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Autore: keli    28/07/2009    0 recensioni
[…] sorride, mentre accende le candele rosse che profumano di rosa selvatica, rimandando bagliori di luce soffusa che lasciano un ombra accennata sulle pareti ancora macchiate anche dopo un ora passata a strofinarle per fare andare vie quelle tracce cremisi che però non ne vogliono sapere di sparire. Si blocca, guardando la spugna che galleggia mesta sull’acqua imporporata nel secchio messo di lato. Sakura si arrabbierà molto vedendo questo casino. Pazienza, la sorpresa basterà a farsi perdonare[…] [Partecipante al Contest "I'M [not] a Romantic Man" indetto da Kiki e Hika e vincitrice del premio "fanfic più sorprendente"]
Genere: Malinconico, Drammatico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Naruto Uzumaki, Sakura Haruno, Suigetsu
Note: Alternate Universe (AU) | Avvertimenti: Contenuti forti
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L’ultima sera




Si guarda attorno, passandosi una mano fra i capelli albini, ancora sporchi di rosso che gli incorniciano il viso diafano, macchiato dalla stessa sostanza in più punti.
Il respiro è affannato, come se avesse corso per kilometri e kilometri senza fermarsi, invece non è mai uscito da quella stanza che ora manda un odore acre, svenevole, che gli punge il naso e gli fa venir voglia di vomitare.
Ed è proprio un conato di vomito, che lo fa accasciare a terra, tenendo premute le mani contro il pavimento, mentre riversa a terra tutto quello che ha mangiato la mattina. Alza il viso a fatica, sentendo il sudore scivolargli lungo la fronte e poi il mento, mischiandosi al sapore ferreo del rosso che gli lambisce le labbra, e che scivola, come in una lacrima, dall’occhio destro.
Trema, mentre si rimette su a fatica appoggiandosi alla cornice della porta, guardando con aria afflitta il disastro che gli si palesa davanti. Ora si che è nei guai.
Cerca di trattenere la nausea, passandosi una mano sul viso stanco, avanzando per la stanza, ondeggiando, rischiando di perdere l’equilibrio e cadere. Ma per fortuna riesce ad arrivare sano e salvo al bagno, e quasi senza pensarci si appoggia al lavabo, il viso basso, facendo fuoriuscire l’acqua, lavandosi il viso con foga.
Osserva con celato interesse il rosso che mischiato all’acqua che scende, scivola tranquillo lungo la ceramica bagnata, lasciando una scia di colore indefinito li dove l’acqua non arriva a pulire. Sospira, alzando il viso e salutando il suo riflesso nel grande specchio ovale sopra il lavandino.
Si osserva, chiedendosi da quant’è che non si fa una dormita come si deve, seguendo con le dita il profilo delle occhiaie che si fanno più marcate sotto gli occhi blu. Forse dovrebbe prendersi una vacanza dal lavoro e portare Sakura fuori una volta tanto. Già, lo farà, domani domanderà a quello spocchioso del suo capo, quell’Uchiha di merda, di dargli le ferie che gli spettano e che non reclama da troppo tempo e porterà la sua donna fuori, magari dai suoi in campagna, che è tanto che non li vede e che reclamano la visita della fidanzata da un bel po’ oramai.
Scrolla il capo, chiudendo il rubinetto e asciugandosi le mani con l’asciugamano nero con le lettere S.H stampate sopra. Ridacchia, pensando che sono le stesse iniziali della sua fidanzata, ripensando a quando le hanno comprate in quel negozietto, e i suoi occhi ridenti mentre gli sussurrava che erano fatti per stare insieme.
Già, lo aveva pensato anche lui quella volta, e ancora continuava a farlo, lo aveva ribadito anche poche ore prima, durante quell’assurda scenata che era sfociata in un litigio in piena regola.
Stringe le mani contro il freddo della ceramica del lavabo, digrignando i denti, al ripercorrere le sue parole. Quel “ti odio” e “non ti ho mai amato”, erano stati dettati solo dalla rabbia del momento, si dice, autoconvincendosi di una verità che non può capire. Può rivedere i suoi occhi verdi sgranati, e le sue lacrime lambirle lente il viso di porcellana, mentre la colpisce, preso da un impulso di irrefrenabile rabbia.
Scrolla più forte il capo, piegando le labbra da cui escono canini un po’ più lunghi del normale, dandosi dello sciocco. Ha sbagliato a trattarla così, non se lo merita. Ora vuole farsi perdonare.
Deve farsi perdonare da lei, e l’unico modo è stupirla con qualcosa che non ha mai fatto in tutta la sua vita, qualcosa non da lui, per farle capire che non è uno sciocco insensibile come dice, che anche lui è capace di gesti d’amore come tutti gli altri –come quel Narutokun-
Si, deve stupirla, e per farlo deve prepararle una cenetta romantica con i fiocchi, come quelle che si vedono in quegli stupidi film romantici che lei ama tanto.
