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Autore: Cometa1975    15/07/2019    2 recensioni
Hermione Granger dopo la guerra magica si è lasciata con Ron ed è diventata una storica della magia. Viene inoltre impiegata per la cooperazione e socializzazione fra i governi magici inglese, italiano, svedese e francesi. Deve organizzare con Draco Malfoy, diventato inspiegabilmente a soli ventitré anni ministro magico degli esteri, un evento nello storico palazzo di Versailles. Una festa per il giovedì grasso. Studiando negli archivi della biblioteca magica della Torre di Londra scopre la corrispondenza fra una sua discendente, che fra l'altro si chiamava come lei, Hermione Powell ed un nobile mago francese cugino di terzo grado del Re Sole, un certo Jan Antoin Malefouà.
ANGOLO AUTRICE
I personaggi di Draco e Hermione sono di esclusiva proprietà della Rowling e la storia è fatta solo per puro divertimento e non a scopo di lucro.
Il personaggio di Hermione Powell è Jan Antoine Malefouà sono invece una mia invenzione di cui ne detengono pertanto tutti i diritti.
Le foto utilizzate sono tratte da internet e sono puramente indicative e non vogliono ledere nessun diritto di Copyright che è riservato a chi le ha introdotte in rete e non sono usate per scopo di lucro.
Genere: Fluff, Mistero, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Draco Malfoy, Hermione Granger | Coppie: Draco/Hermione
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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È una serata magica, come ogni ballo a Versailles. La luce scivola in gocce brillanti sugli abiti straordinari delle dame di corte e degli accompagnatori. Stoffe colorate e preziose, piume sgargianti, parrucche e maschere. I balli del Re Sole splendono quasi quanto il nome del sovrano. Durante i festeggiamenti del ballo in maschera, nel salone fa il suo ingresso lei: Hermione Jean Granger.

Alcune settimane prima

Hermione Jean Granger, eroina del mondo magico, amica di Harry Potter e ormai ex-fidanzata di Ronald Bilius Weasley, era ormai una donna. Chiunque la incontrasse per i corridoi del Ministero faticava a riconoscere nella giovane dai capelli ondulati l'indomita ragazzina che aveva lottato e vinto contro il Signore Oscuro. Erano passati cinque anni dalla battaglia di Hogwarts. Hermione dopo essersi diplomata aveva seguito il suo cuore e fatto quello che amava: studiare libri antichi. Era diventata una storica della magia, anche se un pò atipica, oltre all'interpretazione di vecchi tomi era spesso e volentieri impegnata in interventi diplomatici. Era alle dipendenze del Ministero come consulente per la cooperazione fra i governi magici. Curava i rapporti fra il governo inglese, quello francese, italiano, svedese e americano. Tutti paesi sede di scuole storiche nel mondo magico e aveva libero accesso alle loro biblioteche. Sarebbe stato certo molto bello e interessante se da sei mesi a questa parte non avesse dovuto confrontarsi, o meglio scontrarsi, con il nuovo magiministro degli esteri inglese: Draco Lucius Malfoy.

Quando aveva scoperto che il furetto era stato designato quale magiministro Hermione aveva pensato subito a uno scherzo, ma purtroppo proprio il primo ministro Kingsley Shacklebolt, le aveva confermato che era la verità.

Il casato dei Malfoy contava ancora nel mondo magico estero; il fatto che il biondino poi parlasse concretamente ben dodici lingue, fra babbane e magiche, aiutava assai durante pranzi e cene di rappresentanza. Purtroppo per Hermione in molteplici di queste occasioni doveva accompagnarlo, in qualità di eroina del mondo magico. Le prime volte, solo Merlino l'aveva trattenuta dal non schiantarlo.

Erano arrivati a Parigi da alcuni giorni. Dovevano organizzare per il giovedì grasso, un ballo in maschera incantato nella reggia di Versailles. Stavano visitando il luogo con una guida magica. Hermione rimase letteralmente a bocca aperta osservando la Galleria degli Specchi. Era così ampia e così sontuosa, che ancora oggi ci si poteva sentire la presenza di colui che l'ha voluta per la sua gloria: il Re Sole.

