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Autore: Mav_7    13/08/2019    5 recensioni
Aziraphale si svegliò di soprassalto stringendo tra le mani la maglietta di Crowley.
Genere: Erotico, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Aziraphale/Azraphel, Crowley
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Aziraphale si svegliò di soprassalto stringendo tra le mani la maglietta di Crowley. Doveva essersi addormentato mentre bevevano del buon vino in spiaggia. Si erano trasferiti nel Dorset per una pausa dalla vita frenetica di Londra e per riposarsi dalla fatica di aver sventato la fine del mondo. Avevano preso in affitto una casa isolata che si affacciava su una immensa spiaggia dove, di giorno facevano interminabili passeggiate e la sera trascorrevano amabili serate fino a che il freddo non era tale da obbligarli a rifugiarsi in casa.

“Scusami Crowley, devo essermi addormentato senza nemmeno accorgermene” disse l'angelo. Immediatamente lasciò andare il lembo di stoffa che stringeva tra le mani, come se di colpo si fosse scottato.

“Tranquillo angelo, in fondo non sei affatto male come coperta” rispose il demone, sperando in cuor suo che la notte coprisse il rossore delle sue guance. Crowley, non appena l'angelo si era addormentato con la testa appoggiata alla sua spalla, non aveva saputo resistere alla tentazione di cingergli la vita con un braccio ed era rimasto immobile per paura di svegliarlo. L'aveva guardato dormire rannicchiato su di lui passandogli dolcemente una mano tra i capelli dorati: non era mai stato meglio. Ripensava al giorno prima quando un signore vedendoli insieme li aveva scambiati per una coppia e aveva augurato loro il meglio. A quel pensiero aveva sorriso: ad Aziraphale si erano tinte le guance di un rosso acceso e lui, dal canto suo, non aveva saputo far altro che borbottare tra se che erano solo amici mentre trascinava via l'angelo con la forza.

“Entriamo che dici? Qui fuori si gela” disse Aziraphale cercando goffamente di sembrare disinvolto mentre si staccava dal corpo caldo d Crowley.

“Certo, un bel the caldo ora sarebbe ideale”. Crowley guardò l'angelo alzarsi e incamminarsi verso la casa mentre gli gridava che ci avrebbe pensato lui a mettere l'acqua a bollire. Crowley lo seguì immediatamente indolenzito e tremante per il freddo. Entrato in casa però si trovò davanti l'angelo a torso nudo mentre cercava qualche maglione più pesante da infilarsi. L'angelo era girato di schiena mentre metteva sottosopra la stanza e non potè vedere Crowley mentre gli si avvicinava, come incantato. Il demone si sentiva come un tossico in astinenza dalla sua dose; guardava quella pelle bianca e si domandava di cosa sapesse, quanto morbida potesse essere e come sarebbe stato lasciarci dei segni che denotassero il suo passaggio. Ripensò a poco prima: alle mani tra i suo capelli biondi. Ma la fantasia spaziò andando oltre: immaginò le sue dita che gli sfioravano le labbra dischiuse e immaginò un bacio a fior di labbra che piano piano diviene più intenso. E così il diavolo tentatore cedette alla sua tentazione: cinse da dietro la vita dell'angelo, il quale preso alla sprovvista sussultò, affondò il viso nel suo collo inspirando a fondo tutto il suo profumo. L'angelo a quel contatto non riuscì a trattenere un sospiro che mandò definitivamente in tilt il cervello di Crowley, il quale mosse piano le mani sulla parte di corpo scoperta dell'angelo.

“Caro..C..Crowley, Crowley! Aspetta” si divincolò dalla forte presa di Crowley e si girò a guardarlo negli occhi.

“Scusami angelo io...io..non so cosa mi sia preso..” nel dirlo abbassò gli occhi sulle sue mani, le quali, ora che si erano staccate dal corpo di Aziraphale, sembravano non avere più un posto dove stare. L'angelo, forse ancora più imbarazzato di Crowley, gli prese le mani tra le sue e gli sollevò il mento così che potessero guardarsi negli occhi. Crowley dovette prendere tutto il coraggio che aveva in corpo per sollevare lo sguardo ma non appena incontrò quello dell'angelo rimase incantato: non aveva mai visto nessuno guardarlo con tanto amore, non credeva nemmeno di meritarlo.

“Crowley io ti voglio quanto mi vuoi tu ma corri sempre troppo per me. io..” la voce rotta dal nodo che gli si era formato in gola “Io non voglio essere una delle tante tue conquiste di una notte”.

