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Autore: Mahlerlucia    29/07/2019    0 recensioni
Vivo perché sono morto dentro tante volte,
amo perché ho provato l’odio e mi ha fatto paura,
do perché so che cosa vuol dire non ricevere niente,
ascolto perché mi piace vedere le parole risplendere quando vengono ascoltate,
apro il mio cuore perché è l’unico modo di farlo respirare.
(Fabrizio Caramagna)
[Natsuya x Nao]
Genere: Introspettivo, Romantico, Sportivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Kirishima Natsuya, Nao Serizawa
Note: Lime, Raccolta, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Fandom: Free! - Iwatobi swim club
Personaggi principali: Natsuya Kirishima, Nao Serizawa (Ikuya Kirishima)
Pairing: NatsuNao
Tipo di coppia: Shonen-ai
 


 

My little brother

 

 

[...]
Mio fratello ha dubbi sulla sua felicità
Colpevole non sei
Se non lo sai
Mio fratello mi guarda da lontano
E capisco o faccio finta
Che non sia tanto strano...

Mio fratello ha avuto paura
Ma qual è la cura?
La cura qual è?
Ricordi, ricordi, ricordi, ricordi
Ricordi che fanno paura
Ricordi quando mia hai sorpreso
Col primo sorriso?


 

Il sacco da box è diventato il bersaglio prediletto per dar sfogo a quella rabbia che ti porti dentro oramai da diversi giorni. Peccato solo che la maggior parte dei pugni e dei calci con cui stai cercando di mirare l'incolpevole attrezzo non sia per nulla precisa e coordinata. Qualche piccolo soprammobile ne ha già risentito perdendo il proprio, precario equilibrio. Tra questi, una vecchia fotografia che ti ritrae assieme a tuo fratello ai tempi della scuola primaria: la cornice è caduta in avanti e tu non hai neanche il coraggio di constatare se il vetro che la protegge sia ancora intatto. Ma hai i tuoi forti dubbi al riguardo.

Sei tornato ad Iwatobi con il nobile movente di poter rivedere tua madre. E non ci sarebbe nulla di strano, dato che oramai vive praticamente da sola in una casa che risultava essere troppo grande sin dai tempi in cui tu ed Ikuya riuscivate ancora a donarle un'anima con la vostra infantile presenza.
Sovente ti capita di soffermarti ad immaginare un eventuale ritorno di tuo padre. Ma non appena quel pensiero ti porta a ricordare quanto il viso di quell'uomo sia identico al tuo, non puoi far altro che scacciarlo con una dolorosa scrollata di capo. Non incorrerai mai nel grave pericolo di diventare come lui e di commettere i suoi stessi atroci errori. In nessun caso cadrai nella trappola dell'illusione di una vita migliore capace di farti dimenticare in poco tempo quelli che sono i tuoi doveri di marito e di padre.
Molto più semplicemente, non hai alcuna intenzione di mettere su famiglia solo per andare incontro all'adempimento di un dovere sociale. Non dopo il pessimo esempio che hai avuto per anni dinnanzi ai tuoi occhi.

Un rumore sordo ti distrae dai quel flusso di pensieri negativi legati al passato. Nelle tue orecchie sono ben saldi gli auricolari dai quali stai sentendo Anthony Kiedis urlare 'Give it away, give it away, give it away now!' da almeno un quarto d'ora, in loop. Probabilmente il tuo subconscio sta tentando di comunicarti un modo per ritrovare le forze necessarie per rialzarti attraverso la voce e l'energia del frontman di un gruppo che adori sin dalla tua prima adolescenza.
Sono proprio quegli auricolari impostati a volume massimo che t'impediscono di sentire quel susseguirsi di nocche che collidono contro il legno della porta chiusa della tua camera. Realizzi l'insistenza della persona che ti sta cercando solo nel momento in cui arresti la riproduzione di quell'album per cercarne un altro più recente.

