Serie TV > Il Trono di Spade/Game of Thrones
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Autore: AngelCruelty    24/08/2019    2 recensioni
Come sarebbe stata Westeros se Jon Snow non fosse mai diventato un bastardo Stark? Se nessuno l'avesse mai chiamato Snow ma Principe?
Che sarebbe accaduto se Aegon Targaryen e suo padre Rheagar si fossero incontrati?
○ Fanfiction What if sull'amata serie tv Il trono di spade.
● !Attenzione! Il what if inizia ben prima la nascita di colui che conosciamo come Jon.
○ Terza OS di una challenge ideata in collaborazione con NevilleLuna, Angels4ever e LadyPalma su EFP.
Promt:
~ Se ci fossimo incontrati
Precedenti prompt:
~ L'addio
~ Il doppio
Prossimo promt:
~ Viaggio nel tempo
Genere: Fantasy, Guerra | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Jon Snow, Rhaegar Targaryen
Note: Movieverse, What if? | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Challenge'
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Se si fossero incontrati - L'eredità di un Targaryen




 
 

Un lamento capriccioso.
Degli occhietti acquosi incorniciati da ciglia lunghe e nere.
Si guardarono intensamente per qualche secondo, in una tacita gara a chi ride prima. Rheagar Targaryen, Cavaliere di draghi, prode combattente nonché Re della roccia del drago, sovrano di Approdo e di tutta Westeros, perse la sfida: sorrise al fagotto che teneva in braccio.
Il neonato ricambió, trasformando il semplice sorriso orgoglioso di un neopapá in una risata allegra e spensierata. Rheagar si voltò, cercando l'approvazione della sua amata Lyanna: ma lei se ne era già andata. Il suo corpo giaceva spento nel baldacchino dove aveva dato alla luce il loro primo e unico figlio. Prima di morire era riuscita a strappare una promessa a Rheagar e Ned Stark, suo fratello: i due avrebbero sempre dovuto trovare accordo per quanto riguardava il regno, e soprattutto, per la protezione del piccolo Aegon.
Il Re sospirò, lo sguardo carico di desolazione e tristezza. La donna per cui aveva rinnegato un padre e guidato una rivolta l'aveva lasciato solo per sempre. Il suo volto si indurí di colpo. No, non sarebbe stato debole. Con il bambino ancora tra le braccia, Rheagar uscì dalla stanza. Liquidó le governanti che gli intimavano di tenere al caldo il bambino ordinando loro di ripulire la stanza e preparare il corpo per il funerale dell'indomani. Contro il parere dei medici portò il fagotto con sé fino alla torre più alta del castello, legandolo al proprio corpo con un lenzuolino. Dopodiché chiamò a gran voce Balerion II, il suo valoroso e prode compagno, ultimo dei draghi. Rheagar salì, issando il bambino con sé sul dorso ruvido della bestia. Subito presero il volo. Attraversarono dapprima la distesa ampia e limpida di oceano, poi virarono, tornando indietro, verso la città. Quando sorvolarono i tetti delle case il Re della roccia del drago prese ad urlare: in maniera improvvisa, disperata, selvaggia. Pochissimi attimi dopo Balerion lo imitó, sentendo il dolore del proprio cavaliere scorrere nel suo stesso sangue. Il drago ruggí profondamente, con inquietudine, come se anche lui stesse elaborando un lutto. La gente, spaventata, si riversó nelle strade per osservare il sovrano: era forse impazzito come suo padre?
Mentre le urla di dolore del Re e quelle di panico del popolo impazzavano, coperte dal suono sommesso del lamento del drago, Aegon rimase tranquillo, stretto al corpo del padre.
Allora Rheagar trasformò il proprio grido di dolore in una risata: era nato un Targaryen.

