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Autore: Elos90210    31/07/2019    0 recensioni
Prospettiva: l’angolazione, il punto di vista da cui viene considerato un fatto, un problema, esaminata o valutata una situazione, errore di giudizio, di valutazione, riguardo a fatti, situazioni, dati che non vengono considerati nel giusto rapporto rispetto ad altri elementi di confronto. In prospettiva, in lontananza (nel passato o nel futuro) e secondo una particolare ottica:
"guardare, vedere le cose in prospettiva; le cose sono fatti e i fatti In prospettiva sono appena cenere"
Montale.
Genere: Commedia, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Lemon | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Scolastico
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So di non essere il classico prototipo adolescenziale, ma ehi nessuno è perfetto!

Ho quasi 18 anni e non ho ancora concluso nulla nella mia banalissima vita, a scuola non sono un genio, diciamo piuttosto che arrivo al sei in quasi tutte le materie solo per il rotto della cuffia, non sono di certo un’alunna modello, oltre la mia media oserei dire penosa passo tre quarti delle lezioni in giro per i corridoi sia chiaro non per mia volontà.

Nelle relazioni sociali non sono proprio un genio, diciamo pure che faccio altamente schifo, per fortuna il mio motto è sempre stato pochi ma buoni.

Per la famiglia sono quella che viene definita la pecora nera, ma guardate che non sono mica un piccolo grinch che vive in una caverna isolata dal mondo.

In realtà pensandoci bene sono un’adolescente piuttosto normale, mi piace mangiare il gelato, non c’è niente di meglio del gelato al pistacchio, montagne di gelato al pistacchio. Leggo un sacco, e passo ore acciambellata sul letto a guardare serie su Netflix, con lo studio non vado molto d’accordo e quando capita mi piace uscire a divertirmi con Sere e Lello.

Diciamo solo che non sono una persona per tutti, ma tutto qui niente terzo occhio in testa o undicesimo dito alla mano.

–Martina! Svegliati immediatamente, non farmelo ripetere –

Ecco la melodiosa voce di mia madre, si ecco il nostro rapporto va così lei che mi urla dietro e io che la ascolto quando capita, però sotto sotto anche noi ci vogliamo bene.

Non voglio beccarmi una strigliata già di prima mattina quindi meglio fare come dice, con forza disumana riesco a passare dal letto alla doccia, si non riesco a svegliarmi senza farmi una bella doccia calda, ci passerei le ore qua sotto.

Meglio non fare tardi dovrò già saltare la colazione, e non è mai un buongiorno quando non faccio colazione.

È autunno quindi posso finalmente mettermi le mie adorate felpe, si sono una nerd di prima categoria ma ehi non giudicate.

Metto la mia preferita, il mio porta fortuna la felpa di Harry Potter con tanto di simbolo dei doni della morta stampato enorme sulla schiena.

Prima di scendere busso alla porta di mio fratello, ecco uno dei tanti tasti dolenti della mia giovane vita: Raffaele mio fratello maggiore, abbiamo un anno di differenza e lui è il cocco di casa, il figlio perfetto. Abbiamo un rapporto strano noi due a volte sembra che non gliene freghi nulla di me, altre invece dimostra di avere un cuore pure lui. Questo è il suo ultimo anno di scuola e per mia sfortuna frequentiamo lo stesso istituto, quindi se non voglio prendere l’autobus e di conseguenza arrivare tardi mi serve un passaggio in macchina.

Senza aspettare una risposta mi fiondo giù dalle scale per vedere cos’è rimasto in cucina, ma vedo che mamma ha già sparecchiato tutto lasciando solo una ciotola di latte e cereali per Raffa.

Questa giornata sta iniziando malissimo.

 

Siamo in macchina ma non ci rivolgiamo la parola, come del resto tutte le mattine, ah giusto mi sono dimenticata di dirvi che per assurdo se io sono considerata come la sfigata asociale, il perfettino alla guida non è altro che il più popolare della scuola, il capitano della squadra di basket, il cocco di tutti i professori e idolatrato da tutte le ragazze.

Se non fosse per gli stessi occhi azzurri nessuno direbbe che siamo fratelli, lui alto, slanciato, con un fisico temprato dalle 2 ore quotidiane passate in palestra, sguardo profondo incorniciato da ribelli ricci biondi, un adone greco in poche parole.

