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Autore: Pioggia    28/07/2009    1 recensioni
Edgar è un molliccio, ma anche un gran chiacchierone. Molti non lo sanno, ma lui è una creatura importante. È un peccato che finora non abbia mai raccontato la sua storia. Quale? La storia.
- “Ehi, frena! Per favore... Rallenta! Fermati! Santo Godric... Impedimenta!”.
James le aveva provate tutte per riuscire a raggiungere la ragazza senza ricorrere alle maniere forti, ma arrivati all'ennesimo pianerottolo di chissà quale rampa di scala del castello la soluzione drastica era l'unica via che gli era venuta in mente per riuscire a placcarla...
Genere: Romantico, Commedia | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: I Malandrini, James Potter, Lily Evans
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Questo capitolo è dedicato a due persone.
Lui se n'è andato per sempre, lei mi è stata vicinissima nei giorni più duri.



Librerie e polvere




- “Mi spiegate per quale motivo non possiamo studiare in biblioteca?”.
- “Evans, un posto vale l'altro no?” rispose Sirius.
Alice e Mary camminavano lanciandosi strane occhiate e trascinandosi a braccetto Lily. Davanti a loro i malandrini le guidavano verso un'ala del castello alquanto deserta.
La ragazza avrebbe dovuto sospettare delle loro facce falsamente innocenti, dello strano giro che stavano facendo per trovare un posto dove studiare e – soprattutto – della strana comitiva a cui si era unita.

- “Beh, in effetti potremmo studiare anche il sala comune” obiettò James qualche minuto dopo camminando all'indietro per tenere d'occhio la rossa.
Anche lui avrebbe dovuto temere l'improvviso attacco di “diligentite” che aveva affetto Sirius e Peter e la mancanza di insulti nei confronti della materia in questione (Storia della magia... brr...).
- “Ramoso! Un ripasso importante come questo, in un anno così fondamentale per le nostre carriere accademiche deve avvenire in un ambiente al riparo da qualsiasi distrazione” Remus si infervorò in maniera tale che l'amico preferì non contraddirlo. “Siamo pur sempre vicini alla luna piena” si disse.
Sirius e Peter – dal canto loro – strizzarono discretamente l'occhio al licantropo omaggiandolo per la sua perfetta esibizione.
- “Quest'aula credo che andrà bene” esclamò Mary.

Trovare una stanza abbastanza isolata e che rispondesse alle loro esigenze era stata un po' dura, ma grazie all'aiuto della mappa avevano trovato quella giusta.
La vecchia aula di divinazione era un grande stanzone polveroso diviso in due da un arco in pietra. Addossate alle pareti si intravedevano, coperte da polvere e Merlino sa cos'altro, pesanti librerie in cui erano stipati volumi su volumi di astrologia.
- “Bleah... qua dentro rischiamo di diventare asmatici nel giro di tre minuti” esclamò Lily arricciando il naso.
- “E' una malattia?” chiese James guardandosi attorno con una smorfia disgustata.
- “Ovvio che è una malattia” rispose acida.
- “Per tutti i boccini, Evans sei...”.
- “Adesso basta!”.
I due si voltarono stupiti verso Alice.
- “Black, Lupin, procediamo” ordinò Mary.
I ragazzi sfilarono con un incantesimo le bacchette dalle borse dei due. Poi con uno schianto sinistro un'enorme libreria in mogano si posò con grazia davanti l'arco, togliendo ogni via di fuga ai malcapitati.
- “Cosa diamine credete di fare!” urlò la ragazza.
- “Stiamo cercando di farvi chiarire ogni cosa” spiegò Peter.
- “E cosa dovremmo chiarire?”.
- “Beh, potreste parlare della sera in cui vi siete dolcemente dati del bovino” esclamò con voce soave Sirius.

