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Autore: EclecticFirst    08/07/2019    1 recensioni
"E tutti vissero felici e contenti".
Una conclusione che poteva apparire forse banale, prevedibile, ma che riusciva sempre a rasserenare il cuore del giovane ragazzo, appassionato ascoltatore, e a dare un senso compiuto alle cose, una sicurezza, una "regola". Principi, principesse, maghi, o chi per loro, protagonisti delle storie che ogni sera gli venivano lette, Heroes ante litteram, portavano a termine imprese impossibili, riportando la pace nelle proprie terre, nei regni vicini, e ovunque vi fossero torti. Appariva tutto così semplice.
Storia Character Centric, ispirata alla ending "Datte Atashi no Hero" di LiSA.
Genere: Fantasy, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Katsuki Bakugou
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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"E tutti vissero felici e contenti."



Pronunciate le classiche parole di commiato da una storia, il libro di fiabe venne chiuso con un tonfo solenne dalla narratrice, i racconti messi a riposo su uno scaffale, ma sempre pronti ad incantare e far sognare.

E tutti vissero felici e contenti.

Una conclusione che poteva apparire forse banale, prevedibile, ma che riusciva sempre a rasserenare il cuore del giovane ragazzo, appassionato ascoltatore, e a dare un senso compiuto alle cose, una sicurezza, una "regola". Principi, principesse, maghi, o chi per loro, protagonisti delle storie che ogni sera gli venivano lette, Heroes ante litteram, portavano a termine imprese impossibili, riportando la pace nelle proprie terre, nei regni vicini, e ovunque vi fossero torti. Appariva tutto così semplice. Battaglie. Scontri d'onore. Malvagi che sembrano avere il sopravvento, ma che all'ultimo, con uno stratagemma o un moto di coraggio, venivano sconfitti, trafitti dalla lama della giustizia.

Vedendo suo figlio piuttosto emozionato e carico, nonostante si trattasse di una fiaba narrata per indurlo al sonno, la madre gli chiese "Ti è piaciuta, vero? Ma dimmi... se potessi essere uno dei personaggi, chi sceglieresti?"

Emozionato per la domanda, il suo piccolo e scatenato principino stava per esclamare "All-Might!", pur non trattandosi di una risposta valida, perché era un personaggio assente in quel contesto: ma la stanza, ricca di statuette e poster del più grande Hero, dimostrava quanto il simbolo della pace fosse uno dei fulcri attorno a cui ruotava il mondo del ragazzo. Le gesta del "simbolo della pace" erano come una fiamma che accendeva il suo cuore: sognava, un giorno, di poterlo emulare, svettando vittorioso sul campo di battaglia. Ci pensò su per qualche secondo, prima di parlare.

"Mhh... direi... non il principe. Noioso. Forse... IL RE BARBARO." I suoi occhi si illuminarono in modo... esplosivo, mentre affermava con convinzione la sua (seconda) scelta. La madre, che sedeva di fianco al letto, gli sorrise con dolcezza.

"Che c'è, mamma? È strafigo! Inoltre è il più forte della sua tribù, e con i suoi poteri può sbaragliare da solo interi eserciti!! Non c'è nessuno che sia migliore di lui!!!"

"Oh, Katsuki." La giovane donna sospirò, prima di continuare. "Quel guerriero è davvero 'strafigo', come ti piace definirlo, sai? Ma credo che tu debba riflettere un pochino sulla storia. Per battere lo stregone malvagio, il re barbaro non ha forse collaborato con il paladino? E dove sarebbe arrivato, senza il suo fidato collega bandito? È forte, sì, ma da solo il suo potere è limitato."

Il piccolo hero in erba incrociò le braccia, e aggrottò le sopracciglia. Discorsi del genere gli sembravano superflui. Limitato? All-Might era il migliore in quel che faceva, e affrontava ogni situazione col sorriso! Cosa altro c'era da spiegare? E lui ne sarebbe diventato l'erede, mostrando la potenza del proprio Quirk!

"Ma mamma, non capisci! Un Hero deve dimostrare il proprio valore, non ammettere la propria debolezza! Anzi, non può avere punti deboli o momenti di incertezza, è vietato! Un gigapugno, qui, BAAAAAM, poi un ultracalcio agli stinchi, KRATOOOM!!, e per finire..."