Poi ci sono io la sorellina sfigata con un bel paio di occhiali a coprire quell’unico dettaglio che ci accomuna, banali capelli neri spesso legati, è dalla seconda superiore che non cresco di mezzo centimetro quindi posso assicurarvi che non supero il metro e sessanta, come se questo non fosse abbastanza diciamo che madre natura in quanto forme e curve da capogiro non è stata molto generosa con me.

Io non sono di sicuro di aiuto non sono una di quelle fissate con la forma fisica, ma nemmeno mi rimpinzo di cibo da mattina a sera, diciamo che quello che mi salva da tutto e da tutti è la danza.

È da quando ho memoria che la musica mi ha sempre trasportato in un mondo tutto mio, il passo da li a iniziare a ballare è stato veramente breve.

Finche non è successo quello che doveva succedere, perché sia mai che io in quasi 18 anni di vita abbia una gioia, così mi sono dedicata anima e corpo alla mia altra passione, la macchina fotografica, incredibile come basti un punto di vista differente per stravolgere completamente un’immagine, un piccolo e insignificante dettaglio che può stravolgere tutta una storia se solo osservato da un’angolazione differente.

–Martina, ti muovi, vuoi scendere da questa macchina o devo stendere il tappeto rosso vostra bassezza –

Una non si può nemmeno incantare che questo deve iniziare a fare lo scemo.

– Mi muovo, mi muovo re degli imbecilli –

Non voglio iniziare a litigare, così con un salto esco dalla macchina iniziando a correre verso l’entrata, sento mio fratello urlarmi qualcosa, ma nemmeno mi giro.

Io davvero non lo capisco prima non eravamo così ci volevamo bene, poi siamo arrivati al liceo lui è diventato mister sono figo e so di esserlo e tanti saluti al mio fratellone.

E poi non voglio stare insieme ai suoi amici, o meglio insieme al suo migliore amico, cosa alquanto in possibile visto che passa la sua vita in casa nostra.

Proprio non lo sopporto, se mio fratello è il re degli imbecilli Alberico è il più grande pallone gonfiato che io abbia mai conosciuto, pensa di essere chissà chi solo perché suo padre allena la squadra di rugby della nostra città, e devo dire che è davvero bravo visto che la scorsa stagione siamo arrivati primi ai regionali, ma fosse solo questo, e invece no noi siamo arrivati primi per il quarterback, un piccolo prodigio, che guarda caso è niente di meno che Alberico sono un pallone gonfiato Tramelli.

–Ah amica mia, non dirmi che stai ancora pensando a quel gran figo di Albe –

Un’esuberante biondina mi prende a braccetto incurante del pericolo.

– Quel gran figo?! Ma ti senti, se vuoi ti presto i miei occhiali Serena –

Gran figo, ma quale gran figo questa ha sbattuto la testa forte molto, e mentre io la guardo ancora malissimo lei scoppia a ridere.

–Marti, Marti quando hai quello sguardo pensi solo ad una persona, se non è amore questo –

Ancora con questa storia, giuro che alla prima finestra che incontriamo io mi lancio e addio mondo crudele.

– Ma ti senti quando parli? Io innamorata di quello, ma nemmeno se fosse l’ultimo uomo sulla terra. Tu devi essere caduta dal seggiolone da piccola per pensare certe cose –

La vedo alzare gli occhi al cielo ma non ha il tempo di ribattere che suona la campanella della prima ora, che l’inferno cominci.

 

Non penso riuscirò a sopravvivere a questa giornata, oggi è martedì e io odio il martedì ancora più del lunedì, abbiamo due ore filate di matematica, seguite da due di latino e per concludere la mattinata in bellezza un’ora di geometria; ripeto io odio il martedì.

Succede sempre la stessa cosa, ogni volta il secondo giorno della settimana per tutta la durata dell’anno scolastico io mi chiedo perché mai sono iscritta a un liceo linguistico ma con indirizzo scientifico, perché? Mi spiegate il perché, sapete darmi una risposta concreta perché io no, se non che visto che il mio perfetto fratellone è perfetto per questa scuola ci debba andare pure io.

Che nervi, che nervi, che nervi!

Non sto nemmeno guardando dove cammino, la prof di matematica vista la mia scarsa attenzione ha deciso di mandarmi a prendere le fotocopie per gli esercizi che con immensa gioia svolgeremo la prossima ora, e io sto solo pensando a come scappare da qua.

Sono così presa dalle mie elaborazioni mentali che neanche mi accorgo della persona con cui mi scontro, solo quando sento il mio culo toccare la fredda e dura piastrella del corridoio mi rendo conto di quello che è successo.