Quello era il luogo dove si celebrava la grandezza del re, era il luogo delle feste, che prendevano allora, grazie alla sua presenza, uno splendore particolare.

"Colpito furetto?" disse Granger facendo attenzione a non farsi sentire dalla magiguida.

"Non credo che tutto questo splendore sia merito dei soli babbani. Sai saputella che il luogo dove sorge Versailles è un antico sito magico?"

"Certo che lo so e tu sai che Luigi XIV di Borbone, detto il Re Sole (Le Roi Soleil) o Luigi il Grande, è stato un membro della casata dei Borboni nonché sessantaquattresimo re di Francia e quarantaquattresimo di Navarra; che regnò per settantadue anni e centodieci giorni, dal 14 maggio 1643, quando aveva meno di cinque anni, fino alla sua morte nel 1715 e pur non essendo lui stesso un mago aveva nella sua discendenza maghi e streghe."

Malfoy fece uno dei sorrisi sprezzanti, che non coinvolgevano mai i suoi bellissimi occhi grigio-argento, e disse alla ragazza "Potevamo fare a meno della guida Granger, tanto c'eri tu che sei un topo da biblioteca no?!"

Lei non rispose e si voltò stizzita in direzione della guida che stava ancora spiegando la storia del luogo.

Terminata la visita al castello tornarono in albergo. Una volta rientrati, Hermione si ritirò nella sua stanza. Liberatasi del cappotto e delle scarpe, aprì la valigia e tirò fuori un pacchettino di carta ingiallita dal tempo e tenuto insieme da un nastro di raso verde scuro, fermato da un monile con uno smeraldo incastonato fra le lettere H e J.

Sì rigirò tra le dita quel pacchettino. Erano delle lettere che aveva trovato alcune settimane prima nella sezione magica della biblioteca della Torre di Londra. Aveva chiesto il permesso di poterle portare con sé in quanto al suo interno avevano indicazioni e dettagli della vita della corte di Francia al tempo di Luigi XIV.
Con Malfoy avevano deciso di ambientare la festa di carnevale, il giovedì grasso, che quest'anno spettava al governo inglese organizzare. Gli ospiti erano circa cinquecento, fra dignitari, ministri e personalità di spicco del mondo magico dei paesi coinvolti. Per ogni stato ci sarebbero state cento persone invitate. La festa si sarebbe svolta a Versailles e il magiministro francese aveva dato il suo benestare.

Malfoy, borioso come sempre, aveva chiesto e ottenuto di interpretare il ruolo del "Re Sole". A niente erano valse le rimostranze di Hermione, che gli aveva detto che era scortese nei confronti del paese che li ospitava e che il casato dei Malfoy, anche se di nobili origini, non era imparentato con i Borboni e con una famiglia reale in generale.

Stava ancora leggendo le lettere quando a un tratto in una di esse, nascosta fra le pieghe della busta, trovò la seguente missiva, scritta da una calligrafia fine ed elegante che non era quella delle precedenti:

Ma pétit Etoile,

lo so che corriamo un grosso rischio a scambiarci queste missive, ma ti prego continua a scrivermi perché per me solo il pensiero di non averti tra le braccia è insopportabile e solamente con queste brevi e fugaci parole, che arrivano tramite le pieghe del tempo, posso ancora sperare che fra noi ci sia qualcosa

J. A. M.


Hermione, era rimasta subito incuriosita dal messaggio, anche se non ne aveva afferrato fino in fondo il suo significato.

"Cose terribili capitano ai maghi che interferiscono con il tempo"

Hermione sapeva perfettamente che esistevano le GiraTempo, oggetti capaci di viaggiare nel tempo. Somigliano a una piccola clessidra su una collana d'oro. Per farla funzionare doveva essere girata una piccola manopola alla quale un giro corrisponde a un ora indietro nel passato. Era estremamente importante che colui che la utilizzava non incontrasse la versione passata o futura di sé stesso. Hermione lo sapeva bene, visto che ne aveva usata una al suo terzo anno di scuola. Però non aveva mai saputo di GiraTempo più antiche dei primi dell'ottocento, ma probabilmente dovevano esistere, sennò come si potevano scambiare le missive i due innamorati –fra le pieghe del tempo-?