Una mano gli scompigliò improvvisamente i capelli, interrompendo l'appassionato discorso.

"Forse è ancora presto, ma proverò a spiegartelo. Gli Heroes non devono essere presuntuosi, egoisti o prepotenti. Compiono anche imprese da soli, ma è soprattutto aiutandosi a vicenda, dopo aver compreso i loro limiti, che possono sconfiggere qualunque nemico, ed essere d'ispirazione per tutti. Alleati, compagni, amici, sono loro a darci forza. Ad esempio, quel tuo coetaneo, Midoriya Izuku-" fu interrotta da un urlo.

"QUEL SENZA QUIRK? Ahahah, ma cosa dici, mamm-" ma Katsuki si fermò quando sento su di sé uno sguardo di fuoco. In queste occasioni, capiva da chi aveva preso il proprio temperamento. Tuttavia, sua madre aveva dalla sua anni di esperienza e un forte autocontrollo, con cui trasmetteva i suoi rimproveri, ma senza andare in escandescenze... almeno, quasi mai.

"Uff... sai bene che non sopporto quando fai così. È la volontà, non il Quirk, a sostenerci e definirci... i nostri poteri possono essere uno strumento per aiutarci a realizzare i nostri sogni, ma non rappresentano ogni cosa. Possono sembrare discorsi strani, ma un giorno... lasciamo perdere, per ora, ormai è tardi. Nel frattempo, cerca di essere gentile con Izuku, chiaro?"

Il ragazzino annuì, senza troppa convinzione, sussurrando a denti stretti "Quell'inutile Deku..."

Dopo un delicato bacio della buonanotte sulla fronte, la madre aggiunse, mentre stava per chiudere la porta:

"Non posso sapere quando, perché dipende solo da te, ma un giorno capirai. E troverai compagni a cui affidarti, corpo e anima."

Katsuki pensò a quelle parole per qualche minuto, faticando nella ricerca di un senso, poi qualcosa cambiò repentinamente, quando sentì delle urla provenire dall'esterno... dalla finestra? Si trattava di un nome. Il suo. Il giovane percepì delle crepe che lo circondavano, avanzando di qualche centimetro ad ogni istante.

Genuinamente sorpresa, ma senza alcuna preoccupazione dovuta al pensiero che qualcuno stesse gridando il nome del figlio a quell'ora, e per di più da un luogo inconsueto, la madre commentò: "Oh? Ti stanno chiamando, Katsuki?"

I contorni di ogni oggetto nella stanza, della madre, delle statuette di All-Might, del braccio che il ragazzo cercò vanamente di allungare verso la fonte della voce, si fecero sempre più confusi, fino a mescolarsi, formando un turbine in cui la sua mente scivolò, vorticando apparentemente all'infinito... finché l'illusione non si spezzò.


 

Mi ritrovo nel bel mezzo di una battaglia, costretto a fare mente locale.

Curioso come la mente giochi certi scherzi in momenti del genere, facendo rivivere il passato. Per quanto sono rimasto svenuto? Vedo una mano tesa verso di me. E un sorriso che ho imparato a conoscere. Anche nei momenti più difficili, sembra impossibile strapparglielo dal volto, dannazione.

"Forza, Kacchan! Abbiamo bisogno di te, per vincere!" Alzo lo sguardo, e vedo di fronte a me Deku, mentre più lontano Kirishima ci fa da scudo, sfruttando il suo Quirk impenetrabile; distraendosi per un attimo dal pericolo, l'eroico Red Riot si volta brevemente, lanciando una provocazione: "Beh, Bakugo, puoi anche continuare il tuo pisolino, sai! Ce la stiamo cavando benissimo!"

Faccio una smorfia mentre afferro la mano che custodisce il One for All, e mi levo in piedi, per poi dichiarare guerra ai nemici che inutilmente cercheranno di sconfiggerci:

"Pfff... volete una sfida? E va bene!"



 

"Un giorno, troverai compagni a cui affidarti, corpo e anima."




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Salve! Era da un bel po' di tempo che mancavo su questi lidi... ho pubblicato originariamente questa storia sul mio blog personale più o meno nel gennaio del 2018, ho deciso di proporla anche qui dietro consiglio di Selene White, che ringrazio per avermi convinto a tornare su EFP! Spero che questa piccola avventura possa esservi piaciuta, vi ringrazio per averla letta!
 

   
 
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