Crossover
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Autore: Crybaby    29/07/2009    4 recensioni
[Sailor Moon; Dragon Ball; Saint Seya; Naruto]
Il principale avversario di Sailor Moon è tornato, ma questa volta le sue intenzioni vanno ben oltre il desiderio di vendetta. Sette squadre di guerrieri, provenienti da quattro diverse realtà, partono alla volta dei quattro angoli dell'universo nel tentativo di riportare la normalità e sventare l'ultima, definitiva, minaccia di Chaos.
PARTE 1: ANTEFATTO
1-7 Prima parte
8-15 Seconda parte
PARTE 2: LE SETTE SQUADRE
16-28 Ub, Minako, Rock Lee, Tenten, Ami, Kiba & Akamaru
29-40 Gaara, Haruka, Shiriu, Shino, Temari & Mister Satan
41-50 Makoto, Shun, Michiru, Hotaru, Choji & Ino
51-61 Setsuna, Kankuro, Hinata, Goten, Pan & Naruto
62-75 Shikamaru, Rei, Hyoga, Shaina, Trunks & Usagi
76-83 Gohan, Ikki, Sakura, Videl, Neji & Seya
84-88 Vegeta & Bulma
PARTE 3: TUTTI CONTRO CHAOS
89-103 La Città
104-115 La Fortezza
116-119 Resa dei conti finale
PARTE 4(cap. 120): EPILOGO
Genere: Generale, Azione, Avventura | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Anime/Manga
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti
Capitoli:
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Ed eccoci arrivati all’ultimo capitolo… Vi chiedo scusa già da adesso per la lunghezza spaventosa, ma proprio non me la sentivo di dividerlo in due parti. Ok, vi lascio alla lettura del capitolo, ci rivediamo poi alla fine per i ringraziamenti!

Il Segreto Di Goku

Sentendo dei passi strascicati alle proprie spalle, Ub si riscosse improvvisamente dai suoi pensieri e alzò la testa. A giudicare dalla posizione del sole, immaginò fosse già passato mezzogiorno.
-Ma tu… non ti sei ancora stancato… di star qui fermo… tutta mattina…?- domandò una voce affannata, che Ub riconobbe immediatamente per quella di Usagi.
-In realtà, è da ieri notte che mi trovo qui. Non sono riuscito a chiudere occhio nemmeno una volta.
-Come… come… mai…?
-Goku non si è ancora svegliato. Gohan e gli altri hanno deciso di affidarlo alle cure dell’ospedale del villaggio, e da allora stiamo tutti aspettando sue notizie. Speravo me le portassi tu, ma vedo che anche tu hai avuto i tuoi grattacapi…- constatò il ragazzo, osservando l’amica quasi con compassione. La ragazza era visibilmente spompata e sudava copiosamente, come se avesse appena scalato una montagna. In effetti, più o meno è quello che aveva fatto. I due si erano dati appuntamento sulla cima del monte degli Hokage, che cingeva per un lato la cittadina di Konoha e offriva ai loro occhi uno splendido panorama della stessa. Ub si era accomodato sul bordo della roccia, seduto con una gamba a penzoloni nel vuoto; Usagi invece era immobile dietro di lui, distante un paio di metri: un po’ per le vertigini, un po’ per via della stanchezza che le impediva di compiere un altro passo. Vinta dalla forza di gravità, la sailor si lasciò infine cadere a peso morto di fianco a lui.
-Forse avrei dovuto scegliere un altro posto dove incontrarci…
-Tranquillo… non è… colpa… della salita… È stato il lavoraccio di stamattina… a ridurmi così… uff… quella Tsunade è proprio una vecchia megera…
Usagi ricordava ancora con terrore la faccia deformata dall’ira del Quinto Hokage, la notte precedente: saputo che erano state le sailor a teletrasportare tutti nel suo minuscolo ufficio, facendolo collassare dall’interno, la donna le aveva costrette sotto minaccia a ricostruirlo mattone per mattone. Stranamente il vero responsabile del disastro, cioè Naruto, era riuscito a salvarsi.
-Ma dico, abbiamo sventato i piani di Chaos e salvato l’universo dalla distruzione totale e questo è il ringraziamento? Grazie al cielo oggi stesso ce ne andiamo da questo brutto posto e non lo rivedremo mai più! Non sei d’accordo… oh.
Usagi si pentì subito per come aveva parlato, accorgendosi che lo stato d’animo del ragazzo non era certo dei migliori.
La notte prima, dopo che i ragazzi ebbero raccontato tutto della loro battaglia contro Chaos (e prima che Tsunade costringesse le sailor ai “lavori forzati”), oltre ai complimenti e alle congratulazioni dei loro familiari era arrivata anche una cattiva notizia, comunicata loro proprio dalla donna. Nonostante in quel periodo la regione non fosse affatto teatro di guerre o rivalità, la legge imponeva massima cautela e diffidenza nei confronti degli stranieri che venivano a conoscenza del luogo in cui era situato il villaggio. Che, per tradizione, doveva restare segreto. Per cui, quello stesso pomeriggio, tutti coloro che non facevano parte della realtà dei ninja sarebbero stati scortati molto lontano da Konoha da una squadra di ninja scelti, gli ANBU, i quali avrebbero poi avuto il gravoso compito di rimuovere dalla memoria di ciascuno quell’informazione. E questo, per tutti loro, significava non poter mai più rivedere i ninja con cui, nel corso della loro avventura, avevano stretto un forte legame.
-Ub… mi dispiace, immagino che per te questa notizia non sia altrettanto bella…
-Non devi preocupparti, lo so che non dicevi per cattiveria. Ormai conosco bene la tua tendenza a lanciare gaffe in continuazione- le disse, con un sorriso amaro -però… non riesco ancora ad accettare l’idea che non rivedrò mai più Kiba, Tenten… Lee…
-Già, da come vi ho visti saltare addosso l’un l’altro ieri sera posso solo immaginare che siate diventati un gruppo molto affiatato, e che tu abbia paura a dirgli addio. Non mi trovo nella tua stessa situazione, ma posso provare lo stesso a darti un consiglio. Quando più tardi li rivedrai per salutarli, concentrati solo sulle avventure che avete affrontato e sulle risate che vi siete fatti insieme, sii grato a loro per questo, e vedrai che il vostro non ti sembrerà affatto un addio. In parole povere non devi essere triste perché non li rivedrai più, ma felice perché li hai conosciuti.
-…dici?
-Prova, e vedrai che ho ragione. Sono certa che anche loro in questo momento stanno pensando la stessa cosa.
A poco a poco, da amaro il sorriso di Ub si trasformò in uno disteso e rilassato, segno che le parole di Usagi avevano fatto effetto.
-Hai ragione, non devo sentirmi triste. Grazie di cuore, Usagi.
-Di nulla. Però, dimmi la verità. Non mi hai invitata qui solo per parlarmi di questo, vero?
-Vero. Ti ricordi ieri, prima che andassi ad affrontare Chaos Goku? Hai detto che dovevi dirmi una cosa importante, ma che avresti aspettato la fine di questa storia per farlo. Allora, di cosa si tratta?
-Eh beh, dunque…- Usagi prese a torturarsi la punta degli indici, con fare imbarazzata -ecco, Ub… quello che volevo dirti è… insomma, ne abbiamo passate tante insieme in quest’avventura… beh, non proprio tante, visto che quella carogna di Shikamaru ci ha messi in squadre diverse… mi hai anche salvato la vita, e di questo te ne sarò infinitamente grata. Ma… quasi mi dispiace, ma temo che fra noi la semplice amicizia sia il massimo che possiamo raggiungere. Io sono già legata sentimentalmente a un ragazzo. Si chiama Mamoru, e lo amo da impazzire. Oltretutto dalla nostra unione dovrà nascere una piccola peste di nome Chibiusa a cui comunque voglio molto bene, ma questa è un’altra storia… sì, lo so che dopo quel bacio ti saresti aspettato chissà che, mi dispiace… devo averti deluso profondamente…
La sailor si aspettò che Ub la piantasse lì da sola e se andasse, o ancor peggio che la coprisse di insulti per averlo illuso in quel modo; al contrario, il ragazzo la sorprese lasciandosi andare a una risata rassicurante.
-Tranquilla, non mi hai deluso affatto! In fondo me l’aspettavo che tu avessi già un ragazzo, bella e simpatica come sei… Usagi? Tutto bene?
La bionda arrossì in maniera esagerata, tanto da assomigliare ad un pomodoro maturo. Evidentemente, pensò Ub, non erano molti i complimenti che riceveva…
-Ah ah ah! Beh, che ne dici comunque di farmi compagnia, mentre aspettiamo l’ora di andare?
-S-sì, vo-volentieri… (mi hanno detto che sono bella e simpatica! Alla facciazza tua, Rei!)

