere che finalmente il suo desiderio più grande si stesse per avverare; uscire dalla magione, conoscere gente nuova, farsi degli amici, vivere una vita normale come quella dei protagonisti di diversi libri che aveva letto.

Mise una mano su quella del fratello e gliela strinse riconoscente, c'era sicuramente il suo zampino dietro.

 

- ne parleremo meglio domani Hazel, ci sono tante cose da spiegarti e tante regole da rispettare - continuò il padre prima di riporre il tovagliolo che teneva appoggiato sulle gambe sul tavolo e alzarsi.

 

Come sempre, pensò Hazel, era vissuta tra regole e limitazioni, ma si morse la lingua, non poteva rispondere in modo scortese a suo padre.

 

- certo padre, quando preferite - si alzò da tavola  anche lei lasciando la mano di Bradford raggiungendo Myron per lasciargli un bacio veloce sulla guancia - vi ringrazio comunque per l'opportunità, vi auguro una buona notte, se permettete andrei nella mia stanza -

 

Aveva tante cose su cui ragionare, e sopratutto su cui esaltarsi, ma non poteva in quel momento, non sarebbe stato opportuno che una signorina si comportasse in modo tanto sconsiderato.

 

- certo, buonanotte figlia mia -

 

- Brad mi accompagneresti? - porse la mano al fratello invitandolo ad unirsi a lei, e  si accorse che le tremava leggermente.

 

- certamente, buonanotte padre - salutò anche lui Myron unendosi alla sorella con un sorriso.

 

Suo fratello doveva tenersi pronto, una volta rimasti soli avrebbe avuto molte spiegazioni e delucidazioni da darle.

 

~L'angolino di Edel~

Buongiorno, questo è il prologo di una nuova storia che mi frulla in testa da parecchio tempo e che ho deciso di iniziare a scrivere!

Come vi sembra? Le vostre opinioni? Continuereste a seguirla per scoprire cosa succederà alla nostra Hazel?

Fatemi sapere!

Con affetto, Edel ❣️

  
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Romantico / Vai alla pagina dell'autore: EdelSky