Sapeva che l'autore, o meglio l'autrice, delle lettere era una strega, che aveva scoperto essere una sua lontanissima antenata. Strano lei aveva sempre pensato di essere nata babbana e probabilmente lo era, visto che la suddetta ava era vissuta a cavallo fra il milleseicento ed il millesettecento ed era morta in giovane età di parto. La cosa l'aveva comunque affascinata molto. Lei aveva sempre creduto di essere stata la prima strega della sua famiglia, ma nella discendenza materna, molto indietro vi era un'altra strega: Hermione Powell in Harris, moglie del Conte Harris ambasciatore magico alla corte del Re Sole.

Hermione non avevo ancora scoperto con chi si scambiasse le lettere, ma evidentemente, non era il Conte. Era però qualcuno che lei conosceva molto bene e adesso che aveva trovato quella risposta poteva cercare negli archivi della Biblioteca Reale francese, se a corte, in quel tempo, ci fosse un dignitario che avesse le iniziali J. A. M.

Quando quella sera a cena disse a Malfoy quello che voleva fare lui iniziò a inveire contro di lei. La festa doveva essere preparata e mancavano solo dieci giorni. Dovevano essere predisposti i costumi d'epoca, concordato il catering e tutto il resto. Hermione si arrese all'evidenza per adesso non poteva indagare. Avrebbe aspettato di terminare i preparativi e poi forse...

La festa si sarebbe svolta il 27 febbraio, giovedì grasso 2003.

Quel primo pomeriggio del ventisette Hermione era pronta per la serata, con un suntuoso abito color pervinca, una maschera argentata e un'elaborata acconciatura. Erano già a Versailles, quando non resistette e andò alla Biblioteca Reale, con un permesso speciale direttamente dall'ambasciatore magico francese, avuto giorni prima. Sfogliò meticolosamente tutti i registri possibili, anche se sapeva benissimo di non avere tempo, gli invitati sarebbero arrivati alle diciotto in punto. Aveva comunque ristretto il campo di ricerca, fra l'anno 1695 e 1705 poiché la giovane contessina Harris morì di parto nell'anno 1706.

Stava rovistando da ore fra i polverosi tomi quando la sua attenzione fu catturata da un libro in particolare con la copertina argentata: Casato dei Malefouà.

Hermione iniziò a sfogliarlo e gli apparvero quelli che sicuramente dovevano essere degli antenati francesi del furetto; in particolare fu colpita da un ritratto magico in cui un giovane di circa venticinque anni dai lunghi capelli d'oro, con gli occhi di colore grigio chiaro, quasi argenteo, sorrideva beffardo, al petto la spilla che tratteneva le lettere. Il nome si leggeva a malapena sbiadito dal tempo Duca Jan Antoin Malefouà.

Poteva essere quel giovane J. A. M.?

Hermione aveva portato con sé le missive e stava per sciogliere il nastro con il monile quando questo iniziò a brillare e altrettanto fece il suo gemello nel libro aperto sul tavolo della biblioteca reale. La ragazza si sentì risucchiare in un vortice e non si accorse neppure che nella stanza come una furia bionda era entrato un Malfoy alquanto arrabbiato.

Hermione si ritrovò nella sala degli specchi, vestita da gran ballo. Il medaglione che ancora brillava nella sua mano, ma dove era finita?

Dannazione non aveva neanche la sua bacchetta.

Era all'ingresso della sala. Istintivamente si legò il ciondolo al collo col nastro di raso verde, che di certo stonava col suo abito, ma che importava del colore, era il suo unico appiglio con il suo tempo.

Sì ma in che epoca era?

Poi sentì il banditore parlare francese e vide una coppia vestita in abiti settecenteschi avanzare.

Oh per Merlino era finita nel millesettecento o giù di lì e quella era una festa in maschera.

Afferrò la sua maschera che per fortuna era legata ad una piccola borsetta dell'abito e la indossò. Hermione, rabbrividì appena dietro la bella maschera settecentesca con piume e strass, fece un grosso respiro: probabilmente stava per essere presentata al Re Sole.

