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Autore: Melanto    27/07/2009    1 recensioni
"Non è un pianto che senti nella notte / Non è qualcuno che ha visto la luce / E' un freddo e rotto... Hallelujah" - Leonard Cohen - Hallelujah
Genere: Malinconico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Jacaranda

Questa storia è stata scritta per la Rainbow Challenge indetta da Fanworld.
Il prompt è l'Indaco.

Ovviamente ci sono Spoiler per chi non ha visto l'anime.

Si ringrazia Maki, perché mi ha fatto scoprire gli alberi di Jacaranda, dandomi quindi l'idea per scrivere questa storia. *_*v


Jacaranda



Il rumore dei fiori sotto i piedi, disseminati in un interminabile tappeto indaco che in lontananza si fondeva alle fronde, era un fruscio leggero che accompagnava i suoi passi.
Mentre camminava, qualche fiore si staccava dal ramo, piovendo su di lui, sul suo capo, la sua spalla; scivolava sul tessuto dell’abito che stava indossando e rovinava al suolo senza il più piccolo suono.
Come ogni giorno, quando gli alberi di Jacaranda erano un tripudio di infiorescenze, passeggiava per quel viale nelle ore abitualmente deserte, con le mani dietro la schiena.
Sotto al sesto albero, da destra, c’era quella solita panchina che sembrava come attenderlo, sempre vuota al suo arrivo, tanto che si era più volte aspettato di trovarci scritto il suo nome sopra.
Cyd.
Quando la raggiunse, rimase a fissarla per un momento, prima di sedersi lentamente.
Nell’accomodarsi, sentì il leggero scricchiolare delle ossa. Non era più un ragazzino, per quanto i Mu invecchiassero molto più lentamente, eppure i suoi centoquaranta se li portava discretamente bene. Così, almeno, aveva continuato a ripetergli Ruri prima che lasciasse Renessaince.
Come ogni giorno sollevò il viso ad osservare le fronde oscillanti al tenue vento primaverile, mantenendo le mani raccolte in grembo. E, perso con lo sguardo in quel cielo indaco, liberò i suoi ricordi.
Il tempo si riavvolse come un gomitolo, prendendo a scorrere nella sua testa da quando lui era solo un ragazzino di dodici anni, chiuso come un riccio, che non parlava; non perché non sapesse farlo, ma perché non aveva nulla da dire. Per lui esistevano solo le stelle, che di notte vedeva brillare dalla finestra della sua camera, e le astronavi che volavano così vicino a loro che aveva sempre pensato che, allungando una mano, avrebbe potuto toccarle.
Astronavi e stelle.
Così l’avevano trovato i Mu, quando erano andati a prenderlo, e una volta sulla Shangri-La aveva cominciato a parlare. Domandava di questo e quello, e come funzionava e la velocità e se era maneggevole e… Dio! Le stelle poteva toccarle davvero!
Harley gli aveva insegnato tutto quello che sapeva e lui aveva finito con l’associarlo a quella figura paterna che gli sera sempre mancata fin da piccolissimo. Perché Cyd sapeva che quelli lasciati su Noah non erano i suoi veri genitori, l’aveva sempre saputo; come fosse stata una sensazione strisciante sotto la pelle e, andando via con i Mu, gli doveva aver solo fatto un favore, ma il favore, in fondo, lo aveva fatto anche a sé stesso perché appena giunto sulla Shangri-La, anche se confuso, si era sentito finalmente a casa.
Aveva conosciuto Soldier Blue ed era rimasto totalmente affascinato dalle sue parole, dal suo carisma, anche se, a dirla tutta, non gli era mai importato nulla di quella fantomatica Terra di cui parlava; per lui, stare tra le stelle era il sogno più grande.
Aveva conosciuto gli altri Mu e aveva finalmente trovato gli amici e fratelli che non aveva mai avuto perché su Noah tutti l’avevano sempre tenuto a distanza per il suo essere schivo e taciturno.
Aveva conosciuto Leo e lo aveva amato fin da subito, scoprendo quanto il viaggiar tra le stelle potesse esser ancor più bello se condiviso con qualcuno di speciale.
E Leo era più che speciale.
Quando Cyd era arrivato sulla nave, lui già era lì da un po’, ma non avrebbe saputo dire quanti anni avesse; più o meno, forse, erano coetanei, ma per un Mu l’età non faceva alcuna differenza.
Leo era muto, ma anche questo non era mai stato un reale impedimento per lui perché poteva comunicare col pensiero e Cyd sarebbe rimasto anche ore ad ascoltare il fluire leggero della sua voce che gli attraversava le sinapsi, carezzandole dolcemente.
Poi era arrivato Jomy e la loro vita di eterni zingari aveva cominciato a cambiare.
Sapeva che non avrebbero mai potuto vivere ramingando tra le stelle per sempre, e lui aveva fatto di tutto per aiutare i suoi fratelli a trovare finalmente un posto da chiamare casa come la Shangri-La era stata per lui.
A ripensarci ora, si disse di non aver mai fatto abbastanza, mentre i ricordi continuavano a scorrere tra i petali di Jacaranda e lui li vedeva apparire e scomparire nell’indaco dei suoi grappoli come onde nel mare fino ad arrivare a Nazca, alla sua nascita, alla sua breve crescita e alla sua straziante morte.
Nazca aveva visto i Mu della sua generazione diventare padri e madri, aveva visto l’illusione della fine del viaggio, aveva visto l’infrangersi delle loro speranze.
La sua distruzione era stato il giorno più brutto della sua vita.

