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Autore: Padfootblack    28/07/2019    0 recensioni
James Sirius Potter è tutto il contrario di suo padre: spavaldo, egocentrico e con un'autostima alle stelle.
Elladora Nott è totalmente diversa dai suoi genitori: buona, paziente e con una passione sfrenata per il Quidditch.
Cosa succede quando un Grifondoro impettito incontra una Serpeverde combinaguai?
Genere: Avventura, Comico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Albus Severus Potter, James Sirius Potter, Lysander Scamandro, Scorpius Malfoy
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
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Capitolo 3 - Lysander Scamandro


James iniziava ad essere davvero irritante con le sue continue domande su me e Nott. Se non lo conoscessi bene, penserei che si era preso una sbandata per la mia piccola amica Serpeverde. Il fatto era che lui non riusciva a tenere la bocca chiusa quando si parlava degli affari degli altri, proprio come me. Quando venivo a scoprire un segreto, non riuscivo proprio a tenermelo stretto, non perché non ci provassi, ma perché era nella mia indole essere onesto e rispondere cortesemente alle domande degli altri. Se Potter mi chiedeva come mai conoscevo così bene Nott, io gli rispondevo che era una mia amica da quattro anni e che mi aveva aiutato nei momenti difficili. Ma se Potter mi chiedeva se Nott avesse fatto parte della mia vita privata, non potevo rispondergli, perché, appunto, era la mia vita privata. Erano due cose totalmente scindibili, ma lui non sembrava comprenderlo.

“E dai, l’altro giorno stavi per conficcare la forchetta nell’occhio di Cookes!”mormorò James affranto: “Guarda che non lo dico a nessuno se state insieme!”

“Non stiamo insieme”risposi sincero. Era vero, purtroppo.

“Ma allora perché ce l’avevi tanto con quella forchetta?”. Ah, Potter e le dinamiche dell’amore erano proprio due mondi a parte. Probabilmente mi sarei confessato con lui se solo avesse mostrato un po’ di sensibilità in campo emotivo. Non fraintendetemi, Jamie era sensibile e affettuoso, ma solo con i suoi amici. Non aveva mai avuto una ragazza fissa e non sapeva cosa volesse dire innamorarsi di una persona, quindi non mi avrebbe capito.

“Te lo spiegherò quando sarai più grande”promisi. E non vedevo l’ora che perdesse la testa per una ragazza e si comportasse in modo strano, avrei potuto prenderlo in giro come lui prendeva in giro me.

“Vado a Trasfigurazione”disse corrucciato: “Ma non è finita qui!”. Voltai la pagina del Cavillo, mamma aveva detto che c’era un articolo interessante sui Ricciocorni, ma qualcosa interruppe di nuovo la mia lettura.

“Ehi Lys”. Jane Bronne sedeva di fronte a me, la camicetta sbottonata quel tanto che bastava a Jamie per impazzire e l’espressione triste di chi ha appena ricevuto un rifiuto: “Come stai?”

“Ti interessa davvero o sei venuta a cercare conforto?”domandai sincero.

“Jamie non vuole uscire con me”

“Vi siete già visti due volte”le feci notare con tono ovvio.

“Lo so!”esclamò irritata: “Dovrebbe voler uscire con me una terza!”. Ecco una caratteristica che avevano tutte le “ragazze” di James: speravano di essere le uniche con cui lui si sarebbe comportato diversamente, speravano di cambiarlo, ma non ci sarebbero mai riuscite.

“Jane, sei una ragazza bellissima”

“Lo so”

“Troverai qualcuno di più adatto per te”

“Lys!”fece il broncio: “Settimana scorsa l’ho aiutato in Pozioni! E l’anno scorso ad Hogsmeade gli ho regalato un pacco intero di dolci di Mielandia!”

“Non è con i regali o aiutandolo in Pozioni che lo farai innamorare di te”

“E con cosa allora?”. La osservai con un misto di tenerezza e compassione: “Con nulla. Se non si è innamorato di te per tutto questo tempo, di certo non cambierà idea adesso”. Sbuffò e si guardò in giro: “Ho bisogno di qualcuno, non posso continuare a sbavare dietro a chi non mi merita”

“Ah, quindi Jamie non ti merita?”. Arrossì imbarazzata: “No, volevo dire … lui è fantastico, intelligente, bellissimo e coraggioso. Ma io ho bisogno di qualcuno che mi ami e mi rispetti”

“Prova con Peakes”. Il suo sguardo mutò da sognante a disgustato: “Peakes?”

“È un bel ragazzo”

“Sì, ma è … tonto”

“Preferirei che tu usassi il termine involontariamente simpatico”. Era più confusa che mai quando si alzò e uscì borbottando parole a caso. Non sapevo da quanto tempo fossi diventato l’amico-di-Potter-che-dà-consigli-alle-ragazze, ma non avrei sopportato a lungo questa situazione.

 

La vidi seduta sugli scalini di pietra, intenta a leggere un foglio di pergamena. Amavo la ruga che le si formava in fronte quando tentava di capire qualcosa. Mi inginocchiai di fronte a lei, studiando la sua espressione.

