Film > Frozen - Il Regno di Ghiaccio
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Autore: Merkelig    22/08/2019    2 recensioni
Un giorno ad Arendelle arriva una pericolosa avversaria per Elsa.
Dal testo:
"Ofelia era venuta al mondo in un regno difficile, in una famiglia difficile.
Ofelia era venuta al mondo con un dono terribile e spaventoso, un dono che fin dall'infanzia aveva cercato di nascondere e dominare.
Un dono che alla fine l'aveva sopraffatta e l'aveva resa colpevole di un atto intollerabile.
Un dono che l'aveva convinta ad abbandonare l'unica persona che amava e allontanarsi da tutto e da tutti"
Genere: Avventura, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Elsa, Hans, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo primo

-le cose che ci lasciamo dietro-



Ofelia mise piede nella sua città un tardo pomeriggio di fine estate. I contadini rientravano stanchi a casa e gli operai si preparavano a chiudere le botteghe per godersi un po' di meritato riposo.

Una donna notò la ragazza dritta come un fuso che si guardava attorno, e impietosita dagli stracci che portava e dai piedi nudi e sporchi, le si avvicinò.

- Va tutto bene, cara?

La fanciulla sembrò accorgersi in ritardo della sua presenza, intenta com'era a guardarsi attorno.

- Potreste dirmi una cosa? - chiese poi gentilmente, non rispondendo alla domanda – cos'è successo alla famiglia reale negli ultimi anni?

La donna restò interdetta ma poi la accontentò.

- Il principe più giovane è partito l'anno scorso per incontrare il sovrano di un altro regno e non è ancora tornato. I suoi fratelli e il re hanno discusso a lungo sulla possibilità di dare il via ad una missione diplomatica, ma ancora non se ne è fatto nulla.

- Dov'è andato il principe?

- Oh, è un regno del nord. Si chiama Arendelle.

- Capisco – la ragazza parve meditabonda – grazie infinite.

- Non c'è di che... - rispose la donna stupita, mentre la ragazza si allontanava.

Ofelia attraversò il vecchio quartiere meridionale, tagliando la città in direzione del palazzo reale.

Quella che una volta era una zona piena di case e botteghe si era trasformata in un variopinto ammasso di bettole sudicie e bordelli di basso livello. Alcune prostitute occhieggiarono curiose la giovane ricoperta di stracci che incedeva con passo sicuro e con un portamento regale, del tutto fuori luogo in quell'ambiente.

- Salve – la salutò un uomo dal sorriso viscido, sbucando dal nulla.

Ofelia non rispose; cercò di oltrepassarlo ma l'uomo la afferrò per un braccio e la costrinse a fermarsi.

- Calma, calma. Voglio solo aiutarti.

La ragazza si guardò rapidamente alle spalle. Il vicolo in cui era entrata, che secondo i suoi calcoli sbucava esattamente sulla via principale, era vuoto. Nessuno era in vista.

- Ecco, brava... - sorrise nuovamente l'uomo, prendendole anche l'altro braccio – Sei una bella ragazzina, uh?

Ofelia fissò l'uomo negli occhi, per la prima volta. Le sue iridi si accesero di potere, la sua pelle diventò incandescente e l'uomo ritirò le mani di scatto.

- Che cosa è stato? - strillò – chi sei? Una fattucchiera?

La ragazza strinse i pugni mentre la temperatura nel vicolo saliva vertiginosamente.

- Un momento... - fece lui folgorato – c'era nel regno una bambina con dei poteri spaventosi ma tu non... non puoi essere lei. È morta tempo fa, tutto il regno l'ha saputo.

Al suo silenzio l'uomo corse con la mano all'elsa della spada che portava alla cintura, la fronte madida di sudore.

- Senti... - tentò con la gola secca – io non voglio guai.

- No? - gli fece il verso lei, gli occhi ridotti a due opali iridescenti – Allora lascia mantello e spada e vattene.

L'uomo tentennò per qualche secondo, poi slacciò le fibbie di entrambi gli oggetti facendoli cadere a terra e se la diede a gambe.

La ragazza chiuse gli occhi, respirando a fondo. Quando li riaprì tutto era tornato alla normalità.

Si chinò sul suo bottino. La spada non era altro che un vecchio cimelio arrugginito, probabilmente usata solo a scopo intimidatorio; il mantello invece era piuttosto interessante, dei colori della terra e luccicante per alcuni frammenti di vetro cuciti come una decorazione.

Ofelia si accertò nuovamente che non ci fosse nessuno intorno a lei, dopodiché si strappò di dosso gli stracci che indossava e si accomodò sul corpo il largo pezzo di stoffa, aiutandosi con i lacci che lo tenevano chiuso. Una volta terminato cercò di sciogliersi la treccia ma dopo tanti anni i suoi capelli si erano irrimediabilmente attorcigliati tra loro. Spazientita li avvolse intorno al pugno e con un colpo di spada li recise a filo della nuca, per poi gettarli in un angolo.

Si alzò in piedi, spazzolandosi la testa nel tentativo di abituarsi a quel cambiamento e abbandonò la spada accanto ai suoi stracci. Cominciava a sentirsi di nuovo se stessa finalmente.

Così il suo caro padre l'aveva dichiarata morta. Tutti pensavano che lo fosse.

Che senso aveva tornare laddove nessuno la aspettava?

Ofelia girò le spalle e si incamminò nella direzione dalla quale era venuta. Ora come ora tutto ciò che le interessava era di ritrovare la sola persona che, ne era certa, l'avrebbe pianta davvero se fosse morta e allo stesso tempo probabilmente era l'unica che sapendola viva aveva avuto un ottimo motivo per non piangere.

  
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