In mezzo a un prato collinare poco fuori dalle porte di Konoha, lo stesso posto da cui per loro era cominciata quell’avventura, i tre del Team 10 avevano deciso di riunirsi aspettando che arrivasse l’ora dei saluti definitivi. Shikamaru cercò di ingannare l’attesa del suo solito modo, ovvero sdraiato a pancia in su e le braccia dietro la testa ad osservare le nuvole che passavano nel cielo, ma in quel momento il compito gli era reso molto difficile dalla compagna di squadra Ino: alla sua destra, la bionda kunoichi non faceva altro che rotolarsi sull’erba, sgambettando e strappando ciuffi d’erba che poi lanciava in aria contenta, trattenendo a stento una grassa risata.
-Non sono mai stata più felice in vita mia ragazzi!!! Makoto se ne va!!! Come sono contenta!!!
-Ma insomma, cos’avrà mai fatto questa Makoto per starti tanto sulle scatole?- sbuffò il Nara, paziente.
-Non puoi neanche immaginare, Shika! Quella non faceva altro che parlare parlare parlare, atteggiarsi da primadonna e voleva essere sempre al centro dell’attenzione!
-Che strano, mi ricorda qualcuno…
-Mpf, a furia di parlare di Makoto mi è venuta addirittura fame- fingendo di non capire la frecciatina dell’amico, Ino tirò fuori un mezzo grissino di pane dalle tasche -so a cosa stai pensando. Tranquillo, non ho mangiato solo questo.
-Vorrei vedere. Comunque io non lo mangerei se fossi in te, dopo tutto questo tempo sarà diventato duro come un sasso. Tornando al discorso di prima, se ci pensi bene forse c’è anche un lato positivo in tutto questo.
-E sarebbe?
-È una mia congettura, ma penso che stare con “quella strega di Makoto” alla fin fine ti abbia fatto rimpiangere la compagnia di Sakura. Non è così?
-Io che sento lo mancanza di Fronte Spaziosa? Figuriamoci. Makoto sarà anche stata odiosa e insopportabile, ma non fino a questo punto!- e chiuse il discorso con un bel morso al suo grissino.
L’unico rumore che si sentì, come previsto da Shikamaru, fu solo uno spaventoso CRAC.
-AAAAAAAAAAHIIIIIIIIIAAAAAAAAAAAA!!! I miei poveri denti!!! Sakura, ho bisogno di te!!! Che dolore!!!
Shikamaru alzò un poco lo sguardo, appena in tempo per vedere la compagna di squadra schizzare disperata verso l’ospedale e alzare dalla sua corsa un gran polverone.
-Io l’avevo avvertita. Povera Ino, e ancora dobbiamo dirle la verità sull’ascensore distrutto. Sai, forse avremmo fatto meglio a parlargliene subito, invece di rintanarci in quello sgabuzzino per sfuggire alla sua collera. Considerato poi che se Hinata non ci avesse trovati con il Byakugan, a quest’ora saremmo esplosi insieme al pianeta di Chaos… ehi, mi stai ascoltando?
Il ninja spostò lo sguardo verso sinistra. Seduto di fianco a lui, Choji se ne stava in silenzio, a testa bassa, tirando di tanto in tanto dei lunghi respiri profondi. Non aveva nemmeno con sé la sua immancabile scorta di patatine, e questo sarebbe bastato a far preoccupare chiunque lo conoscesse. Shikamaru, però, ritenne inutile chiedergli il motivo del suo comportamento, sapendo già la risposta. A quanto pareva, Ub non era il solo ad aver preso male l’ordine del Quinto Hokage.
-So a cosa stai pensando, e ti assicuro che puoi stare tranquillo. Conosci com’è fatta Tsunade: sono certo che, in un modo o nell’altro, in futuro ci permetterà di rincontrare i nostri “forzati” compagni di squadra. E questo varrà anche per te e Hotaru. Devi solo essere forte e avere pazienza.
-… ti ringrazio, Shikamaru. Però… non è questo il motivo per cui mi sento giù…
-N-no?!
Il Nara si mise a sedere di scatto, fissando preoccupato l’amico.
-Non guardarmi così. Hotaru mi mancherà, molto, ma è un’altra la cosa che mi spaventa davvero. Prima ho incontrato Setsuna, le ho chiesto di Hotaru: tra le altre cose, ho saputo che insieme agli altri anche lo spirito di Sailor Saturn è resuscitato, e lei e Hotaru sono tornate ad essere una cosa sola…
-E allora? Qual è il problema?
-Non capisci? Adesso che è di nuovo una guerriera, ho paura che torni a ripetersi quello che è accaduto ieri, contro Chaos. E io… io non voglio che le accada ancora qualcosa di male… AHIO!
Choji si ritrovò a massaggiarsi il capoccione dolorante, colpito a tradimento da una manata di Shikamaru.
-Ahio… perché l’hai fatto?
-Innanzitutto, smettila di essere così pessimista. E poi, dici di non volere che Hotaru metta a repentaglio la sua vita, quando tu in quanto ninja lo fai praticamente in ogni missione. Scommetto che di questo non gliene hai mai parlato, ho ragione?
Choji fece segno di sì.
-Dovresti. Devi renderti conto che lei non è una bambina indifesa, ma una guerriera consapevole dei suoi poteri e conscia di avere una grossa responsabilità sulle spalle. Se lei accetterà il fatto che il tuo mestiere di ninja è pericoloso quanto il suo, e lo farà stanne certo, allora anche tu saprai fare altrettanto.
Detto ciò, con una bella stiracchiata Shikamaru si alzò dall’erba e fece per avviarsi.
-A-aspetta. Mi hai convinto, devo essere onesto con lei! Vado subito a cercarla…- anche l’Akimichi fece per alzarsi, ma l’amico lo stoppò con un gesto della mano.
-Tu non vai da nessuna parte. Credimi, è meglio se resti qui fino a oggi pomeriggio, quando sarà ora dei saluti.
Il Nara si girò verso l’amico, mostrandogli un insospettabile ghigno complice.
-Non vorrai mica mandare a monte il mio piano di riuscire a farti stare da solo con lei, spero!
Choji abbassò lo sguardo verso il fondo della collina, e con il cuore che gli fece in petto un triplo salto mortale vide la sua Hotaru correre nella sua direzione.
-Le ho lasciato scritto dove poteva trovarti. Ora sta tutto a te, amico mio.
Il Nara se ne andò, voltandosi un’ultimo istante appena fuori dal cancello per vedere il compagno di team ringraziarlo con un piccolo cenno del testone, e lasciare che Hotaru si sedette al suo fianco per poi cingerla con un braccio, mentre con l’altro estraeva un sacchetto di patatine tenuto nascosto fino a quel momento, pronto a dividerlo con lei.
“Non ti smentisci mai, eh Choji? Quasi quasi sto cominciando a invidiarti… naaa, ma cosa vado a pensare?”
Scuotendo la testa, Shikamaru infilò le mani in tasca e rientrò nel villaggio.