“Mamma non ti preoccupare. Non mi serve niente.”

“Natsuya, apri questa stupida porta! E subito!”

Ikuya?! Certo, mamma non busserebbe mai con tutta quella foga.
Sospiri rassegnato, cercando di prepararti mentalmente al prossimo battibecco col 'cucciolo' di casa.

“Dimmi tutto, fratellino.”

“Mi prendi pure per il culo? Io sono tornato a casa per studiare, non per perdere tempo come stai facendo tu in questo preciso momento.”

Ikuya indossa una vecchia maglietta che sembra andargli ben più larga rispetto a qualche tempo fa. Gli ultimi allenamenti al campus della Shimogami Univesity lo hanno ulteriormente fatto dimagrire, anche se in realtà non sta affatto male.
I suoi grandi occhi rossi puntano i tuoi, nell'insofferente ricerca di una qualunque risposta a quella perentoria affermazione. D'altronde, non puoi di certo dargli torto, visto e considerato che stai facendo un baccano non indifferente da una buona mezz'ora. Senza dimenticare che anche tu avresti degli esami da preparare. E, dulcis in fundo, proprio in quel particolare frangente ti passa per la mente che dovresti ancora scrivere al professor Tadakumi per fissare un colloquio a proposito della famosa tesi di laurea non ancora inaugurata.
Maledizione!

“Ah! Sì, certo. Hai ragione. Scusami... mi stavo solo allenando.”

“Per allenarsi esistono le palestre o i centri sportivi!”

Ti ritieni alquanto offeso da quello che – praticamente – voleva essere un ordine nei tuoi confronti.
Dunque, secondo le sue volontà non avresti neanche il diritto di portare avanti le consuete abitudini di casa tua. Deve studiare, chiaro. Ma non può arrivare al punto d'impedirti di condividere la stessa aria tra le poche decine di metri quadrati che vi accomunano nell'appartamento che vi ha visti crescere insieme.
Sospiri, cercando di trattenere quel guizzo d'irritazione dovuto alla sua acidità.

“Lo so bene, ma per oggi ho deciso di restare qui. Ti prometto che la smetterò di darti fastidio. Sai, ho anch'io delle cose da sistemare per l'Università e quindi... prima mi metterò sotto e meglio sarà per tutti!”

“A che punto sei con la tesi?”

Digrigni i denti senza riuscire ad evitare di strabuzzare gli occhi. Non ti aspettavi di certo quella domanda così infausta, soprattutto da lui. In un attimo il macigno delle responsabilità che predomina sul ruolo di fratello maggiore torna inesorabilmente a farsi sentire, con tutto il suo consistente peso. Dare sempre il buon esempio non è cosa semplice, e tu sei sempre stato convinto di non essere in grado di farlo in maniera credibile. Anzi, hai persino perso il conto del numero le volte in cui sei stato ripreso dal tuo adorato otouto. Troppe cose erano successe anni addietro tra voi.
Fortunatamente, ora come ora molte delle vostre incomprensioni sembrano essere rientrate.

“Ehm... ci sto lavorando.”

“Hai scelto l'argomento?”

“No. Devo... devo ancora scrivere al professore.”

“Fantastico! A cosa staresti 'lavorando' esattamente, allora?”

“Perché non ti fai i cazzi tuoi, una volta tanto?!”

“È una vita che lo faccio, specie quando si tratta di te. È questo che vuoi? Bene, ti chiedo solo di fare altrettanto. Torno a studiare che è meglio!”

