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Autore: Oo_Nady_crAzY_gIrL_oO    27/07/2009    3 recensioni
<< E va bene. Io sono Isabella >>
Isabella. Il ragazzo ebbe un sussulto e la sua espressione mutò di colpo: sembrava che avesse visto un fantasma. La presa attorno al polso della ragazza si fece più forte. Non è possibile, non può essere!, pensava. Vedeva tutta la sua sicurezza crollare improvvisamente. Isabella… Non poteva essere. Una coincidenza? Oppure uno stupido di scherzo di quel porco del destino?
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Jacob Black
Note: What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
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Piccolo chiarimento: la fanfic è ambientata più o meno alla fine di Eclipse, prima del matrimonio di Edward e Bella. E ora, buona lettura ^^


1.TRAMONTO


Isa si svegliò di soprassalto nel suo nuovo letto. Aveva il cuore a mille e la fronte imperlata di sudore, tuttavia non riusciva a ricordare cos’aveva sognato. C’era un lupo di mezzo, di questo era certa. Un grosso lupo dal colore argenteo, molto più grande della norma. Il resto era solo vuoto.
Lanciò un’occhiata a Daniela. Era ancora sul suo letto a dormire, infagottata per bene nella sua coperta di patchwork. I bei capelli biondi e mossi le ricadevano sul viso. A Isa piacevano da morire i capelli di Dani, così lucenti e perfetti. I suoi, invece, erano lisci, senza una minima traccia di movimento. Talvolta provava a farsi qualche boccolo, ma era un lavoro troppo noioso e faticoso, soprattutto per una pigrona come lei.
Lentamente posò sul pavimento i piedi nudi, e un brivido la percosse per il contatto con la superficie fredda. Si alzò. Indossò un paio di jeans e la prima felpa che le capitò tra le mani e scese al piano di sotto. Legò i capelli sottili con una pinza, poi prese il telefonino e uscì. Voleva passeggiare un po’, schiarirsi le idee. Avevano davvero fatto la cosa giusta, ad andarsene? Non lo sapeva. Sapeva solo che da quando Raul l’aveva lasciata, stare in quel posto era troppo doloroso. Ogni cosa che faceva le ricordava lui, un giorno trascorso insieme, una battuta, una risata, un loro bacio… Raul, sei un fottutissimo stronzo, si disse, per togliersi quei pensieri dalla testa. Ora sono qui, ci resterò per un annetto e mi dimenticherò di te, capito?! Anzi, già l’ho fatto. Non esisti più, pensò di dirgli.
Camminava adagio, contando i suoi passi, schiacciando le foglie secche. Adorava il rumore delle foglie secche sotto i piedi. L’autunno era indubbiamente una delle sue stagioni preferite. Non faceva né caldo né freddo, tutto era adorabilmente tiepido.
Intanto, passo dopo passo era arrivata alla spiaggia, e decise di sedersi su di uno scoglio per osservare il sole, che lentamente si nascondeva dietro il mare.

Jacob si ritrasformò velocemente, così da non essere costretto a condividere i suoi pensieri con gli altri del branco. Bella era sempre lì, presente nella sua mente. Perché diavolo è tornato, quel maledetto succhiasangue?!, si chiedeva con rabbia. E pensare che in pochi mesi quei due si sarebbero anche sposati…
Mentre si lasciava torturare da questi pensieri, ecco che vide su uno scoglio una ragazza, intenta a guardare il tramonto. Era di spalle, quindi non riusciva a vederla in volto. Da dietro, somigliava tanto a Bella. Era magrolina e bianca come lei, e i suoi capelli erano lisci e sottili… Ma di un vistosissimo rosso fiamma, niente a che vedere con il castano scuro di quelli di Bella. Potrebbe averli tinti, pensò Jacob speranzoso. Magari Bella era lì, e stava aspettando Jacob, per dirgli che con Edward era tutto finito. Ripensò alla sua teoria. Non stava in piedi. Prima di tutto, una come Bella non avrebbe mai neanche lontanamente pensato di tingersi i capelli di un colore così vistoso. E poi, per quale ragione avrebbero dovuto lasciarsi? Se così fosse, lei sarebbe corsa direttamente a casa di Jake, non sarebbe certo scesa alla spiaggia… Eppure... Dopotutto, se esistono i vampiri e i licantropi, potrebbe anche esistere Bella Swan che si tinge i capelli di rosso… no?
Così, prese coraggio, le si avvicinò e le posò una mano sulla spalla.

