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Capitolo 1
L’orologio segnava l’una e un quarto, a quell’ora della notte la città era già sprofondata in un sonno profondo, non che di giorno Bristol fosse particolarmente attiva. Magari nei quartieri più benestanti c’era vita, in questo preciso istante forse un ricco avvocato stava dando una festa nella sua villa lussuosa piena zeppa di gente. Ma a Stokes Croft le cose funzionavano diversamente. Le persone camminavano a testa bassa nei vicoli stretti e bui, quasi come se fossero dei topi di fogna che non vogliono essere notati.
Strinsi tra le mani congelate la mia Coolpix L830 e alzai gli occhi verso il soggetto che stavo fotografando, in attesa del momento perfetto per scattare una foto.
Click.
Guardai lo schermo della macchina fotografica sul quale era appena comparsa la foto. La ragazza stava guardando dritto nell’obiettivo. Un’espressione seria le decorava il viso, che a sua volta era illuminato solo dalla luce fioca del lampione.
<< Ben, che palle! Ti ho detto di smetterla di farmi foto a cavolo! >>.
Un sorriso sghembo si fece spazio sulle mie labbra quando la vidi avvicinarsi. << Scusa Lily, non ho resistito >>.
<< Fa’ vedere >> .
Lily prese posto accanto a me e subito il mio cuore perse un battito nel percepire il calore del suo corpo.
<< Sembro incazzata come una iena, non mi piace >>.
Alzò lo sguardo verso di me, gli occhi grandi e marroni mi guardavano in attesa di una risposta che però non arrivò perché mi persi ad osservarla. Aveva un viso piccolo e armonico, in netto contrasto con il suo carattere. Il naso leggermente all’insù era spruzzato di lentiggini e le labbra erano a forma di cuore.
<< Il freddo ti ha gelato il cervello? >>.
Risi di gusto alle sue parole e questa volta decisi di rispondere. << In realtà mi ha gelato le palle >>.
Ricevetti uno spintone che però non mi smosse neanche di un centimetro.
<< Ehi, teste di cazzo, la smettete di fare casino? Non vorrei essere beccato di nuovo >>.
La voce roca del mio migliore amico mi arrivò alle spalle, per cui dovetti girarmi per poterlo guardare in faccia. Aveva la bocca coperta da una sciarpa e la testa dal cappuccio della felpa, l’unica cosa visibile erano i suoi occhi a mandorla.
<< Se non vuoi essere beccato smettila di fare cose illegali >>. Lily aveva usato un tono severo, tipico da parte sua dato che adorava far saltare i nervi a Daniel.
<< Guarda che ci sei dentro quanto me, sei una complice >>. Il ragazzo le aveva puntato contro la bomboletta spray che aveva in mano.
<< Finisci il tuo disegno in fretta così possiamo andare via >>. Dissi mentre mettevo la macchina fotografica nella custodia.
Improvvisamente Lily si alzò in piedi, scacciando via la polvere dal jeans. << Io me ne torno a casa ora, è tardi e domani c’è scuola >>.
<< Ti vengo a svegliare domattina, quindi vedi di fare poche storie >>. Si rivolse a me un’ultima volta prima di incamminarsi e svoltare l’angolo.
Osservai la sua figura alta andare via e non potei fare a meno di pensare a quanto fosse cambiata in questi anni.
Flashback
Guardai da lontano la bambina dalle lunghe trecce seduta da sola al tavolo della mensa. Si era trasferita due settimane fa ma non si era fatta nessun amico. Non voleva parlare con nessuno, se le chiedevi qualcosa ti ignorava come se niente fosse. Il suo atteggiamento di superiorità mi dava sui nervi. La raggiunsi con le mani strette ai lembi della maglietta e poi parlai.
<< Perché non vuoi essere amica di nessuno? >>.
Lei mi guardò con gli occhi pieni di indifferenza prima di tornare a mangiare il suo panino.
Con uno scatto glielo rubai dalle mani e lo buttai a terra. << Ti ho fatto una domanda, tua madre non ti ha insegnato che ignorare le persone è da maleducati? >>.
Non ebbi il tempo di dire altro visto che la bambina si buttò violentemente su di me e mi sferrò un pugno dritto sul naso.
Fine flashback
Mi sfiorai il naso con la punta delle dita e sorrisi, da quel momento in poi siamo diventati inseparabili. Il mio sentimento per lei è germogliato pian piano fino a quando non è esploso e tornare indietro non era più un opzione possibile. L’amore che provo è come un filo spinato che si è aggrovigliato attorno al mio cuore, esso si stringe sempre di più fino a farlo sanguinare perché sono consapevole del fatto che lei non sarà mai mia.
E ogni volta, ogni santa volta mi ritrovo a dover cucire le ferite del mio povero cuore. Le stesse ferite che puntualmente si riaprono.