THE DEMONS IN HER EYES

Flora era in camera sua quella mattina, e non aveva intenzione di lasciarla. Quello che era successo il giorno prima l'aveva turbata, ma ancor di più l'aveva turbata ciò che aveva sentito. Fu scossa quando Bloom entrò in camera e, vedendola a letto, le chiese: "Flora, tutto bene? Non stai bene?"

"S-sì..." Rispose lei, incerta, senza voltarsi. "Tranquilla." La rossa sospirò.

"So che ciò che è successo ieri su Linphea ti ha sconvolta, vedere Miele in pericolo nelle mani di quei Treant dev'essere stato straziante, ma ora va tutto bene, è al sicuro."

"Sì, hai ragione." Disse Flora, alzandosi gettando alla sua amica solo uno sguardo distratto e scappando in bagno. Poggiò le mani sul lavandino e si guardò nello specchio. Il suo viso le sembrava spento. "Va tutto bene. Va tutto bene. Non può essere: tu non sei una fata oscura." Ma sapeva che dentro di sé qualcosa era cambiato.

Quel giorno Flora non parlò molto, meno del solito, e rimase in camera sua nel pomeriggio. Non riusciva a toglierselo dalla testa: non appena i suoi poteri erano stati presi, lei aveva sentito la magia scorrere dentro di sé, a differenza delle sue amiche. E, nonostante Bloom avesse dato loro una scintilla di Fiamma del Drago e permesso loro di ottenere il Bloomix, Flora sapeva che ormai qualcosa in lei si era risvegliato.

"Flora!" Chiamò Musa dall'altra stanza. La ragazza prese un respiro e si recò in salotto, per vedere cosa volesse la sua amica. "Oh..." Fu quello che riuscì a dire.

"Flora, stai bene? Ho provato a chiamarti." Disse Helia, lei fece l'espressione di chi sta inventando una scusa. Musa storse le labbra, alzando le sopracciglia.

"Okay... sarà meglio che vi lasci parlare." Flora sospirò, aspettando che Musa lasciasse la stanza, e si avvicinò a Helia.

"Mi dispiace se non ti ho risposto. Scusami, ma devo andare." Lei fece per andare ma Helia, scioccato, la fermò prendendola per il polso.

"Che succede, Flora?" Chiese lui, accigliato. Flora alzò lo sguardo verso di lui, ma sentiva un calore dentro e il freddo nelle mani.

"Non succede nulla." Si sciolse dalla sua presa e scappò via. Non sapeva dove andare, si sentiva in trappola. Aveva paura di ciò che era intorno a lei e di ciò che era dentro di lei. Non aveva idea di cosa le stava succedendo e temeva di aver perso completamente il controllo. Alfea d'un tratto le parve così piccola, così soffocante. Lasciò l'edificio come fosse stato una prigione e s'inoltrò nella foresta di Selvafosca. Camminò in fretta fra gli alberi, ma non capiva. La confusione nella sua mente e dentro di lei rese tutto complicato, confuso. Gli alberi le parlavano, ma erano arrabbiati, sentiva parole vomitate su di lei nella foga della pazzia. Corse veloce, tentando di scappare, ma ad un tratto fu costretta a fermarsi perché non ne poteva più. SI tenne la testa fra le mani, piegandosi in avanti, cercando di sopportare il dolore della sua anima. Strinse i denti e strinse la presa sulla propria testa, mentre le lacrime rigavano il suo viso.

"Flora!" La chiamò. Lei si voltò di scatto sentendo la sua voce.

"Helia, va' via! Devi andare via!" Urlò lei, con la voce roca per il pianto.

"Ma cosa dici? Che succede?" Il giovane fece un passo verso di lei, ma lei indietreggiò, stendendo una mano avanti come per allontanarlo.

"Devi andare via! Non capisci! Non capisci!" Pianse lei. "Vattene, Helia, ti prego! Lo sento dentro, è inutile, è inutile!" Lui la guardò con espressione sofferente, vedendola nel suo strazio. Avanzò verso di lei, ancora ignaro di ciò che la turbava. "Scorre dentro di me ora!" Pianse ancora lei.

"Flora, dimmi di cosa parli, posso aiutarti!" Le disse, lei scosse la testa.

"No che non puoi! Nessuno può!" Sbottò lei, urlandogli contro.