Sedute al bancone di una tavola calda all’aperto, sei persone si stavano concedendo l’ultimo e anche unico pranzo che avrebbero consumato a Konoha prima di partire.
-Ahhh- fece l’unica donna del gruppo, assaporando un altro sorso di sakè dal suo bicchiere -ammettiamolo, ragazzi. La nostra presenza nella missione per lo spazio è stata del tutto inutile, per noi e per gli altri. Potevamo benissimo starcene a casa, tanto alla fine Chaos Goku sarebbe stato sconfitto lo stesso e la nostra dea sarebbe tornata quella di prima.
-Non sono d’accordo, Shaina. A me non sembra che siamo serviti a poco…
-Dici, Shiriu? Allora contiamo insieme quanti draghi malvagi abbiamo sconfitto! O quanti androidi abbiamo sterminato! Che cos’abbiamo fatto di veramente concreto in questa missione, qualcuno se lo ricorda?
-Io ho dato un pugno a Chaos…- obiettò Seya.
-Inoltre da questa storia abbiamo perso più di quanto abbiamo guadagnato. Saori Kido sarà costretta a smontare i suoi computer all’avanguardia, così che non sia più possibile localizzare il villaggio; io non ho più la maschera per colpa di un nano travestito da clown; voi siete usciti dalle battaglie con le armature mezze distrutte; infine tu, Shun, oltre alla catena di Andromeda hai perso tuo fratello, un’altra volta.
-A proposito di Shun- esclamò Seya -devo farti i miei complimenti, sei maturato molto da quest’esperienza. Non pensavo la prendessi così bene, quando ti ho raccontato quello che è successo a Ikki. Sei stato davvero forte…
-Bella forza, capirai! Ci credo anch’io che l’ha presa bene, visto che quando gliel’hai raccontato io ero già tornato in vita da un pezzo!
A parlare con questo tono burbero fu proprio il redivivo Ikki, seduto in fondo al bancone accanto al fratello.
-Accidenti a te, drago Shenron! E io che speravo di concedermi almeno un annetto di riposo prima di risorgere dalle fiamme…
-Su su, la prossima volta ti andrà sicuramente meglio!- ridacchiò Shun, dandogli delle finte pacche sulla schiena.
-Visto, che vi dicevo? Alla fine per noi non è cambiato niente, tutto come prima.
-Beh, proprio tutto non direi, Shaina.
Shiriu fece segno agli altri di voltarsi: proprio in quel momento dal fondo della strada sopraggiunsero due delle inner senshi, che due dei saints di Athena avevano imparato a conoscere sin troppo bene.
-Ciao Shun!- proruppe Makoto -visto che abbiamo ancora qualche ora, che ne dici di approfittarne per andare a visitare un po’ la città?
-P-perché lo stai chiedendo proprio a m…- neanche il tempo di obiettare che Sailor Jupiter afferrò il giovane per un gomito e se lo trascinò dietro con forza per le vie di Konoha.
-Che domande! Mi hai salvato la vita, ricordi? Se non ci fossi stato tu quell’androide pazza mi avrebbe tagliata in due! Man mano che giriamo troverò un modo per ringraziarti!
Tutti i presenti osservarono increduli i due allontanarsi e sparire dietro l’angolo, poi toccò a Rei farsi avanti.
-Ecco, Hyoga, visto che abbiamo ancora qualche ora che ne dici di… insomma, hai già capito no? Andiamo!
Anche Sailor Mars e il saint del cigno se ne andarono a braccetto, sotto lo sguardo sempre più attonito degli altri.
-E quei due come avranno fatto a finire insieme?- si domandò Seya.
-Oh, è molto semplice. Sono stati costretti a combattere l’uno contro l’altro e da lì è nato l’amore.
-Ah. Un po’ quello che è successo a noi due, Shaina… AHIO!
Un gran pugno in testa da parta della sacerdotessa fu sufficiente a chiudergli la bocca.

