Anime & Manga > I cinque samurai
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Autore: DaimonDam    26/07/2009    1 recensioni
Gli impavidi guerrieri samurai affiiancati da dei validi alleati, dovranno vedersela con un nuovo temibile nemico che medita di invadere il pianeta.
Genere: Azione, Avventura, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Ryo Sanada, Un po' tutti
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Un giorno come un altro nella megalopoli di Tokyo. I penetranti raggi del sole cocente di mezzogiorno, colpivano l'immensa città come le fiamme di un fornello a gas che cucina il cibo nella padella. La maggior parte dei residenti evitava di esporsi a lungo durante quelle ore. Le zone d'ombra erano affollate di turisti e lavoratori che si recavano nei ristoranti per pranzare. Soltanto gli operai edilizi si lasciavano investire dal bruciacchiante fascio di raggi ultravioletti, non per volontà loro, ma per poter racimolare qualche quattrino extra.

Da un angolo remoto della città, sbucarono le sagome di cinque misteriosi ragazzi. Erano gli unici che passeggiavano in centro e non si preoccupavano di ricevere qualche ustione, forse erano gli unici che possedevano il fegato per poter affrontare un tale supplizio. Avvicinandosi al passaggio pedonale, i cinque ragazzi mostrarono finalmente i rispettivi volti. Non potevano essere che loro: Ryo, Shin, Seiji, Touma e Shu, i mitici seguaci della giustizia che in un passato non tanto lontano avevano liberato Tokyo ed il resto del mondo dalla incombente minaccia dell'esercito del Male, guidato dall'ambizioso ed assetato imperatore Arago.

L'intero gruppo presentava la solita euforia e spensieratezza degli adolescenti. Il più divertente di tutti, Shu, stava raccontando agli altri quattro una delle sue ultime avventure con la ragazza attraente di turno. Shin come sempre, rispondeva per le rime. Non gli credeva per niente. Lui era fermamente convinto che fossero le solite quattro fanfaronate gettate a vanvera soltanto per attirare l'attenzione.

«Vorresti dirmi che Kioto ti considera il ragazzo più attraente di tutto il Giappone?» Sogghignò quest'ultimo. «Da quant'è che vi conoscete?»

«Avanti Shin, non c'è ragione di prendermi in giro.» Replicò Shu. «Ti comporti così solo perché sei invidioso di me. Dovresti essere meno timido con le ragazze. Loro preferiscono i tipi forti e sicuri di se. Il sottoscritto ne è un palese esempio!»

«Se ti dai così tante arie rischi di non incontrarne più nessuna, compresa la tua cara Kioto.» Imperversò il samurai dell'acqua. «E poi non ho alcun motivo di essere invidioso. Ti diverti solamente a sparare una miriade di frottole per metterti in mostra. Ti conosco perfettamente, mio caro Shu!»

Il samurai della terra ribatté con tono impulsivo: «Non è vero, io non sono narcisista come pensi tu! Sono una persona molto sensibile e sincera.»

Seiji intervenne per dividere i due litiganti. «Basta, smettetela! E' mai possibile che voi due dobbiate sempre discutere per ogni banalità?»

«La colpa non è mia» continuò a farneticare Shu, «Shin non nutre alcuna fiducia nei miei confronti. Diglielo tu Seiji che io sono un ragazzo sincero!»

Seiji scoppiò a ridere a crepapelle. Prese parte al discorso anche Touma: «Ok Shu, abbiamo capito. Ora raffredda i tuoi bollenti spiriti, altrimenti finirai per cuocere sotto questo sole rovente!»

Non appena Touma terminò la frase, una strana e gigantesca ombra si calò verso di loro. I cinque giovani incuriositi sollevarono la testa per guardare verso l'alto e rimasero sbalorditi. Il sole era scomparso dietro una colossale nube oscura, che con il passare dei secondi si espandeva sempre di più. Quando l'ultimo tratto visibile dell'orizzonte venne completamente annerito dalle nubi, l'atmosfera mutò radicalmente. Nemmeno in un eclissi totale di sole il cielo si sarebbe fatto buio in quel modo. Il panico si impadronì delle menti dei normali cittadini, che iniziarono a correre da una direzione all'altra, gridando a squarciagola e senza seguire una meta ben precisa.

I meno timorosi erano i cinque samurai. Non era la prima volta che accadeva un evento simile. I ragazzi si scambiarono delle occhiate di perplessità. Nessuno si permise di pronunciare una sola parola, ma ad ognuno di loro tornò in mente quel maledetto giorno. Come per incanto, delle entità racchiuse in corazze ed armate fino ai denti avevano invaso l'indifesa città di Tokyo, catturando ed uccidendo i civili innocenti. Uno di loro aveva avuto lo spudorato coraggio di rapire i loro migliori amici, il piccolo Jun e la giovane e graziosa studentessa di nome Nasuti. Quest'ultimo aveva ingaggiato una lotta fino all'ultimo sangue contro gli impavidi samurai. Dopo una estenuante battaglia, i ragazzi riuscirono ad avere la meglio su di lui, ma non era finita. Quello era soltanto l'inizio. Anche in quell'occasione il cielo era stato oscurato da pesanti nubi nere come la pece.

«Pensate anche voi quello che penso io?» Chiese Seiji al resto del gruppo.

