Non era esattamente corretto dire che si era innamorato di lui a prima vista. O meglio, non sapeva dire con esattezza quando fosse successo. Semplicemente, ad un certo punto lo aveva realizzato e quando aveva provato a guardare indietro, a cercare il momento in cui qualcosa era cambiato, non lo aveva trovato.
Era strano, sembrava che fin dal primo momento Shindou fosse stato per lui un amico e allo stesso tempo qualcosa di più. Qualcosa di fondamentale, che lo completava come il pezzo mancante di un puzzle.
Come se fosse stato la sua anima gemella.
Nello stesso momento in cui formulava questo pensiero, lo spingeva fuori dalla sua mente a forza. Fosse stato davvero così lui sarebbe stato perduto. Kirino non aveva la minima idea di quali potessero essere i sentimenti di Shindou nei suoi riguardi. Sinceramente, l'idea che potesse ricambiarlo era stata subito accantonata, etichettata come impossibile. Sapeva di essere il suo migliore amico, e già questo era una soddisfazione immensa per lui.
Perciò, così come aveva scoperto di essere innamorato del suo migliore amico, si era abituato in fretta all'idea che non potesse esserci di più tra di loro.
La cosa dunque non lo addolorava, eccetto qualche rara volta in cui ci rifletteva sopra, e quella consapevolezza lo colpiva come una pallonata in pieno volto. Shindou d'altro canto non sembrava interessarsi alle decine di ragazze che avevano perso la testa per lui e per i suoi modi di fare così... Beh, se Kirino avesse cominciato a descriverlo non avrebbe più smesso. Poteva parlare di lui per ore, e ogni tanto lo faceva, non con uno dei suoi compagni, naturalmente, ma con il suo diario, sempre pronto ad ascoltarlo nelle volte in cui i suoi pensieri, di solito chiari e ordinati, si confondevano, si annodavano in un groviglio impossibile da districare. Se Shindou avesse letto quel diario sarebbe stata una vera catastrofe. Sarebbe sicuramente crollato tutto, la loro amicizia brutalmente finita, il fratello di una vita sparito, disgustato da lui. Faceva così male anche solo pensarci! Perciò stava ben attento a nascondere il diario e la sua esistenza, specialmente in quel mese, in cui la squadra era in ritiro e gli spazi privati erano pochissimi.