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Autore: IsAry    27/08/2019    0 recensioni
Steve sta viaggiando nel tempo per riportare le Gemme del Infinito alle epoche da cui erano state prese in prestito, ma una volta nel 2012 viene assalito dai sensi di colpa nel vedere due dei suoi piu cari amici ancora vivi. Sarà capace una speciale giovane quindicenne a chiarirgli le idee? Di guidarlo in alcune delle scelte piu importanti della sua vita? E cosa deciderà alla fine?
Genere: Generale, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Nuovo personaggio, Steve Rogers/Captain America
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Ciao! Oggi sperimento la scrittura di una one-shot! Dato che ho seri problemi a cominciare una storia, ma soprattutto a portarla a termine ho pensato che una one shot fosse la mia migliore possibilità a raccontare quello che voglio raccontare senza rischiare di non arrivare alla fine.

Allora, questa fanfiction serve per cambiare un particolare del finale di Endgame (se non l’avete ancora visto, USCITE! Ma non credo che ci sia oramai troppa gente che non l’abbia visto) e cioè il fatto che Steve è rimasto negli anni ‘40 con Peggy. Non pensate male, nonostante la tristezza del film e la malinconia finale, ho adorato Endgame e trovo che il finale che Cap ottiene sia azzeccato perché merita la felicità. Non riesco però a non sentire tristezza al pensiero che per stare con lei si lascia alle spalle una vera e propria famiglia (non solo Bucky che dopo anni di inseguimenti è nuovamente al suo fianco). Per tutto il tempo che ho visto il film per la prima volta ho pensato che Steve sarebbe stato un fantastico “zio” per la piccola Morgan perché nonostante tutto tra lui e Tony è nata un’amicizia indissolubile quindi pensate al mio sgomento quando lui torna indietro e ci rimane.

Quindi, dopo questa pappardella che probabilmente molti di voi hanno saltato, direi di entrare nella storia e chissà magari un giorno scriverò un seguito.

 

Una Ragione Per Andare Avanti

Steve sedeva su una panchina di Central Park nella New York distrutta del 2012. Aveva riconsegnato le gemme rubate in quel periodo temporale e l’unica che mancava era quella del 1970, ma rivedere la sua vecchia squadra al completo aveva fatto sanguinare ancora la ferita nel cuore che in quei pochi giorni seguiti alla battaglia contro Thanos non era riuscita a rimarginarsi.

Tony e Natasha erano vivi, gli Avengers erano uniti seppur agli inizi della loro profonda amicizia e solo Coulson aveva per il momento pagato il prezzo di quella guerra. Al Capitano sarebbe bastato poco per rivelarsi ai suoi amici, metterli al corrente degli eventi futuri e sperare che tutto si risolvesse per il meglio.

Non poteva, però.

Interferire con il passato in quel modo non avrebbe garantito un futuro migliore di quello che avevano ottenuto. Aveva fatto una promessa a Stark: Tony era speranzoso di riuscire a salvare ciò che avevano perduto con il primo schiocco, ma ciò che piu voleva era tenere il dono piu grande che aveva ricevuto nei cinque anni che erano seguiti: sua figlia. Steve doveva proteggere l’esistenza di Morgan a tutti i costi, lo doveva al suo amico.

“Signore, sta bene?”

Steve sollevò di scatto la testa nel sentire quella voce dolce rivolgergli la parola e i suoi occhi azzurri si posarono in quelli di cioccolato di una ragazzina. Non poteva avere piu di quindici anni, aveva lunghi capelli castani che le scendevano lungo la schiena in morbidi boccoli e un’espressione preoccupata sul volto a cuore. Indossava un vestito bianco estivo per alleviarla dal caldo di quel pomeriggio di metà Giunio, ma la sua pelle candida era sporca e segnata in piu punti da graffi e ferite lievi. Anche lei era una sopravissuta dell’invasione.

“Perchè me lo chiedi?”

“Perchè sta piangendo.” gli fece notare e di fatti, quando con la mano si sfiorò la guancia, potè sentire le lacrime bagnargli le dita.

“Oh.” mormorò, ma dopo tutto quello che aveva passato non poteva certamente sorprendersi.

“Tu sei Captain America, vero?” chiese ancora lei sorprendendolo di nuovo.

“Cosa te lo fa pensare?”