Forse doveva aver offeso il demone con quelle parole perchè Crowley lasciò bruscamente le mani dell'angelo e con una scrollata di spalle si allontanò da lui.

“Pensi veramente che per me tu sia questo? Una scopata?” lo disse quasi in un ringhio di rabbia che fece stringere il cuore all'angelo.

“No, no caro. Io.. io non intendevo questo ma devi darmi tempo”

“ Tempo? Angelo sono 6000 anni, sei fottuti mila anni che ci conosciamo!”

“Che ci conosciamo sì ma come amici. Crowley sono secoli che sobbalzo quando entri all'improvviso nella mia libreria, secoli che il mio cuore fa capriole quando sento la tua voce e.. e..” Non sapeva come continuare,come dirgli che lui lo voleva. Da sempre. Tutto. Litigate annesse. Ma non voleva che tutto succedesse così in fretta dopo che erano secoli, forse dall'inizio dei tempi,che aspettava quel momento.

“E cosa angelo?”

“Io voglio l'amore che si legge nei libri” disse in un sussurro e con gli occhi incollati al pavimento.

A quelle parole fu il demone a sentire le gambe cedere. Come molte altre volte si sentì un completo idiota davanti alla tanta naturalezza con cui l'angelo diceva le cose e si sentì anche un vero stronzo per come l'aveva trattato poco prima. Involontariamente aveva messo sullo stesso piano il suo angelo, il vero amore, con tutti gli uomini e le donne con cui aveva avuto qualche avventura per salvarsi dalla noia.

“Angelo, io non so da che parte cominciare..” si sentiva totalmente spiazzato, l'amore non era il suo campo, lui era un demone accidenti! Gli venne un'idea, sì poteva essere una buona idea! Gli umani lo facevano da secoli, perchè non tentare?

“Angelo cosa ne diresti di un appuntamento?” gli occhi lo guardarono speranzosi.

Aziraphale si aprì in un sorriso che da solo riuscì a illuminare l'intera stanza. Quando aveva detto al demone di fermarsi aveva temuto che questi se ne andasse sbattendo la porta dietro di se e ora, invece, gli stava chiedendo di uscire, forse per una volta doveva aver ascoltato le sue parole!

“Sì, certo!” esclamò con tutto l'entusiasmo che possedeva.

“Andata! Ti passo a prendere domani alle 7.30” e nel pronunciare quelle parole si diresse verso la porta.

“Crowley dove vai? Viviamo insieme se te lo fossi dimenticato” ma il demone era già uscito dalla porta e messo in moto la Bentley. Aziraphale rimase lì, fermo, senza capire cosa fosse preso a Crowley. Inutile dire che passò la notte a camminare avanti e indietro per le stanze senza trovare pace. Provò a leggere qualche pagina ma la concentrazione gli mancava, aveva solo un nome in mente che gli occupava tutti i pensieri: Crowley. Non riusciva neppure a smettere di pensare alle sue braccia che gli cingevano la vita e le mani che gli sfioravano il petto, e perchè, forse riusciva a smettere di pensare a quel lieve bacio che gli aveva posato sul collo? E' vero, lui l'aveva fermato ma non voleva davvero allontanarlo. Voleva solo che Crowley fosse certo di quello che faceva. L'angelo, a quel pensiero, sorrise tra se perchè non aveva bisogno di aspettare la sera per sapere che Crowley era assolutamente certo di quello che voleva.

Aziraphale passò la mattinata a camminare sulla spiaggia fermandosi per dar da mangiare ai gabbiani. Si sedette a fissare le onde, si sentiva felice come non lo era mai stato: quella sera sarebbe uscito con Crowley. Non che non fossero mai usciti insieme ma questa volta sarebbe stato diverso, sarebbe stato un vero e proprio appuntamento!

Il pomeriggio volò cercando di trovare qualcosa di adatto alla serata senza però riuscire ad essere pienamente soddisfatto, alla fine optò per un completo color panna e un papillion turchese.

7.30 Crowley suonò il campanello di quella che effettivamente era la loro casa. Aziraphale si catapultò ad aprire col cuore in gola.

“Wow caro sei un incanto”, Azirapahle non riusciva a staccargli gli occhi di dosso.

“Allora, la signora è pronta?” scherzò Crowley che aveva sempre la battuta pronta per alleggerire la tensione “ a proposito angelo, anche tu sei bellissimo. Adoro il papillion, mette in risalto i tuoi occhi”.