Realizzi all'istante di aver parlato troppo, di essere stato brusco ed irriguardoso nei confronti di chi stava solo dimostrando un po' d'interesse nei tuoi riguardi. Non hai avuto il benché minimo rispetto per una delle persone a cui tieni di più al mondo e con la quale stai ancora tentando di recuperare un rapporto che, fino a qualche mese prima, sembrava essere andato completamente in frantumi. Ora che ti ha concesso questa seconda – e vitale – possibilità, non puoi buttare tutto al vento a causa di quella collera che non ha niente a che vedere con lui.
Le tue mani tra i capelli, il tuo sguardo che si muove da una parte all'altra della stanza senza realmente cercare nulla. Ikuya si sofferma ad osservare tutto questo con una palese incredulità dipinta sul volto. Non è uscito dalla stanza correndo e sbattendo i piedi, come consuetudine. È rimasto fermo lì, sul ciglio di quella parta che era stata capace di racchiudere tutta la scia pessimistica portata dalle emozioni che sovrastavano il tuo cuore da quando sei tornato a casa. O forse da molto tempo prima.
Non è più un ragazzino in cerca di attenzioni, ormai non sente più la necessità di farsi portavoce del suo disagio con quelle reazioni spropositate che lo portavano solo a sentirsi ancora più fragile ed indifeso. Ora ha diciannove anni e le esperienze della vita sono state in grado di forgiarlo a dovere. Non smetterai mai – e poi mai – di ringraziare i suoi amici più fedeli, coloro che davvero sono stati in grado di stargli accanto per tutto il tempo in cui tu hai avuto il coraggio di voltarti dall'altra parte, alla ricerca di te stesso.

“Ikuya, aspetta!”

Lo guardi negli occhi cercando di assumere l'espressione meno disgraziata possibile, cosa non semplice in un contesto così delicato. Quelle enormi iridi rosso rubino sono le tue, lo specchio della vostre anime che cerca spesso di farvi comprendere dove stiate sbagliando, anche implicitamente.
Ti avvicini a lui e afferri d'impeto il suo polso. Lui non sembra spaventato dalla tua irruenza, al contrario. Attende persino che tu gli dia qualche spiegazione. Raramente ti ha visto così sconvolto e incapace di controllare le tue stesse azioni. Ricordi bene che arrivava al punto di tapparsi le orecchie quando qualcuno gli raccontava che nell'ultimo periodo avevi iniziato a bere un po' troppo. L'idea del fantomatico Aniki forte e temerario, capace di stargli sempre accanto e di sostenerlo in ogni sua decisione, non era mai realmente sfiorita all'interno delle sue certezze più radicate, nonostante tutto.

“Si può sapere che ti prende?”

“Tu non c'entri...”

“Questo mi è chiaro.”

Abbassi lo sguardo iniziando a torturarti il labbro inferiore. Tenti di radunare tutte le forze necessarie per raccontare a tuo fratello quello che hai scoperto nell'ultimo periodo a proposito di Nao. Temi che la cosa possa infastidirlo, ma in quegli istanti di rassegnazione e malinconia, non hai davvero nessun altro a cui poterti rivolgere. Il dolore che sta scorrendo dentro di te sta letteralmente spegnendo ogni tua parvenza di speranza. Con le tue sole capacità non riesci a vedere al di là del muro di paure che sei riuscito a costruire per non dar fastidio a nessuno.
Ma Ikuya no. Lui non ci ha creduto fin dal primo momento. Qualcosa non gli quadrava sin dalla sera in cui ti ha visto tornare alle vostre origini, con lo sguardo di chi si era perso tra quelle stesse vie che aveva imparato a conoscere come le sue tasche in tenerissima età.

“Magari ti preparo un tè, così distendi un attimo i nervi e parliamo con calma.”

Un tè... per distendere i nervi.
Ikuya e Nao hanno sempre avuto in comune molte più cose di quanto entrambi potessero anche solo immaginare. Due anime tranquille che all'occorrenza sanno sempre come tirar fuori la parte migliore di sé. Certo, il tuo otouto magari fa ancora un po' di fatica a controllare le proprie emozioni, ma di sicuro ha acquisito quella pace interiore che gli è mancata per troppi anni, anche per colpa di quel senso di abbandono che era partito dalla tua assurda decisione di lasciarlo libero di muoversi da solo per il mondo. Non era di certo ciò che desiderava e, soprattutto, non era ancora pronto.