Isa si girò di scatto, impaurita. A toccarle la spalla era stato un ragazzo alto e dalla pelle scura, con i capelli neri a spazzola. Non indossava la maglietta, metteva in mostra i muscoli scolpiti.
<< E tu chi sei? >> chiese Isa, guardando il ragazzo, che sembrava essere parecchio deluso.
Ma la delusione di Jacob durò che di un paio di secondi. Dopo averla guardata negli occhi – di un bellissimo colore grigio-azzurro – si rese conto di aver trovato la soluzione a tutte le sue sofferenze. Sì, perché ora Bella gli era uscita dalla testa, sostituita da questa ragazza, da questa sconosciuta che tanto somigliava a Bella ma che era così differente da lei. E ora desiderava solo stare con lei, con lei e con nessun’altra. Sì, aveva avuto l’imprinting! Ora devo solo conoscerla, ma andrà tutto bene! Non ci si può sottrarre all’imprinting!, pensò lui, entusiasta.
<< Hey, si può sapere tu chi diavolo sei?! >> disse lei, irritata.
<< Scusami, ti avevo scambiata per un’altra ragazza. E’ incredibile, da dietro siete proprio tali e quali! Scusami ancora! >>
<< Ma no, figurati! >> rispose Isa sorridendo, ora più tranquilla.
<< Posso sedermi qui? >>
<< Certo >> annuì lei, voltandosi di nuovo verso il suo tramonto. Il mare era calmo e rifletteva sulla sua superficie la luminosità del sole che, piano piano, si nascondeva sempre di più dietro di esso.
A Isa era sempre piaciuto il tramonto. Da piccola, pensava che facesse il bagno, e quando non lo vedeva tornar su, credeva fosse annegato. Quando lo raccontò al ragazzo, lui scoppiò a ridere.
<< Ridi? >>
<< Beh… è buffo >>
<< No, non lo è >> disse seria << Io ero seriamente preoccupata per il sole che affogava, avevo paura di non vederlo più… Perché questo dovrebbe essere buffo? >>
Ci pensò un po’ su << Ok, non è buffo >>.
<< Andiamo a fare una passeggiata? >> propose lui.
<< Ma allora dillo che ci stai provando! >> rise lei
<< Chi, io?! >> rispose lui, con aria innocente.

Fshhh… Fshhh… faceva il mare, calmo. Il sole era da poco sceso, la luna già si intravedeva, il vento soffiava leggero. E due ragazzi, giovani, belli, ridevano sulla scogliera. Si alzarono, si sorrisero, e cominciarono a passeggiare.