«Non mettermi mai più nella condizione di dover scegliere tra te e gli altri, hai capito Leo?!»

Quelle parole riecheggiarono con la stessa rabbia che le aveva pervase anni prima, quando lui e Leo erano rimasti soli nel giardino della nave. Gli altri erano andati tutti a riposare, troppo scossi per la morte di Blue e gli altri amici e con ancora nella testa le ferme parole di Jomy.

«Ho già perso troppi di voi oggi, non voglio aggiungere anche il tuo nome alla lista!»

Leo era rimasto seduto sullo scalino di marmo del piccolo gazebo, mantenendo lo sguardo al suolo e l’espressione distrutta, mentre lui restava in piedi più lontano.

- Non volevo… lasciarli lì… -
«Nemmeno io! E non volevo lasciare nemmeno te…»


Aveva abbassato il tono, voltandogli le spalle, mentre Leo aveva finalmente alzato lo sguardo su di lui anche se non poteva vederlo in viso.

- Avverto il tuo dolore… -

Gli aveva comunicato il giovane, ma lui non si era voltato.

«Davvero? Bene. Ricordatelo la prossima volta che vorrai fare una cosa simile.»

E si era allontanato, sentendosi improvvisamente troppo vulnerabile alle capacità psioniche di Leo per poter restare, e ignorando volutamente quel suo soffiato…

- Non posso… -

…sperando per notti intere di averlo solo immaginato.
Anche lui si era illuso come i suoi fratelli quando avevano deciso di restare su Nazca. Si era illuso che tutto sarebbe stato diverso e migliore, che il destino non poteva essere così maledettamente avverso nei loro confronti. E si era sbagliato, mentre il bandolo delle sue memorie scioglieva l’ultimo nodo.
La Terra.
Quel pianeta gli aveva tolto tutto.
Gli aveva tolto Harley, gli aveva tolto gli amici di una vita.
Gli aveva tolto Leo.
Aveva avuto di nuovo solo le stelle e la Shangri-La, di cui era divenuto il comandante, mentre sotto la guida di Soldier Tony avevano viaggiato attraverso la rivolta che aveva sconvolto il sistema degli umani. Ma la nave gli era sembrata così vuota e le stelle non brillavano più come quando c’erano Harley e gli anziani e i suoi vecchi amici, come quando c’era Leo con cui condividerne le meraviglie.
Volare non lo aveva mai visto così solo.
Sospirò, distogliendo lo sguardo dal tetto di fiori ed abbassando lentamente il capo, arrivando al capolinea del suo naufragare.
Tra i fusti degli alberi si vedevano sprazzi di Renessaince ricostruita sui resti della vecchia Ataraxia dove aveva deciso di fermarsi. Brulicava di vita, la si poteva scorgere anche a distanza, su quel belvedere, e nugoli di navicelle si staccavano dal pianeta lanciandosi nello spazio per coronare quel sogno che, per la prima volta, aveva tenuto insieme umani e Mu.
La Terra era finalmente risorta dalle ceneri in cui gli uomini l’avevano ridotta ed il terraforming, innescato durante l’ultima estenuante battaglia tra il Sistema SD e le forze congiunte di Keith Anyan e Soldier Jomy, si era concluso. Tutti stavano correndo per andare a vedere quel miracolo, per scorgere di nuovo il suo bagliore azzurro luminoso ed intenso, sperduto tra le stelle, come tante volte l’avevano visto solo sui libri.
Tutti correvano.
I sopravvissuti della Shangri-La, i nuovi Mu disseminati nell’universo guidati da Tony, gli umani.
Tutti tranne lui.
La Terra gli aveva fatto troppo male perché riuscisse anche solo ad avvicinarsi e vederla da lontano, nonostante Harley e Leo fossero proprio lì, su quel pianeta, le loro ceneri mischiate ad altre ceneri, fusi in quella che loro avevano desiderato fino all’ultimo che divenisse la loro casa. E lui, che non l’aveva mai sentita e ricercata come tale, non si sentiva degno di mettervi piede, non era giusto nei confronti dei suoi fratelli che ci avevano creduto fino alla fine.
Tra tutti, Ruri era stata l’unica a capire, almeno in parte, i suoi sentimenti; il senso di colpa per essersi lasciato alle spalle gli amici su Nazca, il senso di colpa per non aver salvato Harley, Leo e Jomy sulla Terra.
Aveva addirittura smesso di volare: che senso aveva anche solo sognare, se non c’erano le persone più importanti a condividerne le gioie ed i dolori?
E ora rimaneva lì, su quel pianeta che non era niente per lui, incastrato in quella palese ‘non vita’ che lo mandava avanti per forza di inerzia, ad osservare i fiori di Jacaranda sbocciare e brillare durante la primavera di Renessaince. E tra i loro petali indaco, che gli ricordavano l’oscillare del mantello di Soldier Blue, seppur dolorose, le memorie di quella che era stata la sua vita prima della grande battaglia per la Terra allietavano il lento scorrere del suo tempo, tornato un concerto di silenzi. Perché, nei suoi ricordi, c’erano tutti: Harold, Kim, Soldier Blue e Soldier Jomy, Harley, gli anziani, gli amici e Leo, ed erano tutti vivi ed erano tutti con lui.
Così, reclinando nuovamente il capo per catturare l’oscillare ritmico dei fiori e perdersi in quel loro colore che spezzava e ricomponeva il suo cuore, chiuse gli occhi, volando ancora sulla Shangri-La per toccare le stelle.