Un tè... per distendere i nervi.
In segno di costante presenza per ogni necessità. Un'inversione di ruoli che non trovi corretta dal punto di vista etico, ma che non puoi fare a meno di considerare egoisticamente appagante.

“Ok. Ma se devi studiare...”

“Non ti preoccupare. Non ha mai fatto male a nessuno concedersi una pausa ad oltre un mese dalla data dell'esame.”

“Ma... cosa?!”

Il suo sguardo assume quell'espressione che amava mettere in mostra tutte le volte che si divertiva a prendere bonariamente in giro il suo amico Asahi. Ostenta un occhiolino pregno di comprensione e aspettativa, prima di avviarsi verso la cucina.
Un attimo prima di raggiungerlo dai un occhio al telefono. Solo qualche inutile notifica di aggiornamento da parte di un social network. Decidi di scrivere un rapido messaggio a Serizawa, giusto per capire come procedono gli ultimi controlli prima del ricovero. E come da prassi, vieni subito surclassato dal senso di colpa per non essere al suo fianco. Poco importa se è stato proprio lui a chiederti di tornare a casa, e anche con una certa insistenza.

 

Natsuya, tu devi andare dalla tua famiglia. Sono passati mesi dall'ultima volta in cui hai visto tua madre. E non dimenticarti di Ikuya, soprattutto ora che avete riallacciato un minimo i vostri rapporti. Vai ad Iwatobi. Ti avvertirò io quando stabiliranno ufficialmente la data dell'operazione.”

 

Già. E ancora tutto tace.

 

***

 

“Allora, cosa è successo?”

Ikuya pronuncia quella domanda dopo aver ingurgitato il primo sorso di tè verde, stando ben attento a non scottarsi. Lo zucchero di canna è un vezzo che si concede solo lontano dagli allenamenti, nei giorni di quiete quotidiana. Avevi sentito dire da Hiyori che il nuovo allenatore del team di nuoto universitario era piuttosto intransigente da questo punto di vista. La cosa inizialmente ti aveva lasciato interdetto, ma sai bene che quando tuo fratello desidera fortemente qualcosa, fa di tutto per poterla ottenere. Anche a costo di doverlo fare di nascosto.
Le vittorie arrivano solo per coloro che credono sempre in loro stessi. Glielo avevi insegnato tu stesso, anni addietro. Prima dell'avvento di tutte le vostre faide intrafamiliari.

“Si tratta di Nao.”

“Immaginavo. Avete discusso?”

“Magari fosse solo questo.”

Ikuya poggia la tazza sul tavolo e punta i suoi grandi occhi sgranati nei tuoi, che non sembrano in grado di contraccambiare. Sospiri di nuovo, stringendo la mano a pugno. Una lacrima scende sulla tua guancia senza che tu te ne possa accorgere, screanzata fautrice dell'esposizione dei tuoi sentimenti più intimi.
Avverti il calore di quelle esili dita stringersi intorno alla tua mano ancora chiusa. Sollevi lentamente lo sguardo cercando di cancellare ogni rimasuglio di quell'assurda malinconia il più velocemente possibile. Non puoi sopportare il fatto che tuo fratello ti ricordi ridotto in quello stato.

Aniki, cos'è successo? Mi stai facendo preoccupare!”

Ed era l'ultima cosa che avresti voluto.
Allenti leggermente la presa per permettere alle sue dita d'intrecciarsi alle tue, favorendo quella stretta fraterna che ti sta restituendo la lucidità di cui hai bisogno per poter iniziare a raccontare quello che è successo. Dover partire dal principio rende il tutto ancora più arduo da argomentare.

“No, non voglio che ti preoccupi. Basto io per tutti.”

“Ma almeno condividi con me. Magari parlarne alleggerirà un po' la pena.”

