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Autore: hapworth    24/08/2019    1 recensioni
Lan XiChen lo guardava in silenzio, gli occhi marroni fissi su di lui, sulla sua bocca. Sembrava quasi tremare, ma probabilmente era una semplice congettura la sua, mentre premeva col dito il labbro inferiore, in modo che i denti di Jiang Cheng facessero appena capolino dalla sua bocca semi-aperta, volutamente alla mercè dell'altro ragazzo.
[Lan XiChen/Jiang WanYin] ~ Scritta per il A Hot Summer Makes a Writer go Thirsty indetto da Torre di Carta || Partecipa alla challenge Il fiore si nasconde nell'erba, ma il vento sparge il suo profumo indetta da Torre di Carta
Genere: Fluff, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Jiang Wanyin/Jiang Cheng, Lan XiChen/Lan Huan
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Pensavo di non riuscire a tornare tanto presto in questo fandom e, invece, eccomi di nuovo qui! E di nuovo con una xicheng. **
Non ho molto da dire in proposito, se non che è stata la folgorazione di una serata e che ho impiegato un po' prima di riuscire a ingranare la giusta strada per scrivere, ma alla fine ce l'ho fatta.
E niente, lascio alla lettura.

hapworth

Partecipa a:
A Hot Summer Makes a Writer go Thirsty ||cocktail: long drink | pina colada || prompt: fissazione orale, high-school-studentsAU, distrazione, scrivania (o tavolo, o banco, o cattedra) || mods and spices: none
Il fiore si nasconde nell'erba, ma il vento sparge il suo profumo
 || tabella: semplice || fiore: #21. dafne || prompt: non ti vorrei in nessun altro modo


Insicurezze collaterali

Il primo bacio arrivò senza avvisaglie, ma Jiang Cheng lo accolse senza alcuna esitazione.
Un contatto leggero come una piuma contro le sue labbra, un lento sfregamento che lo fece arrossire, per quanta semplicità e attenzione vi fosse in quel singolo gesto.
Quando le loro labbra si erano infine staccate, Jiang Cheng aveva lo sguardo vitreo, di quel languore che lo coglieva ogni qualvolta Lan XiChen lo baciava. Quest'ultimo sorrise, l'espressione gentile e accorta che gli era propria e gli sfiorò con l'indice un angolo della bocca. Un leggero premere, mentre le labbra un po' screpolate di Jiang Cheng si schiudevano e lasciavano a quel dito percorrerne il profilo con il lieve contatto dell'unghia a solleticarlo.
Lan XiChen lo guardava in silenzio, gli occhi marroni fissi su di lui, sulla sua bocca. Sembrava quasi tremare, ma probabilmente era una semplice congettura la sua, mentre premeva col dito il labbro inferiore, in modo che i denti di Jiang Cheng facessero appena capolino dalla sua bocca semi-aperta, volutamente alla mercé dell'altro ragazzo.
«Lan Huan...?» sussurrò pacatamente, quasi avesse timore di chiamarlo in quel modo così intimo. Lan XiChen parve sorpreso, ma solo per un attimo, prima che l'espressione dolce lo avvolgesse completamente.
Il secondo bacio fu più deciso. Dopo che l'indice di Lan XiChen si era allontanato dalle sue labbra, era tornato a coprirle con le proprie. Una pressione più tangibile e meno fiabesca, reale, tanto che Jiang Cheng si lasciò uscire un mugolio di sorpresa, mentre con le braccia andava ad avvolgersi sopra le spalle del proprio compagno.
Un tremito scosse il corpo di Lan XiChen, ma durò l'attimo di lasciar schiudere le labbra e leccare quelle di Jiang Cheng con insistenza; labbra che si aprirono senza neppure bisogno di un secondo richiamo, mentre le braccia del più giovane si serravano con maggior presa su di lui.
Lan XiChen ne toccò i fianchi, in un contatto accennato, ma che bastò a far tremare tutto il corpo di Jiang Cheng, da capo a piedi, mentre la sua bocca si contraeva e la lingua si irrigidiva, per poi ammorbidirsi e modellarsi contro la sua.