Lei sorrise gentile: “Ti ho studiato a scuola, potrei riconoscerti ovunque soprattutto se indossi una divisa tanto vistosa” lo indicò per fargli notare che era vestito nella sua emblematica uniforme blu, rossa e bianca e prima di proseguire lo osservò a lungo da capo a piedi: “Ma non sei lo stesso Captain America che ha appena salvato New York dagli alieni.”

“Sei una buona osservatrice.” commentò lui decidendo che non serviva mentire a quella giovane e ottenendo in risposta una scrollata di spalle.

“So leggere i segnali di un viaggiatore del tempo in missione.”

Steve si ritrovò ancora senza parole. Come poteva una ragazzina come lei sapere chi fosse veramente e cosa ci facesse in quel preciso momento nel tempo?

“Non devi essere troppo sorpreso, Capitano. Dopo tutto quello che è successo, incontrare una strega non dovrebbe essere poi così strano, vero?” disse lei divertita dalla sua reazione mentre prendeva posto sulla panchina al suo fianco.

“Strega?” domandò ancora sempre piu sconovlto dalle rivelazioni.

“Uh uh.” confermò lei.

“Tipo il Dottor Strange?”
“Chi?”

“Lascia perdere, ma non sei la prima che incontro che si definisce in maniera simile e tu non gli assomigli molto.”

“Nonostante tutto quello che hai visto, Capitano, hai ancora molti segreti da scoprire su questo universo.”

“Decisamente.” borbottò lui spostando lo sguardo dalla ragazza per fissarlo negli alberi che li circondavano perso nei suoi pensieri.

Una strega… effettivamente dopo tutto quello che aveva incontrato nella sua carriera, non doveva stupirsi che esistessero pure loro e che non somigliassero per niente a gli esseri verdi e brutti descritti nel “Meraviglioso Mago di Oz” e sicuramente aveva un approccio diverso alla materia rispetto a Strange, non che lui avesse avuto molto a che fare con lo stregone. La giovane che gli stava accanto era assolutamente normale e non avresti mai potuto sospettare la sua vera identità solamente guardandola.

“Questo non mi spiega come fai a sapere che sono fuori dal mio tempo.” disse infine riportando lo sguardo sulla sua compagna di conversazione.

“Be, i motivi sono due: il primo sono i tuoi occhi.” e dicendo ciò lo fissò dritto in volto: “Il Captain America del 2012 mi ha salvato la vita proprio questa mattina e i suoi occhi non erano tormentati tanto quanto lo sono i tuoi.”

Steve si passò una mano nei capelli biondi: “E il secondo motivo?”

“Sono una veggente.” e quando lui la guardò confuso aggiunse: “Posso vedere il passato, il presente e il futuro di una persona. I primi due li conosco immediatamente non appena i miei occhi si posano su qualcuno, la terza… devo concentrarmi molto oppure ho delle visioni di tanto in tanto.”

“Quindi solo guardandomi hai capito che ho una storia lunga e triste alle spalle.”

“Molto piu del uomo che ho incontrato stamattina.”

“E cos’altro hai capito del sottoscritto?”

Lei rimase in silenzio qualche minuto cercando le parole giuste: “Che stai vivendo un conflitto interno. Vorresti salvare i tuoi amici, ma sai che cambiare il passato è troppo pericoloso. Al tempo stesso senti di aver fallito permettendo che due dei tuoi compagni morissero sotto il tuo comando e pensi che avresti potuto fare qualcosa per impedirlo.”

“Sei brava a capire le persone.” disse lui sorpreso.

“Non è difficile capire come sei vedendo il tuo passato e poi… potrei aver intercettato alcuni dei tuoi pensieri.”

“Sei anche una telepate?”

Lei rise gettando la testa all’indietro e Steve si ritrovò a pensare che quella teenager con il tempo sarebbe diventata una splendida donna perché già a quindici anni era veramente carina. Scosse la testa rapidamente distogliendo lo sguardo e castigandosi per aver pensato una cosa simile di una ragazza tanto piu giovane di lui.

“Capitano, i poteri di una strega sono molti e la telepatia è tra i piu comuni. Io sono speciale ad essere anche una veggente, ma leggere nel pensiero possono farlo in tanti.”

Lui arrossì alle sue parole come uno scolaro che aveva sbagliato a ripetere la lezione perché lei aveva dato la sua spiegazione come se fosse la cosa piu normale al mondo.