I's not a cry that you hear at night
It's not somebody who's seen the light
It's a cold and it's a broken Hallelujah


Leonard Cohen – Hallelujah




Fine




Se non scrivo una bakata su “Terra e…”, ci scrivo una cosa che è angst fin dentro le virgole e i punti. T_T Vero è che “Terra e…” è angst puro e colante.
E io *amo* Cyd. T_T E Leo non doveva morire in quel modo… INUTILE! O__O’ cioè, fatelo almeno morire con stile, che so, come Matsuka (T_T che pure non doveva morire e ci sono rimasta MALISSIMO).
Cyd è puccio *_* Cioè, momento, è molto sprucico XD però è puccio lo stesso, nella mia concezione di ‘puccioseria’ *sisì* Visto che di lui non si sa nulla (e ma va?! Perché io mi scelgo sempre i pg con background pari allo zero assoluto *o*), ho potuto spaziare come volevo e poi mi sono un po’ lasciata guidare da quello che ho letto sul sito ufficiale di “Terra e…”. Nei boxini dei pg ci sono scritte due righe per ciascuno e c’è anche Cyd e praticamente dicono che è un po’ lo “Han Solo” della Shangri-La  (scritto proprio così!) XDDDD Me lo sono immaginato affiancato da un Chewbecca! LOL Era AMORE! XDDDD
Da questa cosa che ho letto è partita l’idea di farlo amante delle stelle e navi spaziali fin da piccolo. :)
Per quanto riguarda il LeoCyd… è palesemente CRACK! XD Nell’anime si trattano quasi zero, però li adoro tutti e due e chissene *_* il Crack non mi dispiace per niente! E poi, effettivamente, non sappiamo molto di cosa avviene prima dell’arrivo di Jomy, però, anche se si trattano poco, danno l’idea di ‘conoscersi bene’ (XD vivono sulla stessa nave, eh beh) e non usano formalismi tra loro, cosa che gli altri Mu (i più giovani) fanno VERSO di loro. Quindi, crack(ers) o non crack(ers)*_* li lovvo.   

NOTA: il ricordo di Leo e Cyd è legato ad un evento dell'anime, quando Nazca viene distrutto. Cyd deve abbandonare il pianeta assieme alla sua navetta per portare via alcuni dei sopravvissuti ed ordina a Leo di rientrare, mentre Leo si ostina a ricercare gli altri amici bloccati sul pianeta. Ed il fatto che Cyd insiste tantissimo affinché lui rientri è molto *gnà* *_*. Ad ogni modo, Cyd alla fine non può più aspettare oltre e decide di decollare, lasciando Leo sulla superficie (che però si salverà comunque XD). *_*v

NOTA2: non so se Cyd sia davvero nato su Noah! XD Perché non mi pare che nell'anime venga detto. *mmm*

   
 
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