Si trovava subito dietro a una pomposa tenda in velluto blu, sormontata da grosse nappe in oro.

Toccava a lei.

Panico.

Ad un tratto la voce del banditore di corte chiamò forte: Hermione Powell, futura Lady Harris.

-Sono io- pensò Hermione Granger, fra sé e sé, quasi sorpresa dalla cosa. Poi decisa, un piede davanti all'altro, entrò nella galleria degli specchi della Reggia di Versailles. Alla sua destra e alla sua sinistra c'erano centinaia di maschere di carnevale. Le dame con vestiti vaporosi e gonne gonfie di crinolina. I colori particolari ed estrosi, abbinati con piume e cristalli, che sembravamo moltiplicarsi all'infinito dal gioco degli specchi che la circondava.

Ad Hermione tremavano le gambe dall'emozione e dalla paura. Ormai non importava come mai fosse arrivata lì, ma le era chiaro che doveva compiere quell'ultimo tratto fino al Re, inchinarsi e poi? Beh poi, forse se era fortunata, avrebbe trovato Jan Antoin Malefouà. Il suo innato istinto magico le suggeriva che i medaglioni, una volta riunitesi, avrebbero nuovamente reagito e lei sarebbe tornata indietro.

O almeno sperava che fosse così.

Mentre avanzava però un nodo allo stomaco la attanagliava, nessun mago era andato così indietro nel tempo, mai! E se nel rientro fosse morta, o peggio si fosse spezzata?

Cercò di non pensarci, era ormai di fronte al Re.

Per suo fortuna aveva studiato bene il galateo di corte per inscenare il "suo" ballo di carnevale e sapeva a sufficienza il francese per rispondere con garbo e cortesia al Re.

Luigi XIV era un uomo di indubbio fascino, anche se ormai si avvicinava alla sessantina. Era alto quanto lei, ma la sua figura avvolta in un abito di broccato dorato, con in testa foglie di vite e di alloro, forse a inpersonificare bacco, lo rendevano enigmatico e sfarzoso al tempo stesso. Fece un elegante baciamano alla giovane, soffermandosi un pò troppo sul suo décolleté e poi con nonchalance tutta regale chiamò un piaggio per accompagnarla al banchetto che si sarebbe svolto a breve.

Hermione stava cercando una via di fuga per cercare Malefouà quando si sentì tirare dietro ad un arazzo da due braccia possenti.

"Chi siete? E badate a non mentirmi milady perché so per certo che non potete essere la futura contessina Harris!"

Hermione era pietrificata.

Cosa doveva fare?

Poi la voce, ruvida ma sensuale al contempo, la fece voltare e nella penombra della nicchia in cui l'aveva costretta vide un giovane, dai capelli dorati e due occhi argentati, sotto una maschera nera.

Doveva essere il duca Malefouà.

"Non so come spiegarvelo, ma se voi siete chi credo io, devo fidarmi. Io sono Hermione Granger, una strega inglese del XXI secolo e stavo organizzando un ballo di carnevale ambientato al tempo del Re Sole. Per questo avevo cercato indicazioni negli archivi magici della Torre di Londra e ho trovato le lettere di una mia lontana antenata Hermione Powell in Harris. Ero in Francia a preparare il ballo, quando ho trovato una risposta del destinatario delle lettere con le iniziali J. A. M. Il giorno del mio ballo mi faccio vincere dalla curiosità e cerco negli archivi della Biblioteca di Versailles, già vestita per la festa, il proprietario delle iniziali su un libro. Stavo per verificare le mie ipotesi quando il medaglione del dipinto del libro che avevo consultato si è illuminato a contatto di quello del nastro che teneva le lettere" disse Hermione con voce tremula" di questo medaglione!" Solo allora gli occhi argenti si sgranarono in segno di stupore...

"Com'è possibile che si sia attivato?" disse quello non mollando la presa sulla ragazza "Si attiva solo in presenza di una Powell e un Malefouà"

Hermione rifletté velocemente, era o non era la strega più brillante della sua era?

"Aspettate un attimo quindi voi siete Jan Antoin Malefouà?" chiese e l'uomo annuì. "Potrebbe essere stato un suo lontano parente di stirpe inglese, un Malfoy ad attivare il processo?!!" disse Hermione quasi a se stessa.