***
Il piccolo Aegon crebbe ricevendo tutte le attenzioni che un bambino potesse mai desiderare. Da neonato divenne fanciullo e da fanciullo si trasformó in bambino.
E con quali storie fu tirato su! Storie su come suo padre Rheaghal aveva scoperto, attraverso i libri, che i gran maestri stavano avvelenando e rattrippendo i draghi, e che aveva capito che l'unico modo per salvarli era diventare un prode guerriero e cavaliere dei draghi, in modo da dimostrare il loro valore e la potenza di un vero Targaryen. Purtroppo però, l'unica creatura a sopravvivere fu Balerion II. Il suo piano di riportare alla gloria le antiche creature necessitava di tempo, ma i draghi erano ormai deboli e stanchi. Allo stesso tempo, non aveva prove concrete per puntare il dito contro il Gran Maestro e per evitare conflitti civili aveva continuato le sue ricerche in segreto.
E ancora, gli raccontarono della pazzia di Re Aerys II, di come Ser Jamie Lannister avesse deciso di porre fine alla sua vita e come il principe Rheagal avesse rivendicato l'atto per proclamarsi nuovo Re di Westeros. Ai tempi, suo padre nutriva un amore segreto per Lyanna Stark, un amore per di più ricambiato. Ma la donna era promessa sposa al prode Robert Baratheon, secondo le parole del padre di Aegon: "un prepotente spavaldo per nulla incline a una posizione d'onore quale quella di un buon marito". Robert non aveva accettato il regno di Rheagar, anzi, aveva organizzato una rivolta accompagnato dal suo braccio destro, Ned Stark. Tuttavia la maestosità di Balerion e soprattutto le preghiere di Lyanna verso suo fratello, costarono a Robert molto più che una moglie e il proprio orgoglio. Cadde in battaglia diventando il pasto di un drago.
Quando i suoi sudditi protestarono verso Rheagar, egli rispose: "Un drago non è altro che un drago. Mettetelo in catene e egli rimpicciolirá, lasciatelo libero e lui volerà, dategli del sangue e lui si nutrirá"
Rimasta senza pretendente, Lyanna poté sposare Rheagar, e insieme regnarono fino all'avvento del piccolo principe.
Ma quelle di Robert non furono le uniche proteste. 
Viserys, fratello di Rheaghar e secondo in linea per il Trono, non aveva visto di buon grado l'astuta mossa del nuovo Re. Seppure la decisione di sacrificare il padre era stata dettata dalla volontà di far rimanere al potere la casata Targaryen, nonché dal buon senso e dall'onore che solo un buon re poteva avere (perché lasciare tutta quella gente a soffrire per le follie di un unico vecchio pazzo, anche se quel vecchio era il proprio padre nonché Re dei sette regni?), Viserys era rosso di rabbia per via di quel che chiamava alto tradimento. Il secondogenito del Re Folle seguì le orme del padre, veneró il defunto monarca e rapí la propria sorella Danaerys recandosi verso Bravoos e vagando per le Nove città libere in cerca di un esercito per rovesciare Re Rheagar.
Questa era l'eredità del principe Aegon II, trame di potere, guerre civili, discorsi sull'onore e amori proibiti.
***
Come nominato, Aegon venne ben educato, e suo padre fu molto attento a fargli capire chi erano i buoni.
Ma tutto ebbe inizio quando il Principe decise di far visita a Grande Inverno.
Era l'anniversario della morte di sua madre, dunque il suo compleanno. Un giorno dolce amaro, glorioso seppur tremendo.
Aegon fu accolto dalla famiglia intera riunita. Il principe planó a cavallo di Balerion e abbatterró abbattendo qualche albero.
Trovò i suoi cugini ordinati in fila ad attenderlo, ma lui ruppe subito la formazione stringendo tra le braccia dapprima Robb, poi Sansa, Bran e Rickon e infine prese in braccio Arya, che si divincoló all'istante: "Non sono più una poppante!" Lo riproverò.
"Arya!" Catelyn richiamò all'istante la figlia, ma Aegon la tranquillizzó: "Non c'è problema." E poi, rivolto alla bambina: "Ti ho portato un regalo" cosi dicendo andò a salutare anche suo zio e Theon Greyjoy.
"Abbiamo organizzato una battuta di caccia in tuo onore, cugino!" Esclamò Robb dandogli una pacca sulla spalla.
"Siete sempre troppo gentili" rispose mansueto il principe.
"La modestia l'hai ereditata dagli Stark, immagino!" Scherzó Theon. Subito dopo si pentì di averlo detto, ma fortunatamente Aegon non era un tipo rancoroso e scoppiò a ridere insieme a Robb.
Di certo suo padre Rheaghar era tutto fuorché umile e modesto.
Quel pomeriggio, cosi, andarono a caccia. Si divertirono e risero, finché non notarono una manciata di lupacchiotti malnutriti.
Ned Stark li guardò con pena: "Uccideteli" ordinò al figlio, sapendo che se non fossero stati loro a farli fuori allora l'avrebbero fatto altre bestie.
Ma Aegon si acciglió: "No. Sono abbastanza forti per sopravvivere, e poi sono sei: uno per ogni figlio Stark. Mio padre non crede a questo genere di coincidenze, sono certo che non è un caso se il simbolo della vostra casata è un lupo"
Ned annuì, orgoglioso.
Ma Theon guardò i lupacchiotti ululanti: "Ma ... i fratelli Stark sono cinque, vostra maestà"
Dal tono di voce tremolante, Aegon capì che probabilmente, il Greyjoy sperò di poter essere incluso nella famiglia con quel gesto simbolico. Tuttavia, seppur con rammarico, rispose con la verità: "I fratelli saranno pure cinque, ma i figli Stark sono sei. Io sono frutto di una Stark, e sarei lieto di prendermi cura di uno di questi lupi"
Allora subentró Robb: "Beh, sembra fatto apposta. Uno di questi piccoletti è albino proprio come i Targaryen, anche se l'ironia vuole che tu sia l'unico di loro a avere i capelli neri"
E così fu deciso, ogni ragazzo ottenne il proprio animaletto da compagnia, quello del Principe Targaryen fu chiamato Spettro.
Prima della grande cena organizzata per il suo compleanno, Aegon ebbe il tempo di mostrare ad Arya il suo regalo. Bussó alla porta della sua camera, ma la bambina non voleva farlo entrare.
"Vattene!" Urlò impertinente.
Ma Aegon insistette: "Dai, è una cosa che ti piacerà!" Esclamò.
"No, no e no!"
"Non vorrai disubbidire al tuo futuro Re?" Domandò allora il ragazzo. Arya si decise quindi ad aprire la porta, imbronciata.
Finalmente Aegon capì il motivo della sua rabbia: sua madre l'aveva fatta bella per la serata, infiocchettandole i capelli e pulendole il viso e le mani.
Con quello sguardo colleroso, il risultato era decisamente buffo. Aegon scoppiò a ridere suo malgrado, e cercò di ricomporsi quando la bimba gli pestó malamente il piede, di proposito, a mo' di dispetto.
"Io ti porto dei doni, e tu reagisci così?" Scherzó.
Cosi, finalmente, rivelò cosa aveva in serbo per lei: dietro la schiena aveva nascosto una spada. Era un esemplare unico: sottile, leggero, maneggiabile. Perfetto per una bambina aspirante guerriera. La piccola Arya si gettò tra le braccia del cugino e lo ringraziò, poi prese il suo bel pacco e rimiró la spada. Niente fiocchi e ghirigori per Arya Stark.
Aegon le sorrise: "Un giorno imparerai ad usarla"
"E ti sfideró a duello!" Gridò piena di eccitazione.
"D'accordo" la salutò così, Aegon, diretto verso il gran salone addobbato a festa.