Mentre le loro bocche si sovrapponevano ed esploravano, Lan XiChen sollevò Jiang Cheng sopra il banco più vicino. Jiang Cheng quasi non se ne accorse, ma avvolse comunque le gambe intorno al suo corpo, mentre sentiva la superficie liscia sotto il proprio sedere.
Quando si staccarono nuovamente, avevano entrambi le labbra gonfie e arrossate – così come i loro visi. Sebbene quello più in imbarazzo fosse Jiang Cheng, la carnagione più nivea era quella di Lan XiChen, sulla quale si notava distintamente il rossore alle gote. Il maggiore si chinò, i capelli scuri e fini che sfioravano quelli più corti e meno lisci di Jiang Cheng, solo per soffiargli contro l'orecchio, facendolo sobbalzare. «Ah! Che fai?!»
La risata lieve di Lan XiChen lo fece irritare, ma non abbastanza da lasciare la presa sulle sue spalle e contro i suoi fianchi. «Diventi più sensibile dopo i baci.»
Quell'osservazione fece arrossire tutto il viso di Jiang Cheng che, per contro, affondò contro il petto ampio di Lan XiChen mormorando improperi senza molto senso o ragione. Era dolce, così Lan XiChen gli accarezzò la schiena, con qualche movimento leggero.
«Sono venuto anche se tra un'ora ho il compito di fisica e tu mi- Non sei per niente gentile.» Lan XiChen si limitò a sorridere; avesse avuto un'altra indole, probabilmente avrebbe riso, ma era sempre stato un ragazzo controllato e composto, dall'atteggiamento posato e mai troppo rude. «Hai ragione, A-Cheng, che ne dici di un altro bacio?»
Sentendosi apostrofare con quel vezzeggiativo infantile che usava solo la sua famiglia, Jiang Cheng lo fulminò; eppure, nel suo sguardo grigio, Lan XiChen leggeva l'attesa di quel bacio appena promesso. Era davvero un bambino, quando ci si metteva.
Ci fu quindi un terzo bacio e poi ce ne fu un quarto. Jiang Cheng teneva gli occhi chiusi e si godeva quelle attenzioni con apparente calma; Lan XiChen sapeva che non era così: era imbarazzato e insicuro, ma troppo orgoglioso per ammettere l'imbarazzo che il baciarsi gli provocava dentro, convinto – a ragione – che si sarebbe abituato a farlo in modo meno meccanico e più disinvolto.
Era ancora rigido all'inizio, con i muscoli del corpo tesi e gli occhi serrati; si ammorbidiva piano piano e poi seguiva, lasciandosi catturare dall'istinto e dal desiderio.
Non era stato facile fargli ammettere i propri sentimenti. Era così ostinatamente convinto di non aver bisogno di nessuno, che quando Lan XiChen gli aveva chiesto di uscire, per poco non gli aveva gridato se non fosse impazzito. E l'essere omosessuale era solo stata una parte del problema in effetti, quasi la punta dell'iceberg.
Lan XiChen lo aveva capito – ne aveva comprese le implicazioni nei mesi in cui aveva osservato Jiang Cheng scherzare e arrabbiarsi con Wei WuXian, fidanzato di Lan WangJi, che non era altri che fratello di Lan XiChen. Gli era bastato uno sguardo, per capire e rendersi conto che no, il problema non era l'essere gay, non solo almeno, ma che risiedeva più a fondo nel suo cuore, in un desiderio inespresso che non aveva mai voluto ammettere e che gli aveva logorato l'animo, rendendolo più duro e severo con se stesso di quanto, forse, avrebbe dovuto essere.
Lan XiChen stava cercando con pazienza di scalfire quella corazza che Jiang Cheng calava lentamente; ne scalfiva la superficie, la smussava, la scavava con perizia e cura, attento a non ferire, a non ledere una parte vitale e importante che esisteva e che era Jiang Cheng a dover ammettere, almeno con se stesso.
Curava la sua insicurezza con le sue attenzioni, baciava e rammendava laddove notava l'aprirsi di una crepa. Jiang Cheng era stoico e orgoglioso, ma il fatto che con lui lasciasse cadere e scivolare un po' la maschera, lo rendeva estremamente felice.