-Konoha è davvero un bel posto, peccato doverlo già abbandonare. Mi sarebbe tanto piaciuto trascorrere qui le vacanze…
-Se ci tieni tanto a rimanere puoi provare ad allenarti per diventare una kunoichi. Da come ti guardava, mi è sembrato che quel tale di nome Jiraya sarebbe molto felice di pranderti come allieva.
-Ne faccio volentieri a meno, grazie. È già abbastanza complicato essere una guerriera sailor. E poi, basta che ci sia tu con me, perché ogni posto diventi bello…
Mentre lo diceva, Michiru si strinse ancor più dolcemente al braccio di Haruka, la quale ricambiò il gesto schioccandole un bacio fra i capelli per poi appoggiarsi ad essi come ad un cuscino. Le due si erano scelte un bel posticino dove appartarsi: una terrazza semicircolare, sul tetto di un piccolo edificio, dalla quale di poteva godere del panorama circostante comodamente seduti su una morbida panca. Una leggera brezza suggellava il loro momento di intimità.
-Forse te l’avrò ripetuto un’infinità di volte, Michiru, ma in vita mia non ho mai sofferto così tanto come ieri.
-Davvero?
-Davvero. Più di quando quella strega di Eudial ti ha massacrata di fronte ai miei occhi, più di quando Galaxia ci ha private del seme di stella e della nostra libertà. Insomma, ti sei sacrificata per proteggermi… e io… non so proprio in che modo ripagarti…
-Shhh. Non ci pensare. È sufficiente averti vista piangere in quel modo. Sai, è un lato di te che ancora non conoscevo!
-Mpf. Spero vivamente che tu non ti sia fatta ammazzare apposta solo per vedermi frignare. Ora che mi ci fai pensare… c’era una persona, nella mia squadra, che lanciava sempre frecciatine riguardo questo argomento…
-Ciao, piagnucolone! Si può sapere dove t’eri andato a cacciare?
-Come si dice, lupus in fabula.
Haruka e Michiru si girarono a guardare di sotto, appena in tempo per veder giungere da due direzioni opposte, e incontrarsi così inevitabilmente, Temari coi fratelli da una parte e Shikamaru con le mani in tasca dall’altra.
-‘giorno, seccatura. Perché me lo chiedi, mi stavi forse cercando?
-Certo che sì, ero molto preoccupata. Di’ la verità, sei rimasto tutto il tempo chiuso in un angolino a piangere di gioia per il successo della missione? Coraggio, a me puoi dirlo!
-Una volta per tutte, piantala di rinfacciarmi quella storia. E per la cronaca, quella volta ero di spalle rispetto a te, quindi non puoi dire di avermi visto piangere!
-Dettagli, l’importante è che c’ero anch’io…
A quel punto, Haruka non riuscì più a trattenersi.
-Oh ciao Temari!- gridò la sailor, affacciandosi -non sei contenta? Gli innocenti sono stati riportati in vita grazie alle sfere del drago e tutto è tornato alla normalità. Come vedi, alla fine non c’era bisogno di mettersi a piangere!
-Ma… ma che stai dicendo? Io non ho affatto pianto! E poi come fai a dirlo, tu nemmeno eri presente quando è success…oh.
Temari si tappò d’istinto la bocca, ma era già troppo tardi. Si era appena tradita. Improvvisamente non ebbe più il coraggio di guardare in faccia nessuno, tantomeno uno Shikamaru stupito come mai in vita sua.
-Seccatura, sbaglio o hai appena ammesso di…
-No! È tutto falso! Fratelli, diteglielo anche voi!
-È stata colpa mia. Per sconfiggere il drago malvagio sono stato costretto ad uccidere degli innocenti, senza prima rivelarle il mio piano, e per questo l’ho fatta soffrire parecchio.
-GAARA!- Temari si girò imbarazzata verso il fratello minore, incredula che proprio lui avesse spifferato tutto.
-Prenditela quanto vuoi, ormai il danno è fatto- sbadigliò Kankuro. La bionda volle dirgliene quattro anche a lui, ma venne interrotta sul nascere dalla voce inespressiva di Shikamaru.
-Non posso crederci. Sono… deluso, ecco. Mi cade un mito. Davvero, non mi aspettavo che anche tu potessi essere umana.
Detto questo, salutò i tre della sabbia e se ne andò per la propria strada. Nessuno ebbe mai il piacere di vederlo, ma una volta svoltato l’angolo Shikamaru scoppiò in una sana risata.
-Ecco fatto- sogghignò Haruka, rimettendosi a sedere -così impara quella a prendere in giro chi piange.
-Però sei stata cattiva…- la rimbeccò Michiru.
-Parli tu che a volte sai essere spietata!
-Non è vero. Anzi, quando sono morta ho addirittura visto il paradiso. Quello vero, non l’oblio in cui Galaxia ci ha fatto cadere qualche tempo fa. Vuoi sapere com’è?… ehi!
Per tutta risposta, la guerriera di Urano sollevò la compagna e la mise a sedere a cavalcioni sulle sue gambe.
-Assoltamente no. E poi, parafrasando quello che hai detto tu prima, basta che ci sia tu con me perché ogni posto diventi un paradiso.
I visi delle due si avvicinarono piano piano, mentre i loro cuori battevano sempre più forte, come se avessero aspettato quel momento per tutta la vita. Poi, finalmente…
-Dunque, all’ingresso del paradiso c’è un certo Re Yammer, un gigante con la pelle rossa seduto ad una scrivania che…
-Michiru così stai uccidendo il romanticismo.
-Uh, come sei noiosa! Scusa, rimedio subito…