Aegon fu accolto tra risa, applausi e brindisi. Subito, chiesero un discorso per dare il via al banchetto.
Catelyn gli chiese che fine avesse fatto Arya, e se c'entrava qualcosa il suo regalo segreto. Aegon sapeva che la madre della lady non vedeva di buon grado le sue aspirazioni guerrigliere, per cui si limitò a scrollare le spalle: "Sono solo un umile principe, che vuoi che ne sappia io degli affari da donnine per bene?"
La donna alzò gli occhi al cielo e si allontanò con fare indaffarato.
Bevvero e mangiarono a quantità, e quando furono abbastanza sbronzi da sentire le guance bruciare, decisero che forse era meglio andare a letto. Fu allora che un'ombra infondo alla stanza si levó: una donna in rosso. Fissò i suoi occhi dritti negli occhi di Aegon e poi s'incamminó verso di lui.
"Un ultimo brindisi al Principe!" Urlò levando il calice che teneva in mano. Fece un cenno a delle ancelle, e loro accorsero per riempire il bicchiere del giovane. Aegon sorrise, ma prima che potesse bere Theon Greyjoy lo interruppe: "Fermo! Ho visto Cercei Lannister mettere del veleno nel vostro vino!" Esclamò.
Il silenzio caló nella stanza come un'ascia sul collo di un giustiziato.
Aegon guardò la donna che aveva ordinato il brindisi. Aveva sentito parlare della donna leonessa, ma mai l'aveva incontrata prima. Conosceva solo suo padre Tywin, che spesso faceva visita alla cittadella.
"E così, questa donna è Cercei Lannister" disse, alzandosi in piedi e mettendosi di fronte a lei per guardarla in viso.
Ned Stark era accorso, ma Aegon levó il braccio per placarlo: "Sono certo che tu, Theon, abbia preso un granchio ... o un calamaro, come ti pare" così dicendo provocò risate spezzate all'interno della sala: "E la signora qui di fronte non avrà alcun problema a dimostrarlo, sorseggiando dal mio bicchiere" finì, porgendo il bicchiere alla donna.
Lei fece una smorfia, come se le facesse ribrezzo bere dal suo stesso calice, e tenne l'oggetto tra le mani per lunghi istanti ... prima di bere tutto d'un fiato l'intero contenuto del calice.
Al suo fianco, un uomo dall'armatura dorata, che Aegon riconobbe come suo fratello Jamie, ebbe un singulto di terrore. Aegon dedusse che effettivamente Sir Jamie credeva possibile che sua sorella volesse avvelenarlo.
Ma non successe nulla. Cercei rimase impassibile davanti a tutte quelle persone, e dopodiché scosse la testa: "Perché mai avrei dovuto ammazzare un Principe buono come Aegon? I Greyjoy farebbero di tutto per minare la pace, dico bene?" Domandò.
Theon era basito, balbettó qualcosa di incomprensibile.
Aegon lo guardò con attenzione, e catturó sincerità nei suoi occhi confusi e rancorosi.
"Bene allora, ultimo brindisi e poi andremo a riposare!" Decise.
Ma subito dopo si voltò per riempire nuovamente il proprio bicchiere, e facendolo sussurró qualcosa all'orecchio di suo cugino Robb.
"Preleva la caraffa da cui mi hanno offerto il vino, e tienila lontana da Greyjoy"

