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Autore: Ele Kudo    29/07/2019    1 recensioni
Bene ragazzi salutate tutti il nostro nuovo membro, Elena"
"Ciao Elena"
"Quindi, perché sei qui?"
"Perché i miei genitori pensano che io sia la figlia che tutti vorrebbero e che quindi mandarmi in una specie di circolo degli alcolisti anonimi mi faccia bene, tu che ne dici?"
"Okay, ho fatto una domanda stupida"
"Ma davvero?"
"Sarcasmo e ironia cronici?"
"Dieci punti a Grifondoro!"
Genere: Commedia, Generale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash, FemSlash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Bene. Analizzai la situazione, ero in una stanza completamente bianca, seduta su una sedia di dubbia qualità, cioè, andiamo! Il bianco era diventato giallognolo per quanto era sporca e vecchia! Ero anche in mezzo a degli sconosciuti, tanto per cambiare, posizionati tutti in cerchio e stavamo ascoltando... o meglio, stavano ascoltando, un tizio, piazzato al centro del cerchio formato dalle sedie, che dava il benvenuto ai nuovi arrivati. Se non l'aveste capito, e immagino che ritrovandovi un cervello di dimensioni abbastanza ridotte nel cranio, voi non l'abbiate capito, io ero una di quelli... che palle. "Bene ragazzi, salutate tutti il nostro nuovo membro, Elena." Disse allegro quello di prima mentre mi indicava entusiasta... avrei scommesso sul fatto che si sarebbe messo a saltellare in giro... se solo avessi avuto soldi da scommettere, i miei mi avevano tolto la paghetta mensile... o meglio, non mi davano più soldi da quando risposi male a uno zio alla lontana che ad un Natale di qualche anno prima aveva disprezzato la mia maglietta di Supernatural. "Ciao Elena..." l'entusiasmo in persona... o meglio, in gruppo. Complimenti ragazzi, la morte è più allegra di voi! "Io sono Gregory. Dimmi, perché sei qui?" Ma che te ne frega? Mi mossi sulla sedia per mettermi comoda, quindi mi ci sdraiai praticamente e mi stiracchiai usando come perno lo schienale "Perché i miei genitori pensano che io sia la figlia che tutti vorrebbero e che quindi mandarmi in una specie di circolo degli alcolisti anonimi mi faccia bene, tu che ne dici?" Gli risposi ironica come sempre, beh... credo che arrivati a questo punto anche voi abbiate capito qual è il mio problema "Okay, ho fatto una domanda stupida" continuò il tipo di cui non ricordavo il nome... e non me lo ricordavo non perché non ho una buona memoria, ma perché non mi interessava, così come non mi interessa ancora oggi quello che pensa di me la gente, perché sì, mi ero accorta delle occhiate che la signora sulla sedia accanto alla mia mandava allo Spider-Man sulla mia felpa "Ma davvero?" Gli chiesi alzando un sopracciglio con fare da saccente "Ironia e sarcasmo cronici?" Chiese credendosi simpatico e no, non lo era, non lo era per nulla. "Dieci punti a Grifondoro" Gli risposi con un entusiasmo più finto del sorriso che faccio quando i parenti a Natale mi chiedono del fidanzatino "Bene, vuoi dirci qualcosa su di te?" Mi disse gentilmente e ridacchiando sotto i baffi, i quali lo facevano sembrare un muratore. "Certo! Che no." Gli risposi con un sorriso provocatorio sulle labbra, volendo vedere cosa mi avrebbe risposto "Oh, io dico di sì, sempre se vuoi uscire prima da questo 'specie di circolo degli alcolisti anonimi'." Rispose a tono... Jeremy? Si chiamava così? "Okay Jeremy-" "È Gregory" mi interrompette lui correggendomi, ah, la metti così? Va bene, te la sei cercata "Sì, sì, come vuoi Gavin. Allora, sono una persona anormale, sociopatica, iperattiva, con problemi di noia e, come ormai penso abbiate capito, sono ironica, sarcastica e sono gentile quanto la morte. Auguri se volete relazionarvi con me" mi presentai a tutti e poi aggiunsi tranquillamente: "Ah, e molti mi giudicano psicopatica, logorroica e strana" tutti mi guardarono straniti, non dalle mie parole, ma dalla tranquillità con cui le dissi, mentre Gavin si appuntò tutto su un taccuino. "Okay, okay. Sapresti spiegarmi perché ti reputi sociopatica?" Chiese Jeremy abbastanza stranito dagli aggettivi che mi affibbiai. "I miei genitori mi hanno mandata da uno strizzacervelli per un po'. Mi sono fatta delle chiacchierate molto interessanti, lo ammetto; però poi ha cercato di mandarmi in una specie di manicomio solo perché avevo iniziato a parlargli della mia ansia nello stare in mezzo alle persone e di altre cose... che intuisco tu sappia... essendo che hai la mia cartella clinica." Gli risposi scocciata e con un tono leggermente aspro, è per questo che odio ancora oggi i dottori e gli psicologi, si basano unicamente su un fottuto foglietto del cazzo! "Beh, alla fine sei finita comunque da un altro strizzacervelli!" disse un ragazzo appoggiato allo stipite della porta bianca da cui entrai venti minuti prima "In mia difesa, vostro onore, posso affermare che non era mia intenzione frequentarne un altro!" Dissi a modi accusata in tribunale facendo ridere lo sconosciuto che venne a sedersi sulla sedia vicino alla mia, dall'altra parte della signora di prima s'intende eh "Sei affetta anche tu dalla 'sindrome dell'ironia e del sarcasmo' da quel che vedo, piacere Giovanni." Mi porse la mano e mi fece un occhiolino che, almeno per me, significava 'alleiamoci sennò se iniziamo ad insultarci da qui non se ne esce più!' "Elena, il piacere è tutto mio, tempo qualche giorno e scapperai a gambe levate, te lo dico io, lo fanno tutti." Gli risposi nascondendo un tono deluso sotto la mia solita strafottenza "È una scommessa, rossa?" mi chiese affibbiandomi 'rossa' come soprannome, scelta probabilmente dettata dai miei capelli "Ovvio tesoro!" Ci stringemmo la mano e ci lanciammo uno sguardo d'intesa. Ancora non sapevo che quello di lì a poco sarebbe diventato il mio migliore amico.
   
 
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