Al sesto bacio, Jiang Cheng sospirò pesantemente; gli tremavano visibilmente le braccia e la sua bocca era ormai morbida e colma di saliva, il viso arrossato e il corpo accasciato quasi contro quello del compagno. Lan XiChen gli sollevò il mento con la mano, specchiandosi nei suoi occhi scuri, acquosi. La bocca era socchiusa e ne usciva un respiro appesantito, così come sentiva chiaramente premere altro contro il proprio corpo, che era nelle stesse condizioni.
«Lan Huan...» sussurrò; la voce risultava ancora insicura, ma era un tono più basso, più roco. Era il tono di chi voleva chiedere qualcosa, ma non ne aveva davvero il coraggio. «Shh, solo un po'.» gli mormorò in risposta, specchiandosi nei suoi occhi. Jiang Cheng sembrò tremare sotto quello sguardo, prima di distoglierlo, quasi volesse sottrarsi al tocco della sua mano sul mento.
Continuò a guardarlo, ma rilasciò la presa sul mento, mentre con le mani scivolava lungo la sua camicia e il cardigan, fino al bottone dei pantaloni della divisa. A quel punto Jiang Cheng si irrigidì, la presa sopra le spalle di Lan XiChen venne meno e anche quella delle sue gambe, mentre spingeva il petto del compagno all'indietro, per allontanarlo con le mani.
Non lo stava calciando via – anche se avrebbe potuto – ma si dimenò un po', opponendo resistenza. Nel notare la tacita opposizione, Lan XiChen bloccò le mani. Aveva slacciato solo il bottone e tirato giù la lampo; le dita sostavano a pochi centimetri dal suo corpo tiepido e teso.
Jiang Cheng non emise un suono, lo sguardo smarrito e il corpo immobile, malgrado fino a pochi istanti prima si fosse agitato terribilmente, cercando di allontanare Lan XiChen da sé. Il suo corpo tremava e, inconsciamente, Lan XiChen sentì la sua stessa anima farlo.
Un leggero tremore, come il suono delicato dello xiao che gli era sembrato di sentire in lontananza.
Lo sguardo di Jiang Cheng era distolto, lontano, fisso di lato, ma le mani che prima avevano spinto via Lan XiChen, in quel momento stringevano il cardigan della sua divisa.
«Jiang Cheng, guardami.» la voce di Lan XiChen era dolce, ma decisa. Jiang Cheng, tuttavia, non volse lo sguardo, mantenendolo ostinatamente lontano. «Jiang Cheng.»
La presa sulla lana si fece più stretta e forte; Lan XiChen poteva vedere le nocche sbiancarsi piano piano in quella rigidità. «Jian-»
«Smettila!» esclamò allora Jiang Cheng, lo sguardo finalmente puntato su di lui. Gli occhi scuri erano liquidi, ma non per via dell'eccitazione di poco prima; era turbato, ma allo stesso tempo combattuto. Lan XiChen allontanò le mani dal suo corpo, interpretando quella richiesta come un desiderio di distacco. Eppure, a quell'allontanamento, le pupille di Jiang Cheng si allargarono di stupore e la presa sul cardigan fu ancora più serrata.
«Cosa-» mormorò confuso, mentre tirava a sé solo di poco Lan XiChen, che assecondò quella presa.
«Hai detto che dovevo smetterla.» gli ricordò. Ma lo sguardo di Jiang Cheng era ancora sperduto, quasi tremolante, come se l'unico suo appiglio fosse quella sua mano stretta a pugno sulla blusa di lana del compagno.
«No!» fu la sua risposta dopo interminabili secondi. «Non volevo che tu...!»
Non terminò la frase, il pensiero, abbassando invece lo sguardo con il viso arrossato, le labbra contratte. Sembrava ferito, eppure l'unico che in quel frangente avrebbe dovuto sentirsi in quel modo era Lan XiChen, non certo Jiang Cheng.
«Jiang Cheng, parlami.» la voce morbida di Lan XiChen lo indusse a sollevare nuovamente lo sguardo, i suoi occhi grigio scuro, le labbra tremolanti e il viso paonazzo. «Cosa c'è che non va?» domandò, il tono era gentile e paziente, mentre con la mano ne sfiorava una guancia arrossata, accarezzandogli quel punto rosato.
