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Autore: ThEo    06/09/2019    0 recensioni
Severus ha sempre amato Lily Evans, ma riuscirà a salvarla dal suo destino?
Missing moments di un'amicizia che si è incrinata nel tempo a causa di decisioni sbagliate e di un amore a senso unico che porta al rimorso.
- Ritorno con una fic ispirata da una canzone dopo tanti anni di assenza. Spero vi piaccia
Genere: Malinconico, Sentimentale, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Lily Evans, Severus Piton | Coppie: Lily/Severus
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
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"Fuori canta un temporale, dentro uguale
Maremoto sensoriale
Passeggiare per andare, per tornare
Animo crepuscolare"
***
 
La pioggia sferzava le finestre del suo dormitorio quella notte di novembre e i tuoni gridavano tutta la loro rabbia.
Il cielo veniva rischiarato ogni tanto dai fulmini e quello stesso bagliore illuminava il grazioso volto appoggiato al vetro.
Lo sguardo perso nel buio della notte, nella testa un affollamento di pensieri che non l’avrebbero portata a nulla se non ad un gran mal di testa.

Nello stesso momento in cima alla torre ovest un ragazzo sembrava sfidare la tempesta.
Stava lì ad occhi chiusi, in piedi con le braccia spalancate mentre la pioggia ed il vento lo schiaffeggiavano.
Aveva bisogno di riflettere. Riflettere lontano da tutto e tutti, lontano dai discorsi di un mondo nuovo dove i maghi non avrebbero più dovuto nascondersi. Dove il potere sarebbe stato solo loro e di nessun altro.
Le gocce di pioggia scendevano lungo i capelli neri appiccicati alla faccia confondendosi di tanto in tanto con una lacrima.
Era davvero sicuro che quella era la cosa giusta da fare? Era davvero sicuro di voler perderla totalmente?
 
***
"E lei aveva l'aria dolce di una vita amara
Che seminava tempesta
E nella notte il mondo lievita
E lui le dedica ogni nevicata
Perché vedi cara, vedi cara, vedi cara…"
 
***

Ultimamente la osservava da lontano. Dopo averla chiamata per sbaglio Mezzosangue non poteva avvicinarsi.
Era sempre circondata da quei quattro.
Quanto li odiava.
Maledetti spacconi, un giorno l’avrebbero pagata.
Ma adesso il vero problema era lei. O meglio il problema era lui e quello che aveva fatto.
Disteso sul suo letto ripensava a lei.
Quando stava con Potter e l’allegra combriccola rideva e scherzava ma i suoi occhi tradivano una tristezza mal celata.
Ma cosa potevano capirne quei quattro? Erano solo dei rozzi animali, non riuscivano a capirla come riusciva a capirla lui. Questo lo agitava.
Perché preferiva la loro compagnia alla sua? Il suo era stato solamente un errore, uno stupido errore dettato dall’ira scaturita da anni e anni di vessazioni.
Severus Piton sempre preso in giro e bullizzato da quei quattro inetti.
Era colpa loro se si era fatto scappare quelle parole verso Lily ed ora lei non voleva saperne più di lui.
Ma lui l’amava, l’amava profondamente fin dal primo momento in cui da bambino l’aveva vista al parco giochi con sua sorella.
Era splendida e pura e lo era tutt’ora.
Pura e intoccabile come la neve che quella notte cadeva su Hogwarts.
Forse era per quello che le nevicate notturne gli piacevano così tanto, le ricordavano lei.
 