-Coraggio Ino, apri la bocca e di’ “aah”… mamma mia, che orrore! Ma come hai fatto a ridurti i denti in questo modo? Fortuna che ci sono qua io ad aggiustare tutto! Eeeh cosa faresti senza di me, dico io? (Ih ih ih! Sakura 2, Ino-pig 0!)
Tetto dell’ospedale di Konoha. Sakura, a differenza degli altri ninja, era tornata immediatamente a concentrarsi sui suoi compiti quotidiani, in particolare lo studio delle arti mediche: quale modo migliore per ricominciare ad esercitarsi, se non usando come cavia la propria migliore amica/peggior nemica? Poco lontano ad assistere a quella scena c’era un solare Naruto, che, braccia dietro la testa, non la smetteva più di sghignazzare. Almeno fin quando non si sentì picchiettare dietro la spalla: voltandosi, si sorprese nel trovarsi di fronte una sorridente Pan.
-Buongiorno, Naruto!
-Oh, ciao. Come mai così contenta di vedermi? Ah, ho capito! Finalmente ti sei resa conto che razza di fortuna essere capitata in squadra con me e desideri ringraziarmi!
-No, idiota. Se sono felice è perché da oggi non ti rivedrò più, tutto qui!
-Ah, ecco…
-Comunque non sono venuta fin qui solo per insultarti. Prima di partire devo consegnarti una cosa molto importante- la piccola saiyan porse al ninja un piccolo registratore -ti ricordi, su Neo Namecc? Avevi fatto ad Hinata un discorso molto bello e romantico, per poi scoprire che lei non aveva sentito un tubo perché già svenuta da un pezzo…
-Già, ci sono rimasto talmente male che non ho più ricordato una sola parola di quello che avevo detto… aspetta, non mi dire che qui dentro c’è…
-Esatto, proprio quel discorso registrato dall’inizio alla fine. Ho pensato fosse giusto che sia tu ad averlo.
Sulle prime Naruto rimase impassibile; un secondo più tardi, però, esplose in tutta la sua gioia e afferrato il registratore osò addirittura stringere la ragazzina in un abbraccio fraterno.
-Grazie, grazie mille Pan!!! Tu mi hai salvato la vita! Ora posso mettere le cose a posto con Hinata! Vado subito a farglielo ascoltare!… ehi, ma dov’è finito?
Naruto si fissò una mano, poi l’altra, ma l’apparecchietto pareva svanito nel nulla. Dalle voci concitate alle sue spalle capì subito chi l’aveva rubato.
-Un discorso romantico da quella testa bacata di Naruto? Questa mi è nuova!
-Alza il volume, Fronte Spaziosa! Voglio sentire anch’io!
-Ehi ehi, a-aspettate, ragazze! Non è per voi! Ino! Sakura! Tornate qui!
Registratore alla mano le due kunoichi cominciarono a scappare saltando da un tetto all’altro, costringendo lo scapestrato ninja biondo a gettarsi al loro inseguimento.
Sospirando, Pan si voltò e rientrò nell’ospedale. Mentre stava scendendo le scalette si imbattè in sua madre Videl.
-Oh, Pan. Stavo proprio per venire a chiamarti.
-Cos’è successo, mamma? Nonno Goku si è svegliato?
La donna fece segno di no con la testa.
-Però prima abbiamo visto uscire Hotaru completamente tornata in forze, quindi pensiamo sia solo questione di minuti, prima che anche Goku si riprenda.