“A volte mi chiedo se non avrei potuto fare di piu per recuperare il guanto da Thanos durante quella battaglia e fare io lo schiocco finale. O cosa sarebbe successo se avessi sacrificato la mia vita al posto di Natasha per avere la gemma? Sarebbero andate meglio le cose?”

“Vuoi una risposta sincera?”

Steve si voltò di scatto per guardarla negli occhi: “Sapresti darmela?” e al suo cenno positivo non esitò a rispondere: “Si.”

La ragazza sospirò prima di parlare: “Partiamo con la tua ultima domanda: sarebbero andate meglio le cose se Natasha fosse sopravvissuta e tu avessi sacrificato la tua anima per la gemma?”

Il Capitano non fece piu l’errore di chiedere come sapesse tutto ciò, aveva capito che quella ragazza aveva conoscenze che andavano ben oltre la sua giovane età.

“No, sarebbero andate molto peggio e Thanos avrebbe vinto nuovamente sterminando l’interno universo.”

“Perchè?”

“Capitano, elencarti tutto quello che sarebbe andato storto in quel caso ci farebbe perdere troppo tempo. Ti basti sapere che in quel eventuale futuro, prima che tutti gli Avengers riportati in vita dallo schiocco di Banner riescano a raggiungere i tuoi compagni nella battaglia, Thor verrebbe ucciso dalla stesso Stormbreaker per mano del titano e Iron Man lo avrebbe seguito poco dopo. Il tuo sacrificio sarebbe vano.”

Steve cercò di non reagire a quella rivelazione, ma l’idea che Thanos potesse vincere ancora dopo tutto quello che avevano passato per distruggerlo era intollerabile.

“Non mi far rispondere al tuo altro questito, ti basti sapere che su piu di quattordici milioni di futuri possibili se la storia si svolgerà esattamente come la conosci tu, solo una possibilità vi vedrebbe vittoriosi e quella comprende la morte della Vedova Nera e di Tony Stark.”

Calò il silenzio tra i due mentre l’Avenger rimase perso nei suoi pensieri per nulla contento che non ci sarebbe stato alcun modo di salvare i suoi amici senza condannare l’universo intero. Era sempre stato consapevole che in guerra le perdite erano inevitabile, ma la morte di Natasha e Tony erano state difficili tanto quanto quella di Bucky nel ‘44.

“E comunque posso vedere che sei ancora molto indeciso sulla tua ultima mossa.”

Steve si riprese dai suoi pensieri guardandola sorpreso: “A cosa ti riferisci?”

Lei gli sorrise ancora: “Non sai se rimanere nel passato una volta consegnata l’ultima gemma proprio come hai detto che avresti fatto al tuo amico Bucky.”

“Voglio tornare da Peggy.” disse lui risoluto, ma alla fine della frase la sua voce cedette mentre il dubbio si insinuava nella sua mente, di nuovo proprio come aveva detto la strega.

“Davvero? Vuoi davvero tornare a un tempo dove avresti al tuo fianco solo la donna che credi di amare e un vecchio compagno di guerra che sarebbe troppo preso dal suo lavoro per condividere con te le vere gioie della vita lasciandoti alle spalle i grandi amici che ti sei fatto nel futuro? Sei pronto ad abbandonare Bucky dopo averlo ritrovato dopo anni di inseguimento? A dire addio a Sam che è stato al tuo fianco sempre anche quando compivi le missioni piu ardite? Costringeresti davvero tutti gli Avengers rimasti a piangere la perdita di un terzo membro? E Morgan Stark? Non pensi meriti di sentire le tue storie sul fantastico uomo che era suo padre?”

“Non lo so.” ammise lui abbassando lo sguardo a terra: “Da quando mi sono svegliato, tutto ciò che ho desiderato era poter tornare indietro e vivere la mia vita con Peggy, ma lei ha vissuto la sua ed è stata felice mentre io me ne sono costruita una nuova nel ventunesimo secolo.”

“La tua presenza nel dopoguerra accanto a Peggy Carter causerebbe una reazione a catena che cambierebbe la storia come la conosci tu.”

“In bene o male?”

“Dipende dai punti di vista.” fu l’unica risposta di lei.

Steve tornò a guardarla notando come il suo viso si fosse fatto serio e come anche lei avesse lo sguardo perso sulla vegetazione: “E tu come fai a saperlo?”