- “Lo hai raccontato ai tuoi amici?”.
- “Credi che avrei raccontato una cosa del genere? Io non c'entro niente con questa storia!” si discolpò il cercatore.
- “Oddio... e io che avevo cercato di rimuovere quel ricordo” mugolò.
- “E' stato così tremendo per te ascoltarmi?”.
- “Mi hai detto che potevo essere la tua mucca!” esclamò indignata.
- “Credevo che fosse un'usanza babbana. E comunque tu mi hai dato del manzo!”.
- “Ero ovviamente ironica. A meno che tu non ti senta affine a un bovino castrato”.
- “Il manzo è... castrato?!” James sgranò gli occhi “e quella offesa saresti tu? Dimmi, c'è una variante castrata anche per le mucche?”.
- “Lo vedi, con te non si riesce a star seri. Le mucche non possono essere castrate perché non hanno...”.
- “Certo, mi paragona ad un essere evirato e quella che se la prende è lei”.
- “Potter, siamo maledettamente soli, sequestrati dai nostri amici, smettila di comportarti come se fossi su un palcoscenico”.
- “E come dovrei comportarmi? Ti confesso che faccio il cretino da anni solo per farmi guardare da te, mi dici che anche tu non sei indifferente e poi passi quasi una settimana correndo da una parte all'altra del castello. Ti avvicini e poi scappi”.
- “Io non scappo mai” esclamò rabbiosa e indignata, fissandolo con gli occhi pieni di lacrime.
- “Da me sì. Adesso voglio sapere perché”.
- “Tutto questo è ridicolo. Adesso fammi passare così distruggo questa libreria e vado...”.
- “Non hai nemmeno la bacchetta”.
- “Scaverò a mani nude un tunnel...”.
- “Tu non vai da nessuna parte” bisbigliò furioso.
Afferrò la ragazza per un braccio e la spinse contro la libreria bloccandola.
- “Dimmelo” ordinò guardandola intensamente.
- “C-cosa dovrei dirti?” pigolò evitando con cura il suo sguardo.
- “Dimmi perché scappi” urlò battendo una mano contro il legno proprio accanto al suo orecchio. Lei sobbalzò e chiuse gli occhi spaventata. James si pentì immediatamente di quello scatto. Mai, mai!, avrebbe voluto metterle paura.
- “Ti prego. Se da quella sera hai cambiato idea su di me e vuoi che ti lasci in pace dimmelo e ti giuro che sparirò” bisbigliò contrito.

La sua voce era piena di dolore, attesa, amore. Il fatto che poi fosse anche arrochita e terribilmente vicina non aiutava. Lentamente Lily aprì gli occhi e lo guardò come se lo vedesse per la prima volta.
Senza aver realmente coscienza di quanto stesse facendo, sollevò la mano e con delicatezza fece scorrere un dito lungo la mascella del ragazzo.
- “Io non lo so. Non so perché fuggo”.
- “Tu fuggi solo da me” esalò con la voce tremante. Quella piccola carezza lo stava devastando lentamente.
- “Io... credo che sia perché non riesco a controllarmi quando ci sei. Passo dalla rabbia più violenta a... all'altro estremo nel giro di pochi istanti. Mi viene più naturale mettermi al riparo”.
- “Istinto di conservazione?”.
- “Credo proprio di sì”.
- “E cosa succederebbe se per una volta perdessi il controllo?” chiese ansioso.
- “Io...”.
James fermò la mano della ragazza e se la portò al cuore, avvicinandosi sempre di più e arrivando a sentire il sapore del suo respiro sulle labbra.


Un fracasso terribile a cui seguì una nuvola di polvere grigiastra spaventò i ragazzi che balzarono verso il centro della stanza abbracciati e tremanti.


- “Lily, tesoro. Dove sei?”.
- “Ramoso, vi siete fatti male?”.
- “Voi li vedete?”.
- “Peter, forse era meglio far levitare la libreria piuttosto che farla saltare in aria”.
- “Beh, non li sentivo più urlare e avevo paura che si fossero uccisi a vicenda”.

I ragazzi tossicchiarono cercando di intravedere qualcosa quando furono spintonati da Lily Evans. Ancora una volta in fuga.

- “Adesso basta. Sir dammi la bacchetta” ordinò furioso James. L'amico non ebbe modo di opporsi e gliela consegnò senza proferire mezza parola.

- “Ma bravo. Adesso chi li trova? E soprattutto, come gli impediamo di uccidersi davvero?” chiese acidamente Alice.
I cinque si fissarono muti nel bel mezzo di un campo di battaglia. Come se non bastasse, un gatto dallo sguardo severo avanzò lentamente verso di loro.

- “Non vorrei sembrare disfattista, ma credo che siamo leggermente nei guai” bisbigliò Sirius arretrando lentamente per ripararsi dietro Remus.
- “Ottima deduzione. Cinque punti per Grifondoro. Vi aspetto nel mio ufficio per comunicarvi quanti ve ne verranno tolti” chiosò Minerva McGranitt.








Ah... non potevo non far comparire nuovamente la cara Minnie.

I know, sono letteralmente sparita da queste pagine per un periodo oscenamente lungo. Purtroppo ho perso una persona molto cara e questo ha cancellato di botto l'euforia per l'esame andato bene e l'inizio delle ferie per uno dei lavori (l'altro mi tiene bloccata ancora al piccì e alla città).

Non vi prometto che il prossimo capitolo ("I vantaggi dell'impedimenta") arriverà in tempi umani, ma vi posso garantire che l'intera storia è finita. Devo "solo" trovare il tempo di pubblicarla.

Salut,
Pioggia
  
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