***
 
"L'aria che sotto lo zero sposta le nubi dal cielo
Copre la Luna ed appesantisce il mio passo leggero
Sposta la neve che sosta a cumuli sul mio sentiero
Io mi confondo dentro la notte vestendo di nero
Fiori appassiti sui davanzali nei viali smarriti
Risate roche di fumatori incalliti
Che si trasformano in liti su quei bicchieri branditi
Da mani gialle e gremiti dalla tristezza che non li ha guariti"
 
***
 
Gli anni erano passati così alla svelta eppure i suoi sentimenti erano sempre gli stessi.
Lui aveva fatto la sua scelta eppure ogni secondo della sua esistenza cercava una soluzione per averla con se.
Quella notte di dicembre, come ogni notte da quando aveva terminato la scuola, si ritrovava a passeggiare da solo per Spinner’s End.
Era stata una giornata serena ma ora un vento freddo soffiava da nord portando con se nuvole cariche di neve, che già era caduta copiosa nei giorni precedenti.
Quel soffio freddo che soffiava improvviso creava turbini bianchi spostando la neve accumulata ai lati della strada.
Dalle bettole dove gli ubriaconi si rifugiavano dal freddo si alzavano risate, urla e canti stonati.
Le finestre erano offuscate dal caldo e dal fumo dei sigari che venivano consumati all’interno.
Lui, nell’ombra della notte fissava quelle persone.

Stupidi idioti – diceva tra se e se – Prima ridete e scherzate, ma nel giro di qualche secondo vi scagliate l’uno contro l’altro, troppo ubriachi per capire cosa state facendo.

Li odiava. Li odiava dal profondo.
Loro avrebbero potuto essere a casa con la donna che amavano. Invece erano li a bere fino a svenire.
Lui dovrebbe essere li. Lui che non riusciva a trovare una soluzione a tutto quel problema. Una volta fatta la sua scelta era impossibile tornare indietro e questo voleva dire che il suo amore doveva essere messo da parte per un bene più grande.
Ma proprio non ce la faceva, voleva trovare una soluzione.
Ma come?
 
***
 
"Tutto d'un tratto le sensazioni vengono interrotte
Più che svanite direi lenite o del tutto ridotte
Anche la neve si congelava dentro le condotte
Gli occhi di lei negli occhi miei solo per quella notte
Abito bianco di luna, occhi di rara fortuna
Dentro la bruma vidi spostarsi il suo passo di piuma
Triste e leggiadra, lei che vagava senza meta alcuna
Su quella strada che sa di lei e il suo ricordo profuma
Danza su un ago, balla sfasata ed in festa
Ora lo indosso nel cuore, non me lo tolgo di testa
È come un pallido abbraccio che più lo scaccio e più resta
Torna bussando sul vetro appannato e freddo della mia finestra"
 
***
 
Questo era un rischio.
Se il suo Padrone lo avesse scoperto.
Ma a lui non importava.
Quella notte era a Godric’s Hollow. Voleva parlare con lei. Voleva avvisarla.
Le sue fonti gli avevano dato quell’informazione così preziosa. Ora lei viveva lì, insieme a James Potter. Come poteva essersi sposata con quell’inetto? Addirittura farci un figlio. Doveva e poteva ancora cambiare la situazione.
Fu un lungo pomeriggio di appostamento sotto la neve.
Era solamente metà ottobre eppure l’inverno sembrava già essere arrivato quell’ anno.
Al calar della sera eccola finalmente ed era sola.
Trovò in se tutto il coraggio possibile e corse verso di lei, che gli dava le spalle camminando lungo la via.

Lily – gridò arrivato a qualche metro da lei.

La donna fermo i suoi passi. Aveva riconosciuto la sua voce. Dentro di lei sperava di essersi sbagliata, non voleva più vederlo, non voleva più saper nulla di lui. Aveva scelto la sua strada ed era lontana anni luce dalla sua e di James.
Nonostante questo decise di voltarsi. I suoi occhi incontrarono quelli dell’uomo. Per lui fu come una pugnalata al cuore. Era disprezzo e rabbia quello che leggeva in quei bellissimi occhi verdi.

Tu … - sibilò la donna – Come hai fatto a trovarmi? Come osi presentarti qui.

Quelle parole cariche di rabbia lo schiaffeggiarono con una forza inaudita. Non importava. Doveva sopportare, era pronto a tutto per salvarla.

Questo non ha importanza – disse quasi in un sussurro – Ascoltami Lily, devi scappare lui verrà a prenderti.