Intanto, qualche piano più sotto, c’era già qualcuno appena fuori dalla sala operatoria che attendeva impaziente notizie di Goku.
-Vegeta, ti supplico, smettila di andare avanti e indietro! A guardarti mi viene il mal di mare!- implorò Bulma, seduta su una scomoda panca addossata al muro, mentre osservava il marito camminare su e giù per il corridoio -per favore, siediti e datti una calmata. Non c’è proprio nulla di cui…
-COME PUOI CHIEDERMI DI STARE CALMO? Ormai sono ore che quella vecchia pazza ha preso in ostaggio Kakaroth, e ancora non ha intenzione di ridarcelo!…
Sorprendendo pure il marito, Bulma si alzò dalla panca e lo fronteggiò, mani sui fianchi.
-Ora basta Vegeta! Mi sembri un bambino di otto anni o anche meno! Primo, non chiamare più Tsunade “vecchia”. Se ti sente sai che casino succede! Secondo, non ha “preso in ostaggio” Goku: lo sta visitando, per vedere se davvero Chaos se n’è andato per sempre dal suo corpo. E terzo… di’ la verità, non è che Goku sotto sotto ti manca?
Di colpo il Principe dei saiyan abbandonò la sua espressione rabbiosa, ma subito ne assunse una sprezzante, non avendo alcuna intenzione di concedere alla moglie l’ultima parola.
-Come al solito non capisci niente, donna. Se sono così impaziente di rivedere Kakaroth è perché devo fargli una domanda, a cui solo lui mi può rispondere.
-Non vorrai mica sfidarlo ad un duello, spero!
Prima che Vegeta potesse replicare, proprio in quel momento la porta della sala operatoria si spalancò e ne uscì Tsunade, subito raggiunta dai due coniugi.
-Allora? Come sta?- domandò ansiosa Bulma.
-Bene, grazie! E voi?