Jiang Cheng si morse il labbro inferiore, chiaramente combattuto. «Io...» sentendo la voce abbandonarlo a quella semplice sillaba, Jiang Cheng inghiottì, per poi tossicchiare e riprovare. «Io sono scontroso e orgoglioso.»
«Eh?» Lan XiChen strabuzzò gli occhi, incapace di interpretare – o meglio processare – quello che stava dietro quella dichiarazione. «Cosa intendi?»
Jiang Cheng parve perdere la pazienza, dandogli un pugno contro il petto con la mano che non stringeva il cardigan. «Intendo quello che ho detto! Sono noioso e ho un pessimo carattere, non voglio che tu stia con me per senso del dovere. So di non essere loquace e brillante o...»
Lan XiChen gli portò l'indice sulle labbra, inducendolo al silenzio. «Lo so. Ma questo cosa c'entra con...» non andò oltre, imbarazzato anche lui da quel genere di terminologia. Bastava, del resto, il pensiero a farlo arrossire, seppure fosse stato così audace da cercare di infilare le mani nei pantaloni del compagno più giovane, Lan XiChen aveva sempre avuto una buona educazione.
Jiang Cheng avvampò se possibile di più. «Non devi accontentarti se Jin GuangYao...»
In quel momento parve cogliere a pieno il problema. Il problema aveva un nome ed era uno dei suoi migliori amici: Jin GuangYao. Era un ragazzo di bell'aspetto e dall'atteggiamento posato, il sorriso pronto e il temperamento calmo. Decisamente diverso da Jiang Cheng, sempre crucciato e sulle spine, facile all'ira.
Jin GuangYao si era dichiarato a lui solo di recente, quando aveva scoperto che Lan XiChen si era messo con Jiang Cheng. Non aveva idea se fosse stato per inconsapevolezza della sua apertura al genere maschile o se semplicemente avesse voluto farglielo semplicemente presente, in ogni caso lo aveva rifiutato con garbo e le cose sembravano essere andate a posto. O almeno così credeva.
Non ne aveva parlato con Jiang Cheng per semplice riguardo della sua insicurezza, proprio per evitare un suo ritrarsi, chiudersi e allontanarsi. Eppure era successo.
«Jiang Cheng.» il suo tono era più duro di quanto lo fosse mai stato in precedenza, probabilmente non lo aveva mai usato neppure con WangJi. «Io non sono innamorato di Jin GuangYao. Non voglio stare con lui.»
Volle mantenere una pausa, in modo che Jiang Cheng assimilasse con più facilità quella dichiarazione. «Io sto con te. Ho chiesto a te di uscire e oggi volevo baciare te e... beh, anche il dopo, sempre con te. Tu... sei perfetto. Non ti scambierei con nessun altro, non... non ti vorrei in nessun altro modo.» Jiang Cheng smise di respirare, il rossore così ampio e diffuso da farlo assomigliare a un frutto maturo, mentre lasciava la presa sulla blusa di Lan XiChen e si accucciava con il viso contro il suo petto, nello stesso punto che aveva appena abbandonato la sua mano.
Lan XiChen non disse nulla, attese invece, mentre con le braccia andava ad avvolgergli la schiena per tirarlo più a sé, facendo un passo avanti. Jiang Cheng reagì quasi di conseguenza, stringendo le braccia intorno al suo busto. Erano abbastanza lunghe da avvolgerlo completamente.
«Lan Huan... anche io penso che tu sia perfetto per me.» lo disse talmente piano, con la voce attutita contro la sua blusa, che Lan XiChen pensò di esserselo quasi immaginato. Ma sentiva la sua presa, la sua delicatezza, il suo tremore e... come avrebbe mai potuto pensare che non fosse la realtà?
Eppure tacque facendo finta di nulla, continuando a tenerlo stretto a sé, in quel bozzolo rassicurante e di cui Jiang Cheng – ma non solo – sembrava avere così tanto bisogno.


Fine
   
 
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