L’importanza di chiamarsi Junior
Piccoli incidenti preoccupanti
Gohan
stava volando a velocità supersonica sopra molte città all’apparenza
abbandonate. Era bello godersi l’elevata velocità e non aveva neppure il
problema dei capelli negli occhi: ora che poteva trasformarsi anche lui in
super sayan gli stavano dritti come col migliore dei gel!
Sarebbe
stato veramente perfetto, se sopra le loro teste non ci fosse stata la minaccia
di Cell. Il torneo si sarebbe svolto da lì a cinque
giorni e la gente aveva abbandonato le loro abitazioni.
Chichi,
approfittando del periodo di riposo indetto da Goku, aveva chiesto (ordinato è la parola esatta!) a Gohan di andare a fare la
spesa, ma l’impresa si era più semplice a dirsi che a farsi: non c’era più un
solo paese che avesse ancora un negozio aperto!
Il
bambino aveva già mezza idea di rinunciare, quando all’improvviso, dietro una
collinetta, comparve come un miraggio un villaggio
ancora abitato.
Gohan
si fermò a mezz’aria e l’osservò attentamente: il
paese era pieno di vita e la gente era ancora allegra, come se non sapesse
niente di Cell e della sua intenzione di distruggere
il mondo.
Improvvisamente
un forte rumore gli fece alzare lo sguardo.
Gohan
fece appena in tempo a vedere un aereo proprio a due centimetri dal suo naso,
poi tutto si fece buio.
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Il
bambino era svenuto e precipitò
velocemente a terra, avendo la fortuna di cadere su un materasso.
La
proprietaria del materasso osservò stupita ma non troppo il ragazzo precipitato
dal cielo: era abituata a molte stranezze!
La
bambina che era con lei osservò ammirata lo sconosciuto e si mise a
punzecchiarlo con un dito, mentre rivolta all’amica, chiedeva:« Oyoyo, hai visto, Akane? Un
ragazzo piovuto dal cielo! Devo andare a prendere l’ombrello? »
Akane,
come al solito, la prese in giro:« Sei la solita
sciocchina, Arale! Credi che adesso pioveranno persone dal cielo? E poi, anche
se fosse, non credo che un semplice ombrello ti riparerebbe a dovere… »
In
quel momento il bambino riprese i sensi. Akane e Arale lo guardarono stupite
mentre si passava una mano nei capelli neri (perdendo i sensi era ritornato
normale) e si guardava intorno un po’ perplesso, prima
di chiedere:« Dove sono? Chi siete? »
Arale
ripose:« Io sono Arale e lei è Akane! Ciriciao! Benvenuto al villaggio pinguino! E tu chi sei? »
Il
ragazzo balbettò, prima con aria confusa, poi sempre più spaventata:« Io, io sono… sono… non lo so più! Non ricordo né il mio
nome né da dove vengo! E ora cosa faccio? »
Akane
lo tempestò di domande per cercare di fargli ricordare qualcosa, ma l’unico
risultato che otteneva era quello di spaventarlo sempre di più.
Arale
propose:« E se ti portassi dal mio fratellone? È un
bravissimo scienziato, magari può inventare qualcosa per aiutarti! »
Il
ragazzo rispose, un po’ più rassicurato:« Grazie,
accetto volentieri, ma non vorrei essere di troppo disturbo… »
Akane,
sentendolo parlare, commentò:« Una cosa è certa: non
sei del villaggio Pinguino! Parli in maniera troppo educata per
abitare da queste parti… »
Il
ragazzo arrossì imbarazzato e si portò una mano dietro la testa.
Eccomi qua con una nuova
storia! Dato che con il sondaggio della mia scorsa storia veniva un pareggio,
ho fatto scegliere a un giudice imparziale… mia mamma!
Comunque, approfitto dello
spazio per scusarmi se per caso le battute tipiche di Arale non
corrispondessero a quelle del cartone animato, ma io mi sono basata sul manga! Mi
raccomando recensite!
CIAO!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
Hinata 92