“Può darsi. Si tratta dello stesso problema che Nao aveva avuto ai tempi delle scuole medie. Le difficoltà alla vista si sono riacutizzate e il medico a cui si è rivolto a Tokyo ha parlato di... di un principio del distacco della retina.”

“Che cosa? Ma... ma sei anni fa i medici che lo avevano operato avevano detto che era andato tutto per il meglio, che Serizawa-senpai avrebbe solo dovuto portare gli occhiali per leggere e lavorare al computer. Non ci sono stati problemi in tutti questi anni, mi sembra... O sbaglio?”

“In realtà ero convinto anch'io di questo fino a qualche settimana fa. Poi ho avuto modo di parlare con alcuni suoi compagni di corso che mi hanno rivelato alcuni dettagli che non conoscevo.”

Segui con lo sguardo Ikuya mentre si alza dalla sedia per andare a recuperare dell'altro tè. La tua classica tazza all'occidentale – regalo che lui stesso aveva portato dagli Stati Uniti per vostra madre – non è ancora stata sfiorata. Ti accingi a bere il primo sorso gustando quel sapore tradizionale e delizioso allo stesso tempo. Peccato solo che sia già tiepido.

“Questo rimasto nella teiera è ancora caldo. Ne vuoi un po'?”

Telepatico, come sempre.

“Eh? Ah, sì grazie.”

“Bevilo però!”

“Altrimenti?”

“Mi offendo!”

“Capirai! Non che ci voglia molto a farti mettere il broncio da qui fino al prossimo Natale.”

Aniki!”

Non riesci a resistere alla tentazione di infilare le dita tra le folte e morbide ciocche dei capelli del più giovane di casa. Ikuya borbotta qualche improperio nel vano e fasullo tentativo di farti smettere con quella tenera tortura. Protesta flebilmente fino al momento in cui non ti decidi a lasciarlo libero di tornare a sedersi per consumare la sua bevanda.
Questa volta bevi tutto d'un sorso, onde evitare inutili sbalzi umorali in ambito domestico.
Non si sa mai.

“Cosa ti hanno raccontato i compagni di corso di Serizawa-senpai che hai incontrato?”

Posi la tazza sul tavolo sbattendola in maniera impropria. Realizzi di aver rischiato di romperla solo quando riesci a soffermarti sull'espressione torva del tuo otouto. Non era assolutamente tua intenzione, ma il mero ricordo di quello che ti avevano riferito quei tre tizi, e il modo in cui erano rimasti sconcertati per la tua completa ignoranza in merito, ti aveva fatto alterare interiormente. Quell'insolita sensazione di smarrimento e presa in giro che avevi avvertito quel giorno è tornata prepotentemente a farsi sentire, impedendoti di far finta di nulla dinnanzi alla sua consistenza emotiva.

“Troppe cose. A quanto pare Nao a inizio anno accademico ha consegnato una certificazione utile per essere esonerato da tutte le attività sportive del campus. Questo proprio a causa delle condizioni in cui versavano i suoi occhi. Chiaramente aveva ben pensato di non dirmi nulla da principio, il furbo.”

“Una certificazione valida un anno per essere esonerato da tutte le attività sportive?! Questo significa che probabilmente avverte delle difficoltà già da tempo... e che qualche controllo lo abbia già fatto. Ma ha almeno continuato con l'attività d'insegnamento alla scuola di nuoto per bambini?”

“Sì, anche se è stato sostituito varie volte da Tachibana.”

“Ricordo che una sera, al locale della sorella di Asahi, era venuto fuori questo discorso con gli altri. Makoto ci aveva raccontato che Serizawa-senpai era molto impegnato con gli esami e con la stesura della tesi. Di conseguenza, avrebbe avuto meno tempo da dedicare all'insegnamento. Però non ho avuto modo di approfondire, per cui non so...”

“Questo era quello che gli aveva fatto credere. Doppiamente furbo!”

