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Autore: Kerberos 1001    30/08/2019    0 recensioni
La preda corre veloce, non ha una direzione precisa, sa perfettamente che se ne mantenesse a lungo una sarebbe la sua fine.
Il cacciatore, d'altro canto, ha un'unica direzione da seguire passo passo: quella della sua preda designata.
Un unico scopo: la cattura.
Il gioco più antico del mondo. Chi dei due risulterà vincitore, questa volta?
Genere: Azione, Science-fiction | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Siamo solo tu ed io, qua fuori.
Inseguito ed inseguitore.
Preda e cacciatore.

Qui, nel bel mezzo del nulla, dove nascondersi è quasi impossibile, tutto si riduce alla pura abilità.
All’astuzia.
Alla perseveranza.

Il migliore di noi due vincerà il duello e potrà continuare la sua vita: questa è la dura realtà, lo è sempre stata e lo sarà sempre.
Lo pensi anche tu, non negarlo! Anche se da dove mi trovo non posso ascoltare il tuo respiro, il battito del tuo cuore, so che è così.
Cerchi di uccidermi, mi insegui con tenacia per poter cogliere il momento più opportuno per infliggermi il colpo di grazia, esattamente come farei io se fossi al posto tuo. Lo rispetto, lo apprezzo persino.

Mi hai colto di sorpresa, tendendomi un agguato lungo la pista, nascosto, ed hai preso a seguirmi come un mastino, incurante delle mie esche, fottendotene dei miei diversivi, ma non mi hai ancora preso e, per quanto sta in me, non contarci, non mi prenderai!

Accelero la corsa, staccandoti per qualche secondo, prima di rallentare di colpo. Tu ti fai sotto, convinto di aver vinto: è quello che voglio e sogghigno – anche se tu non lo puoi vedere – subito prima di scartare a destra, evitando la tua incursione di un soffio; urlo di gioia, soddisfatto nel vedere il tuo muso girare in tondo per cercarmi, più lontano di prima, e mi rimetto a correre, cambiando direzione ogni pochi secondi per non facilitarti troppo le cose.
Non sarebbe onesto, non credi? Se mi vuoi devi sudartela, devi sputare sangue, maledetto!

Dieci minuti! È il tempo che ti rimane prima che sia troppo tardi, prima che la tua preda ti sfugga: non è un gioco che puoi portare avanti troppo a lungo.
Io lo so.
Tu lo sai.
Sai anche che di quei dieci, eterni minuti, otto sono già trascorsi nelle nostre schermaglie e tu inizi a mostrare di essere prossimo al limite, la stanchezza inizia a montare, rallentando le tue reazioni …
Aspetta! Non starai giocando apposta al risparmio, vero?
Mi mostri la tua inferiorità per farmi abbassare la guardia, per convincermi falsamente di aver vinto e qualora io cedessi alla speranza, alla certezza della prossima vittoria …
Un errore, uno solo: tanto basta perché tu, con un’ultima zampata, possa cogliermi come un frutto maturo, spacciarmi e mandarmi a galleggiare nell’infinito. Oso appena guardarmi alle spalle, in un momento tanto critico, ma quello che vedo, oddio!, quello che vedo! Il tuo occhio è torpido, il fuoco che vi covava dentro si va spegnendo sempre più in fretta.
Quanto manca?
Quanto manca, dannazione?
Quaranta … no! Trenta secondi!
Venti!
Cinque!

Incredibile! Ho vinto! Ho vinto io! Ho …
Bastardo! Non eri solo!

L’urto lo colse lateralmente, seguito immediatamente dall’esplosione. Mentre la fusoliera si squarciava, ebbe il tempo di pensare che non era affatto giusto, soccombere ad uno sporco trucco come quello.

«Che le avevo detto? Avevo o no ragione? Eh?»
L’altro uomo alzò le mani in segno di resa: non aveva alcuna intenzione di riprendere la discussione col suo superiore. Però …
«Posso chiederle dove ha trovato l’idea, signore?»
«Sta forse insinuando che non sia tutta farina del mio sacco, per caso?» chiese sornione il suo interlocutore, godendosi il brivido di terrore che scese lungo la schiena dell’altro, prima di scoppiare a ridere: «Non si spaventi così! Ha ragione, sa? Le dirò, ho sempre trovato geniale la dottrina sovietica di lanciare due missili con due diversi sistemi di guida contro lo stesso bersaglio …»
   
 
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