“Come veggente posso vedere determinati possibili futuri in base alle scelte delle persone. E’ complessa la magia, Capitano Rogers, meglio non perdere tempo in spiegazioni inutili se affrettate. Magari un giorno potrò darti tutte le risposte che desideri.”

“E cosa puoi dirmi di quel futuro allora?”

“Niente o non accadrà.”

Il Capitano corrugò la fronte: “Come prego?”

Gli occhi castani di lei tornarono a guardarlo seriamente: “Non posso rivelarti il futuro di un epoca in cui potresti scegliere di vivere.” e detto ciò si alzò dalla panchina: “Be, io ora devo tornare a casa, i miei genitori erano già abbastanza terrorizzati nel sapermi fuori durante l’invasione e probabilmente non mi faranno uscire dalla mia stanza per mesi una volta viste le ferite che ho.” si voltò verso di lui sorridendogli un’ultima volta: “Scegli con cautela Capitano e magari un giorno ci rivedremo.” quindi si allontanò lungo il sentiero del parco.

“Aspetta! Non conosco il tuo nome!” le gridò dietro sentendo improvvisamente che sapere quel dettaglio era piu importante di qualsiasi altra cosa.

Lei rispose senza nemmeno voltarsi agitando solo una mano sopra la sua spalla: “Sono Claire.”

Claire… che strana ragazzina…

Steve si perse a guardarla allontanarsi fino a quando non fu del tutto scomparsa dal suo campo visivo. Le sue dita si strinsero intorno alle due particelle Pym che ancora aveva per il suo ultimo salto nel passato e per quello di ritorno che aveva pensato di usare per raggiungere il 1946.

Cosa avrebbe dovuto fare? Le parole della ragazza gli continuavano a vorticare nella testa e si ritrovò ad essere piu confuso di prima.

Decise di alzarsi e camminare un po' per schiarirsi le idee allontanandosi dalla panchina in direzione del ingresso del parco e fu una volta giunto ai cancelli di Central Park che vide qualcosa che gli fece prendere la decisione finale.

“Ehi Cap, domani potresti venire alla torre. Il laboratorio è ancora intatto e ho in mente delle modifiche per il tuo scudo che lo renderebbero piu efficiente in battaglia.”

“Non voglio scherzi, Stark.”

Tony e il se stesso del 2012 erano in piedi dall’altra parte della strada accanto a una splendida macchina sportiva rossa fiammante e a una motocicletta che lo SHIELD gli aveva nolleggiato in attesa che potesse prendersene una tutta sua. Ricordava quella conversazione: erano appena usciti dal locale dove avevano mangiato Shawarma e il giorno successivo avrebbero visto Thor e Loki partire per Asgard.

Steve si perse a studiare il suo amico notando come nei prossimi undici anni sarebbe invecchiato parecchio senza mai perdere il carisma che faceva voltare tutti al suo passaggio.

“Nessuno scherzo, lo giuro, ma con le tecnologie di oggi posso sinceramente rendere quello scudo piu maneggievole e facile da portare in giro.”

Vide se stesso studiare l’uomo che all’epoca ancora non sapeva se considerare amico prima di annuire con un gesto secco: “Ci sarò.”
“Allora ti aspetto dopo aver visto Thunderman e il fratello megalomane partire.” e senza altri saluti, i due Avengers del passato salirono sulle rispettive vetture per poi partire in direzioni differenti.

A Steve non servì altro per decidere cosa fare…

***

“E rientro in tre, due, uno...” disse Bruce Banner dietro ai comandi della macchina del tempo che aveva dovuto ricostruire seguendo i progetti di Tony attivandola di nuovo. Bucky non si aspettava di vedere il suo amico rientrare e attese la reazione sorpresa degli altri due con le mani infilate nelle tasche del giubotto, ma ancora una volta il suo migliore amico lo colse impreparato riapparendo sulla pedana con uno sguardo determinato in volto.

“Tutto bene, Cap?” gli chiese Sam che se ne stava in piedi accanto alla console con le mani incrociate al petto ignaro delle intenzioni con cui il suo capitano era partito pochi secondi prima, almeno secondo il loro punto di vista.

“Liscio come l’olio.” disse il Capitano scendendo le scalette e dando una pacca sulla spalla al uomo di colore prima di ringraziare Banner e avvicinarsi al suo amico di infanzia.

