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Autore: Schmetterlinge    06/07/2019    3 recensioni
“Lei cosa rappresenta per te?”
L’Iron Maker se ne stava in piedi, spalle contro il muro, braccia conserte, impassibile.
“Non ti aspetterà per sempre, ghiacciolo.”
Prende un lungo [e profondo] respiro.
“Anche se stiamo parlando di Juvia.”
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Gajil Redfox, Gray Fullbuster, Lluvia
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Gray camminava per le strade di Magnolia senza una meta precisa; vagava per i vicoli della città con scarso interesse, pensieroso, cupo.

 

Camminava e pensava.

 

Pensava alla conversazione avuta con Gajeel qualche ora prima di allontanarsi dalla Gilda.

 

Camminava e pensava.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

“Lei cosa rappresenta per te?”

 

L’Iron Maker se ne stava in piedi, spalle contro il muro, braccia conserte, impassibile.

 

“Non ti aspetterà per sempre, ghiacciolo.”

 

Prende un lungo [e profondo] respiro.

 

“Anche se stiamo parlando di Juvia.”

 

Gray non lo guardava negli occhi; teneva lo sguardo rivolto verso il basso.

 

Mai come in quel momento il fondo del bicchiere che stringeva tra le mani pareva tanto interessante.

 

Lo so.”

 

Sbuffa, Gajeel, visibilmente irritato dall’atteggiamento del compagno di Gilda.

 

“Quando fai così mi verrebbe voglia di prenderti a sberle. “

 

Gli si avvicina con passo strascicato, quasi con fare svogliato.

 

“Con la tua indifferenza finisci soltanto per farle del male."

 

Solleva [di scatto] lo sguardo, Gray.

 

 Qualcosa sembra essersi improvvisamente acceso nei suoi occhi.

 

“Ti sbagli.” 

 

I muscoli del volto si contraggono, il respiro accellera.

 

“Non sono mai stato un tipo particolarmente espansivo, questo è vero.”

 

Irrigidisce i pugni, assottigliando le labbra pallide [sottili].

 

“Ma l’ultima cosa che desidero è ferirla.”

 

Puoi anche non crederci ma la mia non è indifferenza.”

 

Gajeel non ribatte, lascia che continui, assottigliando le iridi scure.

 

“Sento che Juvia è speciale per me.”

 

L’Iron Maker lo ascolta, lo ascolta con aria quasi sconcertata.

 

Gray si stava finalmente aprendo.

 

“Ma la verità è che io non vado abbastanza bene per Lei.

 

Non ancora.”

 

Fissa un punto indefinito oltre il bancone.

 

“Juvia ha quasi sacrificato la sua vita per la mia.”

 

Gajeel di colpo smorza il respiro, sbarrando gli occhi; si irrigidisce, rallentando i battiti.

 

“La cicatrice che ha sul fianco non fa che ricordarmelo.

 

 Ogni giorno.”

 

Gray si stacca dalla sedia, avvicinandosi all’amico.

 

“Ed io voglio diventare un uomo in grado di proteggerla.”

 

Si volta poco, come se all’improvviso volesse nascondersi da sguardi indiscreti.

 

"E quando sarò pronto, farò di tutto per non lasciarla andare.”

 

Sospira, con fare assorto.

 

“Ma prima di allora…”

 

Gajeel continua a fissarlo.

 

“Quello che posso fare è proteggerla da me stesso.”

 

Cala il silenzio.

 

Gajeel non sembra intenzionato a ribattere.

 

Resta immobile con la braccia lungo i fianchi, lo sguardo impassibile, apparentemente.

 

Deglutisce appena, schiarendo la voce.

 

Si passa maldestramente una mano tra i folti capelli incolti, come a voler dissimulare un certo imbarazzo.

 

Schiocca la lingua sul palato, riportando la propria attenzione sul ragazzo di fronte a sè.

 

“Va bene.”

 

Gray trattiene il fiato, incapace di prevedere ogni possibile reazione.

 

Conoscendo Gajeel, avrebbe potuto anche ritrovarsi sbalzato fuori dalla finestra da un momento all’altro.

 

Fa per allontanarsi, il grande gigante buono.

 

Si affianca al compagno di Gilda, silenzioso.

 

Gray lo fissa incerto, non sa cosa aspettarsi; poi [improvvisamente] sente la mano del compagno di Gilda posarsi con fare deciso sulla sua spalla.

 

La sente stringere; una stretta sicura, ferma ma al tempo stesso rassicurante.

 

“Tu ancora non lo vedi, Gray, ma sei già pronto.”

 

Sorride, l’ex membro di Phantom Lord.

 

“Lo sei già da un pezzo.”

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Camminava e pensava.