Il primo a rispondere fu Ryo: «Già, le forze del male sono tornate! Dobbiamo indossare subito le undergear e prepararci al peggio.»

«Concordo con te!» Esclamò con fervido orgoglio Shu. «Avanti amici, che stiamo aspettando?»

I cinque giovani estrassero contemporaneamente le sfere luminose e nell'istante successivo i loro corpi furono rivestiti dalle comode ed elastiche protoarmature.

Improvvisamente si fece tutto quanto più buio ed una impetuosa tromba d'aria travolse i coraggiosi membri del quintetto, che non si lasciarono sopraffare dalla potenza e dalla velocità del vento. Nonostante la situazione stesse degenerando, del nemico non vi era alcuna traccia.

«Con che razza di creatura dovremo scontrarci?» Ringhiò furiosamente Shu. «Io non vedo nessuno e quest'aria sta iniziando a darmi sui nervi.» Rimase in silenzio per qualche secondo, poi urlò di nuovo a squarciagola, mentre il suo corpo protetto dalla undergear veniva investito dalle energiche folate: «Vigliacco fatti vedere, ovunque tu sia!»

«Calmati Shu!» Lo intimò Touma. «Perdendo la pazienza rischi di attirarci tutti quanti in una trappola.»

«Ma io...» Farfugliò il samurai della terra.

«Niente ma.» Replicò Touma. «Dobbiamo rimanere concentrati e non abbandonarci alla collera. In questo modo potremo avere la meglio sulle forze del male. La regola fondamentale che abbiamo appreso dagli insegnamenti del grande Kaosu.»

Qualche attimo dopo, comparvero dal nulla delle sagome, che con furore si gettarono di corsa verso i samurai. Erano armature animate da spettri invisibili, come quelle dei guerrieri di Arago, ma con qualche differenza a livello estetico. Gli elmi erano conici, con delle lame che spuntavano dalla parte superiore e si ergevano aguzze verso l'alto. La parte esterna delle corazze era di un intenso colore giallastro. Erano in parecchi, non meno di quaranta ed erano tutti armati. Alcuni sollevavano fieri le loro katane e si accingevano al combattimento. Altri si dirigevano verso i ragazzi con le lance protese in avanti ed altri ancora si preparavano a gettare i pesi delle kusarigama per catturare i loro nemici. Degli occhi rossi e spiritati sbucarono nella parte scoperta di ogni elmo. Fissavano i cinque samurai con inquietudine.

Ryo e Shu erano in testa al gruppo. Furono loro i primi a rispondere all'attacco degli esseri ignoti. Shu caricò con un gancio uno dei lancieri in prima linea, schivando con destrezza l'arma appuntita. Il guerriero fantasma cedette al primo colpo e cadde a terra. Anche Ryo riuscì ad aver la meglio contro altri due. Il primo fu colpito con un secco e deciso calcio roteante, che lo rispedì indietro verso il resto del plotone, mentre il secondo venne attaccato da una gomitata che cozzò dritta sull'elmo. Si accasciò anch'esso a terra.

Subito dopo accorsero in loro aiuto anche i restanti tre samurai, Seiji, Shin e Touma. Con la stessa grinta e con lo stesso vigore che possedevano ai tempi della guerra contro l'imperatore Arago, il gruppo di giovani valorosi mandò al tappeto l'intero squadrone di guerrieri del male.

«Che sudata ragazzi!» Ridacchiò Shu. «Da tanto tempo non mi divertivo così. A quanto pare non abbiamo perso colpi!»

«Non ti montare tanto la testa e non cantare vittoria prima del tempo!» Lo ammonì Seiji. «Il mio sesto senso mi dice che tra non molto incontreremo nemici ancora più potenti. Faremo bene a non sottovalutarli!»

Senza alcun preavviso, da dietro la schiena di Shin comparve un'altro guerriero dalla corazza gialla, che brandiva una katana ed era pronto a sferrare un taglio preciso che avrebbe staccato la testa dal collo del samurai dell'acqua.

«Attento Shin!» Gridò Ryo.

Il timido Shin non riuscì ad accorgersi in tempo dell'agguato che gli aveva teso lo spettro maligno. Stava per ricevere una sferzata letale, quando un altro evento incredibile accadde. Una freccia scoccata da un angolo imprecisato della città, si conficcò nel fianco destro dell'armatura gialla. Lo spettro combattente fuoriuscì dalle vestigia e si dissolse nell'aria. I frammenti di corazza si sparpagliarono intorno al selciato, ormai inanimati.

Stupito dal tempestivo salvataggio, Shin fece un balzo all'indietro. Con il cuore ancora pulsante per la battaglia precedente e per lo scampato pericolo, osservò con accuratezza l'arma che aveva sconfitto l'entità oscura. Non era una freccia comune, scoccata da un arco tradizionale. Dalla punta si era riversato un liquido che emanava esalazioni pungenti. Un odore a lui familiare.

«Non è possibile!» Esclamò con stupore il samurai dell'acqua. «Questo è veleno. Conosco soltanto un individuo in grado di maneggiare queste sostanze!»

Una voce in lontananza irruppe tra la confusione creata dai fischi del vento: «Ben detto giovane samurai. E' da un bel po' che non ci si vede. Per me è stato un onore salvare la vita ad un mio vecchio nemico!»

  
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