Poco dopo, Robb e Aegon si ritrovarono in privato nel mausoleo di famiglia. Lo Stark portava in mano la caraffa incriminata, con lui portava anche un corvo le cui ali erano legate con una corda. Senza parlare, i due si guardarono in volto con aria grave. Sapevano cosa andava fatto. Fecero scivolare un po' di liquido vermiglio nella gola della povera bestia, poi attesero.
Poco dopo, una schiuma bianca iniziò a fuoriuscire dal becco dell'uccello, i suoi occhi si iniettarono di sangue e in pochi secondi morì in terribili pene.
"Allora Theon diceva il vero!" Esclamò Robb.
Aegon rifletté: "Non è detto. So che non vorresti sentirlo, ma Cercei Lannister non è l'unica a non amare la corona. Theon Greyjoy vorrebbe indietro la gloria per la sua casata nonché l'amore del padre ... e ho sentito sempre parlare di Cercei come una donna estremamente intelligente: perché avvelenarmi così? Davanti a tutti e sotto il suo bridisi ... ma se Theon avesse avvelenato la brocca per incolpare lei ... non ne sono sicuro, cugino. Ma devo assolutamente partire all'istante e mettere al corrente il re."
Robb lo guardò preoccupato. Il Targaryen gli mise le mani sulle spalle e lui ricambió. Si fissarono per qualche attimo e poi si abbracciarono, battendo l'orgoglio che sussurrava nei loro orecchi che quelle non erano cose da uomini. A quel punto si salutarono, e poco dopo Aegon era già in volo verso la cittadella.