<< E così, sei italiana! >>
Lei annuì.
<< Il paese della pizza e della pasta! >>
<< Mi stai dando della cicciona?! >> disse Isa, fingendo rabbia.
<< Perché?! >> si sorprese lui.
Per tutta risposta, Isa scoppiò a ridere.
<< Perché ti sei trasferita qui? >> chiese lui, tirando un calcio ad una lattina.
<< Io e la mia amica abbiamo deciso di staccare per un po’. Una pausa di riflessione da tutto. Durerà un annetto, poi torneremo a casa, e continueremo gli studi. Questo è il piano >>
<< Ma con tutti i posti dove andare… Proprio una riserva così sconosciuta come La Push?>>
<< Qui è tutto tranquillo… Mi piace. >>
<< Capisco >>
Diede un’occhiata all’orologio. Era parecchio tardi, e per tornare a casa ci sarebbe voluta una buona mezz’oretta, a piedi… Ed era anche buio…
<< Devo tornare a casa… E’ tardi >> affermò lei, avviandosi.
Ma lui la fermò per un braccio. << Aspetta! >> esclamò. La attirò a sé. << Aspetta >> ripeté, stavolta con una voce più bassa.
Isa lo guardò incuriosita. Fece un cenno con la testa, per invitarlo a parlare.
<< Il tuo nome non me lo vuoi dire? >>
<< Prima tu! >> rise lei.
Jacob la guardò divertito, poi rispose. << Io sono Jacob, ma puoi chiamarmi Jake. Ora tocca a te! >>
<< E va bene. Io sono Isabella >>
Isabella. Il ragazzo ebbe un sussulto e la sua espressione mutò di colpo: sembrava che avesse visto un fantasma. La presa attorno al polso della ragazza si fece più forte.
Non è possibile, non può essere!, pensava. Vedeva tutta la sua sicurezza crollare improvvisamente. Isabella… Non poteva essere. Una coincidenza? Oppure uno stupido di scherzo di quel porco del destino? Aveva paura. Aveva paura che andasse tutto male. E’ andata male una volta… e se andasse male anche sta volta? Sarebbe impossibile aggiustare tutto! Pensò a Leah, che ora vive ogni suo giorno soffrendo…
<< Hey che ti prende?! >> chiese lei, preoccupata.
Ma Jacob non l’ascoltava. Pensava solo alla troppa somiglianza di Isabella con… Isabella! E’ impossibile, incredibile…
<< Basta, lasciami! Mi fai male! >> urlò lei.
A questo punto, Jacob si risvegliò dai suoi pensieri, e la guardò, come se si fosse accorto solo ora della sua presenza.
<< Oddio… No, scusa… E’ che… >>
<< Tu sei un pazzo! Ti rendi conto?! Mi hai fatta male! >>
E gli mostrò il polso arrossato. A vederlo, Jacob ebbe un altro sussulto.
<< S-scusa… Davvero, scusami… Non volevo farti male, davvero… >> balbettò lui. Sembrava fosse sul punto di piangere, era davvero mortificato.
Isa lo guardò. Si guardava le scarpe. Lei gli si avvicinò lentamente, cercò di guardarlo in faccia. Sentendola avvicinarsi, lui alzò il capo.
<< Scusami… Sono un mostro, lo so… >>
Ma Isa non lo ascoltava nemmeno più, lo prese per le mani enormi e lo fece sedere su un muretto, vicino a lei. Lo abbracciò, gli fece poggiare il capo sulla sua spalla. Sentiva il suo naso solleticargli il collo, ma non ci badava. Jacob stava piangendo sulla spalla di Isa, aveva paura.
Era tentato di dirle tutto, di spiegarle cosa stava succedendo, ma non sarebbe stato giusto e, probabilmente, così facendo, l’avrebbe allontanata... Avrebbe voluto alzare il viso e baciarla, avrebbe voluto essere lui a stringere lei, avrebbe voluto vedere i suoi occhi innamorati di lui e di nessun altro, togliendosi così di dosso quella paura opprimente… Invece restava così, con il viso vicino all’incavo del suo collo, accucciato vicino al suo petto. Mai come oggi si era sentito un cagnolino!
Dal canto suo, Isabella non riusciva a spiegarsi da dove venisse tutta questa attrazione dei confronti di Jacob. L’aveva conosciuto da poco, ma sentiva già il desiderio che cresceva smisuratamente, sentiva già il cuore a mille per la sua vicinanza,…Oh, come avrebbe voluto fare qualcosa per non farlo soffrire così! Avrebbe dato l’anima al diavolo ma quel ragazzo non doveva mai più piangere o essere triste! Avvicinò le labbra al suo orecchio e sussurrò piano: << Jake, va tutto bene… >>
<< S’è fatto tardi… Scusami, mi sono comportato malissimo >>
<< No, Jake, non è vero! >>
<< Sì, è vero! Comunque… è troppo buio, non puoi tornare a casa da sola. Ti accompagno io, ok? >>
Isa rimase un po’ sorpresa dalla sua proposta, ma accettò subito senza problemi. Così, Jake la condusse verso casa sua, dove prese la sua moto. Vi salì su e fece cenno a Isa di fare lo stesso.
<< Una motocicletta? >> disse lei, sconcertata.
<< Sì, perché? >>
<< Ma ho paura! >>
<< E di che? >>
<< Di cadere! >>
<< Oh, andiamo, guiderò piano! >> cerò lui di rassicurarla, pur sapendo di mentire
Ma lei non ne voleva sapere di salire. Rassegnato, Jake scese dalla motocicletta e le si avvicinò, con una strana espressione.
Con facilità, prese Isabella in braccio, tra le sue bestemmie, come se fosse una bambina, e la riposò sulla moto. Poi, con estrema velocità – velocità di cui Isa si sorprese – salì anche lui e partì.
<< Io ti odio! Jake, davvero, ho paura…! >>
<< Mantieniti a me! >> disse lui.
Lei, senza avere altra scelta, si strinse forte a lui e chiuse gli occhi. E, nel giro di qualche secondo, si rese conto che stava bene. Non aveva paura. La moto sfrecciava veloce sulla strada, il vento le scompigliava i capelli, ma lei poggiava il capo e il corpo alla schiena di Jacob, si stringeva forte a lui, e non aveva paura, ma sarebbe rimasta così per ore. E in effetti Jacob, senza dir niente a Isabella, prese la strada più lunga, per prolungare questa sensazione che mai e poi mai aveva provato. La sola idea di Isa dietro di lui che lo stringeva era fantastica…
<< Hey, vogliamo restare così tutta la notte? >> * fece Jacob, beffardo.
Isa, richiamata alla realtà da quella voce aprì gli occhi e vedendo che era fermi, si staccò.
<< E’ colpa tua, te l’avevo detto che avevo paura >> sbottò lei, imbarazzata.
<< Colpa mia? No, ma guarda che per me possiamo anche rimanere così! >> rise lui.
Per tutta risposta, Isa alzò il medio, ridendo. Poi, diede un rapido bacio sulla guancia di Jacob e gridando << Buona Notte! >> entrò in casa.

