Le guance abbronzate del ragazzo diventarono di un rosso acceso non appena prese in mano la sua fidata macchina fotografica, pronto a iniziare il suo lavoro.
Levi era bellissimo. 

Semplicemente perfetto.
Eren l’aveva visto innumerevoli volte in quelle situazioni e anche in situazioni più intime, ma non si sarebbe mai abituato ad una simile visione, alla sua perfezione. 
Batté costantemente le palpebre, per inumidire gli occhi mentre scattava foto su foto a quel modello meraviglioso che era, da qualche mese, il suo uomo.
-Eren, sei arrostito di nuovo- 
Il ragazzo con i capelli raccolti sorrise. Era possibile arrossire vedendo il proprio fidanzato con addosso degli abiti di un noto stilista che gli risultavano le forme? 
La camicia stretta sul petto lasciava ben poco all’immaginazione, le mani bianche e affusolate che ne uscivano dalle maniche, i pantaloni scuri che lasciavano intravedere le caviglie. 
Fece qualche scatto. 
-Stenditi- gli disse, guardandolo mentre si sdraiata sul set, lasciandosi guidare dalla sua voce.
“Alza il mento, guarda in camera, metti le mani più in mostra”
Eren era più un artista che un fotografo e in quel momento si sentiva come Jack Dawson del film “Titanic" mentre ritraeva la sua amata Rose durante la famosa scena del divano. 
Con quelle foto Eren esprimeva tutto il suo amore, i suoi sentimenti e la sua ammirazione per Levi. 
Sentì il volto andargli nuovamente a fuoco, ma ormai era abituato a quelle sensazioni, anche se non se ne sarebbe mai stancato. 
Eren lo amava con tutto se stesso, lo guardò venire illuminato dal flash della macchina fotografica e, dentro quegli scatti, inserì tutto se stesso.