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Autore: normanfckinrockwell    13/07/2019    11 recensioni
Andrè non ha mai pensato molto alla sua morte. Ma il giorno prima della presa della Bastiglia si trova inevitabilmente di fronte ad un'amara verità. E ad una serena consapevolezza.
"Lei era lì, viva più che mai, e lui stava per lasciarla"
Genere: Angst | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: André Grandier
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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13 luglio 1789

Andrè non aveva mai pensato molto alla propria morte. A dir la verità, non aveva mai immaginato di poter morire prima di Oscar. Si era sempre augurato di non venir a mancare prima di lei. Altrimenti chi avrebbe vegliato su di lei?
Si ricordò di quando, poche settimane prima, aveva supplicato il Generale di giustiziarlo per primo. Allora aveva un senso, poter morire prima di lei. Perché guardare il suo corpo esanime avrebbe fatto molto più male di qualsiasi tortura. E adesso guardava negli occhi la sua donna, l’unica donna della sua vita, inginocchiata accanto a lui, mentre gli teneva una mano e gli carezzava i capelli
 
Negli anni precedenti, la vita di Oscar era stata messa spesso a repentaglio.
Con molta amarezza in corpo, specialmente una volta raggiunta la maturità, Andrè era rimasto al fianco della donna amata. Senza poterla guardare, senza poter toccare i bei capelli biondi che le cascavano sulla schiena. Nemmeno quando era ferita, bisognosa di attenzioni, di cure, di un affetto diverso da quello che poteva darle il suo distaccato padre.
Lei lo trattava come un amico, un fratello, e non di rado cercava conforto e consiglio nelle sue parole gentili ma sincere. Del resto, erano cresciuti insieme.
Andrè c’era sempre. In qualsiasi occasione, Andrè le era rimasto accanto. E non perché quello fosse il compito assegnatogli dal Generale, non perché ne traesse profitto. Tutti quegli anni passati a camminare un passo indietro, tutti quegli anni di frustrazioni e insoddisfazione, li aveva trascorsi con un certo piacere, perché significava poterle stare accanto, anche se in un mero modo.
La notte, dopo aver trascorso la serata a versare vino a lei e al Conte di Fersen e ad ascoltare le loro conversazioni, si ritirava nella propria stanza e soffocava la delusione affondando il viso nel cuscino. Dio solo sapeva quanta rabbia nascondesse in corpo, quante lacrime represse, quante parole non dette.
Fino a quella maledetta sera. Andrè si malediva ancora per aver perso il controllo in quel modo. Un animale si sarebbe comportato meglio. Quella sera Oscar aveva scoperto tutto. Il suo dolore, il suo amore per lei, la sua furia. Tutto. E l’aveva persa.

In realtà si erano persi molto tempo prima.
Crescendo, erano stati costretti a dimenticare i momenti passati insieme durante la loro adolescenza. Ma Andrè non aveva mai dimenticato. Ed era sicura che nemmeno Oscar li avesse dimenticati. Una volta Alain aveva stuzzicato il suo nuovo Comandante chiedendole cosa avrebbe fatto se Andrè avesse preso in moglie sua sorella minore Diane.
Oscar, algida ed eterea come suo solito, aveva ribattuto dicendo che Andrè era libero di sposare chi gli pareva. Eppure, Andrè l’aveva notato. Aveva visto il suo volto contrarsi impercettibilmente in una smorfia di dolore. Impercettibile per Alain, certo. Ma per Andrè, era visibile come il sole del mezzogiorno.
In quel momento, disteso sui pavimenti sporchi di Parigi, mentre teneva la mano della donna per cui avrebbe dato la vita, pensò che non tutto il male veniva per nuocere. Forse un giorno tutto il dolore che lui e Oscar erano stati costretti a subire sarebbe stato utile.

Il mese successivo avrebbe compiuto trentacinque anni. Già immaginava, sé e Oscar, festeggiare il proprio compleanno da soli, intimamente, in un posto lontano. Forse ad Arras. Già, Arras. Anch’esso era stato teatro di numerose avventure …
Oscar gli stava parlando. Gli stava dicendo che avrebbe voluto diventare sua moglie e, come se gli avesse letto nel pensiero, che avrebbe voluto sposarsi in una piccola chiesa di Arras. Loro due soli, come da giovani. Lontani da tutto ciò che li aveva divisi.
La gioia che montava nel suo cuore non era scalfita nemmeno dal dolore fisico che stava provando in quel momento. Aveva atteso tanti anni, prima di poter sentire quelle parole.
Le lacrime gli riempivano l’unico occhio che gli era rimasto, minacciavano di riversarsi sul suo viso. Si disse che non poteva morire proprio allora. La sua Oscar, la sua amata, sarebbe presto diventata sua moglie. La propria vita, sacrificata in nome del suo amore per lei, stava per avere finalmente un senso. Perché per lui, senza Oscar, non aveva senso rimanere vivo.
Eppure lei era lì, viva più che mai, e lui stava per lasciarla.
Si odiò, Andrè, ancor di più di quella infausta notte.
Non avrebbe più potuto aiutarla. Né sostenerla nelle sue folli imprese. Né consolarla quando si sentiva persa. Né avrebbe più potuto assicurarsi che fosse al sicuro.
Non posso morire adesso. Come posso, dopo tutto quello che abbiamo passato?
L’ultima cosa che vide furono, nell’ordine, l’azzurro opaco del cielo e le lacrime nei grandi occhi di lei.
L’azzurro era sempre stato il suo colore preferito.
 
Andrè avrebbe dato la vita per Oscar. E il 13 luglio 1789 ne diede prova.

   
 
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