***

Il mattino dopo Aegon e Rheagar si riunirono nelle stanze del Re con urgenza. Anche il sovrano sembrava nervoso, qualcosa lo turbava.
"Non puoi immaginare cosa è successo in tua assenza, figliolo. Non puoi immaginarlo ..." sussurrava spazientito.
L'altro fu preso dalla curiosità, così decise di attendere per parlare delle cospirazioni contro di lui.
"Cos'è successo?" Domandò.
"Quel cretino di tuo zio ... quando ha rapito Danaerys credevo che prima o poi avrebbe ceduto, che sarebbe tornato qui con la tua promessa sposa. Insomma, è scappato perché si sentiva tradito, ma prima o poi avrebbe capito ... e invece no. È sparito nel nulla, così ho pensato che avesse almeno avuto la decenza di rinunciare alle pretese sul trono. Non è così. Ieri ho ricevuto un corvo. Tua zia Danaerys chiedeva aiuto perché è stata promessa sposa, contro le indicazioni regali, a un Khal Dothraki! In questo modo ha tolto il tuo diritto a sposarla, togliendoci la possibilità di continuare un trono puro, e ha guadagnato un esercito per marciare contro di noi!"
Il Re sembrava fuori di sé. Ma Aegon non poteva tenere per sé le altre brutte notizie.
"C'è di più ... qualcuno a Grande inverno ha provato ad avvelenarmi. I maggiori sospettati sono Cercei Lannister e Theon Greyjoy." Raccontò.
Rheagar fece una smorfia di rabbia e d'impulso gettò via le carte dalla scrivania: "é tutta colpa di Ned Stark!" Urlò.
Aegon scosse la testa: "Cosa? No! Lui non c'entra nulla!"
Il re lo guardò furente: "Ah no? Invitare ben due nemici della corona alla festa per il tuo compleanno? Te lo dico io che succede, qui. Né lui né Cercei mi hanno mai perdonato per aver ucciso il loro amato Robert Baratheon! Sai, forse Robert era quasi sposato con tua madre, ma Cercei ne era profondamente innamorata ..."
Prima che Aegon potesse ribattere il re prese una decisione: "Marceremo su Grande inverno."
"No! Dobbiamo svolgere delle indagini e punire solo il colpevole ... e le truppe dovrebbero partire per evitare il matrimonio di Danaerys e salvarla da Viserys e i Dothraki!" Ribatté il figlio.
Il viso del Re era stravolto dalla rabbia e dalla preoccupazione ... per un attimo Aegon percepí un lampo di follia nei suoi occhi e si sentì terrorizzato.
"Ned Stark non accetta il mio regno. Lo sai che, dopo i Baratheon, sono proprio gli Stark ad aver diritto al trono in caso la nostra casata cadesse?! La tua mogliettina può aspettare!" Gridò tremante.
"Può aspettare!? E nel frattempo dovrebbe essere costretta a sposare un incivile?" Chiese il ragazzo, sempre più preoccupato per la sorte del padre e dell'intero regno.
"Dichiareremo nullo il matrimonio agli occhi della corona, dopo. Intanto dobbiamo stanare e neutralizzare le serpi in seno." Disse con decisione.
"Lei ti ha chiesto aiuto! È tua sorella, per gli dèi!"
"Non osare contraddire il tuo Re!" Tuonò il Targaryen.
Aegon indietreggió.
Rheaghar aveva ucciso il Re, suo padre, per salvare il regno. Era forse anche il suo destino? Avrebbe dovuto uccidere Rheagar, e diventare a sua volta il nuovo re pazzo? Con questo pensiero uscì dalla stanza, perché al gioco del trono si vince o si muore, e lui non era certo quale delle due opzioni scegliere.

 

  
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