Lily Evans lo guardò esterrefatta, stretta nella sua mantella bianca.

Vieni con me – disse ancora l’uomo – posso proteggerti. Non devi morire.

La rabbia negli occhi della donna mutò in una tristezza profonda. Un vento gelido tagliava le loro guance.

Non nutrivo molte speranze, ma in fondo al cuore speravo tu avessi capito i tuoi errori Severus – la sua voce bassa non nascondeva la rassegnazione che ormai si era impadronita di lei – Come puoi dirmi una cosa del genere. Harry verrà sempre prima di me, la sua incolumità è la cosa più importante. Ma tu come puoi capire? Mi stai chiedendo di abbandonare lui e James, di lasciarli al loro destino.

Lacrime calde iniziarono a scendere lungo le sue guance arrossate dal freddo.

Vattene Severus – disse Lily dopo attimi di interminabile silenzio. – Vattene e non farti mai più vedere. Corri da Voldemort, corri da colui che hai scelto di servire. Per me non sei mai esistito.

Non aggiunse altro.
Si voltò non lasciando spazio ad una replica da parte sua. Era sufficientemente chiaro.
Si limitò a guardarla mentre si allontanava.
Sembrava danzare leggiadra mentre avanza nella neve. I lunghi capelli rossi scompigliati dal vento.
Non andartene Lily, voleva gridare. Lascia che ti porti in salvo.
Ma era troppo tardi.
Era ormai arrivata in fondo alla strada quando dall’ angolo sbucarono un uomo con in braccio un bambino.
Poté osservarla cambiare umore per l’ennesima volta mentre prendeva in braccio quel marmocchio. Iniziò a girare sollevandolo in aria, ridendo. Sembrava quasi una danza di festa.
Ormai non c’era più speranza di riaverla.
La osservò per alcuni secondi. Respirò il suo profumo come a volerlo intrappolare dentro di se per non perderlo mai.
Poi si smaterializzò.
 
***
 
"Passava di fretta sfidando la luna in bellezza
Seguendo il richiamo della nenia del vento di terra
Laddove il tempo era opaco come in un quadro di Rembrandt
E il cielo era un lago e ogni onda di brezza spostava ogni stella"
 
***

Era da sola nel giardino sul retro della casa.
La luna aveva fatto capolino da dietro le nuvole e aveva deciso di stare un po’ da sola perdendosi nel suo bagliore argento.
La sua pelle candida alla luce della luna sembrava brillare di luce proprio.
Era bellissima anche quando era scossa.
L’incontro di poco prima l’aveva resa terribilmente irrequieta.
Dovevano proteggersi e dovevano farlo il prima possibile
.
Perché Severus – mormoro fissando la luna – Perché sei stato così stupido?

Cosa era successo, cosa aveva portato il suo migliore amico a diventare quell’uomo d’ombra. Ammaliato e sedotto dal male, dal potere di un essere che prometteva solamente follia.
Era tutto così confuso.
Non sapeva darsi una spiegazione di come un bimbo introverso e che sembrava aver paura di essere inghiottito da un mondo troppo grande per lui fosse diventato un vessillo di paura e morte.
Lo sguardo perso nel cielo nel quale iniziavano a comparire poco a poco tanti puntini luminosi mentre una vento gelido accarezzava il suo viso e spostava le nubi nella notte.
Resto così per lunghi, interminabili minuti prima che le grida e le risate di festa dall’interno della casa la riportarono alla realtà.
Doveva parlare subito con James e Sirius, dovevano agire alla svelta.
 
