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Autore: _NikiPrince    28/07/2009    0 recensioni
[...] La mia vita era cambiata radicalmente da quando lei era diventata la mia quotidianità. Senza di lei non c'era ossiggeno. Non c'è tutt'ora, a volte. Crisi di panico. Tanto amaro il sapore che adesso ha quello stesso caffè mandato giù da sola. Come una medicina. Ma senza la caramella zuccherata, dopo, ad addolcirti la gola. E così sporca quell'innocenza che gli altri credevano mi appartenesse... [...]
Pensieri, riflessioni, piene consapevolezze a se stessa, di una Nana Osaki nostalgica, che sente particolarmente la mancanza dell'amica conquilina dallo stesso nome, ma che ha scelto di percorrere una diversa strada, lontana dalla cantante. Buona lettura!
Genere: Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nana Osaki
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Pensieri, riflessioni, piene consapevolezze a se stessa, di una Nana Osaki nostalgica, che sente particolarmente la mancanza dell'amica conquilina dallo stesso nome, ma che ha scelto di percorrere una diversa strada, lontana dalla cantante. Buona lettura!
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Quando ormai ero quasi certa che quel tepore familiare non mi avrebbe più abbandonata, lasciandomi di nuovo sola a me stessa, come accadeva spesso in passato, vidi nascere le prime nubi all'orizzonte: si avvicinavano minacciose, dipinte di grigio scuro, e offuscavano la mia vista.
Di fronte ai miei occhi, i primi raggi lunari stavano penetrando nella camera da letto. Sentivo sempre più lontano il dolce aroma di quello che mi avevano detto si chiamava “il primo vero amore”. Ma lo sentivo ancora, nonostante tutto. Ed ero immune all'angoscia che mi opprimeva. Cresceva rapidamente al mio interno, gelandomi le ossa, più di quanto già stesse facendo quell'ultimo giorno d'inverno.

Le serrande chiuse dal tempo e noi
nei tuoi occhi i gesti nascosti e poi
rami secchi e dietro i cancelli noi
l'innocenza è chiudere gli occhi e poi...


A quei tempi, lasciavo il cellulare acceso tutta la notte, al mio fianco, e non riuscivo ad addormentarmi prima dell'alba. Sebbene avessi la piena consapevolezza che quel messaggio non sarebbe mai arrivato, o forse sì, continuavo a fissare lo schermo oscurato, vuoto. Era come dormire su un letto di spine di rose.
E pungevano. Penetravano. Facevano male. Sanguinavi sulle candide lenzuola, ora rosse del famigerato dolore.

Dammi un po' di te, la parte più dolce;
prendi un po' di me, respira più forte


E piangevo, eccome se piangevo. Poi tornavo a sorridere, falsa. Incredibilmente falsa. Straordinariamente brava a recitare quella sciocca commedia che sapeva tanto di routine mattutina. Come l'odore del caffè che emanava il suo intenso profumo, veniva sorseggiato senza troppi pensieri, senza troppe parole. Nessuna risposta.

Facevamo un gioco da grandi noi.
Giocavamo a prendere il vento e poi


Prima lentamente, poi se ne andava di corsa. In ritardo, forse, o aveva semplicemente fretta di uscire. Ed io ero brava a saper fingere. Quella maschera non si sarebbe rotta facilmente, la indossavo ogni giorno, all'insaputa di tutti.
La mia vita era cambiata radicalmente da quando lei era diventata la mia quotidianità. Senza di lei non c'era ossiggeno. Non c'è tutt'ora, a volte. Crisi di panico. Tanto amaro il sapore che adesso ha quello stesso caffè mandato giù da sola. Come una medicina. Ma senza la caramella zuccherata, dopo, ad addolcirti la gola. E così sporca quell'innocenza che gli altri credevano mi appartenesse.

Forse non lo sai che quei giorni non tornano più,
tornerà a cercarti ancora lì,
mentre insegui sogni che oggi non bastano più,
nei nostri luoghi e nei ricordi.


Sopra quel vecchio edificio, che mi fece da scuola elementare tanti anni fa, c'era una piazza nascosta dal verde degli alberi, dove andavo a giocare con il resto dei bambini dell'istituto. Io rimanevo sempre in un angolo, sulla seconda altalena a destra, la mia altalena. Il vento il mio migliore amico, che mi spingeva alle spalle. E ridevo, istericamente, ma ridevo. In silenzio. Guardando dalla loro parte.
Io, invece, ero solo un fantasma. In mano il solito libro per ripassare, a casa nessuna mamma affettuosa che mi aspettava, nessun caldo bacio di “bentornato” che si riserva ai propri figli. No, io non ero per gli altri - per il mondo - quel genere di fanciulla comune, lasciavo che continuassero a calpestare la mia giovinezza.

Quei segreti chiusi d'inverno e poi
le paure, il tempo là fuori e noi


Ora mi ritrovo qui, ancora una volta, a distanza di tanto tempo, nella stessa stanza. Con qualcosa in più, qualcosa in meno; qualcosa di diverso. Un bicchiere frantumato, il disegno di una piccola fragola spaccata a metà. E dentro, qualcosa di assai più profondo e intenso appena distrutto. Sapeva di malinconia, dispiacere, rabbia e tenerezza al tempo stesso. Era forse possibile?

Che viviamo un giorno da grandi noi.
Sapevamo prendere il vento e poi...




Quel materasso mi ricorda la colonia che si sentiva sui suoi abiti, e che scivolava sul suo corpo seminudo tutte le notti. Rannicchiata su se stessa come una bambina. Quel materasso stava confessando ora la sua colpa; quel piacevole, impuro, dolce peccato che davamo vita sopra quel letto disfatto, che sapeva soltanto di noi. E spingevo contro il suo ventre, bizzarra altalena da dondolare in quel mare nativo della passione infuocata.
Se mi guardo allo specchio, oggi, altro non vedo che il riflesso di una bellezza nuovamente nascosta, che solo lei era capace di tirarmi fuori.

Mentre incolli quelle immagini...
(nei nostri luoghi e nei ricordi)
mentre cerchi sogni che oggi non nascono più...
(nei nostri luoghi e nei ricordi) *


Colorami a tuo piacimento, usami, fammi tua, fa di te anche queste mie lacrime.
E bevine adesso il loro veleno.

Infetta di te.



E urlano quei fantasmi. Urlano. Ora più che mai.

* Nei nostri luoghi - Subsonica.

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Note dell'autrice:
Fanfic - one-shoes, ad essere più precisi - nata una lontana notte di circa un annetto fa e ritoccata in questi giorni per postarla qui su EFP come mia prima storia. Adoro "Nana" come manga, e scoperto in seguito anche come anìme. Il sentimento che lega le due ragazze ho sempre pensato andasse ben al di là dell'amicizia, per quanto forte essa può essersi creata dapprima tra le due. Un destino comune, un'unione che le farà gioire, sperare e soffrire in futuro. Spero vi sia piaciuta e di leggere presto una vostra piccola recensione.
  
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