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Autore: ValeKikyo    28/06/2019    0 recensioni
Il 28 Giugno 1919 veniva firmato il trattato di Versailles, una macchia che nonostante il tempo passato, non può essere cancellata
Genere: Guerra, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Francia/Francis Bonnefoy, Germania/Ludwig
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Centesimo anniversario Centesimo anniversario

La vita di una nazione è troppo lunga, più lunga di quanto un normale essere umano potrebbe mai sopportare, ed ovviamente piena di rimpianti.
Non sempre era possibile riparare ai propri errori, e Francia lo aveva imparato a caro prezzo più volte.
28 Giugno 1919, il giorno in cui costrinse Germania e Prussia a firmare il trattato di Versailles, sul vagone di un treno; lo stesso, dove nel 1940, Hitler costrinse lui a firmare la resa, sotto gli sguardi freddi dei rivali.
-Te la sei cercata-
Quelle parole gelide, arrivate da uno dei suoi migliori amici, gli avevano trafitto il cuore, ma lo avevano anche fatto infuriare all'epoca.
Man mano che la guerra andava avanti e gli anni passavano però, Francia aveva riflettuto sulla situazione, ed era giunto ad un'amara conclusione.
Prussia aveva ragione, se l'era ampiamente cercata.
Inghilterra e America volevano proporre a Germania un patto più equilibrato, che gli permettesse di riprendersi dalla guerra e tornare in forze.
Lui invece, l'aveva presa particolarmente sul personale e gli aveva imposto tasse assurde, costringendo il popolo tedesco a condizioni di vita misere e portandolo al collasso economico, che aveva rafforzato l'avvento di correnti politiche estremiste, con effetti ormai ben conosciuti da tutti.
Non poteva fare a meno di pensare che se avesse trattato meglio Germania, forse tutto ciò non sarebbe successo.
Non ne aveva la certezza assoluta ovviamente, ma considerando che Adolf Hitler aveva basato gran parte della sua propaganda politica sul trattato di Versailles e sul suo scioglimento, il dubbio continuava a scavargli nel cervello come un tarlo.
Anche con Italia le cose sarebbero potute andare molto diversamente, ma il torto più grande lo aveva fatto a Germania, e soprattutto a Prussia, perché quando a ferirti è un amico, qualcuno con cui hai affrontato centinaia di guerre, seppur non tutte dalla stessa parte, ma sempre in modo leale, fa ancora più male.
Ed era stato proprio Gilbert a pagare il prezzo più alto, ormai degradato a galoppino di Germania, senza sapere nemmeno se sarebbe morto il giorno dopo perdendo definitivamente l'immortalità.
La sola idea di aver causato lo scioglimento della Prussia, la sua scomparsa dalle cartine, gli faceva male al cuore, se osava soffermarcisi troppo.
Sospirò, cercando di fare ordine nella sua testa.
Voleva andare a parlargli, voleva fare qualcosa per quel giorno, di cui sicuramente anche gli altri ricordavano l'anniversario.
Andò al fioraio vicino casa e comprò un mazzo di bellissime rose gialle.
Vergogna.
A cento anni dal trattato di Versailles, quel sentimento ancora lo attanagliava.
Si diresse a Berlino, ancora esitante su cosa dire esattamente, la mente confusa che sembrava come girare su se stessa.
Stette fermo cinque minuti buoni davanti alla porta, tentato di lasciare i fiori e scappare via.
Alla fine, prese coraggio e suonò il campanello.
Fu proprio Germania ad aprirgli, guardandolo incuriosito.
-Francia-
Il tono di voce non era freddo, sembrava piuttosto sospettoso.
-Ciao Germania-
-Mio fratello non è in casa al momento-
-Ehm, no, ecco...questi sono per te...volevo dire...per voi...-
Il tedesco continuava a scrutarlo, non era da Francia essere così impacciato.
-Prego, entra-
-Grazie-
Si fece da parte e Francis entrò, ammirando come sempre l'ordine maniacale con cui i fratelli tenevano casa loro.
-Vado a prendere un vaso per i fiori, tu accomodati pure-
Si sedette sul divano nero, e dopo poco l'altro tornò, e sistemarono i fiori in un silenzio imbarazzato.
Germania accarezzò i petali di un fiore, e come una specie di flash collegò tutto.
Le rose gialle simboleggiavano la vergogna, ed era il 28 Giugno 2019.
Esattamente un secolo dopo.
La sua espressione cambiò, e Francia capì che si era ricordato.
-Io...non mi sono mai veramente scusato...per ciò che vi ho fatto...-
-Te l'ho fatta pagare con gli interessi nel '40 Francia, non hai nulla di cui scusarti...hai ancora qualche cicatrice per colpa mia vero?-
Istintivamente, l'altro si toccò un fianco.
-Sì, è vero, ma...se io mi fossi comportato diversamente nel '19...il '40 non sarebbe mai esistito...-
Germania rimase in silenzio, lasciandolo parlare.
