Crisi
Mi era venuto il dubbio già da tempo, del
resto due settimane senza alcun tipo di coccola non era da lui, poi una
telefonata la sera prima della sua partenza per la montagna: “Andiamo da Andrew
sta sera” ma non era una domanda, lui aveva già deciso: “Ma come l’unica e
ultima sera che possiamo stare insieme andiamo dal tuo migliore amico?!?”.
Senza dire niente presi la mia roba e uscii,
ero stufa di quel suo comportamento! “Spero di riuscire a trovare qualcuno
con cui uscire sta sera, perché sinceramente non ho voglia di passare da sola
quella serata” così decisi di chiamare Michael, un mio amico, gli spiegai
al situazione e mi venne a prendere. Salii sulla moto senza parlare, ancora
troppo scossa per ciò che era accaduto. I pensieri mi vorticavano nella testa: “Quasi
due anni insieme, si cominciano a fare dei discorsi seri, la casa, la famiglia,
come vorresti la cucina, che mobili ti piacerebbero per la sala, i nomi per i
bimbi… e poi ti accorgi che non è più
lui, che cambiato tanto in poco tempo e allora quel dubbio terribile ti assale,
e cerchi con tutte le tue forze di respingerlo… ne abbiamo passaste tante
insieme com’è possibile che succeda proprio a noi?” pensando a tutto ciò
non mi resi neanche conto di dove eravamo, mi svegliai come da un sogno e mi accorsi
che eravamo sotto casa di Michael; un po’ come un automa scesi ed aspettai che
parcheggiasse. “Vediamo un film ti va?”
“Niente
d’impegnativo però” dissi
“Va
bene”.
Mise
un film che non guardai perché troppo impegnata a pensare alle motivazioni che
ci avevano spinto fino a lì ma non ne riuscivo a trovare una che fosse
razionalmente accettabile “Strano” pensai, “io che sono sempre stata
quella più sentimentale, pazza, illogica ed adesso mi ritrovavo a
pensare come lui, lui che è sempre stato quello più lineare senza mai troppi
accessi…stana la vita”.
Verso le 11 mi chiamò: “Dove sei?” mi chiese
“Da Michael, pensavo che mi avresti chiamato un po’ prima, per cui sono rimasta
in zona” gli dissi, trascorse un attimo di silenzio, poi sentii la suoneria di
un cellulare ed mio cuore si fermò: ”Di chi era quel cellulare? Non era di
nessuno dei nostri amici, quindi non era da Andrew, poi capii: ”Dove sei?” gli
chiesi sperando che desse una risposta razionalmente valida, il telefono muto
confermò che stavo pensando; era con qualcuno e sapevo anche con chi: la sua
ex, Brenda.
“Ma
perché con lei?” gli dissi disperata “Perché con tutte le puttane proprio con
quella che ti ha tradito?!?” gli dissi troppo incazzata, la mia pazienza aveva
superato il limite. Lui non rispose, per cui riattaccai e scoppiai a piangere.
Michael cercò di consolami senza successo. Dopo parecchio tempo mi calmai e gli
chiesi di portarmi a casa; una volta a5rrivata piansi ancora, il mio sguardo
cadde sulla foto che avevamo fatto circa un anno prima ad Harbor in Virginia,
non molto lontano da Richmond, e fui in quel momento che mi sentii mancare il
respiro, vidi la mia vita distrutta, tutto quello su cui avevo basato al mia
vita era crollato. Il cuore mi martellava nella testa ma il mio cervello mi
continuava a dire di non rimuginarci di
fare dell’altro ma l’unica cosa che riuscivo a pensare era: ”Mi sento morire
senza di lui, è come se un pezzo di me si fosse improvvisamente straccato e
fosse sparito nel nulla, e più io lo cercavo, meno lo riuscivo a trovare”.
Diedi sfogo a tutta la mia rabbia prendendo a pugni il cuscino mentre le
lacrime sgorgavamo a più non posso. Fu solo dopo alcune ore che la crisi passò
e riuscii ad addormentarmi.