“Cosa ci fai qui?” gli chiese Bucky sorpreso: “Credevo di dovermi aspettare un vecchio centenario al nostro prossimo incontro.”

“Ho capito molte cose mentre ero nel passato.” ammise Steve fissandolo con un sorriso sincero: “Peggy è sempre stata tutto ciò che mi impediva di andare avanti in questo strano futuro, ma… ho degli amici qui, una squadra insostituibile e splendidi ricordi anche se ce ne sono alcuni dolorosi. Non posso lasciarmi alle spalle quella che per me è la mia famiglia. Peggy è il mio passato, tutti voi il mio futuro.”

“Aspetta! Vorresti dire che non avevi intenzione di tornare?” esclamò sorpreso Banner avvicinandosi insieme a Falcon che aveva sentito tutto.

Steve sorrise ai suoi compagni Avengers prima di fare loro segno di seguirlo: “Forza, ho parecchie cose da raccontarvi.” e insieme rientrarono nella casa degli Stark.

Raccontò la sua storia a tutta la sua famiglia e la sua decisione sembrò avere un forte impatto su quella di tutti gli altri. Thor scelse di rimanere su Midgar prendendo seriamente il ruolo di Re di Nuova Asgard, ma assicurandosi che Valchiria fosse pronta a prendersi cura del suo popolo quando fosse stato necessario durante le sue assenze ed era intenzionato di riallacciare i contatti con Jane Foster.

Pepper decise che in onore del marito deceduto avrebbe fatto ricostruire la struttura degli Avengers e Steve accettò di guidare ancora il gruppo a cui si unirono nuovamente Banner, Clint, Sam e Wanda; anche Bucky accettò di entrare nella squadra e Scott prese in considerazione la cosa decidendo di consultarsi prima con Hope, il dottor Pym e sua figlia mentre Peter decise che sarebbe tornato a scuola come avrebbe voluto Tony, ma avrebbe partecipato agli addestramenti per rimanere nella squadra.

T’Challa promise una stretta collaborazione del Wakanda con gli Avengers e dei suoi laboratori con quelli delle Industrie Stark, il Dottor Strange disse che sarebbe tornato al santuario di New York, ma di non esitare a chiedere il suo consiglio o aiuto se fosse stato necessario; anche Carol disse che sarebbe intervenuta se fosse stato chiesto il suo aiuto in futuro, ma aveva l’intero universo a cui pensare e quindi non sarebbe rimasta sulla terra a lungo.

A prendere lo spazio sarebbero stati anche i Guardiani della Galassia che volevano partire alla ricerca della Gamora del passato scomparsa a fine battaglia.

Infine Fury promise di ricostruire lo SHIELD da zero con l’aiuto di Hill, Sharon Carter ed altri ex agenti ancora fedeli.

Dopo un lungo pomeriggio trascorso tra i racconti del Capitano e le decisioni sul futuro, tutti si impegnarono a preparare l’abbondante cena necessaria a riempire lo stomaco di tutti i presenti e soprattutto quello di due super soldati.

Stavano apparecchiando in giardino tra chiacchiere, risate e qualche lacrima quando una macchina si infilò nel sentiero che conduceva alla casa e tutti si fermarono per osservare la piccola smart ultimo modello verde acido e bianca parcheggiare poco distante dal patio.

Quando la portiera si aprì, dal mezzo scese una giovane che poteva avere venticinque o ventisei anni con lunghi capelli castani come gli occhi, indossava uno splendido abito a tubino nero senza maniche lungo fin sopra al ginocchio e dei tacchi vertiginosi, intorno al collo aveva una catenina d’oro con uno strano ciondolo che in pochi avrebbero riconosciuto come una triqueta.

“Spero di non essere troppo in ritardo.” disse con voce calda e un sorriso abbagliante.

“Signorina, possiamo aiutarla in qualche modo?” chiese Pepper facendosi avanti, ma spingendo Morgan verso Happy perché la proteggesse.

“Sono solo qui per rivedere un vecchio amico.” replicò la sconosciuta enigmatica.

“Io ti conosco.” intervenne Steve studiandola confuso e interrompendo qualsiasi replica di Pepper.

“Davvero Cap?” gli chiese Sam passando lo sguardo tra i due proprio come stavano facendo tutti.