***
 
"E lui si spinse ogni notte fino alle dune e le alture
Per poterla incontrare di nuovo, un uomo e due lune
E la città della notte era una vecchia del luogo in costume
Le sue collane di luce tremavano in coro nel fiume
Tra i locali illuminati e i passaggi dei taxi giù in strada
Un blu fenomenale vestiva i teatri e ogni statua
Luminarie fulminate, la loro sintassi sdentata
Illuminando ogni viale, cercando i suoi passi di fata
E se l'avesse incontrata davvero, a un tratto inattesa
Sarebbe rimasto d'incanto dopo tanta ricerca
[…]
E lui l'avrebbe ammonita per quegli occhi tristi e il candore
Una fata vera, una baiadera, una naiade greca
Che gli aveva piantato germogli di enigmi nel cuore
[…]
Si bloccò lì d'impatto ad un tratto decise di tornarsene indietro
Se n'era accorto all'istante, tutto d'un colpo come in un conto
Dopo averla cercata tutte le notti, dopo quel giorno
Non esiste realtà che resti all'altezza del sogno
Lei non sarebbe stata più quella più bella del solo ricordo"

***

Da quell’incontro tornò Godric’s Hollow ogni sera. Rimaneva silenzioso a guardare dentro quella casa Lilly che giocava con il figlio.
Sembrava felice. Lo era davvero probabilmente, nonostante tutto.
Voleva incontrarla di nuovo, un’ultima volta.
Le luci del paese gli illuminavano il volto mentre silenzioso la osservava dalla penombra di quell’albero che era divenuto il suo riparo negli appostamenti.
Attorno a lui il paese si preparava ad Halloween. Quanto mancava? Un paio di settimane forse? Aveva perso il senso del tempo ormai.
Le lanterne alle finestre, i fili di luci sulle verande delle case o sulle porte di entrata vestivano a festa l’abitato. Il tutto avvolto nelle grida gioiose dei bambini, elettrizzati per quella notte che stava per arrivare, e dal vociare degli adulti persi in discorsi ben più complessi.
In mezzo a quel fermento, tra tutta quella gente sperava di poterla incrociare nuovamente. Sperava di avere un'altra possibilità di parlarle. Si immaginava quell’incontro praticamente ogni giorno prima di smaterializzarsi li. Nella sua testa sarebbero stati in silenzio per qualche secondo poi Lily, come sempre quando discutevano, lo avrebbe sgridato facendogli notare che era uno stupido. Lui avrebbe sorriso e l’avrebbe abbracciata facendole notare che ogni volta che si arrabbiava i suoi occhi non erano belli come al solito.
Le avrebbe raccontato tutto quello che era successo quella notte che era partito e si era allontanato dalla scuola insieme a Voldemort e i suoi mangiamorte.
Le avrebbe chiesto scusa per non averla salutata a dovere.
Le avrebbe chiesto scusa per l’errore che aveva…
Era forse rimorso quello che provava? Perché quei dubbi? Lui era fedele al suo padrone…
Oppure era più fedele all’amore incondizionato che provava per lei.
E ogni volta quando si ridestava dal quel pensiero sospirava, sussurrando il suo nome..
Quella sera più delle altre quei dubbi lo attanagliavano. Avrebbe voluto correre direttamente alla sua porta e avvisarla. Avvisarla che sarebbe dovuta scappare. Doveva prendere il bambino ed insieme a James Potter sarebbe dovuta correre in un posto sicuro. Era disposto a vederla insieme a quell’uomo che tanto odiava pur di riuscire a salvarle la vita.
Poi d’un tratto realizzò che non era possibile farlo da solo. Doveva chiedere aiuto a qualcuno in grado di poterla salvare.
I dubbi avevano finalmente preso il sopravvento, Aveva capito il suo errore ed ora doveva rimediare.
La fissò per un ultima volta, convinto che non l’avrebbe più rivista.

Verrò ucciso per questo -  mormorò tra se e se – Ma non sarà inutile se riuscirò a salvarti la vita, Lily..

Gli occhi iniziarono a bruciare ed una lacrima iniziò a scendere lungo la sua guancia.

Addio Lily – sussurrò Serverus – Ti amo e ti amerò sempre come il primo giorno …

Si smaterializzò subito dopo deciso a prendere contatti con Albus Silente.
Lui sarebbe riuscito a salvarla, ne era sicuro.
Se solo avesse saputo come sarebbe andata da li a pochi giorni …
  
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