A udire quelle parole Azirapahle pensò di non essere più in grado di muovere un solo passo, figuriamoci a pronunciare anche una sola sillaba. Crowley, che conosceva il suo angelo meglio di chiunque al mondo, lo prese dolcemente per mano facendolo accomodare in macchina.

“Caro sei sicuro di sentirti bene?”, Aziraphale era sempre più perplesso dal comportamento di Crowley.

“Angelo tu mi hai chiesto un appuntamento e per una sera voglio fare le cose per bene”.

“Bhe...tecnicamente.. sei stato tu a darmi un appuntamento” rispose piccato l'angelo.

“Certo perchè tu mi hai detto di voler fare le cose con calma!” rispose il demone sbuffando. L'angelo non potè fare a meno di scoppiare in una fragorosa risata mentre scuoteva esasperato il capo: riuscivano a bisticciare anche il quella situazione! Allora prese dolcemente la mano di Crowley e intrecciò le dita con le sue guardandolo con occhi adoranti. Crowley girò appena la testa verso l'angelo stupito e col cuore che batteva all'impazzata.

“Angelo non mi tentare con quegli occhi, se vai avanti così mi costringi a girare la macchina”. A quelle parole scoppiarono entrambi a ridere perchè quella sera sembrava che il cuore fosse più leggero.

“Eccoci arrivati. Mi spiace ma in questi posti sperduti non ci sono ristoranti di lusso però mi sono informato e dicono che il cibo qui sia davvero spettacolare”. Aprì la portiera ad Aziraphale come un vero gentiluomo, il quale davvero quella sera faticava a staccargli gli occhi di dosso.

Il ristorante era situato in un posto adorabile. Era un edificio con grandi vetrate che davano direttamente sul mare e, poiché il tempo sembrava essere stabile, decisero di accomodarsi fuori. Ordinarono pesce e champagne. Aziraphale a ogni boccone sembrava sempre più soddisfatto del cibo che aveva ordinato mentre Crowley era attento a non perdersi nemmeno un espressione di estasi del suo angelo.

Finita la cena decisero di camminare un po' lungo il piccolo porto. Per Aziraphale fu naturale aggrapparsi al braccio di Crowley, il quale rimase piacevolmente sorpreso da quel contatto.

Crowley era perso nei suoi pensieri mentre passeggiavano; pensava a cosa sarebbe successo terminata la serata e rientrati a casa, la loro casa per l'esattezza. Si sarebbero salutati come due vecchi amici augurandosi la buonanotte per poi rifugiarsi a dormire in due camere separate?

“Caro stavo pensando che qui sarebbe un posto bellissimo per un bacio...” a quelle parole Crowley trasalì.

“Cosa? Come hai detto?”, non era sicuro di aver sentito bene.

“Perchè non mi baci? Qui, ora” ripetè l'angelo con un sorriso ammiccante sulle labbra.

Che sfacciato, pensò Crowley, prima mi dice di fare le cose con calma e poi mi chiede di baciarlo.

“Angelo, io davvero non ci capisco più niente” rispose Crowley esasperato. E poiché Crowley non osava muoversi fu l'angelo ad avvicinarsi e, posando prima un leggero bacio sul naso, lo baciò delicatamente sulle labbra. Crowley sembrò risvegliarsi e finalmente rispose al bacio schiudendo le labbra lasciando le lingue libere di toccarsi. Entrambi sentirono scariche elettriche inondargli il corpo, Aziraphale sentendo le gambe cedere si aggrappò alla giacca di Crowley, mentre questo teneva saldamente per i fianchi l'angelo. Si staccarono boccheggiando con i cuori che volevano uscire dal petto.

“Lo sai che puoi muovere le mani, vero Crowley?” gli sussurrò all'orecchio Aziraphale. A quelle parole il demone, che già si trovava in uno stato confusionale, smise definitivamente di capire non riuscì a fare altro che rivolgergli uno sguardo interrogativo. Allora Aziraphale lo prese per mano e lo trascinò a passo spedito verso la Bentley.

