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Autore: Liulai    25/06/2019    0 recensioni
Tre mondi completamente diversi, costretti ad una convivenza forzata dopo un disastro di dimensioni catastrofiche causato da forze sconosciute e da cui non si può scappare.
Tratto da una campagna di D&D inedita, la storia di una piccola Halfling druida dai capelli fulvi e dei suoi compagni.
Genere: Avventura, Azione, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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“Verdhi? Che ci fai qui da sola?”
 

La piccola halfling era nella tenda di Elli, accucciata davanti al braciere: si abbracciava le ginocchia, aveva lo sguardo pensieroso e le sopracciglia corrucciate, i capelli sembravano ancora più rossi con la luce fioca intorno. La veste di lana azzurra, “divisa” tipica del piccolo artiglio, le stava decisamente troppo larga.
 

“Elli! Niente, mi godo le braci… tu piuttosto, non eri a caccia?”

“Sì, ma abbiamo preso un paio di cervi che bastano per almeno mezza zampa, l’altra squadra non è ancora tornata e mentre Gerda e i suoi si occupano di pulire le carni, io non ho più nulla da fare.”

Gerda era una donnona orca con un talento innato in cucina, si era proposta di dirigere le razioni di cibo e la cucina per tutti, e lo faceva bene e con passione. Elli si tolse le pellicce e s’infilò la veste azzurra uguale alla sorella: nonostante fosse più alta di Verdhi e più formosa, risultava un po’ larga anche per lei.

 

“Che ti dicono le braci?”

“Nulla, è solo fuoco che consuma legna, com’è naturale che sia.” Grugnì Verdhandi.

“Oh, la mia piccola sorellina burbera! Lo sai che le braci dicono sempre qualcosa, tutti lo sanno. Ma tu ascolti solo ciò che vuoi sentire, eh?” 

Elli sorrise e sedendosi a fianco a Verdhi le arruffò i capelli.

“Aaah, lasciami! Te ne approfitti perchè io non posso farlo a te, con quei cosi! Quand’è che ti deciderai a tagliarti i capelli, ti sono arrivati sotto il sedere!”

Elli abbracciò Verdhi, forte, e le sussurrò: “Mai, e lo sai bene. Non dimentico nulla, come non dimenticherò mai il giorno in cui sei venuta al mondo, piccola ragnetta, rossa in volto e strillavi come un’aquila. Mamma sorrideva e papà ti lavava di fretta, pronto a scattare fuori dalla tenda per non sopportare i tuoi urli. Non m’interessa se siamo spesso lontane, io non dimentico chi sei per me.”

Verdhi ricambiò l’abbraccio, e chiuse gli occhi. “Nemmeno io… ma non sto più bene qui…”

Elli la staccò per fissarla, e non disse una parola. Verdhi ricambiò lo sguardo, ma era poco nitido. La sorella maggiore sorrise, dopo alcuni secondi che Verdhi sentì come minuti lunghissimi, e si voltò a guardare il braciere.
 

“Cominciano a spegnersi” disse Elli prendendo un ferro e muovendo le braci, soffiando. “Vuol dire che hanno parlato.”  

Distese le gambe, guardò la sorella e le fece il suo sorriso, largo, sincero, dolce. I suoi occhi verdi divennero due fessure, incorniciate dalle lunghe ciglia dorate e curve, prese dalla madre.
 

“Non m’interessa se siamo lontane, basta che tu stia bene.”

Verdhi ricambiò il sorriso, pensando a quanta calma e tranquillità aveva sempre avuto la sorella maggiore, e che i tre anni che le dividevano non li sentiva affatto. Elli era sempre stata pacata, ma inesorabile, la sua testardaggine nel seguire le regole della zampa e delle vecchie tradizioni halfling, tra cui la cosa assurda di non tagliare i capelli e di tenerli in trecce e dread, gentile e dolce con la comunità ma spietata contro i nemici. Al contrario di lei, Elli non valutava cure e resurrezioni così negativamente, anche se l’evento degli zombi l’aveva profondamente colpita. Ma la sua reazione era stata decisamente diversa dal rifiuto, si era tuffata in studi approfonditi di incantesimi di cure e lunghe ricerche di erbalismo, per non far commettere più a nessuno quegli errori.
 

Verdhi si alzò e si infilò i pantaloni di lana, si tolse la veste azzurra e indossò la casacca di pelle imbottita di morbida pelliccia di lepre. Elli la osservò prepararsi e notò lo zaino gonfio nell’angolo buio della tenda. Si alzò anche lei, e si avvicinò al baule di legno scuro e tirò fuori una scarsella di pelle con i profili colorati di verdeazzurro. La aprì, prese il contenuto e si avvicinò alla sorella, senza smettere di sorridere.

“Tieni, prendi entrambi: è morbida e comoda per i componenti magici e piccoli attrezzi, mentre questo ti servirà ancora di più.”
Nella mano destra aveva un pezzo di corteccia rossiccia di pino con incise delle rune azzurre, appeso ad un laccio di cuoio insieme a una piuma di pernice bianca e una di corvo, dai riflessi blu. L’abbracciò prima che potesse dire qualcosa, quindi le fece il suo sorriso, le accarezzò la guancia quindi si girò e si infilò sotto le pesanti pellicce del suo giaciglio, lasciando Verdhi in piedi interdetta.

 

“Buonanotte sorella, che Skadi ti guardi sempre” 

“Buonanotte Elli… grazie di tutto.” 

Verdhi si strinse la cintura alla vita dopo aver infilato la scarsella, si mise in spalla lo zaino e uscì nel buio della notte, chiudendo con cura la tenda. 

Nevicava, l’aria fredda le fece pizzicare il naso ormai assuefatto al caldo della tenda. Respirò a pieni polmoni l’odore di neve, si legò il talismano della sorella al polso e, aiutandosi con il bastone ferrato, iniziò a camminare verso sud-est, seguendo la catena montuosa, nel silenzio ovattato della foresta.

 
   
 
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