“Lys”mi chiamò delusa: “Io giuro che di Aritmanzia non ci capisco nulla”

“Perché continui ad iscriverti a quel corso, allora?”

“Perché non sono una che molla”

“Ha senso”ammisi: “Vieni ad Hogsmeade con noi questa settimana?”. I suoi occhi sprizzarono una gioia assoluta: “Ma certo! Il ritorno del grande trio!”. Visto che ero un grande amico sia di James Potter che di Elladora Nott, dovevo dividermi le uscite a Hogsmeade con loro due, perché non si sopportavano. O meglio, Potter non sopportava Nott senza alcuna ragione, lei preferiva evitarlo e basta.

“Porta la borsa più grande che hai perché ti riempirò di dolci”

“Non esiste, questa volta tocca a me pagare tutto!”

“Lascia che sia il mio pegno per farmi perdonare”

“Non devi farti perdonare di nulla!”rispose stizzita.

“Mi farò perdonare perché non potremmo passare insieme la prossima uscita ad Hogsmeade”

“Non è colpa tua”mormorò affranta.

“E neanche tua”le diedi un buffetto affettuoso sulla guancia. Buttò la pergamena nella borsa e appoggiò i gomiti alle ginocchia, sondando il mio viso: “Notizie di tua madre?”

“È ancora in giro a cercare creature che nessuno conosce, ma almeno mi scrive. I tuoi?”

“Papà in galera e mamma che tenta di farlo uscire. Solo che abbiamo i Bronne contro, sono magiavvocati da generazioni e ci stanno remando contro”

“Bronne come ...”

“Jane Bronne”terminò lei per me: “La ragazza di Potter”

“Loro non stanno insieme”

“Lei sembra stargli sempre addosso”

“È un po’ appiccicosa”commentai: “Senti, devo raggiungere Lorcan, ci vediamo a pranzo?”

“Solo se è nella vostra Sala Comune, da noi non c’è abbastanza luce”

“Vada per il pranzo in Sala Tassorosso. Buona fortuna con lo studio”

“Grazie, mi servirà tutta la fortuna del mondo”.

 

Elle si gettò come un corpo morto sulla grande poltrona in velluto ocra, ignorando i miei amici disquisire su quale fosse la Sala Comune più bella di tutte. Non era una battaglia ad armi pari con 3 tassi e 1 serpe. La nostra Sala aveva una forma circolare ed era totalmente ricoperta da carta da parati gialla con lo stemma dei Tassorosso. Il lampadario in cristallo emanava una luce calda e intima, dando una sensazione di pace e tranquillità. Lungo tutta la parete c’erano piccole finestre rotonde dalle quali si intravedeva il giardino di Hogwarts; nonostante fosse situata nei sotterranei della scuola, era una delle stanze più luminose del castello. Una parete era occupata da un camino, di fronte al quale c’erano poltrone e divani in velluto, ora occupati da Elle, me e Macmillan. Tosca Tassorosso mi osservava dal ritratto, teneva in mano la coppa e annuiva ogni volta che Lorcan elencava i tratti positivi di quella Sala.

“Almeno noi abbiamo la luce”intervenni e Elle mi puntò con lo sguardo più cattivo che riuscisse a fare: “Noi abbiamo dei lampadari enormi, potrebbero illuminare l’intero castello ...”

“Li accendete mai?”chiese Macmillan ed Elle incrociò le braccia: “Non è giusto, è ovvio che voi preferiate questa”

“Oh no, cosa c’è di male nella tua in fondo?”chiesi: “È solo spettrale, cupa, tetra ...”

“Non è vero!”

“Dai, Elle, è davvero inquietante, vivete sottoterra ...”

“Abbiamo una bellissima vista su tutte le creature marine!”

“Fra cui la bellissima e imponente Piovra Gigante”la prese in giro MacMillan.

“Scommetto che tu avresti paura di dormire là sotto, Mac”disse Elle con un sorriso: “Certe volte la notte si sente battere un colpo … tum … tum … TUM!”. Gli diede un pizzicotto sulla gamba e Mac fece un salto spaventato. Scoppiammo tutti a ridere e lui si risistemò fingendosi offeso: “Finiscila, non è vero”

“Vieni e vedrai”. Lorcan entrò nella Sala con la bacchetta alzata e quattro piatti svolazzanti pieni di leccornie, facendoli atterrare sul tavolo: “Il pranzo è servito!”

“Quegli elfi ti devono volere davvero bene”rispose Mac gettandosi sull’arrosto.

“Vuoi mangiare come un essere umano?”mi lamentai cercando di allontanarmi da lui, stava sputacchiando cibo su tutto il divano.

“Fe troffo fuono”borbottò lui. Lorcan si accomodò sulla poltrona di fronte a Elle: “Di cosa si parlava?”.

“Mac dice che la Sala dei Serpeverde è più bella di questa”rispose Elle con un sorriso gigante, mentre Mac tentava di tirare giù il boccone per rispondere a sua volta.