Si guarda attorno, stupito quasi del disastro che aleggia in quella stanza. Una mano passa leggera sul viso, a cacciar via anche l’ultimo velo di sudore.
Un sospiro.
Due ore Dopo
Sorride, mentre accende le candele rosse che profumano di rosa selvatica, rimandando bagliori di luce soffusa che lasciano un ombra accennata sulle pareti ancora macchiate anche dopo un ora passata a strofinarle per fare andare vie quelle tracce cremisi che però non ne vogliono sapere di sparire.
Si blocca, guardando la spugna che galleggia mesta sull’acqua imporporata nel secchio messo di lato. Sakura si arrabbierà molto vedendo questo casino. Pazienza, la sorpresa basterà a farsi perdonare. O almeno è quello che spera.
Perché deve funzionare, deve perdonarlo. Non può finire così, non può.
Il tavolo rotondo è coperto dalla tovaglia di lino bianco per le grandi occasioni, e attorno ai calici di vetro e le posate del servizio buono sono sparpagliati petali di rose rosse. Sorride, rinviandosi i capelli e stappando con un gesto secco la bottiglia di vino invecchiato, la migliore della sua cantina- questo e altro per lei-.
Le luci sono spente, ed è tutto perfetto. Il giardino riluce di una strana magia, con tutte quelle candele. E’ semplicemente perfetto. Ed è sicuro che lei sarà contenta, e lo perdonerà.
Si andrà sicuramente così.
Si schiarisce la voce, voltandosi verso la figura seduta immobile nella sedia di legno dall’altro capo del tavolo. E’ bellissima, come sempre, con quei capelli di un rosa delicato, lasciati liberi sulle spalle esili coperte da un vestitino verde leggero, estivo. Non ha parlato da quando è arrivata, ma attribuisce tutto questo alla sorpresa.
<< Allora? Cosa mi dici? Non è tutto perfetto, amore? >>
Sussurra, delicato, iniziando a tagliare il filetto cucinato seguendo la ricetta consigliatagli quel pomeriggio dalla vicina. Alza la forchetta, portandola alle labbra, scrutando la fidanzata sorpreso.
<< Cosa c’è? Non ti piace? >>
Ancora silenzio, lei non si muove, non accenna a toccare nulla. Lo guarda con i grandi occhi verdi, e sembra sorridere silenziosa dalla sua postazione.
Lui ricambia il sorriso, con un ghigno dei suoi, malizioso, uno di quelli che l’ha fatta innamorare. Gli diceva così, la notte, stretti nel loro letto, a parlare di un futuro che a lui non sarebbe interessato di meno se non fosse stato per la sua insistenza.
<< Su su, non hai bisogno di fare dieta Confettino. Anche se ultimamente hai messo un po’ di fianchi… dovresti prendere esempio da Ino, quella si che ha un corp… scusa Bambolina, non mi piace quella puttanella della Yamanaka, lo sai, era solo per dire >>
Si affretta ad aggiungere, cogliendo un inizio di rabbia nei suoi occhi immensi. Ma non mangia, continua a non farlo, e questo lo preoccupa. Si alza, scostando la sedia, e avvicinandosi a lei. La stringe fra le braccia, silenzioso, avvicinando le labbra alla fronte.
E’ gelata. Fredda come il marmo.
Sorride, stringendola più forte a se, cullandola fra le braccia. Ma è come una bambola, il viso cade all’indietro, i capelli così sapientemente acconciati si scostano, rivelando una ferita tremenda al capo da cui sgorga ancora sangue.
E non è un sorriso, quello che si dipinge sul suo volto perfetto. Ma orrore, solo e soltanto orrore.
Lui chiude gli occhi, prendendola fra le braccia, sentendola inerme a dosso a se. Un peso piuma, davvero leggerissima. Non le è mai parsa più bella di adesso.
E si addentra, tranquillo, nella piscina fonda cosparsa di petali galleggianti, lasciando che l’acqua bagni i loro vestiti, e arrivi a lei, facendo allargare una macchia rossa attorno al punto in cui sono fermi.
Un sorriso ancora, forse una lacrima, mentre si china a baciare quelle labbra gelide, morte.
<< Ti amo… perdonami Sakura… >>
Ed è solo il silenzio, in quella casa enorme. Solo e soltanto silenzio, interrotto dal bussare frenetico alla porta di qualcuno che tenta disperatamente di intervenire, senza sapere che oramai è troppo tardi.
Oramai non c’è niente da fare, per quelle due figure che galleggiano, aggraziate, sul pelo dell’acqua, strette l’una all’altra anche nella morte.
<< Suigetsu! Suigetsu aprimi cazzo, non fare follie! Sono io, Naruto! Sakura… Suigetsu APRITE! >>
La notte scende leggera, coprendo come una madre i suoi figli.
E la morte, vecchia signora, viene ad adempiere a quel compito tanto disgraziato. E ancora rimane, le candele accese, c’è nell’aria profumo di rose.
La tavola imbandita, l’odore del vino. Romanticismo e morte che vanno a braccetto.
Rose e sangue di un ultima sera.




Angolino di Keli

Che dire?Quarta *O* e con un premio, per giunta! E io che pensavo di non rientrare nemmeno in classifica xD. Ditemelo, è strana, nata dopo un pomeriggio di film horror... cosa poteva uscire?xD
Un kiss!
  
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