"Ah no?" Replicò lui, assottigliando gli occhi. "Chi credi che io sia?" Chiese allora, in quel momento un tuono rimbombò in cielo, annunciando un temporale. La pioggia cominciò a cadere, ma i due non si mossero.

"Tu sei quello buono, quello integro, quello che mi ricorda di dover fare sempre le scelte giuste!" Rispose lei, con in viso un'espressione straziata.

"Ed è una cosa brutta?" Chiese lui, guardandola e cercando di decifrarla.

"Ora sì. Ora è una cosa brutta... tu... tu chi credi che io sia?" Ribatté lei, riprendendo a respirare normalmente, cercando di trattenere il pianto.

"Credo che tu sia una ragazza speciale, sei preziosa, Flora. Hai il dono di riuscire a capire gli altri. E davvero non capisco perché tu stia così, e sto avendo paura."

"Fai bene, anzi, scappa, scappa via!" Pianse lei.

"Al diavolo, Flora!" Esclamò Helia, prendendola per le braccia e guardandola. "Cos'è che ti sta turbando fino a farti tremare le gambe? Cosa ti spaventa al punto da farti arrivare il vuoto negli occhi?! Cos'è che ti sta inseguendo al punto da costringerti a scappare?! Chi, dentro di te, ti sta accusando facendoti sentire tanto colpevole?!" Lei lo guardò.

"Va' via, non ti amo più." Replicò lei, guardandolo, mentre le lacrime e la pioggia le bagnavano il viso.

"Non ti credo, perché ti amo al punto da leggerti dentro." Disse lui, stringendo la presa su di lei. "E so che hai paura, ma devi dirmi di cosa." Intorno a loro c'era silenzio. L'unico suono era quello della pioggia che batteva sulle fronde degli alberi, scrociando tra i cespugli e sulle foglie secche. Flora tremava, il suo cuore si agitava nel petto e la paura le impediva di respirare. Con un filo di voce, rispose:

"Sono una fata oscura."

"Cosa?" Disse Helia, sconvolto.

"Sono una fata oscura!" Sbottò Flora, spingendolo via con le mani sul petto. "Ho la magia nera che mi scorre dentro! Lo vedi?! Lo vedi che non puoi aiutarmi?! Sono un ibrido! Sono una creatura sbagliata, Helia! Lo vedi?! Non lo vedi quanto ci sia di sbagliato in me?! Vattene via! Devi andare via! Non voglio neanche che mi guardi!"

"E credi davvero che ti ami così poco da lasciarti da sola?" Chiese lui, tristemente. "Credi che ti consideri così poco, da non accettarti così come sei? Beh, coraggioso da parte tua... ma io non andrò da nessuna parte." Flora lo guardò, con gli occhi acquosi.

"Helia, ho paura."

"Sei la cosa più preziosa che ho: dalla a me la tua paura." Flora scosse la testa, sorpresa. A grandi passi si avvicinò a lui e, stringendosi a lui tenendogli le mani sulla nuca, lo baciò. Helia la strinse, ché i loro vestiti ormai umidi lasciarono che le loro pelli si toccassero. Si distanziarono di poco, con le labbra bagnate dalla pioggia. "Io non sono quello che tu credi che sia." Disse Flora.

"È vero: sei molto di più." Replicò lui, mentre il cielo rimbombava. La pioggia non si fermava, e neanche le lacrime di Flora. Helia le baciò ogni lacrima, acquietando la tempesta che imperversava dentro di lei.

Hello miei adoratissimi germogli di lullabea! Ebbene sì, non è un miraggio: è una oneshot su Flora ed Helia!!
È ambientata nella sesta stagione, dopo l'attacco dei Treant al Collegio di Linphea. Le ragazze perdono momentaneamente i poteri, e questo permette ad una parte di Flora di uscire fuori... che ne pensate?
In realtà questa è la realizzazione di una seconda idea, la prima era un crossover con Doctor Who , ma poi mi sono accorta che avrebbe richiesto di più di un capitolo e ho puntato su questa!
Spero vi piaccia e spero sia un bel regalo per il teamHelia 💕
Per il resto, entro qualche settimana arriverà il seguito di Bocciolo d'Inverno, a chi interessa... nel frattempo vi ringrazio ancora e voglio dirvi che vi voglio bene!!
xoxo Florafairy7