-Gilbert mi disse che me la ero cercata, lì per lì mi arrabbiai molto, ma poi...ma poi mi resi conto che aveva perfettamente ragione...non potevo aspettarmi che non vi sareste vendicati non appena vi si fosse presentata l'occasione...
Il fatto è che...è colpa mia...la seconda guerra mondiale...non è colpa tua, è mia, sono stato uno stupido, ho lasciato che i miei sentimenti offuscassero tutto il resto, non ho minimamente pensato a te e Gilbert, non ho minimamente pensato ai nostri popoli, a cosa sarebbe potuto succedere...-
Si prese la testa fra le mani, cominciando a singhiozzare.
-Tutti quei morti...li ho uccisi io...-
Germania non era mai stato bravo a consolare qualcuno che piangeva, sapeva come fare con suo fratello e Italia, ma per quanto riguardava Francia, era la prima volta che lo vedeva in quello stato e non sapeva proprio che pesci prendere.
Si avvicinò a lui e gli appoggiò una mano sulla spalla.
-Francia...non possiamo sapere cosa sarebbe successo...non nego che le condizioni che ci imponesti diedero un forte contributo alla voglia di rivalsa nei tuoi confronti...ma diciamocelo, gli umani non si accontentano mai, se non fosse stato Hitler sarebbe stato qualcun altro, con altri motivi, non è colpa tua...o meglio, non solo tua, voglio dire, sono io quello che ha torturato Polonia, Belgio, Olanda e te...non sei stato certo tu a mandare milioni di persone nei campi...sono stato io, io e basta...
Se seguissimo certi ragionamenti, dovremmo prendercela con l'accademia delle belle arti di Vienna, o, che ne so, con tutti quelli che hanno provato ad uccidere Hitler e hanno fallito...non caricare tutta la colpa su te stesso Francis-
Il francese alzò lo sguardo, asciugandosi gli occhi.
-Non avrei mai pensato di vederti piangere, non piangesti nemmeno allora, alla vista del Fuhrer sotto la Tour Eiffel-
-Lì era una questione di orgoglio, non ci si deve mai mostrare deboli di fronte al nemico, ma ti assicuro che dentro stavo morendo...ma adesso non siamo più nemici, no?-
-Nein, è da tanto che non siamo più nemici-
-A parte che per le partite di calcio-
Il tedesco ridacchiò alla sua battuta, dandogli una pacca sulla schiena.
-Ja, il calcio e gli altri sport sono un altro paio di maniche-
Francia si appoggiò meglio al divano, osservando i fiori.
-In fondo...nemmeno io mi sono mai scusato per ciò che ti ho fatto...-
-Ludwig...ciò che tu hai fatto a me rientrava nei normali canoni della guerra, a volte può capitare che...ci lasciamo prendere la mano...quando uno di noi viene fatto prigioniero, sa cosa aspettarsi...ciò che ti ho fatto io era ormai a guerra finita, in cui le uniche scelte che avevi era o firmare o essere annientato...è stato ignobile da parte mia trattarti così, ma nonostante gli avvertimenti degli altri l'ho fatto lo stesso...
Tu sei giovane, ma puoi chiedere conferma a tuo fratello, ci siamo fatti delle cose terribili a vicenda nel corso dei secoli...ma alla fine...scorrono via- fece un gesto in aria con la mano -vola tutto via, man mano che invecchi, e speri di non dover più fare del male a nessuno...le vecchie atrocità vengono rimpiazzate da nuove...io mi sto scusando con te in questo momento, ma nulla ci dice che fra duecento anni non succederà qualcosa di simile...e saremo punto e a capo-
Anche Germania si appoggiò per bene al divano, le loro spalle si toccavano.
-È vero, io sono giovane rispetto a voi...ma ho sempre la sensazione che...tutto ciò non finirà mai...non fino a che non ci sarà concesso di morire come si deve-
Francia si girò, guardandolo preoccupato.
-È questo che vuoi? Avresti preferito se ti avessi ucciso come si deve dopo una delle due guerre?-
-Nein, non ho detto questo, ma a volte...mi sento addosso molti più anni di quanti ne ho...- sospirò, chiudendo gli occhi -vorrei solo smettere di essere Germania per un po'...ed essere semplicemente Ludwig...sai, fare cose normali, fare il turista, godermi il cibo e il clima...non dovere ogni volta avere paura quando mi squilla il cellulare, avere paura che sia successo qualcosa di grave, che ci sia un'altra guerra o che mi tocchi andare da qualcuno a discutere di qualcosa...che poi le chiacchere non portano mai a niente, ma sempre meglio di prima quando ci sparavamo per due metri di terra...io voglio solo...essere lasciato in pace per un po'- aprì leggermente gli occhi e si girò verso l'altro -è troppo secondo te?-
Il francese scosse la testa, tornando poi a fissare il vaso di fiori.
-No, è ciò che meriteresti...è ciò che meriteremmo tutti...-

Buonasera a tutte!
Come scritto nella descrizione, oggi è un secolo esatto dalla firma del trattato di Versailles, che come chiunque sa è stato fra le principali cause della Seconda Guerra Mondiale.
L'ho scritta molto di getto, ma spero comunque che qualcuno voglia recensire, alla prossima!
  
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