Appunto iniziale: Questa fanfiction ha partecipato al concorso“Leap Through Time - Saint Seiya” indetto da Alexiel Mihawk. Il bando richiedeva che la storia non superasse le 650 parole e che fosse incentrata su un personaggio e un oggetto scelti da una lista. Nel mio caso erano Virgo Shaka e la mela.

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FRUTTI PERICOLOSI
Shaka aveva sentito tante storie sulle mele, ma due erano le sue favorite.
Ce n’era una che parlava di un uomo e una donna che avevano assaggiato quel frutto – cresceva sull’albero della conoscenza, dicevano! - che permetteva di discernere il Bene dal Male. Ma quando ne mangiarono persero per sempre la loro natura divina.
Un’altra storia raccontava di un giardino alla fine del mondo – il giardino di Era – talmente bello che persino il sole ivi scendeva a riposare dopo il suo lungo e faticoso vagare.  Si diceva che quello fosse il giardino delle Esperidi, ninfe della notte, in cui custodivano alberi dai pomi d’oro. E quando un uomo andò a rubarli vennero trasformate loro stesse in alberi in balia del vento, troppo tristi per aver perduto il loro tesoro, troppo disperate per vivere senza.
Atena stessa, dea della sapienza oltre che della guerra, le aveva possedute. Eppure non le aveva tenute per sé: le aveva restituite a Era, raccontava la leggenda.
Sembravano nascondere molto le mele. Sembravano frutti pericolosi, ingannevoli. Sembravano innocui, eppure la loro innocenza doveva nascondere insidie, se tanti erano caduti, colti alla sprovvista dal loro fascino.
Perché in entrambe quelle storie c’erano serpenti che le custodivano. E il serpente era nemico: era l’infinito ciclo delle reincarnazioni, era la condanna a essere uomo.
Se in quelle storie le mele apparivano portatrici di conoscenza, il serpente loro custode sembrava la barriera che impediva all’uomo di raggiungerle, colui che col suo morso le avvelenava costringendo i temerari che coglievano quei frutti pericolosi – che li mangiavano! –  agli infiniti cicli di morte e rinascita, a percorrere un anello senza mai raggiungerne il centro.
Aveva meditato a lungo, Shaka, prima di decidere di assaggiare una mela. Se l’era rigirata fra le mani, accarezzando la buccia ruvida, annusandone la dolcezza. Aveva affondato i denti nel frutto maturo, lo aveva assaporato, sicuro di poter resistere al veleno del serpente, sicuro di non poter apprendere nulla da una mela. Ma, preso da una curiosità tanto inusitata quanto improvvisa, aveva aperto gli occhi, solo per vedere il frutto rosso e maturo avvizzire nella sua mano candida. Aveva lasciato cadere il falso frutto a terra, inorridito dalla sua morte.
E allora Shaka capì che quella mela era davvero avvelenata e che lui stesso si era legato ai cicli del mondo con l’orrore che aveva provato. Ribrezzo per la morte, paura della vita.
Chiuse gli occhi, per non vedere altro che la sua anima. E iniziò la ricerca verso la conoscenza.
Una ricerca che avrebbe avuto il suo culmine sotto due alberi che non nascondevano né mele né serpenti.
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Nota dell’autrice: Fic scritta in 20 minuti perché come al solito sono una testona che non calcola bene i tempi. So che è una forzatura utilizzare “mela” come sinonimo di “pomi”, ma me la sono permessa dato che artisti più illustri di me hanno fatto lo stesso.
Un grazie particolare a Alexiel Mihawk per aver indetto il concorso “Leap Through Time - Saint Seiya”, per avermi regalato un inaspettato (e gradito!) terzo posto e per un suggerimento – nel suo giudizio – su una frase che, nella versione inviata per il concorso, era veramente confusa!