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Autore: Machi16    03/09/2019    0 recensioni
La guerra era imminente, il mondo attendeva inesorabile la sua fine sull'orlo del baratro.
Combattere o scappare?
Vivere o morire?
Genere: Avventura, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Clan Uchiha, Itachi, Nuovo Personaggio, Sasuke Uchiha
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Più contesti
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15 Novembre.
Prologo


I wept! When I realized
There were no more demons left to conquer
An opportunity to show my feelings
With skin so thick
you’d swear it was armor



Quel 15 Novembre la pioggia sembrava non voler smettere di scendere sulla Foresta Shikkotsu, tanto da far sembrare quel posto ancora più tetro del solito.  Gli alberi maestosi  mossi dal vento disegnavano una danza macabra dal sapore acro e talmente pungente da poterti entrare dentro senza chiedere il permesso.
Era tutto così strano e insolito, ma era il 15 novembre e sarebbe andato tutto bene.
“Che diamine ci fai qui?”
Da ore una ragazza se ne stava appoggiata ad un albero, il terzo della quarta fila di Sugi, come ogni 15 Novembre, come ogni 15 del mese da circa sette anni.
Tobi però non ebbe pietà o riguardo per quel suo assurdo rituale, a dire il vero lui non aveva riguardo per nulla ma quel giorno sembrava particolarmente infastidito da quella pratica.
“Aspetto… te ne sei scordato?”
Il criminale mascherato fece qualche passo in avanti per avvicinarsi il più possibile alla sua compagna, d’altro canto lei fu assolutamente sicura di vedere un sogghigno dietro a quella maschera assurda.
“Oggi non verrà, ha appuntamento con la morte”
Per un secondo la pioggia smise di picchiettare il suolo, o almeno questa fu la sensazione che la giovane donna provò udendo quelle parole. Il tempo sembrava essersi fermato definitivamente.
“Machi, Machi, mi senti?!”
Tobi iniziò a gesticolarle davanti agli occhi per svegliarla da una specie di stato catatonico e per tutta risposta ricevette uno spintone talmente forte da farlo barcollare all’indietro. In fin dei conti se lo meritava, avrebbe dovuto avere più tatto ma a cosa sarebbe servito?
Il risultato questa volta non sarebbe cambiato, entrambi ne erano consapevoli.



 
***
La tradizione narra che il 15 novembre di ogni anno un ragazzo dai lunghi capelli neri e una ragazza dai capelli color caramello si incontrino al terzo albero della quarta fila di Sugi, a Est della Foresta di Shikkotsu.
Il perché della scelta del terzo albero della quarta fila di Sugi non era importante, sarebbe potuto essere anche il quarto, il quinto, o l’ultimo. A nessuno era dato conoscere l’origine di quella decisione e a pochi era concesso di conoscere quella tradizione che esisteva dal giorno dopo il massacro degli Uchiha.
Il 15 novembre.
***

 
“La vuoi smettere di correre così veloce?”
Machi manteneva un passo spedito davanti  a Tobi che barcollava per raggiungerla, sembrava mossa dalla forza della disperazione più che da una vera e propria abilità nella corsa.
Mancavano 4 km alla base degli Uchiha.
“Cazzo, rallenta”
Il loro passaggio sugli alberi era rumoroso e distratto, rimbombava per tutta la foresta tanto che avrebbero potuto percepirlo fino al villaggio se solo avessero voluto.
Mancavano 3 km.
Tobi si rimise al passo con Machi sbuffando e maledicendo quella sua lingua lunga, sarebbe stato quasi più divertente lasciarla lì ad aspettare in eterno sotto un albero.
Mancavano 2 km.
Le macerie iniziavano ad essere visibili oltre gli alberi, la distruzione era passata di lì.
Machi accelerò nuovamente il passo lasciando indietro il suo fastidioso compagno, oramai aveva smesso di calcolare la distanza.
Era arrivata.
Era arrivata troppo tardi.
Senza nemmeno pensarci si fiondò su quello che fino a qualche minuto prima era stato un vero e proprio campo di battaglia passando sopra le macerie di un luogo senza tempo e, proprio nel bel mezzo della sua corsa disperata vide quello che solo nei suoi incubi peggiori aveva scorto.
“Itachi…”
Il corpo senza vita dell’Uchiha giaceva a terra, esanime, con una specie di sorriso in volto. La sua ultima smorfia prima di morire.
“Oh Itachi…perché?”
La pioggia scendeva gelida bagnando il corpo del giovane Uchiha quasi a simboleggiare un ultimo trista saluto a colui che aveva sacrificato la vita per il bene degli altri, aveva distrutto la sua stessa esistenza senza esitazione per far si che altra gente, altri ninja dopo di lui vivessero in pace. Lui odiava la guerra ma la combatteva lo stesso tutti i giorni.
“Dovremo seppellirlo non credi?”

La voce di Tobi scosse la giovane Uchiha e la costrinse a rivolgere la propria attenzione su di lui ma dalle sue labbra non uscì nemmeno una parola, era come pietrificata, scioccata, distrutta. Avrebbe voluto urlare oppure piangere o perfino scappare lontano da lì fingendo che tutto ciò non fosse mai accaduto ma, sarebbe stata in grado di mentire a se stessa per tutta la vita?

“Allora? Te ne vuoi star lì tutto il giorno a piangere? Lo sappiamo entrambi che non sei mai stata un tipo sentimentale e poi dobbiamo occuparci anche del fratello”

L’uomo mascherato puntò il dito dietro di lei costringendola ancora una volta a voltarsi e fu allora che notò il corpo del giovane Sasuke riverso a terra. Incredula lasciò la mano di Itachi  per avvicinarsi barcollante al corpo del coetaneo.

“E’ vivo?” Chiese Tobi con voce fredda.

“Si anche se è ridotto male!”

“Bene, dobbiamo andarcene tu prendi Itachi io prendo Sasuke, andremo nel mio nascondiglio, seppelliremo il maggiore e cureremo il minore”

La ragazza esitò prima di sollevare il corpo senza vita del Uchiha, non riusciva ancora a credere che non avrebbe più sentito il suono della sua voce  mentre le pronunciava sagge e confortanti parole, non riusciva nemmeno ad immaginare una vita senza vedere più il suo dolce sorriso. Aveva paura di impazzire.

“Muoviti Machi, hai una vita intera per piangerlo!”
 
***

Vicino al nascondiglio vi era una foresta, buia e inquietante, l’odore di foglie e fango era così forte e nauseante che penetrava fino alla gola provocando nella giovane una sensazione di vomito.

“Scegli un posto per seppellirlo  ma muoviti, i ninja della foglia arriveranno a momenti”

Machi  non si mosse, si limitò a scuotere la testa con violenza, come avrebbe potuto seppellirlo in un posto tanto orribile? Non era degno di lui, della sua storia e soprattutto della sua sofferenza.

“Non posso seppellirlo qui!”

Chi ha una vita orribile, avrà anche una morte orribile.
Era una frase che Hidan le diceva spesso, una cruda verità lasciata marcire tra le fauci di un traditore che conosceva l'arte del morire molto ma molto bene.

“Che diavolo stai dicendo? LO DEVI SEPPELLIRE QUI!”

Questa volta scosse la testa più forte, non aveva intenzione di asoltarlo.

“Dove?”

“Alla tomba del clan!”

“Sei idiota?, non possiamo arrivarci!”

“Vado da sola!”

Come niente fosse la ragazza scattò su di un albero e Tobi fu costretto a seguirla contrariato, molto contrariato. Era una ragazza testarda e questo non lo aveva mai sopportato.

“Sei un emerita cretina!”
  
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