"Esiste ancora la casata dei Malfoy o Malefouà nel XXI secolo? " chiese il furetto francese.

"Si certo che esiste, ma non esistono i Powell. Voi siete un mago immagino, come lo era la mia antenata?"

"Sì mia giovane strega del futuro e purtroppo, come avrete capito dalle lettere, noi siamo due anime divise da un amore destinato a non essere vissuto alla luce del sole."

"Perché voi siete francese e lei e inglese? Oppure perché lei è mezzosangue e voi no?" disse quella con una punta di astio ripensando a Malfoy. "No certo che no, nessuna delle due, che sciocchezze. Lei è destinata a essere la moglie del Conte Harris, futuro cancelliere inglese mentre io mi sposerò con una delle cugine del Re, per suo ordine diretto."

"Dobbiamo trovare il mio medaglione e rimandarvi nel XXI secolo prima che qualcuno si accorga che voi non siete chi dite di essere." concluse il duca spingendola oltre la nicchia.

Si aprì un passaggio stretto e angusto in cui l'ampia gonna del vestito di Hermione ci passava a malapena. Il duca l'aveva presa per mano e la tirava con forza, sostenendola se e quando era necessario. Quei corridoi lugubri, illuminati solo da sporadiche torce ricordavano a Hermione il Malfoy Manor. Scacciò subito dalla mente i pensieri delle torture di Bellatrix e si impose di andare avanti. In qualche maniera la stretta di Malefouà sembrava tranquillizzarla e il modo in cui i suoi occhi la guardavano la rendeva sicura. Le facevano pensare ad altri occhi, che l'avevano invece sempre guardata con superiorità e disprezzo.

Arrivati agli appartamenti del duca questo la fece attendere nella nicchia antistante le sue stanze e comparve poco dopo. "Se voi avete il ciondolo vuol dire che la mia Pètit Etoile è destinata a morire, non è vero?" le disse quello con una voce intrinseca di dolore e rassegnazione. "Duca, tutti siamo destinati a morire, ma se il vostro amore ha acceso un medaglione lontano nei secoli vuol dire che esso è più vivo che mai." le rispose convinta Hermione.

"Forse mia cara, ma vuol dire anche che voi e il mio futuro pronipote siete legati dallo stesso sentimento, anche se forse nel vostro tempo ancora non lo avete scoperto! Spero che diversamente da noi possiate viverlo senza nascondervi!" Detto ciò prese il ciondolo che aveva in tasca e questo iniziò a brillare in contrapposizione a quello della ragazza, solo allora Hermione notò che la pietra nel ciondolo del duca era un rubino e le lettere erano M. e P. , le iniziali dei cognomi dei due amanti come l'altro era quello dei loro nomi.

Un bagliore improvviso la inondò e si ritrovò nel punto da cui era partita. Appena riuscì ad aprire gli occhi e accertarsi che fosse intera, vide quello che non avrebbe mai lontanamente immaginato.

Malfoy a terra con le mani nei capelli, la sua bacchetta ai piedi con le lettere della sua antenata. Gli ci volle un minuto buono per rendersi conto che era lì, che era tornata.

Quando la mise a fuoco le saltò letteralmente addosso stringendola forte "Granger non farmi mai più una cosa del genere! Mai"

I suoi grandi occhi grigi spalancati per lo stupore, i capelli sparati ovunque e le sue labbra vicinissime a quelle di lei, tanto che solo un soffio le divideva "Ti sono mancata Malfoy?"

"Sciocca mezzosangue, sei sparita nel nulla proprio davanti ai miei occhi risucchiata da una luce verde e pensavo di averti persa per sempre..."

"Ora sono qui Draco..." disse Hermione annullando la distanza fra di loro e unendo per la prima volta le loro labbra in un bacio dolce e appassionato.

I medaglioni brillarono come a suggellare l'inizio di qualcosa di nuovo per i due (ex) nemici.

"Due anime affini possono perdersi nelle pieghe del tempo per poi ritrovarsi per quella magia che i babbani chiamano amore."
   
 
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