“Andiamo a casa, perchè non mi fai vedere cosa volevi fare la notte scorsa?” disse con un sorrisetto sempre più sfacciato e provocante. Crowley lo seguì come in uno stato di trans, non era nemmeno certo di riuscire a guidare in quelle condizioni. Salirono in macchina e la Bentley sfrecciò a massima velocità per le stradine di campagna fino ad arrestarsi davanti alla casa sul mare. Fu Crowley questa volta a trascinare dentro casa l'angelo; la porta non fece nemmeno in tempo a chiudersi che Crowley vi aveva sbattuto contro l'angelo baciandolo con foga dapprima sulle labbra per poi scendere a mordergli il collo. L'angelo, boccheggiando, ringraziò mentalmente di essere attaccato alla porta perchè altrimenti le gambe non gli avrebbero retto. Crowley afferrò per le natiche l'angelo, sollevandolo di peso, continuando a baciarlo e lo lasciò andare solo per gettarlo sul divano e salirgli in grembo, iniziando a slacciargli bottoni della camicia. Aziraphale che fino a quel momento si era limitato ad assecondare i baci di Crowley, lo afferrò saldamente per i fianchi strattonandolo perchè questi si riabbassasse sulle sue labbra e iniziò a slacciargli la cintura. Crowley, mettendoci tutta la sua forza di volontà per resistere al tocco di Aziraphale, si bloccò e prese tra le sue mani quelle di Aziraphale perchè anche questi si fermasse.

“Aspetta angelo, sei sicuro?”, aveva il fiato corto.

“Caro è una vita che aspetto questo momento”, liberò una mano dalla presa di Crowley per dargli una carezza sulla guancia.

“E allora perchè l'altra sera mi hai fermato?”

“Perchè non ero sicuro di cosa volessi tu, sciocco! Tu lo vuoi tutto questo? Intendo un relazione con me, la casa, l'amore, i litigi? Ogni giorno? Perchè io voglio il pacchetto completo”.

Crowley, che da tempo aveva lanciato da qualche parte gli occhiali da sole, lo guardò con le lacrime agli occhi.

“Angelo io ti sposerei anche adesso, lo voglio, lo voglio,lo voglio. Ora e per sempre” e prese la mano che l'angelo aveva posato sulla sua guancia per baciargli ogni polpastrello.

“E allora non osare mai più fermarti mentre mi stai baciando” decretò l'angelo con un falso broncio sul viso. Crowley non se lo fece ripetere due volte e riprese a baciarlo se possibile con maggiore foga. Iniziò a muovere leggermente il bacino verso l'angelo per creare maggiore frizione tra i corpi, a quel contatto ebbero entrambi un fremito e gemettero nella bocca dell'altro. Crowley finì rapidamente di spogliare entrambi e l'angelo che, non resisteva più dalla voglia di sentire la bocca del demone su tutto il corpo, lo afferrò per i capelli spingendolo verso il basso. Crowley sorrise sentendo l'urgenza dell'angelo e posò baci alternati a morsi su tutto il corpo dell'amante fino ad arrivare all'inguine dove rallentò solo per godersi la vista dell'angelo sempre più eccitato e già duro.

“E poi sarei io quello che va di fretta” disse mordendo dolcemente l'interno inguine dell'angelo, il quale sbuffo per l'insoddisfazione.

“Caro non mi sembra questo il momento di litigare” gemette l'angelo esasperato.

Il demone per dargli un po' di sollievo, ma non troppo, passò la lingua su tutta la lunghezza del membro dell'angelo godendosi la vista di Aziraphale che si contorceva per cercare un maggiore contatto.

“E no angelo, non si bara. Hai detto tu che dobbiamo andarci piano” e posò un lieve bacio sul pene. Aziraphale si maledisse per aver pronunciato quelle parole.

“C...Crowley” aveva la voce rotta per il piacere “ti prego”.

“Ti prego cosa?” rispose l'altro fingendo di non capire.

“Prendimi” urlò l'angelo.

Crowley non fu in grado di controbattere a quelle parole ma si mise a eseguire gli ordini posizionandosi tra le gambe dell'angelo iniziando a spingere lentamente cercando di fargli il meno male possibile. Quando sentì che l'angelo finalmente si era abituato all'intrusione iniziò a spingere con maggior foga non riuscendosi più a trattenere. Vennero insieme con il fiato corto, Crowley crollò disteso su Aziraphale, il quale stava cercando di riprendere fiato. Questi si sollevò su un gomito per guardare meglio il viso beato del demone e per depositare un lieve bacio sulle sue labbra, subito ricambiato da Crowley.

“Forse non in tutto andare piano è un bene” confessò l'angelo. Crowley alzò gli occhi al cielo sentendo quell'affermazione e lo trascinò tra le sue braccia perchè potessero addormentarsi abbracciati.

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​Eccoci qua, ringrazio tutti quelli che sono arrivati alla fine di questa storia.
Avevo pensato di dividerla in più capitoli ma mi sembrava meglio pubblicarla tutta intera.
​Spero vi sia piaciuta e una recensione è sempre apprezzata.
​Grazie ancora, alla prossima!

 

   
 
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