“Non ci credo, è troppo patriottico per dire qualcosa del genere. A me piace la vostra Sala, ha un non so che di spettrale”

“Non è solo spettrale, può essere anche accogliente”continuò Elle: “Comunque, visto che è inutile parlare di questo perché fra un po’ Mac riuscirà a ingerire le 10 carote intere che si è infilato in bocca e inizierà di nuovo a difendere la vostra Sala, dobbiamo parlare di Hogsmeade”

“Dobbiamo”estrapolò Lorcan infilzando una carota: “Cosa hai intenzione di fare, Elle?”

“I miei genitori non hanno firmato il permesso ...”

“Come l’anno scorso”

“E l’anno prima”. Elle annuì: “Esatto, a che ora ci incontriamo e dove?”

“Alle quattro di fronte a Mielandia?”

“Perfetto”

“Ha senso andare subito da Mielandia?”chiesi: “Perché non bere prima una Burrobirra? Io e Elle dobbiamo riempirci due zaini a testa a Mielandia”

“Alle quattro di fronte ai Tre Manici di Scopa”rielaborò Lorcan: “Devo ancora dire a Potter che non può venire con noi”. La solita sensibilità di mio fratello nel dire tutto ciò che pensava ad alta voce. Elle abbassò la testa e iniziò a mangiare in silenzio.

“Non sarà un problema per lui, può uscire con Peakes e Cookes”tentai di migliorare la situazione, ma Lorcan, imperterrito, continuava a ribadire il concetto: “Sì, certo, ma loro li vede sempre ed è dall’anno scorso che volevamo provare a comprare del Whisky Incendiario anche se l’età ...”

“Potete andare, se volete”disse Elle tutto d’un tratto: “Uscirò con voi il prossimo weekend”. Mac scosse la testa e pensai stesse soffocando, ma in realtà voleva solo far capire che non se ne parlava proprio di uscire con Potter.

“Mi stai molto più simpatica di quel pomposo di Potter, Elle”ribadì Mac.

“E poi te l’avevamo promesso”disse Lorcan: “I miei erano solo pensieri a caso”. La porta della Sala si aprì e mi voltai curioso: a quest’ora erano tutti in Sala Grande a mangiare a sbafo, chi poteva mai entrare? Suzanne Darling, la Caposcuola Tassorosso. Quella che ci avrebbe denunciati se avesse scoperto che prendevamo il cibo direttamente dai sotterranei e mangiavamo in Sala Comune. Non appena ci vide, sgranò gli occhi stupita e restò zitta per almeno un minuto, il tempo che ci mettemmo tutti per inventare una scusa e non farci mandare in punizione.

“È colpa mia”disse subito Elle, senza alcun senso.

“Non c’era posto in Sala Grande”disse Mac nel contempo.

“Perdonaci”mormorai io.

“Voi … come fate ...”tentò di chiedere lei.

“Suzanne”chiamò Lorcan fingendo un sorriso gentile e avvicinandosi a lei: “Posso chiamarti Suzy?”. Lei era ancora così stordita da non capire perché mangiassimo da soli e soprattutto come era arrivato il cibo lì. Lorcan le posò le mani sulle spalle: “Hai fatto qualcosa ai capelli?”

“Tinta di Madama Putt”boccheggiò lei arrossendo.

“Sei splendida”

“Grazie, ma ...”

“Vuoi accomodarti? Ce n’è anche per te”

“Non credo sia giusto ...”

“Oh, non stiamo a disquisire di queste fandonie, adesso. Tu sei sola e con la pancia vuota, immagino, e qui c’è compagnia e cibo. Cosa desideri di più?”. Lei annuì e lui la fece accomodare sulla poltrona, passandole un piatto col cibo. Si sedette poi accanto a me sul divano, obbligandomi a stringermi ed essere più vicino a Mac-il-divoratore.

“Perché mangiate qui?”fu la sua prima domanda.

“Perché siamo soli e indisturbati”risposi.

“Dove prendete il cibo?”

“Dove viene cucinato”

“Come fate a sapere …”. Elle sorrise: “Ci sono dei segreti ad Hogwarts di cui siamo a conoscenza”

“Dovrei denunciare una situazione del genere”

“Facciamo una scommessa”dichiarò Lorcan orgoglioso: “Se dopo il pranzo non sei felice né della nostra compagnia, né del cibo, allora sei libera di denunciarci”

“Lor!”boccheggiò Mac sputacchiando carote qua e là.

“Ma” Lorcan alzò un dito: “Se invece trovassi questa situazione piacevole, sei invitata ai nostri pranzi segreti ogni volta che vorrai venire”. Suzanne sembrò ponderare la risposta e alla fine annuì sorridente: “Va bene, a patto che Macmillan mi stia lontano. Giurerei di aver appena visto una carota svolazzare dalla sua bocca al pavimento”.

 

***

Note dell'"autrice":
Buon pomeriggio a tutti! 
Ebbene sì, oggi la storia vi è stata raccontata da Lysander Scamandro. Mi affascina come personaggio e so che potrebbe aiutare molto i protagonisti durante il corso della storia... ne vedrete delle belle!
Spero che vi sia piaciuto il mio Lysander, fatemi sapere cosa ne pensate nei commenti.
Alla prossima!
Padfoot

   
 
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