 

Era palesemente felice per le parole di Gajeel ma, nonostante ciò, sentiva che poteva e doveva fare di più.

 

Juvia era il suo esatto opposto.

 

Era un uragano in piena regola.

 

 

 

 

 

 

Solare, 

allegra, 

divertente, 

 

 

espansiva, 

 

esuberante.

 

 

 

 

 

 

Soprattutto quando si trattava di lui.

 

 

 

 

 

 

Sorride al pensiero.

 

Era dolce e, talvolta, persino disarmante.

 

Ma era anche decisa, spaventosamente forte e determinata.

 

Sotto certi versi gli ricordava Natsu.

 

Sapeva bene che Juvia non aveva occhi che per lui ma vi erano state occasioni in cui si era ritrovato ad osservarli insieme e ne era rimasto profondamente colpito.

 

 

 

 

 

 

 

 

Acqua e Fuoco.

 

 

 

 

 

 

 

 

Opposti quanto a elementi ma molto simili a livello caratteriale.

 

Il fatto che andassero molto d’accordo non lo sorprendeva più di tanto.

 

E qualche volta si era persino riscoperto geloso.

 

E pensare che era stata sua nemica.

 

Ora, invece, poteva dire con assoluta certezza che quella ragazza era stata la sua più grande fortuna. 

 

Lei era la parte migliore di se stesso.

 

E lui voleva meritarla.

 

Cammina, rimurginando sugli eventi di quella tarda mattinata quando [di colpo] intravede l’oggetto dei suoi pensieri venirgli incontro, sorridendogli.

 

Le si avvicina, fermandosi a pochi passi.

 

“Ho una lavoro da sbrigare, starò via qualche giorno.”

 

La ragazza annuisce, consapevole.

 

“Lo so, ero venuta a salutarti.”

 

Prende atto il ragazzo dai capelli color pece, senza mai distogliere lo sguardo dai lineamenti dolci dell’amica.

 

“Ad ogni modo non sei l’unico, partirò anche io questo pomeriggio.”

 

Sorride con aria furbesca di fronte alla sguardo incerto [ed inquisitore] del ragazzo.

 

“Starò via per un po’.”

 

Gray non pare molto convinto; continua a scrutarla, come a volerne sapere di più e Juvia [quasi divertita] sembra averlo intuito.

 

“E’ molto probabile che [tra i due] sarai tu il primo a rientrare alla base.”

 

Il ragazzo pare un poco contrariato.

 

Si guarda attorno, senza soffermare il proprio sguardo su qualcosa in particolare.

 

“Mi aspetterai?”

 

Solleva il capo, preso in contropiede.

 

Vorrebbe parlare, dire qualcosa [qualunque cosa] ma dalla sua bocca non esce nulla.

 

Le labbra si muovono, lente e quasi incerte, ma non producono alcun suono.

 

La vede fargli un ultimo cenno di saluto prima di dargli le spalle ed allontanarsi.

 

Non vuole che vada, non così almeno.

 

Un tempo non l’avrebbe mai fatto.

 

Era buffo pensare a quanto fosse cambiato.

 

A quanto lei lo avesse cambiato.

 

 

 

 

 

 

[In meglio]

 

 

 

 

 

 

Juvia!”

 

Urla [Gray] con quanto fiato in corpo, incurante degli sguardi [sgomenti] dei passanti, nella speranza di fermarla, anche per poco.

 

Finalmente la voce prorompe con potenza, in tutto il suo vigore.

 

Quella stessa voce che pareva svanita nel nulla.

 

La ragazza si volta appena, in attesa.

 

Due parole, semplici e spontanee.

 

“Ti aspetterò.”

 

 

 

 

Lei aveva sempre atteso,

aveva sempre aspettato,

paziente.

 

 

 

 

 

E questa volta,

 

 

 

 

 

 

“Perciò sbrigati a tornare.”

 

 

 

 

 

 

Sarebbe stato Lui 

ad aspettare 

Lei.

 

 

 

 

 

 

 

Conoscendola [davvero?] si sarebbe aspettato una della sue reazioni dolci ed esagerate.

 

Uno svenimento, ad esempio, oppure un’euforia incontenibile.

 

Perché Juvia era tutto o niente.

 

Con lei la via di mezzo non esisteva.

 

Ed invece contro ogni sua previsione [un leggero rossore sulle gote] la ragazza si limita a mordicchiarsi il labbro, guardandolo con tenerezza disarmante.

 

I grandi occhioni blu di Lei incatenati alle piccole iridi scure di Lui.

 

“Per tutto il tempo che serve?”

 

L’Ice Maker inclina appena il capo, lasciandosi scompigliare le folte ciocche corvine dal vento caldo del Sud.

 

“Per tutto il tempo che vorrai.”

 
   
 
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