Aprì la porta lentamente e si fiondò in cucina. Dani non c’era. Le aveva lasciato un biglietto dove diceva che era a comprare le sigarette. Sono le undici di notte… Dove cazzo le trovi le sigarette?!, pensò. Mentre aspettava che l’olio fosse abbastanza caldo da metterci la carne che aveva già impanato, si fermò a pensare a Jacob. Era strano… Si sono trovati subito in sintonia. Come se in tutto ciò ci fosse qualcosa di paranormale. E poi quella sua crisi… Ha pianto, e lei non poteva fare a meno di soffrire per lui. Come se fossero stati un’unica persona. E ora? L’avrebbe visto di nuovo? Quando? Sentì che non poteva fare a meno di lui…

<< Isa? Sono a casa! >> annunciò Dani, sfilandosi la felpa e appendendola ad una sedia.
<< Heylà, dormigliona! >> scherzò lei.
Per tutta risposta, Dani le cacciò la lingua.
<< Che si mangia di buono? >>
<< Cotoletta! >> rispose, e intanto apparecchiava la tavola.
Dani, nell’attesa, prese una sigaretta e se l’accese. Guardò l’amica armeggiare maldestramente vicino ai fornelli che bestemmiava ad alta voce, dopo essersi fatta cadere una bottiglia d’acqua sul piede. La bionda scoppiò a ridere, sotto lo sguardo torvo di Isa.
Pronta la cena, Dani apparecchiò la tavola e si sedette. Per un po’ stettero in silenzio ma, dopo una manciata di minuti, Isa non resistette più e disse, tutto d’un fiato:
<< Ho conosciuto un ragazzo! >>
La bionda alzò gli occhi dal piatto per guardarla in faccia.
<< Wow! Com’è? >>
<< E’ così cariiiiiiiino! >> si entusiasmò ancora di più lei. << Ero andata a fare una passeggiata e mi trovo sto’ figo senza maglietta alle mie spalle! >>
<< Cominciamo bene! >> scherzò Dani, e Isa rise.
<< Abbiamo parlottato allegramente, ma quando gli ho detto di chiamarmi Isabella gli è venuta una crisi… E’ scoppiato, a piangere, poverino. E, la sai una cosa strana? Mi sentivo male pure io, come se fossimo un’unica persona… >>
<< Non è strano, è normale. Quando ti innamori è così che funziona >>
<< Ma io non sono innamorata! >>
<< Seee, come nooo!!! >> disse Dani, dandole un pizzicotto.

Quando ebbero finito di mangiare, Dani sparecchiò e lavò i piatti, mentre Isa salì al piano di sopra e si buttò dritta a letto, dove si addormentò all’istante. Anche Dani, dopo aver guardato per un po’ la tv, salì al piano di sopra. La stanza era avvolta nel buio, eccezion fatta per qualche raggio lunare che filtrava dall’ampia finestra in fondo alla stanza. Si avvicinò lentamente al suo letto, attenta a non svegliare Isa, si spogliò e infilò giusto un pantaloncino leggero, poi si avvolse nelle coperte e si addormentò.



E' la mia prima fanfiction che non sia demenziale, ci ho messo tutta me stessa per far venir fuori qualcosa di decente. Vi prego di farmi sapere cosa ne pensate ^^
  
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