“Più che di furbizia, parlerei di precauzione. Non vuole far preoccupare gli altri, soprattutto le persone a cui tiene di più. Certo, io una cosa del genere preferirei venire a saperla dal diretto interessato, non da dei conoscenti universitari. Però... sai... lo capisco.”

Lo capisce. L'ho sempre detto io che siete molto più simili tra voi di quanto non lo sia io.
Allunghi le gambe sotto al tavolo abbandonandoti sullo schienale di quella vecchia sedia in legno d'acero. Incroci le braccia sul petto e mostri una piccola smorfia di disappunto per quello che ha appena detto colui che dovrebbe prendere lezioni di vita da te. E invece... vi trovate per l'ennesima volta nella situazione opposta.

“Infatti io non parlo di 'furbizia' nella reale accezione del termine. Ma scusami, cosa ci avrebbe guadagnato a non dirmi nulla? A tenersi tutto dentro... decidendo di farmi sapere la verità solo quando ormai non aveva più modo di tenermi le cose nascoste? Sai che l'ho accompagnato a fare tutte le visite e i controlli programmati sino al giorno prima di partire? Sai che è stato lui a chiedermi di venire qui? Mi ha persino detto che mi avrebbe fatto sapere lui quando decideranno di operarlo. E io devo stare qui fermo ad aspettare, senza poter fare niente!”

Ikuya abbassa lo sguardo sul piano del tavolo. I suoi occhi si fanno più lucidi, mentre cerca di contenersi sospirando e scrollando più volte la testa. Di tanto in tanto solleva fugacemente gli occhi per osservarti, ma tu sei lontano anni luce da quella modesta villetta nel pieno centro della ridente Iwatobi. Guardi fuori dalla finestra, ma quel che vedi non sono i cipressi del giardino o i pochi passanti che circolano armati di borse e animali da compagnia. La tua mente è altrove, completamente immersa in quelle spiegazioni che non riesci a darti, soffocata dalla rabbia che provi soprattutto verso te stesso, per la scarsa sensibilità che hai saputo mostrare nei confronti di tutte le persone che vorrebbero solo darti una mano.
Torturi di nuovo il labbro inferiore, riuscendo a farlo sanguinare. Il suo sapore metallico ti disgusta, come poche altre cose al mondo.

“Credi che sia facile?”

“Co-cosa?”

“Essere messo da parte da... diciamo dal mio migliore amico. Essere considerato poco più di un cretino da mio fratello-”

“Io non ti considero un cretino! Non l'ho mai nemmeno pensato!”

Sorridi amaramente, cercando le parole più adatte per riportare a galla quella discussione che stava decisamente andando a catafascio. Volgi finalmente lo sguardo a lui, restando a bocca aperta di fronte alla visione di quelle lacrime che avevano inesorabilmente bagnato le sue guance paffute e arrossate.
Complimenti Natsuya, ora sì che hai fatto tombola!

“Ikuya... non volevo...”

Si alza d'impeto, lasciando cadere la sedia a terra. Per qualche istante ti fissa stando in piedi di fronte a te, con le braccia tese poggiate con forza sul tavolo. Ti corre incontro e ti salta letteralmente addosso, tendendo le braccia attorno alle tue spalle. Ti stringe con la stessa intensità che usò quel giorno in vasca, quando era riuscito a batterti nei cento metri stile libero, davanti a tutti i vostri amici e conoscenti; tra di loro c'era anche Nao.

Aniki, non devi pensare a certe cose!”

“Ultimamente non so più cosa sia giusto o sbagliato pensare, Ikuya.”

“Ti posso aiutare, ma tu devi stare su col morale. Devi fare solo pensieri positivi, come hai sempre fatto. Con me non ti sei mai arreso, anche quando ti trattavo male, malissimo.”

“Ci avevo quasi fatto l'abitudine.”

“Davvero?”