“Tu eri a uno dei tanti incontri che ho tenuto per aiutare a superare lo sterminio di Thanos.” commentò il capitano continuando a guardarla con attenzione: “Ti sei avvicinata piu volte a chiedermi se credevo veramente in quello che continuavo a ripetere a tutti quelli che si presentavano agli incontri.”

“E’ l’unico ricordo che hai dei nostri incontri? Continuavo a venire ai tuoi incontri solo per assicurarmi che stessi bene dopo che l’uomo che mi aveva salvato la vita tempo prima aveva finalmente vissuto gran parte degli eventi tragici che avevano segnato gli occhi della sua controparte futura.”

Bastarono quelle parole a fargli comprendere chi avesse davanti e balbettare sorpreso: “Claire? Sei tu?” e fece istintivamente un passo nella sua direzione notando finalmente nella splendida donna che aveva di fronte la quindicenne che lo aveva aiutato. Ci aveva visto bene nel passato, la teenager sarebbe diventata una donna splendida.

“Bello rivederti Capitano.” gli disse lei con un sorriso che gli era molto famigliare e, senza pensarci due volte, le corse incontro avvolgendola in un caloro abbraccio che lei ricambiò immediatamente stringendolo intorno alla vita.

“Grazie.” le mormorò all’orecchio sincero sentendo le sue mani piccole sulle scapole attraverso la leggera t-shirt che aveva indossato una volta rimossa la divisa.

“Sapevo che avresti fatto la scelta giusta.” gli disse lei quando si separarono e i loro occhi si incontrarono come era successo nel 2012.

“Mi hai fatto capire molte cose in quei pochi minuti.” ammise lui grato.

“Ne sono felice.”

Quando si separarono, continuarono a fissarsi negli occhi persi in un legame che era nato nel passato e li aveva legati l’uno all’altra in maniera indissolubile.

“Steve.” lo chiamò Bucky richiamandolo al presente e il Capitano si voltò a guardare i suoi amici notando che erano alquanto confusi. Allora si voltò nuovamente verso Claire prendendole la piccola mano nella sua molto piu grande.

“Ti fermi a cena? C’è tanto da mangiare.”

“Non voglio disturbare.” mormorò lei improvvisamente timida abbassando lo sguardo a terra.

“Nessun disturbo.” si intromise Pepper avvicinandosi alla coppia con un sorriso sincero che prima non le aveva rivolto: “Un’amica di Cap è anche amica nostra, sei la benvenuta.”

Claire sorrise alla donna: “Grazie Signora Stark.”

Pepper scosse la testa mantenendo il sorriso nonostante l’uso di quel nome le portasse le lacrime agli occhi: “Chiamami Pepper.”

“Claire.” si presentò la strega allungando una mano che subito la donna piu anziana strinse con fermezza.
“Forza o il cibo si fredda.” le disse prima di tornare verso il tavolo.

Steve e Claire si scambiarono un’occhiata rapida e lui le sorrise: “Sarà una cena alquanto caotica. Lo era quando eravamo solo in sei, ora...”

“Si, lo posso immaginare.” constatò lei con una risata mentre si avvicinavano a loro volta.

“Non avremo modo di parlare molto stasera.” confessò Steve lanciandole uno sguardo di scuse prima di farsi coraggio e chiederle una cosa che mai avrebbe creduto di essere capace di chiedere a una donna: “Magari potremmo prenderci un caffè insieme domani, conosco un posto carino a Brooklyn dove servono la migliore torta di mele della città e potremmo sfruttare quel tempo per parlare di quello che abbiamo passato.” poi dopo un secondo aggiunse: “Anche se credo che tu sappia gia quasi tutto su di me.”

“Forse, ma mi farebbe molto piacere accettare il tuo invito comunque.” disse lei arrossendo leggermente: “Parlare di persona è meno impersonale che conoscere qualcuno attraverso le mie visioni.”

“Perfetto.” fu la risposta di lui felice della piega presa dalla serata mentre l’aiutava a sedersi al tavolo alla sua destra spostandole la sedia con galanteria.

E quella serata, tutti gli Avengers cenarono come vecchi amici, conobbero la meravigliosa strega che aveva riportato da loro il loro Capitano e brindarono alla memoria delle due persone piu coraggiose che avessero mai conosciuto alzando i calici al cielo.

“A Tony Stark e Natasha Romanoff!”

   
 
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