-Mi riferivo a Goku, cretina!-Ma come si permette? Lo sa chi sono io?-Sì, una babbiona che finge di avere la metà dei suoi veri anni!-Sono sempre e comunque più giovane e più bella di lei!-Ma mi faccia il piacere! Si vede lontano un chilometro che ha la pelle flaccida e rugosa! Se la toccassi in faccia il mio dito sprofonderebbe!-Provi solo a toccarmi e se ne pentirà amaramente!-GRRR!!!-GRRR!!!-
“E poi dovevo essere io a stare attento a come parlavo” pensò Vegeta, mentre le due donne cominciavano a scazzottarsi “un momento, la via è libera!”
Senza farsi sentire, l’uomo s’infilò nella sala operatoria e chiuse la porta dietro di sé. Si ritrovò in un locale abbastanza buio, illuminato solo da qualche torcia appesa al muro. Di fronte a lui c’erano diversi strani macchinari su dei tavoli disposti a ferro di cavallo. Alla sua destra trovò ciò che stava cercando: accucciato su un lettino, c’era il piccolo Goku. Con assoluta tranquillità, Vegeta lo raggiunse e gli strattonò con violenza la coda.
-AAAAAAAAHIIIIIIIII!!! Sono sveglio! Sono sveglio! Per favore Vegeta lasciami!
Il Principe obbedì. Dopo essersi massaggiato la coda da scimmia, Goku si mise addosso i vestiti che gli avevano lasciato di fianco al lettino e saltò giù dallo stesso, pronto per uscire all’aria aperta. Ma Vegeta gli sbarrò la strada.
-Tu non vai da nessuna parte, Kakaroth! Ci sono un paio di cosette in questa vicenda che non mi convincono per niente, e vorrei tanto che tu mi aiutassi a chiarirle.
-Uffa, Vegeta! Smettila di farti tante preoccupazioni! Su con la vita! Il cattivo è stato sconfitto, dovresti essere rilassato!- replicò il bambino, con un sorriso innocente.
-Mpf. Siamo ostinati a quanto pare. Vediamo se sarai ancora in grado di mentirmi, dopo che avrai sentito cos’ho da dire. Prima di tutto, come accidenti hai fatto a farti pugnalare da Baby Bulma? Forte come sei, nessun tipo di arma potrebbe scalfirti.
-Questo è vero, però quella volta avevo la guardia abbassata, e poi come potevo sapere che quella era una falsa Bulma?
-Dall’aura diversa. Non mi dire che ti sei così rammollito da non saper più distinguere una persona dall’altra.
-Beh, può succedere…
-Non sei così stupido come vuoi far credere, ormai ti conosco fin troppo bene. Come so fin troppo bene che riuscire a farti del male, anche quando hai la guardia abbassata, è quasi impossibile. Se Baby Bulma ci è riuscita, è perché tu l’hai deliberatamente lasciata fare. Anche se mi è molto difficile pensarlo, tutto ciò fa supporre che tu ti sia lasciato impossessare da Chaos di tua spontanea volontà. Dimmi Kakaroth, è così che stanno le cose?
Trascorse un lungo istante di silenzio, dopo l’affermazione di Vegeta.
Alla fine, in tutta semplicità, Goku portò le braccia dietro la testa ed esibì un sorriso ancora più largo del precedente.
-Complimenti, Vegeta! Hai indovinato! Eh eh eh!!…
-COSA ACCIDENTI CI TROVI DI DIVERTENTE?!?!?! ALMENO TI RENDI CONTO DEL CASINO IN CUI CI HAI MESSI TUTTI?!?! ALLEARSI CON CHAOS!!! PER COLPA TUA L’UNIVERSO HA RISCHIATO LA DISTRUZIONE!!! SPERO VIVAMENTE CHE TU ABBIA UNA BUONA RAGIONE PER QUESTO!!!
-Ce l’ho, ce l’ho. Se adesso ti siedi e ti calmi te la dico!
Il Principe dei saiyan preferì rimanere in piedi, ma si calmò. Per Goku fu sufficiente.
-Grazie, Vegeta. Prima di tutto, non mi sono alleato affatto con Chaos. È stato il drago Shenron ad avvertirmi che quell’entità malvagia stava macchinando alle mie spalle. Sai com’è fatto, Shenron sa tutto di tutti! Eh eh eh…
-Quindi Shenron sapeva tutto sin dall’inizio… e tuttavia ha accettato di diventare tuo complice?
-Più o meno, sì.
-Ma… perché?
-Perché avevo intenzione di mettervi alla prova. Intendo tu e i ragazzi. Per vedere se eravate pronti ad affrontare una nuova minaccia come quella costituita da Chaos Goku, e soprattutto se eravate in grado di scongiurarla senza bisogno di richiedere il mio aiuto. Purtroppo, qualche minuto dopo che io e Chaos ci siamo uniti, qualcosa è andato storto. Quando me n’ero reso conto, ormai era troppo tardi.
-Cosa è andato storto?
-Ero convinto di poter mantenere il controllo del mio corpo e della mia mente, ma devo ammettere che Chaos in questo è stato più forte di me. Per tutto questo tempo sono rimasto confinato in una dimensione oscura, senza alcuna possibilità di scappare né di vedere quello che Chaos Goku stava facendo. Solo una volta ci sono riuscito, quando quella ragazza di nome Sailor Moon mi ha colpito con uno dei suoi attacchi, poi però Chaos mi ha ricacciato dentro. Questa è l’unica cosa che ricordo. Per curiosità, Vegeta… Chaos Goku non ha combinato nulla di male, vero?
Il Principe sgranò gli occhi, sorpreso e anche imbarazzato di dover rispondere a una domanda del genere.
-Beh… se per te riportare in vita Majin Bu e i sette draghi malvagi, uccidere una dea, creare un esercito di androidi assassini, sacrificare una bambina per mettere le mani sul potere della distruzione, mandare in coma una ragazza, ucciderne un’altra, oltre ad aver causato anche indirettamente morte e distruzione per tutto l’universo è qualcosa che si può definire “nulla di male”… allora no, si può dire che Chaos Goku sia stato bravo come un angioletto.
Stavolta fu Goku a sbarrare gli occhi. Le parole di Vegeta avevano avuto lo stesso effetto della pugnalata di Baby Bulma.
-Io… io ho… fatto questo?
-In teoria no, visto che non eri cosciente… però, sì, l’hai fatto. Ah, dimenticavo, hai anche ucciso Bulma.
Per Goku quello fu davvero un brutto colpo da sopportare. Distrutto, il piccolo saiyan si lasciò cadere in ginocchio e picchiò un pugno sul pavimento.
-Non pensavo… che le conseguenze del mio gesto… potessero arrivare a tanto… Vegeta, mi dispiace… sono stato un emerito idiota… non merito di essere abbracciato e festeggiato… una volta uscito di qui… non dopo quello che ho fatto…
-E allora? Cos’hai intenzione di fare?- domandò Vegeta, con un tono di indifferenza nella voce. Asciugandosi gli occhi con un braccio, Goku si rialzò da terra e gli rivolse un sorriso indecifrabile.
-Come ti ho detto, non ho il coraggio di farmi rivedere dagli altri. Per tutte le orribili azioni che ho commesso, è giusto che me ne vada via in silenzio, senza gloria.
Mentre lo diceva, il bimbo si portò due dita sulla fronte, segno che stava per usare il Teletrasporto.
-Aspetta un momento, Kakaroth! Dove credi di andare?
-Ti affido i ragazzi, Vegeta. Assicurati che si allenino e diventino ancora più forti. E anche tu, mi raccomando. Stammi bene!
Un’istante dopo, Goku era già sparito.