– Il culo, cazzo che male –

– Boccardi, la tua finezza mi stupisce ogni volta –

Alberico Tramelli mi guarda dall’alto del suo metro e ottanta, con quell’odioso sorrisetto mentre io come una scema mi alzo massaggiandomi il sedere.

– Tramelli, ci mancavi solo tu, adesso si che posso ufficialmente dire che questa è una giornata di cacca–

Non lo sopporto io giuro che non lo posso vedere, mi da sui nervi in una maniera impressionante, cosa gli costava aiutarmi ad alzarmi, e invece no li a criticare, non lo sopporto.

– Se tu guardassi dove andassi adesso nemmeno staremmo parlando, sai si fa fatica a vederti da quassù –

– Ahahaha ma come sei divertente, adesso levati che non ho tempo da perdere con i microcefali maleducati –

Se ancora non l’ho detto, io Alberico Tramelli non lo sopporto.

Dopo il terribile incontro in corridoio sono corsa in bidelleria, e si lo so non si corre per i corridoi, per poi tornare in classe senza fare più spiacevoli incontri.

Le ore sembrano non passare mai, gli esercizi sono riuscita a svolgerli grazie a Serena che senza farsi beccare mi ha dato una mano, siamo compagne di banco mica per niente.

Ci siamo conosciute il primo giorno di scuola e da li non ci siamo più lasciate, e visto che lei è una piccola secchia che mi aiuta sempre posso sopportare la sua adorazione per Alberico e mio fratello.

 

Prima che inizi la quarta ora, c’è il tanto atteso intervallo, la campanella nemmeno finisce di suonare che io ho già teletrasportato Sere alle macchinette, in tutta la scuola ce ne sono solo due e io non ho intenzione di passare questi 10 minuti in coda per una stupida merendina, e poi questa mattina nemmeno ho fatto colazione, il mio stomaco reclama cibo.

Impaziente inserisco i soldi, digito il numerino e mentre aspetto la mia merendina ascolto Sere blaterare su quanto siano belli mio fratello e i suoi amici, ma io sono troppo presa ad osservare la mia merenda incastrarsi nella macchinetta.

Il nervoso che mi sale, va bene ho capito è martedì però tutto questo mi sembra esagerato, io non ho mai fatto del male a nessuno per meritarmi nello stesso giorno matematica, latino, geometria, Tramelli, la colazione non fatta, la merendina che non scende, IO NON ME LO MERITO.

Al limite dell’isteria inizio a picchiare il palmo contro la macchinetta, con scarsi risultati, la merendina non si muove di mezzo millimetro, al contrario del mio nervoso che sale alle stelle.

Quando sto per mettermi a urlare contro quello in fila dietro di me, la sua unica colpa quella di essere infastidito dalla mia lentezza, spazientita sto per fare l’ennesima figura di cacca quando qualcuno con una spallata ben assestata fa cadere la mia merendina.

Ringrazio tutti i santi del paradiso, prendo la mia merenda, entusiasta mi giro verso il mio salvatore per mostrargli tutta la mia gratitudine quando davanti a me mi ritrovo la faccia di Alberico.

– Ancora tu, ma non hai proprio niente da fare?! –

Tutti ma non lui, perché ancora lui e devo pure dirgli grazie, ma non ci penso nemmeno.

– Boccardi tu non ce la fai proprio ad essere educata eh –

Lo sbruffone davanti a me, mi si avvicina pericolosamente mentre io continuo a guardarlo male, adesso questo cosa vuole da me.

Non riesco a protestare che addenta un pezzo della mia merenda e con un prego detto a mezza voce, mi lascia li come una perfetta idiota.

È Serena che mi trascina verso le finestre, mentre tutta esaltata pianifica matrimoni e bambini.

– Ma l’hai visto quello, come si è permesso! Quel gran pezzo di idiota ha preso il mio cibo e se ne è andato, ora non posso nemmeno più mangiarlo, scommetto che la sua idiozia è contagiosa! –

Serena scuote la testa sconsolata mentre la campanella suona ricordandoci di tornare in classe.

Riassumendo ho speso dei soldi inutilmente, Alberico mi ha aiutata, ha mangiato la mia merenda rendendola altamente radioattiva, Sere si sta facendo un sacco di pippe mentali, il mio nervoso ha superato ogni limite, adesso abbiamo due ore di inferno e in tutto questo non ho ancora mangiato.

Questo è ufficialmente il peggior martedì nella storia di tutti i martedì e ancora non è finito.

   
 
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