“Nah, tranquillo! Ognuno di noi aveva le sue responsabilità. Ora non pensiamo al passato, che già il futuro non scherza.”

L'audio di una notifica telefonica vi distrae dalla vostra chiacchierata. Ikuya si solleva per controllare il suo smartphone, per poi segnalarti che il messaggio in questione è arrivato a te, non a lui.
Cerchi a tentoni il telefono nella tasca dei pantaloni sportivi e accendi il display.


Ciao Natsuya.
Tutto bene ad Iwatobi? Io ho terminato poco fa l'ultima visita prima del ricovero. Mi opereranno il prossimo venerdì mattina, all'ospedale universitario. Stai tranquillo e vedrai che andrà tutto per il meglio.
Un saluto grande ad Ikuya e a tua madre.
Nao

 


 

Mio fratello
Lo dico piano piano...
piano piano...
Non l'ho detto mai
Mio fratello si chiama... 











 


 

Angolo dell'autrice

 

Dedico questa one-shot alle famiglie delle persone che purtroppo hanno perso la vita nell'incendio scoppiato presso gli studi della 'Kyoto Animation' lo scorso 18 luglio. Ringrazio dal profondo del mio cuore tutti coloro che con il loro talento e la loro fantasia hanno dato vita a questi meravigliosi personaggi sui quali non posso fare a meno di scrivere. Grazie di tutto, davvero.

 

#PrayForKyotoAnimation

#PrayForKyoAni

 

 

Come sempre, ringrazio anticipatamente tutti coloro che avranno voglia di leggere e recensire questa mia raccolta di one-shot! :)

E fu così che la one-shot scritta in un momento d'esigenza creativa ed emotiva divenne magicamente una raccolta di tante 'belle' shottine. Prevedo che la prossima sarà la conclusiva, ma prendete tutto con le pinze che non si sa mai nella vita. ;)
La raccolta sarà interamente dedicata a Natsuya Kirishima e Nao Serizawa (i senpai di 'Starting Days'), con sprazzi di narrazione legati ad Ikuya e ad altri personaggi che ruotano intorno a loro.
Il punto di vista sarà alternato e in questo caso toccherà di nuovo a Natsuya. Il tempo della narrazione sarà sempre il presente con la presenza di vari flashback narrativi.

Questa quinta one-shot segue cronologicamente la precedente.
In questo caso ho preso ispirazione dalla canzone Mio fratello di Tiziano Ferro (a cui mi sono ispirata per il titolo e di cui ho inserito parte del testo all'inizio e alla fine del capitolo). Una citazione speciale va anche ai Red Hot Chilli Peppers e alla loro celeberrima Give it away citata nel testo proprio perché mi teneva compagnia mentre lo scrivevo.
Natsuya torna da sua madre ad Iwatobi e lì ritrova anche il suo adorato fratellino Ikuya. I due, dopo un piccolo – ennesimo – bisticcio, si ritrovano a confrontarsi davanti ad una tazza di tè. Ikuya vuole capire da cosa sia tormentato il suo Aniki. Tra un sussulto emotivo, una lacrima e qualche vecchio attrito che torna inesorabilmente a galla, i due riescono a parlare di quello che è accaduto a Nao e a farsi forza l'un l'altro. Per quanto riguarda il momento in cui i due si abbracciano, mi sono ispirata proprio all'episodio di 'Dive to the future' in cui, dopo essersi sfidati in vasca, si stringono davanti a tutti e Ikuya chiede 'sono ancora il tuo fratellino?' (e io mi sciolgo... **).
Se da una parte Natsuya ama parlare con Nao del suo complesso rapporto con Ikuya, dall'altro ho voluto un po' invertire le cose: qui è Ikuya che decide di prendere le redini in mano e di aiutare suo fratello.

Grazie ancora a tutti coloro che sono passati e passeranno di qua. ^^

A presto,

Mahlerlucia

   
 
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