D’improviso Ub si alzò in piedi, cogliendo Usagi di sorpresa.
-C’è qualche problema, Ub?
-Sai, ci ho pensato a lungo, e alla fine ho preso una decisione. Più tardi, quando sarà arrivata l’ora di lasciare il villaggio, chiedere agli ANBU di rimuovere dalla mia memoria anche il ricordo della tecnica di Majin Bu, quella che guarisce dalle ferite e rifornisce costantemente di energia.
-Cosa?! Ma… sei impazzito? Quello è un potere che ti rende praticamente invincibile! Oltre a salvare le vite degli altri, naturalmente… Perché vuoi rinunciarci?
-Beh, ci sono due ragioni. Una, sta arrivando proprio adesso.
Il ragazzo sollevò le braccia nel gesto di salutare qualcuno. Usagi alzò lo sguardo, appena in tempo per veder planare dal cielo un grosso pallone rosa con tanto di mantello; quando lo vide raggiungere Ub e dargli un veloce abbraccio e una pacca sulla schiena, capì di chi si trattava.
-Tu sei… sei Bu, Majin Bu? Quello buono?- chiese, titubante.
-Esatto! Scusatemi se non rimango, ma non vedo l’ora di rivedere Satan! Ciao!- detto questo, il bonario Bu si gettò nelle strade di Konoha, chiamando a gran voce il nome del suo migliore amico.
-Ma guarda, e così Shenron ha riportato in vita anche lui!
-Esatto- proseguì Ub -e ora veniamo alla seconda ragione, quella più importante. Come hai detto tu giustamente, usando il potere guaritore durante i combattimenti è come se diventassi invincibile. Ma non è quello che voglio. Io desidero diventare più forte allenandomi giorno dopo giorno, e non ricorrendo alla via più facile. Se ti va prendimi pure per pazzo, ma io preferisco di gran lunga così.
Usagi non ebbe nulla per cui biasimarlo, tanta era la determinazione che riusciva a scorgere nei suoi occhi.
-E così sarà, se tu lo reputi giusto. D’altronde, come hai detto tu stesso qualche tempo fa, è stato Goku a darti questo insegnamento. Sono sicura che come maestro sarebbe molto fiero di te.
-Lo sono.
Ub e Usagi si voltarono di scatto, ma non trovarono nessuno.
-L’hai sentita anche tu, vero?
-Sì… ehi, cos’è questo rumore?

Un enorme boato riempì l’aria, facendosi sentire in ogni angolo di Konoha. Tutti alzarono gli occhi verso il cielo, da Hotaru e Choji ai tre fratelli della sabbia, da Rei e Hyoga a Sakura e Naruto, da Shikamaru a Usagi, e Ub; persino Haruka e Michiru, seppure solo per un breve istante. Un gigantesco rettile verde stava volando sopra le loro teste. Corsi immediatamente sul tetto dell’ospedale, Pan, Gohan, Goten, Trunks e Videl, per quanto increduli, lo riconobbero per il drago Shenron: seppure piccolissimo, erano sicuri che il bambino sul suo dorso fosse il loro amato Goku. Nessuno però provò a fermarlo, anche perché in un battito d’occhi era già svanito nel nulla.
-E meno male che voleva andarsene in silenzio e senza gloria- commentò Vegeta, arrivato buon ultimo sul tetto.
“Comunque, Kakaroth, una cosa buona l’hai fatta. Almeno, per i ragazzi. Se non avessi combinato quel casino, non avrebbero mai conosciuto persone come le sailor, i ninja e perché no, anche quei cinque saints più la ragazza mascherata. Di questo devono essertene grati.”

..

.

Allora, da dove cominciare? Beh, prima di tutto, ammetto che non mi ha molto soddisfatto questo finale, almeno per come l’ho scritto. Del resto è sempre difficile trovare le parole adatte per concludere un lavoro come questo. Un lavoro iniziato quasi un anno fa, grazie al quale ho potuto farmi conoscere e soprattutto conoscere voi utenti e scrittori di EFP. Spero di cuore che vi siate divertiti e appassionati a leggere “Last Menace Of Chaos”, come io mi sono appassionato a scriverlo.

Voglio ringraziare prima di tutto Suikotsu e Nicoranus83, non solo per le loro recensioni ma anche per il loro sostegno, che ha significato davvero tanto per me.

Un grazie a tutti coloro che hanno inserito la fic tra le loro storie preferite o seguite, o entrambe:

anele87
Anonimo9987465
Deidaraforever
Elenoire
ilachan89yamapi
Lan
Lebron
NemoTheNameless
Nicoranus83
nikkith
Ramona37
SHUN DI ANDROMEDA
sig anderson
Suikotsu
Targul
The Ice Keeper
Vale_93
Wedenweden

e a coloro che hanno solo letto senza lasciare traccia (però voglio anche da voi un commentino, anche piccino piccino!).

Infine un ringraziamento speciale a Dark Tranquillity per la sua recensione, la prima in assoluto che ho ricevuto. Non la dimenticherò.

Spero mi lasciate tutti almeno un piccolo commento, mi piacerebbe molto sapere cosa vi è piaciuto o non vi è piaciuto, quale delle sei squadre è stata la vostra preferita, quale scena vi ha più entusiasmato, cose così.

Ad ogni modo, grazie di nuovo a tutti voi. Vi voglio bene ragazzi!

.

.

PS.: penso vi starete chiedendo che fine hanno fatto gli ultimi cinque androidi. Tranquilli, non me li sono dimenticati, anzi! Aspettate e vedrete!
  
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